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Autore: Ormhaxan    27/06/2015    1 recensioni
Inghilterra, 1471. Dopo la sanguinosa battaglia di Barnet, in cui Edward IV ha perso la vita, la corona passa a suo fratello minore Richard. Re severo ma giusto, Richard prende in moglie - sotto consiglio del fratello Edmund, Arcivescovo di York - Anne Neville, vedova del suo nemico Edouard di Lancaster, Principe del Galles.
Il matrimonio, però, non sarà inizialmente felice e Richard dovrà fare i conti con una giovane e fredda sposa, un regno in tumulto e dimostrare che anche un "sole di mezzanotte" può essere caldo e luminoso come un sole splendente.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Edmund Plantagenet, Elizabeth Woodville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Partirono alla volta di York due giorni dopo, come prestabilito, e al loro seguito si aggiunse inaspettatamente anche la Contessa di Warwick.
La donna aveva espresso il desiderio di tornare per qualche giorno a Middleham, destinazione ultima della coppia reale, al castello un tempo appartenuto alla famiglia Neville e ora abitato da Francis Lovell, fedele amico del Re, a cui era stato concesso quel pezzo di terra affinché lo gestisse in vece della Corona, vera possidente del suddetto castello.
Richard aveva accolto con piacere la richiesta della madre acquisita, sapeva che per Anne avere qualcuno della sua famiglia al suo fianco era importante, specialmente dopo quello che era accaduto con Isabel e in vista della nascita del loro primo figlio.
Sperò, inoltre, che la donna tornasse a Londra con loro per stare accanto alla minore delle figlie durante il parto, in modo da dare sicurezza ad Anne e supportarla durante quel momento così delicato della sua giovane vita.

Si fermarono solo cinque giorni a York, due in meno di quelli inizialmente previsti, e lentamente continuarono il viaggio verso nord.
Anne e sua madre viaggiavano in una lettiga, e questo rallentava considerevolmente il viaggio, ma fortunatamente il tempo sembrava essere dalla loro parte e non ci furono problemi ad arrivare sani e salvi a Middleham.

“Mia cara, - chiamò Richard, accostandosi alla lettiga, attirando l’attenzione di Anne – siamo quasi arrivati. Il castello è all’orizzonte, in meno di un’ora prevedo che voi e vostra madre potrete finalmente sgranchirvi le gambe.”
“Siamo arrivati, davvero? – negli occhi e nella voce di Anne trapelò una forte emozione e sul suo viso apparve un grande sorriso – Oh, Richard, non potrei cavalcare con voi? Mi sono mancati così tanto i paesaggi del nord.”
“Figliola, nella vostra condizione è pericoloso cavalcare, potrebbe provocarvi un travaglio non desiderato.”
“Vostra madre ha ragione: – concordò Richard, ringraziando mentalmente la prudenza e la saggezza della donna, ben sapendo che la giovane moglie non avrebbe mai messo in discussione i suoi consigli – Non è saggio cavalcare nelle vostre condizioni.”
Anne abbassò il capo, increspò le labbra come sempre faceva quando era costretta a fare qualcosa contro la sua volontà, ma alla fine annuì: “Aye, avete ragione: il bambino e la sua salute vengono prima, non posso essere egoista.”
“Molto bene. Vogliate scusarmi, mie signore, ma da quello che vedo il mio vecchio amico Lovell ci sta venendo incontro per porgere i suoi rispetti e scortarci fino al castello ed è bene che io vada a salutarlo.
Di sicuro avrà preparato un grande banchetto in nostro onore, giornate di feste, forse anche una caccia con il falco e se siamo fortunati avrà chiamato alla sua corte i migliori menestrelli della zona.”
Si scambiò un ultimo sorriso complice con Anne – non aveva nominato i menestrelli per caso, sapeva quanto Anne avesse bisogno di svago e di divertimento dopo la permanenza a Tewkesbury che tanto l’aveva provata, e sperò che Lovell avesse ricevuto la sua lettera in cui annunciava il suo arrivo e dava disposizione di assumere i migliori guitti e menestrelli per compiacere la sua amata Regina – e spronato il cavallo tornò alla testa della fila.


 
**



I giorni che vennero furono allegri, festosi, pieni di momenti indimenticabili.
Anne trovò a Middleham i ricordi della sua infanzia, grazie ai suoi vecchi amici riuscì persino a dimenticare le tensioni e la furiosa discussione con sua sorella Isabel, e avere Richard al suo fianco rendeva tutto più speciale.
Non era ancora giunta l’alba quando quella mattina Anne spalancò gli occhi, percependo il bambino che portava nel suo ampio grembo scalciare, e non riuscendo a riprendere sonno e a far calmare l’irrequieto figlio decise di alzarsi per non far destare dal suo profondo sonno Richard e camminare inosservata e indisturbata per i corridoi immersi nella penombra del castello.
Vagò per svariati minuti, senza neanche accorgersene i suoi passi la condussero in quella che un tempo era stata la sua stanza, la nursery che aveva occupato fino all’età di cinque anni.
Sorrise, tornando indietro nel tempo, ricordando memorie sbiadite: aveva posato per la prima volta i suoi occhi chiari e curiosi su Richard proprio in quella stanza, attraverso i vetri della finestra, mentre fuori stava per imperversare un temporale.
Era solo una bambina di tre anni all’epoca, non aveva quasi memoria di quel giorno, ma ricordava vividi il rumore degli zoccoli dei cavalli, tutta quella gente che entrava spedita nel cortile del castello di suo padre, e lo sguardo timido e l’aria spaesata del minore dei figli del Duca di York.
Lei era a letto, reduce da una brutta influenza che aveva fatto temere a tutti il peggio, e Richard era giunto con il resto della famiglia per motivi che aveva dimenticato.
All’epoca entrambi i loro padri erano ancora vivi, tutti sembravano felici, pieni di speranze del futuro: poi venne Ludlow, la strage di Sandal Castle, e niente fu come prima.
Sospirò, tornando al presente, e sorrise malinconicamente notando i segni accanto alla suddetta finestra, segni che erano rimasti intatti e testimoniavano la crescita di ogni bambino che aveva occupato quella stanza sin dai tempi di suo nonno Richard.
Una parte di lei avrebbe voluto crescere i suoi figli a Middleham, crescere il bambino che portava in grembo in quella stanza e tra quei corridoi, ma gli eventi avevano preso una piega inaspettata e ora che era divenuta Regina i suoi figli sarebbero cresciuti molto lontano dal nord.
Se fosse stato un maschio, l’Edward in cui speravano, sarebbe cresciuto a Ludlow come ogni principe del Galles e avrebbe conosciuto la dimora dei suoi avi solo attraverso le storie che lei gli avrebbe raccontato.

“Mia cara, state bene?” chiese con voce pacata Richard, entrando nella stanza e fermandosi sullo stipite della porta, inclinando leggermente il volto.
Si era svegliato di soprassalto pochi minuti dopo l’abbandono della stanza da parte della giovane, e non trovandola ma percependo le coperte ancora calde aveva iniziato a cercarla ovunque, trovandola infine nella nursery.
“Non riuscivo a dormire, - confessò con altrettanta calma – il bambino non faceva altro che scalciare, così mi sono alzata e ho iniziato a passeggiare per calmarlo. Sembra aver funzionato.”
“Capisco… - disse lasciando in sospeso la frase a avvicinandosi fino ad circondarle la vita con le braccia e farla indietreggiare leggermente per appoggiare la sua schiena contro il suo petto – E scommetto che ritornare in questa stanza ha fatto riaffiorare dei ricordi.”
“Ogni cosa di questo posto mi fa riaffiorare dei ricordi, dal cortile fino alla sala grande, ma confesso che questa stanza è speciale: attraverso questa finestra vi ho visto per la prima volta e sempre in questa stanza ci siamo conosciuti. In questi corridoi siamo cresciuti, siamo diventati amici, e con il tempo qualcosa di più…”
“Come dimenticare. – le diede un bacio sulla guancia – I vostri ricordi sono anche i miei e prometto che verremo a Middleham ogni volta che i tempi lo permetteranno.”
“E che i nostri figli conosceranno la dimora dei loro avi, che impareranno ad amare questo posto e il nord come abbiamo fatto noi, senza mai dimenticare il loro sangue Neville: promettetemelo, Richard!”
“Lo prometto, mia cara, lo giuro. – prese entrambe le mani di lei tra le sue e le baciò con devozione – Ora, però, torniamo nelle nostre stanze: a breve la servitù inizierà a vagare per i corridoi e voi non dovete stancarvi troppo. Il parto è sempre più vicino e mancano solo due settimane prima dell’inizio del vostro confinamento.”


 

**


Il confinamento non iniziò mai: quattro notti dopo, due giorni prima del loro ritorno a Londra, Anne fu svegliata da un dolore lancinante.
Le doglie iniziarono quasi subito, il travaglio fu lungo, e solo al pomeriggio del giorno successivo nacque l’erede che tutta l’Inghilterra stava attendendo.
Non appena Anne si accorse di ciò che stava succedendo svegliò Richard, il quale dovette appurare con orrore quello che stava succedendo, e immediatamente fu svegliato l’intero castello e la Contessa fu al fianco della figlia per starle vicino durante il difficile parto.
Anche la levatrice accorse subito dopo e, tra la preoccupazione di tutti per la precoce nascita e la salute del nascituro e della madre, Anne si preparò ad affrontare come una vera Regina la nascita del suo primo figlio.

“E’ passato troppo tempo, sono ore che non si hanno notizie, e il bambino… - Richard camminava nervosamente avanti e dietro per la sala grande del castello – Dio, è troppo presto, troppo presto!”
“Entrambi staranno bene, dovete avere fede nei piani dell’Altissimo. – gli disse Francis, il suo amico di sempre, che in quelle ore non lo aveva mai lasciato solo – Anne è una combattente, voi siete un combattente, e anche vostro figlio non sarà da meno.”
“Spero abbiate ragione, Francis, lo spero davvero.”


In quello stesso momento una delle levatrici, una donna giovane e corpulenta, fece il suo ingresso nella sala grande con aria trafelata:
“Maestà! – esordì per il fiatone provocato dalla corsa – E’ nato, Maestà, il Principe è nato.”
“Principe?” chiese retoricamente, scambiandosi uno sguardo con Francis.
Aye, Maestà. La Regina ha dato alla luce un maschio qualche minuto fa: è piccolo, un passerotto oserei dire, ma sembra in salute.”
“Voglio vederlo!”
“La Contessa ha dato disposizione di farlo immediatamente allattare dalla balia, così da nutrirlo, ma verrà presto riportato nelle stanze della Regina.”
“Anne… - sussurrò. Come aveva fatto a dimenticare Anne? – Come sta la Regina?”
“Stanca e affaticata, il parto è stato lungo e non semplice, ma sta bene. Potete vederla, se vi compiace, è pronta per ricevere visite.”


Richard si precipitò nella stanza da letto che in quei giorni lui e Anne avevano condiviso, trovando quest’ultima ancora circondata da donne che entravano e uscivano creando un nervoso andirivieni, un brusio fastidioso che avrebbe preferito non udire affatto.
Era pallida, aspetto comprensibile, ma i suoi abiti erano stati cambiati e grandi cuscini erano stati posti dietro la sua schiena per aiutarla a stare in una posizione seduta ma comoda allo stesso tempo.

“Richard…” sussurrò con voce stanca, abbozzando un sorriso, protendendo una mano nella sua direzione.
“Anne, mia cara.”
La raggiunse precipitosamente, inginocchiandosi al suo capezzale, e strette le sue pallide e fredde mani nelle sue le baciò e le sorrise.
“Lo avete visto? Il nostro Edward. – ricambiò il sorriso – E’ un piccolo passerotto, così fragile, ma anche io e voi lo eravamo e guardate dove siamo arrivati: è un combattente, proprio come noi, sarà un grande sovrano.”
“Ci renderà fieri, ne sono sicuro, e voi mi avete reso così orgoglioso. – si sporse verso di lei per poterla baciare – Vi amo, Anne.”
“Vi avevo detto che sarebbe stato un maschio, il nostro Edward, e il mio istinto di madre non ha fallito. Sarà il primo di molti, mio caro, voglio mantenere la mia promessa e darvi una dozzina di figli.”
“A tempo debito, mia cara, - l’ammonì con tono scherzoso – ora dovete pensare a recuperare le forze. E’ stato un parto difficile, la levatrice me lo ha detto, e ci sarà tantissimo tempo per pensare ad altri figli.”
“Il mio Edward! – esclamò Anne, notando la figura della balia sulla porta, tendendo le braccia per prenderlo – Datemelo e lasciateci soli. Dite a tutti di non disturbarci, dite che il Re necessita di passare del tempo con il suo figlio ed erede, che ci sarà tempo per festeggiare.”

“E’ bellissimo, perfetto. – disse con somma gioia Richard, osservando il bambino tra le braccia di Anne, accarezzando il piccolo viso – E’ davvero un passerotto, ma dentro di se ha la forza di un leone, dimostra già di essere un degno principe del Galles.”
“Voglio allattarlo da me, voglio che si nutra con il latte materno, che cresca forte. – disse con sicurezza e Richard seppe immediatamente che nonostante tutto non avrebbe ceduto a compromessi. – So che non è decoroso, che molti criticheranno questa decisione, ma non mi importa: è mio figlio, io sono sua madre, e lui ha bisogno di me.”
“Non sono favorevole a questa cosa, sarò sincero con voi, ma so anche quanto testarda voi siate e che non cambierete idea. – sospirò – So che lo fate per il bene del nostro bambino, per la sua salute, e per questo lo accetto.
Anche per questo tornerò da solo a Londra tra tre giorni: voi e il bambino rimarrete qui, lontano dalla città e dalla sua aria nociva, e quando sarà abbastanza forte da viaggiare tornerete a Westminster. Nel frattempo organizzerò il battesimo, in modo che tutta la nobiltà lo conosca, e chiederò a mio fratello Edmund di officiare la cerimonia.”
“Sarebbe splendido. – sorrise e lo baciò – Oh, Richard, sono così felice! Ho avuto paura, certo, ma adesso non più. Ora che tutto è andato bene, che posso stringere tra le braccia il nostro bambino e stare con voi come una famiglia so che tutto andrà per il meglio, non posso evitare di sentirmi felice dopo così tanto tempo.”
“Siamo in due: anche io sono felice, sono stato benedetto, e prevedo per noi e per il nostro primogenito un futuro glorioso.”



 

*


Angolo Autrice: Salve, gente! Pensavate di esservi sbarazzate di me o, peggio, che io mi fossi dimenticata della storia ma così non è stato!
Rieccomi, dunque, ad un mese di distanza dall'ultimo aggiornamento a postare il nuovo capitolo. Che dire? E' molto zuccheroso e spero vi sia piaciuto.
E spero anche che il prossimo arrivi con meno ritardo ma non assicuro nulla! ^^"
Alla prossima,
V.
  
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