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Autore: Edens    28/06/2015    0 recensioni
Spesso le dicevano che non sarebbe durato per sempre, perché erano troppo giovani, perché era solo il suo primo amore, perché è il secondo quello importante, che ti insegna che si può amare di nuovo.
Ma lei, perdutamente immersa in lui, non voleva ascoltare. Era convinta che fosse più importante il primo amore, perché era proprio quello che ti insegnava ad amare.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ti amo, Marianne.


Marianne aveva compiuto sedici anni Venerdì 17 Maggio, tra coloro che la compativano per il dover compiere il compleanno in un giorno "sfortunato", e tra i baci del suo fidanzato.
Era fidanzata da quasi un anno con lui, con colui che era il suo primo amore.
E il giorno del suo sedicesimo compleanno l'aveva presa in braccio, dicendole "Finalmente posso dire di star prendendo in braccio una sedicenne!" e poi regalandole un sorriso per tutto il resto della giornata, e forse della vita.

Il loro era un amore così dolce e vero, nato tra imbarazzi e frecciatine e sviluppatosi in una montagna di affetto, risa e dolcezza.
Spesso le dicevano che non sarebbe durato per sempre, perché erano troppo giovani, perché era solo il suo primo amore, perché è il secondo quello importante, che  ti insegna che si può amare di nuovo.
Ma lei, perdutamente immersa in lui, non voleva ascoltare. Era convinta che fosse più importante il primo amore, perché era proprio quello che ti insegnava ad amare. Purtroppo anche in lei aleggiava quella consapevolezza che sarebbe finita, prima o poi; ma le sembrava quasi impossibile, perché nonostante le veniva da pensare a qualche futura ragione di ostacolo, per lei nessuna era così seria per separarsi. Non riusciva ad immaginare di smettere di amarlo, di vedere lui amare qualcun'altra, o di non ricevere più i suoi baci, i suoi "bungiorno" e i suoi "buonanotte", i suoi abbracci, il suo amore.

A volte, in quei suoi momenti di pessimismo, si domandava quale sarebbe stata, se ci fosse stata, la causa della loro rottura.
Ebbene sbagliava a pensarci, perché bisogna godersi il presente ignorando passato e futuro, ma lei se ne rese conto solo quando quella "causa" da lei tanto cercata piombò tragica sul loro amore.
Un cancro, al fegato, a lui. Se ne accorsero tutti troppo tardi per curarlo, la morte era imminente. All'incirca sei mesi di vita.
Marianne non volle prendere consapevolezza di questa tragica notizia, non volle realizzarlo per almeno un mese. No, perché doveva farlo? Il loro amore, così dolce, vero, sincero, profondo.. Perché doveva finire? Perché Dio aveva voluto questo?

Non perse neanche un minuto che le stava da trascorrere con lui, con un dolore nel petto, un dolore opprimente e disperato.
Quando la vita si spense nei suoi occhi, automaticamente si spense anche negli occhi di lei. I pianti, le urla disperate, i tentativi vani di svegliarlo, di fargli dire ancora una volta "Ti amo, Marianne". Non riusiciva a realizzare che non c'era più vita in lui.

Dopo anni, ancora quel peso nel petto a sentirlo nominare, il suo nome si infiammava nel cuore come una ferita aperta.
La causa della loro rottura era questa, la più irrimediabile e inevitabile: la morte.
E avrebbe detto "Solo la morte poteva separarci", per poi rendersi conto che sarebbe stato più vero "Neanche la morte poteva separarci", col cuore colmo di lui, di ricordi e di amore.
   
 
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