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Autore: Bagabu28    29/06/2015    1 recensioni
"-Dov'è Will?- mi chiese Nico un po' nervoso. -All'inferno.- risposi fredda.
Il ragazzo ci rifletté un attimo e poi continuò:-Impossibile, lo saprei...-
Io mi voltai, sconcertata. -Di Angelo che fa lo spiritoso, questa sì che è una sorpresa!-
Nico mi squadrò leggermente contrariato. -Mai sottovalutare un figlio di Ade.- poi aggiunse: -Ora mi dici dove diavolo è finito quel biondino?!-" (dal testo).
La storia è ambientata al tempo de "L'eroe perduto" e narra le vicende che si svolgono al campo mezzosangue mentre Piper, Jason e Leo svolgono la loro missione. Una nuova semidea viene salvata, una ragazza che l'oracolo definisce "speciale", ma cosa vorrà dire? Questa ragazza, appena arrivata, dovrà affrontare una nuova missione insieme a due semidei completamente opposti tra loro: il figlio della luce e il figlio delle tenebre. Ma i problemi non finiscono qui. Già è difficile riuscire a collaborare insieme tra persone così diverse, in più i nostri eroi hanno solamente pochi giorni prima che la luna blu sorga, e a quel punto, come ha detto la profezia, "il tempo per loro scaduto sarà"!
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I colori della Luna'
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Image and video hosting by TinyPic Capitolo 1
Non potevo sperare di avere una giornata migliore, dal momento che avevo appena vinto il torneo di tiro con l’arco della scuola e lo stesso giorno avevo preso un bel 10 in matematica. Scoprii di sbagliarmi quando mi ritrovai ad essere la cena di due orrendi demoni.
Stavo tranquillamente portando a spasso il mio cane Larry, un cane lupo dal morbidissimo pelo bianco, per la solita passeggiata serale, con una bustina in mano per raccogliere i suoi ‘bisognini’, incurante di quello che sarebbe successo da lì a poco. Larry inquadrò un arbusto che gli sembrava adatto, si avvicinò scodinzolando e con comodo liberò il peso che aveva in corpo.
-Larry che puzza!- lo ammonii.
-Tanto a te che ti importa? Sono io che devo raccoglierla mica tu!- e poi aggiunsi: -facile la vita eh…- .
Così con rassegnazione presi il sacchetto e lo riempii tenendolo a malapena con due dita, il più lontano possibile da me. Era ora di tornare a casa altrimenti chi l’avrebbe sentito mio padre. Già non gli piaceva che andassi in giro di notte, aveva accettato di mandarmi a portare fuori il cane solo pur di non pulire il giardino dai suoi bisognini, ma aveva deciso che la passeggiata non poteva durare più di 15 minuti; figuriamoci se non si era già messo a contare il tempo. Iniziai ad incamminarmi verso casa quando vidi due ragazze, apparentemente innocenti, avvicinarsi a me con sguardo denso,indagatore. Io cercai di rimanere indifferente continuando per la mia strada ma Larry iniziò a ringhiare.
-Sta buono..- gli dissi abbassando gli occhi. Quando li rialzai quasi mi prese un colpo, le due ragazze si trovavano ora esattamente davanti a me minacciose.
-Non puoi scapparci mezzosangue- disse la più alta delle due.
-Non so di cosa stai parlando, mi dispiace- risposi io preoccupata, cercando però di non farlo notare. I loro capelli rossi iniziarono a scintillare come lingue di fuoco, la loro pelle divenne pallida come l’avorio, la gamba destra si trasformò in bronzo e quella sinistra in una zampa d’asino. Le demoni sorrisero maliziosamente scoprendo le orrende zanne.
-Sentiamo il tuo odore.- continuò l’altra. Ancora più sconvolta di prima cercai di prendere tempo. Perciò rapidamente  rivolsi uno sguardo all’unica arma a mia disposizione: il sacchetto che tenevo in mano. Mi venne un’idea.
-Oh se vi riferite a questo- dissi indicando la bustina -mi dispiace davvero tanto ma non è colpa mia. Ecco vedete, si tratta di escrementi animali e non ci posso fare niente per ridurre il cattivo odore-
Le due mi guardarono perplesse. -Non ci riferiamo a quello stupida ragazzina!- risposero  infastidite.
-Ah no?- chiesi con aria innocente. -beh dovrete comunque fare i conti con le feci del mio cane!-
Detto questo, tirai loro addosso il sacchetto con tutta la forza possibile, poi presi a correre più veloce che potei verso casa sperando di seminarle. Se non fosse stato per il miracoloso intervento di due ragazzi dalla maglietta arancione probabilmente quello sarebbe stato il mio ultimo giorno di vita. Chissà cosa ci sarebbe stato scritto sulla mia lapide? “Diana Morrison, ragazza sedicenne morta mentre lanciava una bustina raccogli-feci contro due demoni assetate di sangue”. Scacciai quel pensiero. Sapevo che in quel modo le avevo solo fatte arrabbiare ancora di più, ma non avevo avuto scelta. Continuai a correre a perdifiato quando mi ritrovai praticamente in trappola. Ero davanti al cancello di casa mia ma troppo tardi mi accorsi di aver scordato le chiavi nel cassetto. In preda alla disperazione cercai di contattare mio padre ma non rispondeva né al cellulare né al citofono. I mostri mi avevano ormai raggiunta.
-Bel tentativo, semidea. Ma te l’avevamo detto che non potevi sfuggir…- non fece in tempo a finire la frase perché una freccia la colpì alle spalle e lei si disintegrò all’istante. Anche l’altra ebbe vita breve. Dopo pochi secondi fu colpita anch’essa da una misteriosa freccia e fece la stessa fine della sua compagna. Purtroppo non ressi lo shock. All’inizio vidi i contorni delle figure un po’ sbiaditi, poi tutto nero e svenni. L’ultima cosa che ricordavo era l’immagine di due ragazzi della mia età più o meno che mi venivano incontro su un carro da guerra. Dovevo davvero essere impazzita.
Quando mi svegliai, ero distesa sul divano del mio salotto e un tipo biondo con una maglietta arancione mi stava fissando con due enormi occhi azzurri.
-La bella addormentata si è svegliata!- disse rivolgendo lo sguardo ad una ragazza molto muscolosa a cui probabilmente non andavo molto a genio.
-Era ora.- rispose lei scocciata. Poi si girò verso di me.
-Avanti alza il tuo regale sedere e torniamo al campo. I mostri torneranno.-
-Clarisse aspetta un attimo, dalle almeno il tempo di riprendersi!- rispose il bel ragazzo biondo in mia difesa. Lei lo guardò accigliata e poi continuò: -Vado a preparare il carro. Ti do 5 minuti, non di più, caro dottore.- e così dicendo, uscì dall’ingresso principale sbattendo forte la porta. Il ragazzo sbuffando volse lo sguardo verso di me, mi sorrise e mi chiese gentilmente:- Sai Clarisse non è un tipo molto paziente. Comunque, come ti senti?-
Avevo un dolore lancinante alla testa e quasi non sentivo le gambe ma quel ragazzo mi sembrava così premuroso nei miei confronti che non volevo dargli un’altra preoccupazione.
-Ho un po’ di mal di testa ma passerà presto.- cercai di rassicurarlo.
- Tieni, mangia questa. E’ ambrosia, vedrai che ti farà sentire subito meglio.- disse porgendomi gentilmente una strana barretta. Dubbiosa e diffidente risposi: -Mi hanno sempre insegnato a non fidarmi degli sconosciuti. Perché dovrei fidarmi di te?-
-Semplice. Perché ti ho appena salvato la vita!- ribatté lui come se fosse ovvio. Allora ancora un po’ titubante portai alla bocca quella sostanza. Contrariamente a quanto mi ero aspettata, aveva un sapore ottimo! Un misto di pistacchio e cioccolato, i miei gusti di gelato preferiti! Mentre masticavo, il ragazzo si presentò: -Comunque io sono Will. Will Solace. Tu saresti?-
-Diana Morrison- risposi. Poi mi accorsi di non aver ancora visto né mio padre né Larry, così presa dall’agitazione mormorai: -ma dov’è mio padre? E il mio cane?-. Cercai di alzarmi e diversamente da come avevo pensato, ci riuscii. L’ambrosia aveva fatto effetto.
-Ehi, calma, calma dove pensi di andare? Il tuo cane-lupo è già pronto sul carro per partire insieme alla tua valigia. Invece per quanto riguarda tuo padre, quando le due empuse ti hanno attaccato lui si stava facendo la doccia, per questo non ti ha risposto. Ora lo abbiamo addormentato con un infuso datoci dai figli di Ipno…-
-Aspetta cosa? Empuse? Figli di chi…?- chiesi io confusa. Lui si limitò a fare un cenno con la mano.
-Capirai in seguito. Comunque stavo dicendo che ora tuo padre sta dormendo e verrà avvisato della tua scomparsa domattina con una lettera che gli dirà che stai partecipando ad un progetto scolastico a tempo indeterminato e quindi starai via per moltissimo tempo.-
-No aspetta, non ti seguo… perché mai dovrebbe essere avvisato della mia scomparsa? Dove dovrei andare?- continuai io più disorientata che mai.
-Al campo mezzosangue, ovvio.- rispose una voce alle mie spalle. - ed è meglio che ti sbrighi. E’ ora di partire- concluse con fermezza Clarisse. La fissai sbigottita.
-Avanti, che ti sei incantata? Datti una mossa!- mi sgridò lei.
-Detesto ammetterlo ma...Clarisse ha ragione. Dai alzati,andiamo, ti spiegherò tutto sul carro- e così dicendo Will mi aiutò ad alzarmi. Non so perché lo feci ma decisi di seguirli. Un istinto interiore mi diceva che quella era la scelta giusta. Come infatti poi si rivelò essere.
-Allacciate le cinture di sicurezza pivelli, si parte!- urlò la ragazza sguainando la frusta sui due cavalli alati neri che trasportavano il carro rosso sangue.

Durante il viaggio Will mi spiegò molte cose sul Campo Mezzosangue e su tutta la faccenda degli dei greci e dei loro figli. Mi raccontò di essere lui stesso figlio di Apollo e capocabina di tutti i suoi fratelli. Inoltre mi rassicurò dicendomi che anche io ero uno semidea, dimostrato anche dal fatto che non ero morta mangiando l’ambrosia e che i due mostri che avevo incontrato avevano riconosciuto l’odore del mio sangue. Infine mi disse che entro la fine della giornata sarei stata “riconosciuta” dal mio genitore divino. Mi accennò anche qualcosa sul motivo per cui loro due si trovavano lì quella notte ma la mia mente era troppo confusa per assimilare così tanti dati in una sola volta. Comunque si trattava di qualcosa che riguardava un semidio scomparso, un certo Percy Jackson, e una specie di oracolo che aveva detto loro che, venendo lì avrebbero trovato un mezzosangue molto speciale. Loro pensavano si trattasse di Percy ma alla fine le parole dell’oracolo si dimostrarono essere rivolte a me. Successivamente mi addormentai, o meglio cercai inutilmente di dormire ma, tutta quella faccenda mi aveva sconvolto e quella notte non riuscii a chiudere occhio.
 Dopo un tempo che a me sembrò infinito, finalmente arrivammo al Campo alle prime luci dell’alba.


SPAZIO AUTRICE: Salve a tutti carissimi lettori e lettrici fan del nostro amatissimo Percy Jackson e di tutti i personaggi nati dalla mente del fantastico Rick Troll Riordan! Volevo darvi alcune informazioni su questa storia. Cercherò di essere breve. Prima di tutto la sua origine. Può sembrare assurdo ma l’idea mi venne proprio in una gelida sera d’inverno mentre portavo il mio cane a passeggio. Lo so, è strano ma quel giorno vidi a qualche metro di distanza da me due ragazze alquanto insolite e da lì presi ispirazione per l’inizio. Per quanto riguarda la trama, la storia è ambientata durante il 1° libro della saga “Eroi dell’Olimpo”, quindi durante “L’eroe perduto”, e ho voluto  narrare l’avventura di due personaggi in particolare completamente ignorati in quel libro; ovvero, Will Solace e Nico Di Angelo. Ho cercato di inserire la storia senza cambiare la trama generale della storia di Riordan :-). Per fare ciò ho dovuto necessariamente aggiungere un nuovo personaggio inventato da me: Diana Morrison, figlia di...eheheh lo scoprirete nel prossimo capitolo! Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate!
 A presto ;-)

 

   
 
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