II CAPITOLO – SALA INTERROGATORI
<<-Signore-
rispose quello di nome Sam- la ragazza ha chiesto di lei, aveva quel
pacco…- La squadra spostò ripetutamente lo
sguardo dalla ragazza, che stava visibilmente tremando, al pacco e a
Tony che, avendolo aperto, ne poté rivelare il contenuto:
avvolta in un sacchetto di plastica, vi era una mano
umana.>>
La sala era fredda, tetra, questa fu la prima impressione della ragazza, ma d’altronde lei non era mai stata in una sala interrogatori.
Gibbs la scrutava silenzioso, preoccupato e incuriosito. Era impossibile non notare la bellezza della ragazza, nonostante stesse piangendo. Le sue lacrime, a contrasto con le pareti, sembravano argentate e il suo viso, arrossato dal pianto, risaltava ancora di più il colore degli occhi.
-Posso sapere chi è lei?-
Nessuna risposta
-Perché aveva con sé uno scatolo contenente una mano umana?-
-…-
-Perché voleva parlare con l’agente DiNozzo?-
-…-
-Mi risponda! Chi è lei?-
-Diavolo, avete visto? Gibbs si sta alterando, e parecchio, anche-
-Mi sembra ovvio, Ziva, non ha mai incontrato una persona tanto testarda, specialmente una donna-
-Con questo che vorresti dire? Che siamo inferiori?-
-No, no. Solo che molte donne cedono subito alle autorità, e Gibbs è l’emblema dell’autorità-
-Sarà, ma non tutte sono così. Io non cederei-
-Si, lo faresti… Prima o poi tutti cedono con Gibbs…-
Tony intanto, senza curarsi dei discorsi dei due, osservava la scena pensieroso…
-Sono sicuro di avere già visto quella ragazza, ma non ricordo dove…-
-Forse era una tua vecchia scintilla-
-Si dice fiamma, Ziva, comunque sono sicuro di no. Non sono mai stato con questa ragazza, anche perché è molto giovane, avrà almeno 10 anni meno di me. Devo averla conosciuta molto tempo fa…-
Intanto la ragazza, che si stava calmando, cercò di parlare…
-Io devo vedere Tony. Gli devo parlare. È una questione…- respirò profondamente, conscia che le parole che avrebbe pronunciato le avrebbero cambiato la vita -di vita o di morte-
Gibbs le porse un fazzoletto, fiero nell’animo che la ragazza avesse ceduto –Ecco, prenda questo. Di vita o di morte per chi? Per lei?-
-Mi dispiace. Devo parlare con DiNozzo- ribadì lei ora con voce dura
-DiNozzo non c’è. Dovrà parlare con me-
La ragazza lo guardò fissa negli occhi, per nulla intimorita dall’uomo, e con mente lucida disse
-Riferisca a DiNozzo queste mie parole: caso della polizia di Baltimora 975361 del 1998. Famiglia Miller…-
McGee –Tony, di cosa parlando…-
Ma Tony era “fuggito” dalla sala e dopo aver aperto con violenza la porta della sala interrogatori, sotto lo sguardo irato di Gibbs, che se avesse potuto lo avrebbe arso vivo, disse solo una parola
–Jacklyn?!-
-Sì Tony. Sono io…-
Un saluto a tutti e un grazie speciale a tutti coloro che l’hanno letta e mi hanno recensito
Per Thia e tinta87: sono contenta che vi sia piaciuto e mi dispiace che i capitoli sono corti ma volevo cercare di chiuderli con ‘un colpo di scena’ ^.^ che ha causato un notevole taglio ai vari capitoli. Volevo aggiungere che, sì, è una DiNozzo-centrica e che da me non potevate trovare altro perché adoro sia il personaggio sia l’attore che lo interpreta ;)
La sala era fredda, tetra, questa fu la prima impressione della ragazza, ma d’altronde lei non era mai stata in una sala interrogatori.
Gibbs la scrutava silenzioso, preoccupato e incuriosito. Era impossibile non notare la bellezza della ragazza, nonostante stesse piangendo. Le sue lacrime, a contrasto con le pareti, sembravano argentate e il suo viso, arrossato dal pianto, risaltava ancora di più il colore degli occhi.
-Posso sapere chi è lei?-
Nessuna risposta
-Perché aveva con sé uno scatolo contenente una mano umana?-
-…-
-Perché voleva parlare con l’agente DiNozzo?-
-…-
-Mi risponda! Chi è lei?-
-Diavolo, avete visto? Gibbs si sta alterando, e parecchio, anche-
-Mi sembra ovvio, Ziva, non ha mai incontrato una persona tanto testarda, specialmente una donna-
-Con questo che vorresti dire? Che siamo inferiori?-
-No, no. Solo che molte donne cedono subito alle autorità, e Gibbs è l’emblema dell’autorità-
-Sarà, ma non tutte sono così. Io non cederei-
-Si, lo faresti… Prima o poi tutti cedono con Gibbs…-
Tony intanto, senza curarsi dei discorsi dei due, osservava la scena pensieroso…
-Sono sicuro di avere già visto quella ragazza, ma non ricordo dove…-
-Forse era una tua vecchia scintilla-
-Si dice fiamma, Ziva, comunque sono sicuro di no. Non sono mai stato con questa ragazza, anche perché è molto giovane, avrà almeno 10 anni meno di me. Devo averla conosciuta molto tempo fa…-
Intanto la ragazza, che si stava calmando, cercò di parlare…
-Io devo vedere Tony. Gli devo parlare. È una questione…- respirò profondamente, conscia che le parole che avrebbe pronunciato le avrebbero cambiato la vita -di vita o di morte-
Gibbs le porse un fazzoletto, fiero nell’animo che la ragazza avesse ceduto –Ecco, prenda questo. Di vita o di morte per chi? Per lei?-
-Mi dispiace. Devo parlare con DiNozzo- ribadì lei ora con voce dura
-DiNozzo non c’è. Dovrà parlare con me-
La ragazza lo guardò fissa negli occhi, per nulla intimorita dall’uomo, e con mente lucida disse
-Riferisca a DiNozzo queste mie parole: caso della polizia di Baltimora 975361 del 1998. Famiglia Miller…-
McGee –Tony, di cosa parlando…-
Ma Tony era “fuggito” dalla sala e dopo aver aperto con violenza la porta della sala interrogatori, sotto lo sguardo irato di Gibbs, che se avesse potuto lo avrebbe arso vivo, disse solo una parola
–Jacklyn?!-
-Sì Tony. Sono io…-
Un saluto a tutti e un grazie speciale a tutti coloro che l’hanno letta e mi hanno recensito
Per Thia e tinta87: sono contenta che vi sia piaciuto e mi dispiace che i capitoli sono corti ma volevo cercare di chiuderli con ‘un colpo di scena’ ^.^ che ha causato un notevole taglio ai vari capitoli. Volevo aggiungere che, sì, è una DiNozzo-centrica e che da me non potevate trovare altro perché adoro sia il personaggio sia l’attore che lo interpreta ;)