Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: fennec    29/06/2015    2 recensioni
A pensarci bene a distanza di tempo, quella era stata una buona serata.
Ma il dolce torpore della sera finisce con il buio della notte. E quella sarebbe stata la notte più lunga che Harriet Watson potesse mai immaginare.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harriet Watson, John Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A window to the past - A study in Watson'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La notte più lunga
 
 
 

 
A pensarci bene a distanza di tempo, quella era stata una buona serata.
Era ormai passato qualche mese da quando se ne era andato papà, scacciato di casa dal suo stesso figlio. E sembrava che questa volta, per fortuna, se ne fosse andato davvero per non ritornare mai più.
A pensarci bene a distanza di tempo, quella era stata una buona serata.
Avevano passato il tempo a vedere un cartone della Disney in tv, stretti stretti sul divano, lei, Johnny e la mamma e per una volta non avevano tristi pensieri per la testa.
Johnny aveva un po’ di tosse quella sera, ma non era nulla di cui preoccuparsi calcolando i primi freddi che il mese di ottobre aveva portato con sé: sarebbero bastate una coperta e una tazza di latte caldo e miele a risolvere ogni problema.
Per una volta dopo tanto tempo potevano dirsi una famiglia e nulla avrebbe potuto rovinare quella calda consapevolezza.
A pensarci bene a distanza di tempo, quella era stata una buona serata.
Ma il dolce torpore della sera finisce con il buio della notte. E quella sarebbe stata la notte più lunga che Harriet Watson potesse mai immaginare.
 
Era stata svegliata dai colpi di tosse di suo fratello. Erano più forti di prima, più violenti e non facevano pensare a nulla di buono.
Uscì nel freddo del corridoio e sbirciò in punta dei piedi dalla porta socchiusa. Quello che vide le strinse il cuore: il corpicino di un bambino di otto anni che tremava nel buio della stanza, nonostante fosse avvolto dalle coperte.
- Ehi, Johnny, tutto bene? -
Un debole sì le fece eco da qualche parte in fondo alla camera.
- Scusami, se ti ho svegliata. -
Le labbra di Harry non poterono che tendersi in un sorriso.
- Già, piccola peste, ma non ti preoccupare: troverò presto il modo per vendicarmi - disse avvicinandosi al letto, con un sorriso più largo.
- Come stai? - chiese, la mano già poggiata sulla fronte.
- Bene -
E quale altra risposta avrebbe mai potuto attendersi da suo fratello?
- L’ultima volta che ho controllato, avere la febbre non rientrava nella definizione di “stare bene” -
Scottava, ma non molto. Johnny si limitò ad alzare le spalle.
- Vado a prendere il termometro, così vediamo quanto stai bene -
- Domani abbiamo la verifica di scienze, a scuola: “la classificazione degli insetti” - disse, senza apparente filo logico.
- Wow, meraviglioso… e questo cosa vorrebbe dire? - anche se sapeva già dove voleva andare a parare il suo fratellino.
- Che non posso saltare la scuola domani, la maestra Beth penserebbe che l’ho fatto per evitare la verifica -
- Beh, forse non è un problema così grosso: se lasci che ti misuri la febbre, magari scopriamo che non è niente di che e domani potrai fare tutte le verifiche di questo mondo - e dicendo così, scese le scale verso la cassettiera del salotto.
 
- Mmmh… 38,3° magari con una bella dormita si mette tutto a posto… - Aveva già guardato giù da basso in cerca di un’aspirina o di un antipiretico, ma a quanto pareva in casa mancava qualsiasi tipo di farmaco… se si escludevano i sonniferi e le varie pasticche che prendeva quasi sempre la mamma e di cui Harry, francamente, preferiva ignorare la funzione.
- Domani ho la verifica di scienze - si ostinò a ribadire Johnny.
- E questo lo hai già detto. Sai, stai diventando un po’ ripetitivo, spero non sia una conseguenza della febbre… Vado a prepararti un’altra tazza di latte caldo con il miele o forse, meglio ancora, del tè -
 
A quanto sembrava, nemmeno il tè era stata una buona idea.
Dopo nemmeno una decina di minuti, John aveva vomitato tutto sulla moquette: il latte, il tè, il miele e tutto ciò che restava della cena e ora allo spiacevole odore di chiuso della stanza buia si sommava un altro odore molto più spiacevole.
- Scusami - bisbigliò il fratello, quasi con le lacrime agli occhi, mentre lei cercava di pulire alla bella e meglio per terra - Non ce l’ho proprio fatta a raggiungere il bagno -
- Non importa… tanto questa moquette non è mai stata un granché - cercò di scherzare.
Suo fratello tentò un sorriso, ma fu costretto a interrompersi per piegarsi di nuovo sul catino che gli aveva portato.
 
- 38,8° Così non va -
- Domani ho la verifica di scienze - ribadì il bambino per l’ennesima volta.
- Senti… - sbottò Harry, che iniziava ad essere un po’ irritata - Se la maestra Beth dovesse anche solo azzardarsi a insinuare che sei stato a casa per saltare la verifica e non perché stavi male, le parlerò io personalmente, va bene così? -
- Penso che potrebbe andare, sì - rispose un po’ incerto, ma evidentemente ci ripensò, perché poco dopo aggiunse: - Ma tu non sei ancora maggiorenne… -
- E con questo? - chiese Harry, alzando la voce più di quanto fosse sua intenzione - Sono tua sorella, mi sto prendendo cura di te e dico che, se continui così, domani non potrai andare a scuola nemmeno nei tuoi sogni e questo è tutto quello che la maestra deve sapere! -
- Va bene, va bene, non ti arrabbiare! Mica lo sto facendo apposta! -
 
Johnny poteva anche non farlo apposta, ma la febbre continuava a salire comunque.
39,4° Era normale che la febbre salisse così in fretta? Soltanto qualche ora fa suo fratello aveva giusto un po’ di tosse… possibile che quella fosse qualcosa di più di una semplice influenza? La ragazza iniziava sinceramente a preoccuparsi.
- Harry, mi fa male tutto -
Anche il fatto che Johnny aveva iniziato ad ammettere di non stare proprio benissimo non faceva che aumentare la sua inquietudine.
- Bevi un po’ d’acqua, intanto vado a prenderti un’altra coperta -
 
39,9° Quando Harry lesse il termometro, quasi le cadde dalle dita. Era nel panico.
Avrebbe dovuto chiamare qualcuno? Certo che sì. Ma chi?
La mamma era praticamente in un altro mondo, intrappolata nel suo letto da quei farmaci che la facevano dormire per ore e ore, allontanandola da tutto… e a volte la ragazza temeva che un giorno non l’avrebbero fatta risvegliare più.
A chi poteva chiedere aiuto? Ai vicini? Quello non era sicuramente il quartiere migliore per farlo, non quando i suoi vicini di casa erano tossici, ubriaconi, violenti oppure non rientravano in nessuna di queste categorie ma riuscivano a sopravvivere proprio perché non si facevano gli affari degli altri.
Avrebbe dovuto chiamare un’ambulanza? Se la febbre di suo fratello fosse salita ancora, non avrebbe avuto altra scelta… ma sarebbe stata comunque una scelta non da poco: visto lo stato in cui vivevano i due ragazzi, le autorità si sarebbero viste costrette a chiamare l’assistente sociale un’altra volta… ma questa volta sarebbe stata anche l’ultima e Harry non voleva essere allontanata da John, né venire affidata ad una famiglia psicologicamente sana, ma comunque estranea, sconosciuta… dopo tutto, lei aveva già una famiglia ed era la sua famiglia e, per quanto anomala potesse essere, Harry non ne voleva essere separata.
- Harry, quando si muore è vero che si va in cielo? - una vocina debole la tolse da quei pensieri.
- Ma che razza di domande mi fai, Johnny? - Non doveva andare nel panico, non poteva, altrimenti sarebbe stata la fine.
- Volevo sapere se… -
- Tu non te ne vai da nessuna parte, mi hai capito? - praticamente glielo avevo urlato - Tu non te ne vai da nessuna parte! - ma dovette presto voltarsi per nascondere le lacrime che le rigavano le guance.
 
40,5° Non sapeva nemmeno se suo fratello fosse ancora cosciente.
Ormai non faceva altro che tremare, lamentarsi e rigirarsi nel letto, facendo puntualmente cadere dalla fronte le pezze di stoffa intrise d’acqua che si asciugavano sempre più in fretta.
- Ora basta - disse, alzandosi da quel letto bruciante di febbre e umido di sudore.
- Vieni, Johnny, ora andiamo a farci un bagno. -
Il bambino non aprì neanche gli occhi quando lo avvolse in un abbraccio e lo tirò su dal letto, guidandolo verso il bagno in fondo al corridoio.
Il viso di suo fratello scottava contro la sua pelle, mentre i capelli biondi gli ricadevano bagnati e appiccicosi sulla fronte, un fagotto tremante nelle braccia di una quindicenne disperata.
Con una calma di cui non si credeva capace e che di certo non sentiva, Harriet cominciò a togliergli il pigiama, mentre la vasca si riempiva di acqua appena tiepida.
- Harry, ho freddo! Cosa stai facendo? -
- Shhh, presto passerà tutto, piccolo Johnny, vedrai - No, non doveva rimettersi a piangere, non adesso.
- Harry… che cosa? Ah! - l’acqua tiepida gli tolse il respiro come se fosse stato inglobato da una lastra di ghiaccio. - Harry, ti prego, basta! Ho tanto freddo! Harry! -
- Shhh, resisti solo un pochino, Johnny, è per il tuo bene - cercò di convincersi anche lei, mentre le lacrime avevano ripreso a bagnarle il volto e mentalmente invocava tutti i santi di cui ricordava il nome perché fosse davvero così.
 
Insperabilmente il bagno nell’acqua tiepida era riuscito laddove le sue lacrime e le sue preghiere non potevano arrivare.
Ora suo fratello riposava di nuovo nel suo letto. Gli aveva cambiato il pigiama e la canottiera e gli aveva asciugato i capelli, che ora profumavano di pulito.
Aveva sempre la febbre, naturalmente, ma si era finalmente abbassata e Harry era fiduciosa che entro l’alba (ormai erano le quattro di notte), sarebbe diminuita ulteriormente, allontanando ogni pericolo.
- Domani ho la verifica di scienze -
Anche il fatto che Johnny avesse ripreso i suoi discorsi unidirezionali non faceva altro che confermare il fatto che la situazione si stava piano piano sistemando.
- Eh no, Johnny, a voler essere precisi, la verifica di scienze è oggi… Chiamerò io a scuola e chiederò di parlare con la maestra Beth per spiegarle la situazione: sono sicura che non avrà nulla da ribattere -
Il bambino stette un attimo in silenzio, come se stesse valutando la sensatezza di quelle parole, poi disse: - E tu? Tu a scuola non ci vai? -
- Ma sei matto? Dopo la nottataccia che mi hai fatto passare? No, no, dormirò qui con te finché non mi potrai più sopportare! -
Suo fratello scoppiò a ridere, interrompendosi con qualche colpo di tosse, poi tornò ad essere serio.
- Sarà meglio avvertire anche Damien Rice, allora, per chiedergli di portarmi i compiti! -
- Non ti preoccupare, fratellino, penso a tutto io -
- Lo so, grazie, Harry. Sei la migliore sorella del mondo. -
E mentre si lasciava stringere nell’abbraccio caldo di John, Harriet Watson si volle convincere che fosse proprio così.
Quella notte terribile, la più lunga notte della sua vita, era appena passata, lei era la migliore sorella del mondo e d’ora in poi sarebbe andato tutto bene. Tutto quanto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
 
Ed eccomi con la mia seconda one-shot di Sherlock… che dire?
Sicuramente - e purtroppo per voi - insieme a “Ti proteggo io” andrà a far parte di una serie incentrata su Harriet e John, dal titolo un po’ deludente - ma da me non potete aspettarvi molto di più - “A window to the past: A study in Watson”. Chiaramente questa fanfiction è cronologicamente successiva a “Ti proteggo io”, ma a conti fatti possono benissimo considerarsi slegate, quindi non sentitevi obbligati a leggere l’altra, nel caso! xD Di sicuro si aggiungerà un’altra one-shot a questa serie, se non due… se mi sentirò particolarmente sadica xD
Ah, a voler essere pignoli, so che avrei dovuto mettere le temperature in base alla misurazione Fahrenheit, ma per una migliore immediatezza mi è sembrato più opportuno fare riferimento ai nostri molto più chiari gradi Celsius (non me ne vogliano gli inglesi!).
Beh, direi che ho straparlato anche troppo, quindi vi saluto e ringrazio chiunque abbia perso un po’ del suo tempo a leggere questa fanfiction e ancora di più chi sarà così magnanimo da lasciare  un piccolo commentino, positivo o negativo che sia.
A presto,
fennec
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: fennec