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Autore: Spiritromba    29/06/2015    1 recensioni
| STORIA INTERATTIVA| ISCRIZIONI CHIUSE |
~Melissa ha ormai perduto totalmente le speranze di avere un'estate decente: i suoi importantissimi tre mesi di pausa verranno consumati inutilmente tra amici di genitori e nonni che sanno solo dirle "quanto sei cresciuta" e due bambini che piu' che bambini sono demoni...professionisti.
Ma proprio quando tutto sembra perduto (introduzione da libro fantasy) sua zia riuscira' a farla andare in un campeggio popolato da persone di tutte le varieta' e colori possibili. Come un arcobaleno.~
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In quel campo c'erano tutti i caratteri esistenti: l'Invidioso, il Timido, lo Scontroso, il Nerd, lo Sportivo, il Gentile, il Musicista, il Lettore, il Creativo, lo Sbadato, l'Amante dell'Occulto e il Festaiolo.
E allora...io cos'ero?
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il primo giorno passo’ in un soffio, un battito di ciglia. Dovendo trascorrere solo due settimane al campo, mi resi conto che ne rimanevano solo altri tredici da trascorrere! Ma il secondo giorno fu ancora piu’ movimentato del primo...

 

 

Vermiglio

 

 

Quella mattina, invece, mi svegliai sendondo uno strano tepore ai piedi. Aprii un occhio, poi l’altro, e mi accorsi che sul pavimento del dormitorio femminile era tracciato un pentacolo perfetto, alle cui estremita’ si trovavano le rispettive cinque candele accese. E davanti a quell’improvvisata seduta spiritica, c’era Lei-sa-di-te.

“Ma che stai facendo?!” per tutta rispota, lei si alzo’ bruscamente spegnendo le candele. “Nulla di particolare, ero solo convinta che in te si fosse rifugiata una delle cinque parti dell’anima morta di Aristotele. Vado a cercare funghi.”  

e, detto questo, usci’ immediatamente dalla stanza. Io restai li’ impalata per qualche minuto, fino a quando non mi resi conto che tutti, maschi compresi, se n’erano andati a fare colazione. 

Corsi all’impazzata verso la casa, e...sbam! ...andai a sbattere su qualcosa di molto duro. Caddi dolorosamente a terra massaggiandomi il naso sanguinante e riuscendo a malapena a scorgere la figura della persona contro chi avevo sbattuto. Speravo solo che non fosse Kendall Nutkins, o quella mattinata ne avrei viste delle belle...”Oh per tutti i gelati del mondo!! SCUSAMI!” e in un batti baleno mi trovai davanti Henry con le mani nei capelli. “Non e’ niente, tranquillo!” esclamai alzandomi e camminando verso la cucina, anche se non ci vedevo piu’ tanto bene e mi sembrava di star camminando su un materasso ad acqua. 

“Mels?” chiese Kotori uscendo da una porta, probabilmente il salotto. Poi, guardandomi bene, si mise a gridare come una pazza e a lanciarmi addosso la prima cosa che le capitasse in mano. “MALEDETTO ZOMBIE!” urlo’ scagliandosi contro di me. “BASTA!” a quel punto, caddi a terra con un tonfo non sapendo se fossi viva o morta...ma gli zombie morivano? “E’ possibile fare una colazione in pace, PER UNA VOLTA?! Sono tre ore che giocate a prendere!” era la ragazza dai capelli rosso fragola ad aver parlato, elegante come sempre. Elena, invece, non faceva altro che guardare me e Kotori in cagnesco continuando a mangiare i suoi biscotti. Hope e Kendall sghingazzavano sotto i baffi, mentre Alicia ci guardava allarmata. Dylan leg-

geva per conto suo un libro come se nulla fosse successo, e Xavier cercava di rassicurare Alicia, dicendo: “tranquilla, guarda che gli zombie veri sono molto peggio!”. Jake si riprese presto dallo shock di vedermi in quello stato, e mi diede subito qualcosa con cui disinfettare il mio schifoso naso. Solo per colpa di quell’insulso arto, avevo appena vissuto la mattina piu’movimentata dell’universo! Da non credere. 

Quando mi sedetti a tavola, Kotori si scuso, dispiaciuta, dicendo che mi aveva scambiato con uno zombie vero (in effetti da uno zombie a me non c’era tutta questa gran distanza). Solo quando tutti avevano quasi finito, mi accorsi che non avevo ancora visto da nessuna parte gli ultimi due ragazzi che parlavano di fiori la sera prima. Quando osai chiederlo, Jake mi rispose: “Non saprei, forse stanno dormendo...non potresti andarli a chiamare tu, Mels?” e cosi’, dovetti avventurarmi di nuovo nel meraviglioso mondo dell’erba innaffiata di rugiada, messa li’ appositamente per infradiciare le estremita’ del tuo povero pigiama. Ma quando arrivai al portico della villa, mi fermai di scatto: i due stavano seduti tranquillamente su di un tronco, appoggiati l’uno all’altro, il piu’ grande che cingeva le spalle al piu’ piccolo. Parlavano insieme, a volte con lunghi silenzi, altre con risa o sguardi, ed erano la coppia piu’ perfetta che avessi mai visto. 

Quando mi chiesero dove fossero al mio ritorno, dissi solo che stavano ancora dormendo ed erano parecchio stanchi. Mi sembrava un’ingiustizia interromperli in quel momento.

Ah, gia’, voi ancora non sapete ancora niente sulle regole del campo, percio’ ve le riassumero’ brevemente:

1 I maschi non possono entrare nel dormitorio delle femmine e viceversa;

2 La colazione si fa alle 9:00, il pranzo alle 13:00, e la cena alle 20:00;

3 Nessuno si puo’ allontanare dal Campo, delimitato dal perimetro boscoso, senza che nessuno gliel’abbia detto;

4 E’ tassativamente vietata qualsiasi forma di violenza nel Campo;

5 Ripulire i bagni e riordinare i dormitori periodicamente;

6 Si possono portare apparecchiature elettroniche, ma non possono essere utilizzate per piu’ di trenta minuti (e questa regola a Kotori non era piaciuta affatto).

Certo, non erano niente di speciale, ma in fondo le regole non sono mai particolarmente originali. Giusto? 

Per un attimo mi sembro’ che la stanza fosse insolitamente vuota. Ma, dopotutto, era meglio focalizzarmi sui biscotti al cioccolato che stavo ingurgitando come un cannibale. Poi, mi accorsi che la stanza era davvero vuota e che ero l’ultima ad essere rimasta in cucina (quest’ultima stava cominciando a diventare leggermente sinistra).

Mi precipitai fuori dove li vidi tutti accampati li’ seduti sull’erba bagnata, facendo incitamenti manco fossero allo stadio. Quasi tutte le femmine dice-

vano: “VAI HOPE! SIAMO TUTTE CON TEE!” mentre i maschi gridavano come forsennati: “VAI KENDALL! SPACCA TUTTO!”. Sinceramente, speravo che non si spaccasse niente o con quel ragazzo sarebbe giunto il finimondo.

Peccatto che ancora non avevo capito he diavolo stesse succedendo li’, percio’ mi avvicinai a Dylan che, come al solito, se ne stava accovacciato su un sasso con un libro in mano. “Ehm...” chiesi. “...per caso sai cosa sta succedendo qui? Sembra che lo stadio abbia cambiato sede...” lui mi guardo’, incredulo, e poi disse: “Ma come, non te lo ricordi? Oggi c’e’ la famosa gara di skateboard tra Hope e Kendall!” diventai una pianta di peperoni vivente a quella frase. “Ergh...in effetti un pesce rosso si ricorda piu’ cose, ma sai...” mi bloccai non appena vidi il libro che stava leggendo, un libro che avevo visto diverse volte in libreria, ma che non avevo mai adocchiato prima d’ora. “Cosa stai leggendo?” chiesi, curiosa. “Questo non te lo dimenticherai, vero?” scherzo’ lui tra il frastuono. Feci segno di no con la testa. “Si chiama ‘Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo’. In realta’ l’ho gia’ letto, ma mi piace talmente tanto che lo rileggo continuamente. Anche perche’ questo libro e’ un regalo che mi ha fatto mio padre, prima di morire.” sorrise tra se’ e se’ malinconicamente. Anche io piegai le labbra, ad una storia cosi’ triste. 

Venimmo interrotti un attimo dopo da Alicia (e dai suoi capelli rosa), che esclamo’: “Ah, ma da quand’e’ che ti sto cercando?! Ho pensato addirittura che ti avesse mangiata un orso!” rabbrividii, guardando verso il bosco. “Perche’, ci sono orsi nelle vicinanze?” lei fece spallucce. “Ah, chi lo sa?”

*

Hope e Kendall stavano per iniziare la sfida: avrebbero dovuto attraversare la  strada asfaltata, saltare l’ostacolo (alias il cassonetto) e tornare indietro fino alla Casa. Sembrava che entrambi avessero preso la gara un po’ troppo sul serio, poiche’ stavano sudando come pazzi e guardavano la casa come se fosse un miraggio. Si strinsero la mano con un ghigno, e si misero sulla linea di partenza, ognuno con il proprio skateboard in mano, quello di Hope arancione fluo e quello di Kendall rosso fiammante, ovvero, vermiglio.

“Appena vi diro’ via, dovrete incominciare la gara.” disse Jake con voce ferma. “Uno...”

“...due...”

“...tre....” 

“...VIA!” gridammo tutti insieme, e i concorrenti fecero uno scatto pazzesco partendo quasi paralleli. Sfrecciarono, per la strada asfaltata, fino all’ostacolo.  Hope si libro’ in aria con una leggerezza che non avevo mai visto, mentre Kendall fece un semplice salto che rischio’ di rovesciare il bidone. Poi, corsero sull’erba bagnata e d’un tratto non vidi piu’ la mia amica. Kendall era quasi arrivato al traguardo, un ghigno gia’ gli si era dipindo in faccia, fino a quando Hope non gli atterro’ davanti al naso, proprio davanti al portico: aveva 

perso la sfida. 

Un urlo esplose tra noi ragazze, e l’ultima cosa che vidi fu Kendall che stringeva i pugni per la sconfitta.

*

La giornata era trascorsa molto velocemente. Per tutto il giorno, Kotori aveva quasi costretto Xavier a disegnare un gattino versione chibi, quando lui non desiderava nient’altro di ritrarre Alicia, che non sembrava essersi accorta delle attenzioni del ragazzo. Cosa ne era unscito fuori? Alicia versione chibi. Un disegno piu’ unico che raro. 

Henry aveva provato a fare una torta di sardina fritta e banane e sembrava voler prendere Dylan come cavia (anche se quest’ultimo non lo desiderava molto). A quel punto, Kendall intervenne con un: “Ehi, perche’ non gli fai una torta a forma di libro, Mr. Ciliegia?” per tutta risposta, Dylan gli lancio’ una sardina fritta in faccia. Elena si era infilata gli auricolari e non sembrava voler avere contatti con gli esseri umani, tranne che con Lorraine (la nuova arrivata della sera prima) anche se se ne andava a fare chissa’ cosa fuori come al solito. Infine, Lei-sa-di-te se ne stava sempre sulle sue, tranne che portare continuamente funghi in casa dicendo che fossero maledetti, e che se Henry li metteva nella torta ne sarebbe uscito fuori un demone che li avrebbe portati nell’aldila’. Lui non ci credeva, naturalmente. Ma, chissa’, magari cio’ che diceva poteva essere anche vero...in ogni caso, preferivamo non farlo.

*

“Ora, giocheremo al gioco dell’assassino in casa.” fuori pioveva, avevamo appena finito la cena, ed erano le nove e mezza di sera. Mi chiedevo come fosse potuto venire in mente a Jake di farci fare un gioco simile in quella sera cosi’ sinistra. “Due di voi sono gia’ stati scelti come assassini questo pomeriggio. Gli altri sono le vittime. All’inizio del gioco verrete divisi a coppie e messi in una diversa parte della Casa. Non vi potete staccare dal vostro compagno fino alla fine del gioco, poiche’ avrete i polsi legati assieme. Dopo cinque minuti gli assassini arriveranno in pista partendo dalla soffitta, per capire il loro ruolo vi bastera’ notare che gli assassini hanno delle maschere orrende e le vittime no. In piu’, essi possono staccarsi dal proprio compagno e inseguirvi in giro per la casa, prendendovi e portandovi nel loro covo che solo loro conoscono. Il gioco termina non appena le vittime rimanenti non riescono ad uscire di casa.” disse Jake. “Domande?” nessuno disse nulla.

“Bene, ora formate le coppie.” non fui abbastanza veloce che tutti si erano abbinati gia’ da soli: Alicia e Xavier, Hope e Kendall, Dylan e Lei-sa-di-te, Kotori ed Henry, Lorraine ed Elena, i due ragazzi che parlavano di fiori. Visto che ero abbastanza indecisa, chiesi a Jake: “Ehm, siamo in tredici, io che faccio?” lui rise e mi mise con i due ragazzi. Tirai un sospiro di sollievo, credendo che mi stesse per mettere con le due “simpaticone”. 

Poi, prese dello spago e lego’ le coppie ad un polso, in modo che non si po-

tessero separare. Naturalemtne al nostro terzetto lego’ entrambi i polsi al ragazzo in mezzo, quello piu’ basso. E come tocco finale, lego’ una benda nera attorno agli occhi di tutti, portandoci in salotto. Inutile nominare il numero di capitomboli che facemmo entrando nella stanza. 

Quando ci fummo seduti, il ragazzo all’altra estremita’ del mio gruppo prese la parola: “Ma come facciamo a capire chi e’ l’assassino se e’ bendato e legato come noi? Anzi, chi sono.” sentii Lei-sa-di-te sbuffare dall’altro lato della stanza “Ma e’ logico, no?! Quando Jake li portera’ in soffitta li lberera’ da tutto, comprese queste catene” sbotto’ probabilemtne indicando lo spago con cui era legata a Dylan. 

“Ssssh! State zitti mentre siete qua!” sussurro’ Jake venendo a prendere la prossima coppia predestinata. Mi accorsi che il ragazzo legato a me tremava da capo a piedi. “Stai bene?” chiesi, ma venni zittita subito da Lei-sa-di-te.

Il silenzio veniva interrotto a tratti da Elena che diceva di non aver alcuna voglia di giocare, Kotori che esclamava cose tipo: “Quando inizia?” e il ragazzo accanto a me che rantolava. 

Qualche minuto dopo ci accorgemmo di essere rimasti solo noi. Comiciai a tremare anch’io con la paura di ritrovarmi k’assassino davanti, fino a quando Jake non ci trascino’ chissa’ dove. Poi ci slego’ la benda dagli occhi e spari’. 

Mi alzai da terra insieme agli altri due: ci trovavamo in uno spazio angusto, chiuso, e polveroso. “Oh no...io soffro di claustrofobia!” mormoro’ il ragazzo alla mia destra. “Be’, che ne dite di aprire la porta?” dissi avvicinandomi verso la maniglia. “Gia’, giusto, tanto ancora gli assassini non sono entrati in scena!” cosi’ uscimmo in un corridoio buio che terminava con delle scale. “Ehi, ma dove ci troviamo? Qui sembra di essere abbastanza in alto, dalla soffitta ci separano poche rampe...io direi di scendere al piu’ presto sotto prima che quelli ci becchino.” annuii. “Come vi chiamate?” chiesi. “Io mi chiamo Gil, lui e’ Edo. Tu?” disse quello alto con i capelli chiari, indicando quello basso e moro. “Melissa.” risposi. “Davvero? La Melissa e’ una pianta che abbiamo in giardino, mia madre la venera letteralmente. E’ un bel nome, complimenti.” disse Gil. Arrossii, cercando di scendere le scale.

Dopo qualche ruzzolamento in tre, riuscimmo a fare la prima rampa. La tensione aumentava mentre passavano i minuti, fino a quando non sentimmo uno scricchiolio provenire da sopra: gli assassini erano arrivati. Mi lanciai di sotto con un grido, facendo cadere i miei compagni, fino ad arrivare al piano terra. Ci rialzammo, sfiancati. Nell’aria si sentiva qualcosa di strano.

“Ehm, ma perche’ non si sente piu’ alcun rumore?” chiese Gil. Ci accorgemmo con orrore che quello era vero. E la porta davanti alla rampa si apri’, molto lentamente. Oh, no. Dissi tra me e me. Ci beccheranno...

Sbam! Mi arrivo’ addosso qualcosa che mando’ tutti e tre contro il sottoscala. 

“Cosa?” chiesi intontita. Guardai davanti a me e vidi Elena, con la faccia piu’ spaventata che mai rannicchiata con noi nel cunicolo, mettendosi un dito sul-

le labbra. Neanche un’attrice avrebbe recitato una parte simile cosi’ bene.

L’assassino sali’ le scale. Un passo, due...e dov’era il tre? Si e’ fermato. 

Sentii mugolare un: “No...” di Edo, rannicchiato sul petto di Gil. 

E poi, una voce a me conosciuta, sussurro’: “Siete cadute nella mia tela, stupide mosche...”

 

ANGOLO AUTRICE: Spero di non essere uccisa con questo ritardo ^^”

Mandatemi pure in qualsiasi Arena, Fossa dei Leoni che riuscite a trovare!

Il gioco dell’assassino continuera’ nel prossimo capitolo, che cerchero’ di iniziare in fretta, spero comunque che questa volta abbiate visto un po’ di piu’ i vostri OC all’azione, la loro reazione al gioco dell’assassino sara’ molto piu’ chiara nel prossimo aggiornamento. Non perite, per favore!! 

Ho messo le regole del Campo per richiesta di Bambi Loo, non soffermatevi troppo se non ci vedete qualcosa di fondamentale perche’ non ho una grande esperienza con campeggi, campi, ecc.

Ringrazio infinitasmente tutti voi, ovvero meme_97, Bambi Loo, MrsTommo02, GiulyDirectioner2002, popcornandlove, iloveariana, chiaraHazza2002, Sf_bng, Mrs_Jackson_98, e...penso siate tutte XD

Alla prossima!

Ps: il demone che dovrebbe apparire dalla torta e' questo XD: http://avas-demon.wikia.com/wiki/Pedri_Nanezgani

Spiry
  
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