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Autore: Sery400    28/06/2015    4 recensioni
Ian Somerhalder e Michael Malarkey al Pride, tra arcobaleni e coroncine di fiori.
#Somerkey
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Somerhalder, Michael Malarkey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: piccola fic su Ian e Michael. Ieri c'è stato il gay Pride e io come potevo non immaginare loro due che festeggiavano con il resto della gente? In più, i matrimoni gay ormai sono legali in tutti e cinquanta gli stati ed I and M non potrebbero esserne più contenti.













I colori dell’arcobaleno erano ovunque: sulle bandiere sventolate sia da uomini che da donne, sui cartelloni messi in mostra, sui vestiti della gente, sulla pelle delle persone e sui visi di Ian e Michael.

I due erano seduti su una parte di prato in prima fila per vedere la parata a cui avevano partecipato fino a pochi minuti prima. Ian, a petto nudo tra le braccia di Michael, non riusciva a smettere di sorridere. Gli sembrava surreale vedere tutte quelle persone che lottavano per lo stesso ideale. Ideale che gli permetteva di farsi cullare dalla stretta dell’uomo che amava tra milioni di persone mentre sulle guance la pittura applicata quella mattina iniziava ad andar via. Si voltò e osservò Michael, il cui sorriso era così luminoso che avrebbe brillato anche di notte.

«Sei felice?» gli chiese Ian, intrecciando le proprie dita con quelle di Michael.

Quest’ultimo annuì. «Mai stato più felice.»

Ian allora fece quel piccolo movimento in avanti che gli permise di arrivare alle labbra di Michael. Lo baciò con passione, l’adrenalina che scorreva nelle sue vene. Per la prima volta da quando stavano insieme non gli importò di chi avrebbe potuto vederli e cosa avrebbe potuto dire. Si sentiva così fiero di ciò che stavano facendo in quel momento, fiero come non lo era mai stato.

Quando interruppe il bacio, allontanandosi, notò per terra accanto a loro una coroncina di fiori colorati. La prese e la posizionò sulla testa di Michael. «Così sei bellissimo.»

Il più giovane scoppiò a ridere e prese il telefono. Il tempo di mettere la fotocamera interna e di tirare Ian di nuovo a sé che aveva scattato. Riguardarono la foto e risero notando gli occhietti quasi chiusi di Michael e la coroncina che aveva tra i capelli. Ian, occhi e bocca spalancati nella sua classica posa da bambino felice, era ciò che di più bello Michael avesse mai visto. Si voltò e baciò il suo ragazzo una seconda volta, poi lo strinse tra le sue braccia e affondò il viso nel suo collo. «Sono così fiero di amarti.»

«Ricordi le volte in cui ti dissi che ti amavo così tanto di aver voglia di urlarlo al mondo intero?» chiese Ian, sicuro di quale sarebbe stata la risposta di Michael. Al suo annuire, infatti, sorrise. Poi si alzò in piedi e tese una mano a Michael. Una volta in piedi entrambi, Ian si voltò verso la folla e iniziò ad urlare. «Vedete quest’uomo vicino a me? È il mio fidanzato e lo amo da impazzire. Lo amo con ogni cellula che ho in corpo.»

Tra la folla ci fu qualcuno che rise, qualcuno che applaudì, altri che urlarono contenti. Ian si giro di nuovo verso Michael e disse, quella volta in un sussurro. «Ti amo così tanto.» Lo baciò di nuovo, abbracciandolo poi stretto.

«Ti amo anch’io, per sempre.»

«Per sempre?»

«Sì, per sempre. Non riesco ad immaginare un giorno della mia vita, nemmeno tra sessant’anni, in cui io non ti amerò e in cui tu non amerai me. Mi sembra inconcepibile» disse Michael, accarezzandogli una guancia ricoperta da un leggero strato di barba.

«Sposami allora.»

Michael spalancò gli occhi e alzò le sopracciglia sorpreso. «Cosa?»

Ian rise, nervoso, felice. Non era sua intenzione chiederglielo così, in quel momento, in quel modo, ma ormai non poteva tornare indietro. Non voleva. «Sposami. Ormai possiamo, in qualsiasi stato vogliamo. Anche in tutti e cinquanta.»

Ma Michael non riuscì a rispondere, tanta era l’emozione. Si lanciò letteralmente tra le braccia di Ian con tanto entusiasmo da coglierlo di sorpresa e farlo cadere a terra. A nessuno dei due importò. Si baciarono tra le risate mentre una lacrima rigava la guancia di Michael. «Lo farò» rispose poi. «Ti sposerò. In tutti e cinquanta gli stati.»

«Sei serio?» chiese Ian, la voce più acuta del solito, ancora a terra con Michael che pesava su di sé.

«Tu non lo eri?» rispose quello, sorridendo ancora.

«Sì, sì che lo ero.»

«Bene, perché lo sono anche io.»

Ci fu qualche altro bacio, poi con non poche difficoltà si rimisero seduti e continuarono ad assistere alla parata, ma ormai erano entrambi troppo su giri per restare razionali. Non passava un minuto senza che uno dei due baciava il collo o le labbra dell’altro. «Ti sposerò» continuava a ripetere Ian, sorridente.

«Mi sposerai» gli rispondeva Michael, l’espressione di un bambino.

«È il giorno più felice della mia vita, Malarkey.»

Se Michael fosse riuscito a smettere di sorridere, non lo avrebbe fatto. «Fino ad ora.»
  
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