27/06/2015
4 recensioniRIMORSI
A pezzi.
È così che mi sento. Frustrata, assente, malinconica e sola.
I rimorsi sono come lupi famelici, mordono via ogni pensiero sensato, ogni convinzione ed ogni positività, lasciando solo un enorme vuoto.
Consumano le mie buone intenzioni e mi fanno sentire un'inetta. Una povera stupida che ha perso tutto per coltivare il nulla. Avevo solo un desiderio, un singolo maledetto brandello di sogno che è stato smembrato dalla dura realtà dei fatti.
Ho buttato all’aria una vita migliore, fatta di successi lavorativi e gioia. Ho accettato pretesti umilianti e accolto menzogne crudeli che ho portato avanti fino a quando ho potuto. Fingere di essere la brava donna di casa, la dolce mogliettina che cura la dimora del suo più grande amore… mentre lui se ne va in giro, lasciandomi sola con una figlia che non ho mai partorito.
L’ho amata e cresciuta come se fosse mia, ma non bastava. Una parte di me lo sapeva, sapeva che prima o poi si sarebbe chiesta come mai quella maledetta foto di famiglia è così fredda, perché lei non mi somiglia… perché lui non vuole stare con noi.
Eppure mi sono impegnata tanto per far restare intatto il mio castello di carte, ho messo su una cornice falsa, piena di ipocrisia e solitudine, un ritratto di famiglia costruito pezzo dopo pezzo dalla fatica della mia recita… eppure rispecchia così tanto la mia persona, la mia vita.
La verità è che volevo che lei si sentisse amata, volevo che pensasse di essere nata da una coppia vera, non da una stupida schiava d’amore.
Ma è troppo tardi per tornare indietro, gli errori che si commettono servono a rendere le persone migliori. Ma i miei sono troppo grandi per potermi dare un compromesso per il futuro.
Cosa ho ottenuto dal mio egoismo? Cosa ho ricavato da questa scelta?
A pezzi.
È questo quello che vorrei rappresentare, un puzzle sconnesso che aspetta solo di essere ricomposto per trovare la soluzione a questo enorme casino che è diventata la mia esistenza.
Umiliazioni, pianti isterici e sorrisi falsi.
Infondo non mi amavi solo per rivalità?
Bugie e finte convinzioni. Sapevo che una volta ero amata.
Sakura, grazie
Finte promesse e abbandono. Ho scelto di credere a un amore falso.
Il fondo l’ho toccato da tempo ormai. Questo destino non mi piace, è scomodo e doloroso, le persone che credevo di conoscere sono diventate estranei. Non credo di ricordarmi nemmeno più il sorriso raggiante del mio migliore amico.
Non sono più sicura di nulla da tempo, so solo che vorrei sparire, inghiottita da quel poco che resta di un villaggio a cui un tempo sentivo di appartenere.
Cosa spinge una persona a perdere la dignità? Cosa spinge un individuo a fare passi falsi e cadere in un baratro senza fine?
Una volta era diverso, una volta… ero felice.
A pezzi.
Non è la mia realtà.
A pezzi.
Non è la mia vita.
A pezzi.
Sono io.
A pezzi.
Che sprofondo in un mare di rimpianti.
Prigionia.
La sento ogni giorno, rinchiusa nella mia finta perfezione.
Ho creato la famiglia perfetta, mi sono impegnata duramente per avere ciò che ho sempre sognato.
Ma qualcosa dev’essere andato storto.
Mi sono concentrata troppo sull’obiettivo e poco su tutto il resto. Il maggiore dei miei figli mi guarda ogni giorno con compassione, la percepisco nei suoi occhi azzurri cielo che non centrano niente con i miei, vitrei e stanchi.
Mio marito è oberato dal lavoro, in un villaggio che non ha più nulla da temere… e la cosa non può che darmi da pensare. E col passare del tempo è diventato sempre più anonimo… come se fosse uno sconosciuto.
La mia unica gioia è la piccola Himawari, dolce e solare, così simile a me…
Troppo ingenua per capire.
Prigionia… è quella che mi sono creata da sola, in una bella casa con i miei doveri da brava mogliettina, fingendo di non vedere nulla di ciò che mi accade intorno.
La moglie dell’Hokage è bella, brava e sorride sempre, così mi descrivono i vicini.
La moglie dell’Hokage è una perfetta donna di casa.
La verità è che la moglie dell’Hokage non pensava che diventare la moglie perfetta avrebbe portato a vedere il marito solo la sera, senza più alcun contatto fisico, e vedere un figlio sempre più simile a lui compiangerla.
Non pensava di finire per sprofondare nel rimorso.
La moglie dell’Hokage voleva davvero rendere fiero suo padre e far vedere il suo valore, diventare brava come il suo povero cugino defunto e prendere il clan sotto la sua guida. Ma ha preferito coronare il suo stupido sogno d’amore, che ora la perseguita ogni notte nel peggiore degli incubi.
Prigionia… è la mia stessa punizione per non avere abbastanza coraggio da affrontare il mio unico amore.
Prigionia è ciò che io stessa ho creato perché non voglio far crollare nemmeno questa realtà così ipocrita e frustrante.
Prigionia… per poter continuare ad essere definita la brava mogliettina che al di fuori delle mura viene elogiata.
Che al di fuori delle mura di casa… viene amata.
Angolo dell’autrice
Ringrazio Kishimoto per avermi ispirata.
Spero che questa shot vi sia piaciuta, ringrazio tutti voi che avete letto e magari recensito.
So che alcuni non sono d’accordo con ciò che ho scritto, e mi va benissimo, se fossimo tutti dello stesso parere credo che il mondo andrebbe letteralmente a… farsi benedire. ^_^’
Un bacione NekoKya :* :3