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Autore: EnkeliNoManigoldo    28/06/2015    2 recensioni
Un'insolita nottata tra il Cavaliere ed il Giudice più belli ;D
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grifon Minos, Pisces Albafica
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Si potrà mai morire di noia?” si chiedeva pensieroso Minos del Grifone comodamente stravaccato sul letto dell'ostello finlandese dove avevano deciso di passare la notte. Il suo insolito compagno di stanza non dava segno di voler alzare la testa dal libercolo che stava leggendo e se ne stava elegantemente seduto sulla poltrona di fronte a lui. Uno spettacolo interessante, nulla da dire: l'uomo più bello e velenoso del mondo aveva capelli azzurrini, occhi che sembravano pezzi di cielo e delle insolite occhiaie che gli incorniciavano il volto, rendendolo in qualche modo ancora più attraente; il fisico asciutto e tonico era fasciato da un morbido pantalone di lino e una camicia con le maniche arrotolate a mostrare i muscoli ben definiti ma non eccessivi. Naturalmente il bel giudice non era da meno: un pantalone grigio attillato e una t-shirt bianca fasciavano perfettamente il suo corpo allenato. 

 

“È raro vederti così” osservò il Grifone sollevandosi su un gomito, deciso a rendere quella serata un po' meno apatica. 

 

“Così come, di grazia?” Non alzò nemmeno gli occhi dal libro, voltando distrattamente pagina. 

 

“Così... Umano”. È fatta, pensò: aveva catturato la sua attenzione. “Sarà perché non sono abituato a vederti senza l'armatura, ma devo ammettere che questo outfit ti dona molto, faccino di bambola” ghignò, schivando all'ultimo il libro che si andò a stampare contro la parete. 

 

“Ti ho già fatto presente che mi dà fastidio essere giudicato solo per il mio aspetto, e il fatto che io abbia insistito tanto perché prendessi l'antidoto non mi impedisce di ucciderti in altri modi, sono stato chiaro?” sibilò mortifero, piantando le sue iridi cerulee in quelle ametista dell'albino. 

 

Questi rise di gusto e con un colpo di reni si alzò dal letto. “Bravo, così ti voglio! L'ho fatto solo per provocarti un po', mi piaci quando dai il meglio di te” sostenne avvicinandosi al piccolo frigorifero e afferrando una bottiglia. 

"Il meglio? Sei serio?" Si accigliò l'interpellato "E poi non è un po' presto per ubriacarsi?" 

"Non è mai nè troppo presto nè troppo tardi, ricordatelo bene! Ti unisci a me?" Ammiccò Minos aprendo il Martini e riempiendo, senza aspettare risposta, due bicchieri. Che domanda inutile. Non si può mica sfidare l'orgoglio di un cavaliere, specie se l'interessato è Albafica dei Pesci! 

Prese il bicchiere che gli era stato allungato e, senza riflettere, fermo l'altro che se lo stava giá portando alle labbra: "Aspetta scusa, voi Specter non brindate a qualcosa prima di bere?" 

Il Grifone lo osservò incuriosito, inclinando leggermente il capo: "A che cosa vuoi brindare?" Chiese, non sforzandosi minimamente di nascondere il suo interesse. 

"In genere si brinda a qualcosa che metta d'accordo tutta la compagnia pertanto escluderei gli dei, per ovvi motivi, e anche i credo di battaglia. Potremmo semplicemente brindare alla prima serata tranquilla di questa settimana, sempre se.. se ti va bene." Concluse, sperando che nell'ultima parte della frase la sua voce non avesse tremato troppo.  

Perso in questi pensieri tornò nel mondo reale al suono di bicchieri che tintinnavano e di una voce, fin troppo vicina, che brindava in tono caldo: "A questa serata." Sobbalzò leggermente cominciando a bere tanto per avere qualcosa da fare, poi si spostò verso la finestra riempiendo un secondo bicchiere. Il panorama di Inari era sempre qualcosa per cui valeva la pena spendersi dieci minuti con la fronte premuta contro il vetro e una mano attorno ai fianchi. 

... No un momento, una mano attorno ai fianchi? 

Albafica sussultò tra le braccia dell'albino, che per tutta risposta posò il suo bicchiere sul davanzale e lo strinse con entrambe le mani, appoggiandole sulle sue. "Mi attrai, Cavaliere" soffiò al suo orecchio provocandogli tutto un insieme di sensazioni contrastanti "Mi attrai da sempre, e anche se all'inizio sono rimasto, come tutti, incantato dal tuo aspetto ora so che sei di più".  

Il cavaliere dai capelli azzurri era pietrificato. Nessuno gli aveva mai rivolto parole del genere, e per di più lui non era abituato a nessun tipo di contatto fisico; questo fece si che le labbra dell'altro, posate a respirare lascivamente sul suo collo in attesa di una risposta, gli provocassero violenti brividi di piacere. "Minos... Allontanati." Ringhiò istintivamente il cavaliere d'Oro 

"Ma neanche se provi ad ammazzarmi, per una volta posso toccarti senza preoccuparmi del tuo veleno e ti aspetti che ti lasci andare?" È vero, pensò Albafica udendo queste parole. Per l'altro in quel momento non c'erano pericoli. Senza riflettere, senza preoccuparsi delle conseguenze, si voltò e permise alla prima persona in assoluto di catturare le sue labbra in un bacio inizialmente dolce e rassicurante. Le labbra del Grifone premevano delicatamente sulle sue, e quando si separarono per guardarsi negli occhi potè sentire finalmente le parole che bramava dal loro primo scontro: "Mi rifiutavo di ammetterlo persino a me stesso... Ma ti voglio" ricominciarono a baciarsi con sempre più urgenza, trasferendosi in fretta sul letto e scoprendosi poco a poco l'uno con l'altro, le mani dell'albino sicure ma non troppo insistenti, quelle di Albafica inesperte ma decise a recuperare il tempo perduto. 

"Sei finalmente mio..." Un sussurro roco carico di mille promesse lasciò le labbra di Minos prima di stringere possessivamente a sè il compagno. 

Si svegliarono in piena notte come se qualcuno li avesse scossi, e il bel Cavaliere d'Oro guardò il Giudice dall'altro verso il basso, questo perché si era ritrovato la testa di Minos abbandonata sul petto. Un sorriso tanto bello quanto raro fece capolino sul viso di Albafica che, veramente sereno per la prima volta dopo anni, guardò la finestra. 

"Minos!" L'esclamazione del compagno lo turbò: lo vide alzarsi e correre alla finestra mentre si metteva seduto. "Che hai? Tutto a posto?" chiese, assonnato e stupido della fragorosa risata che proruppe dalle labbra del compagno nel vederlo in quello stato. "Guarda, c'è l'aurora!"  

Saltato giù dal letto e abbracciato l'amante alzò gli occhi... E rimase senza parole. "Revontulet" mormorò con riverenza. Fermi così, schiacciati dall'intensità del loro stesso universo e dei rispettivi occhi, i due eterni (ex)rivali si diedero prima un bacio casto e ricominciarono, come ogni buon cavaliere dovrebbe sempre fare, a bere e fare l'amore con la benedizione di Odino ben visibile sopra di loro. Normale, no? 

Angolino mio: Heila bellezze! Mi è uscita di getto, spero vi possa piacere. Forse possono risultare un po' OOC (per questo la nota) ma mi piaceva così! Un bacio, se vi piace fatemelo sapere :*
   
 
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