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Autore: The Girl With Green Eyes    27/06/2015    3 recensioni
Si incamminò mosso dal desiderio di trovarla e amarla come quella notte, al chiaro di luna, si amavano gli alberi.
{Bellarke}
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come si amano gli alberi.

 




Erano passati due giorni.

48 ore.  2880 minuti. 172800 secondi.

Emicrania, buio e insonnia.

I grilli fischiavano fuori dalla tenda e qualcuno russava li accanto.
La luna faceva sembrare le ombre proiettate sulla parete di telo verde figure minacciose.

Chissà che ore erano.

Qualcuno si stava alzando per andare ad espellere i liquidi al limitare del campo.
Di sicuro c’era chi stava ancora sveglio a progettare qualcosa che a lui non interessava.
Qualcuno più avanti si amava, qualcuno piangeva perché non poteva farlo.

Lui non faceva niente. Steso sul giaciglio di fortuna nella sua tenda singola guardava le ombre giocare a rincorrersi.
Le ombre degli alberi si amavano e si divertivano a sbandierarlo ai quattro venti, le fronde si cercavano e si toccavano avide.
Ridevano nel loro strano modo di ridere.
Ululavano.
L’apatia era così snervante eppure non riusciva a provare nulla.
Non che fosse mai stato di  chissà quale sensibilità.

Si portò all’indietro i capelli nero corvino sporchi ancora dei giorni passati.
La polvere danzò per un po’ sul suo viso e la fuliggine ben ancorata sul suo corpo le fece spazio fra i lembi di pelle.

Due giorni .
Emicrania, buio e insonnia.

Due  giorni e mezzo.
Emicrania, sole accecante ed apatia.

Tre giorni.
Emicrania, buio, insonnia ed apatia.
Occhiaie. Vuoto, voragine.
Mancanza.

Quella notte la luna si era nascosta dietro le nuvole grigie e il cielo piangeva.

Decise di uscire fuori a farsi accarezzare dal vento, l’unica presenza che non disdegnava.
La pioggia gli bagnò i capelli e gli lavò via lo sporco dei giorni precedenti.
Il viso gli si bagno e dentro di lui sentì crescere quel vuoto.
Pioggia. Si tocco gli zigomi e sperò che fosse pioggia.

Lui semplicemente non sapeva piangere per gli altri.

Pioggia, lacrime e sangue.
Mancava, troppo. Ma da quando?

Mentre si trovava come infiltrato sentire la sua voce alla radio era stato come quando la mamma da piccolo gli aveva portato il soldatino di legno che tanto voleva.

Quando, aprendo la porta, se l’era ritrovata davanti era stato come quando, appena atterrati, aveva rivisto sua sorella dopo tanto tempo.

Quando lo aveva lasciato solo di fronte all’entrata del campo era come se avesse spento un bottoncino che gli permetteva di provare qualcosa.

Quella notte aveva capito che doveva smetterla di porsi freni.

Voleva rivedere i suoi capelli biondi e assicurarsi che non fossero tinti di rosso.
Voleva stringerla come l’ultima volta e assicurarsi che anche lei stringesse lui con tale forza.
Voleva prenderla per mano e insieme uscire dal buio che il loro gesto aveva fatto calare sulla loro vita.

Ma insieme, perché insieme tutto è più facile.

Due anime travagliate che non stavano bene con nessuno se non con l’altro.

Opposte e così dannatamente uguali.
Faceva così paura, eppure doveva trovarla.

Preparò uno zaino con poche cose dentro.
Si avviò verso la tenda di Abigail Griffin, scosse il telo e la trovò come sempre in questi tre giorni.

La donna si teneva la testa con una mano mentre l’altra reggeva una bottiglia di rum.
Era sporca e spossata proprio come lui, con l’unica differenza che lei doveva sopportare il peso del senso di colpa. Era colpa sua se era andata via.

Entrò e si mise di fronte alla donna.

-Bellamy, cosa ci fai qui?
-Sto andando a cercare sua figlia.

Tre giorni.

72 ore. 4320 minuti. 259200 secondi.

Bellamy Blake lasciò il campo di notte avvolto dal silenzio con la consapevolezza di doverla trovare se voleva continuare a provare qualcosa.

Si incamminò facendosi guidare dalla luna che, per lui, aveva fatto capolino tra le nubi.

Gli alberi incominciarono di nuovo ad amarsi ma in un modo nuovo.

Bellamy li vide e pensò che era bello che due persone si amano come si amavano quella sera gli alberi.
Bellamy si avviò con la consapevolezza di non aver mai amato come amano  gli alberi.
Si incamminò mosso dal desiderio di trovarla e amarla come quella notte, al chiaro di luna, si amavano gli alberi.






Sam's corner:

Buon pomeriggio a tutti mi chiamo Samira.
Questa è la prima FF che scrivo dopo taaaaaaaanto tempo. Nessuna serie Tv o film o libro mi aveva più dato quella voglia matta di scrivere dopo Glee.
Avevo un po' perso l'ispirazione. 
Poi ho visto The 100 e mi sono innamorata di tutto, della serie,della storia e personaggi e degli attori.
Come sempre la mia testolina ha iniziato a scippare dopo circa 20 minuti della prima puntata Bellamy e Clarke. Sono l'amore *.*
E quindi eccomi qua con la mia prima One-shot sui Bellarke. Ci sono rimasta malissimo dopo il finale di stagione e ho iniziato a farmi mille film mentali che finivano tutti inesorabilmente con questi due insieme.

Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi andrebbe di leggere una long scritta da me.
Ogni critica è ben accetta ;)

xoxo

 
   
 
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