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Autore: nemy1990    29/06/2015    5 recensioni
Sakura va a trovare suo cugino Naruto a Konoha per le vacanze estive, non sapendo che alla sua solita cricca (i fantastici quattro) si è aggregato Sasuke Uchiha, figlio di una amica di vecchia data di sua zia Kushina.
Kushina, che immagina già la felice unione dei due, ingaggia Naruto per la missione: far mettere insieme la sua adorata nipotina con lo strafigo di turno.
Riusciranno i nostri eroi nell'impresa?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kushina Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'SasuSaku'
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Once upon a time in Konoha

Capitolo 3

 

Ad aprire la porta venne una bella donna, giovane per essere madre di due figli adolescenti.

Aveva lunghi capelli color dell’ebano e due occhi di egual colore; la pelle nivea e un’espressione dolce. Guardandola, sembrava chiaro da chi Sasuke avesse preso.

“Ciao ragazzi! Entrate pure, vi stavamo aspettando!” salutò la donna, mentre Naruto, addirittura, si fece avanti per darle un bacio sulla guancia.

“Ciao zia Mikoto!”

A quelle parole, Sakura quasi si strozzò con la sua stessa saliva, non immaginandosi che fossero in confidenza a tal punto.

“Oh, Naruto… sei sempre il benvenuto lo sai! Ho fatto del Ramen apposta per te!”

“Ti adoro!” esclamò lui con gli occhi sbrilluccicosi, abbracciandola riconoscente.

“Bravo Sasuke, fai strada ai tuoi amici… e tu devi essere Sakura, la nipote di Kushina!” esclamò Mikoto alla fine, vedendo Sakura impacciata che, privata della copertura di Naruto, si era parzialmente nascosta dietro a Kiba, finchè quest’ultimo non si era fatto avanti per entrare salutando la signora con un cenno.

“Sì, io sono Sakura” disse stupidamente, mentre l’ansia si impossessava di lei “Piacere!” disse poi allungandole la mano.

Mikoto le sorrise, poi la strinse lievemente in un abbraccio.

“Non c’è bisogno di essere così formali, dopotutto siamo in famiglia!”

Sakura non notò il sorrisetto allusivo che Mikoto cercò di reprimere, ma fu riconoscente di tanto calore: se non altro il suo imbarazzo stava parzialmente scemando.

Mikoto la incitò ad entrare, dato che gli altri l’avevano già fatto perdendosi la presentazione tra le due, e Sakura notò subito il buon gusto della donna riguardo all’arredamento ed era così intenta ad ammirare le cose intorno a sé da non accorgersi della presenza di un ragazzo seduto su una poltrona intento a leggere un libro.

Sasuke, Naruto e Kiba erano già saliti al pian di sopra, ma lei, essendo rimasta indietro, non ebbe fretta di raggiungerli: aveva notato la libreria ben fornita del salotto e avrebbe voluto darle un’occhiata più da vicino se non fosse stata frenata dall’imbarazzo di chi ancora non conosce l’ambiente circostante.

“Ti piace leggere?” chiese una voce alle sue spalle e Sakura sussultò, per poi girarsi verso di scatto verso la persona che aveva parlato.

“Scusa non volevo spaventarti.” continuò lui, alzando appena gli occhi dal libro.

“Io… non mi hai spaventata, solo che non ti avevo visto, scusami.”

Il ragazzo era bello quando Sasuke e Sakura ci mise poco a fare due più due: sicuramente doveva essere suo fratello, quello che Naruto definiva tranquillo.

Itachi chiuse il libro e si alzò per presentarsi.

“Figurati, dicono che sono fin troppo silenzioso, avrei dovuto avvertirti della mia presenza in maniera meno teatrale.”

Sakura sorrise e lui le allungò la mano.

“Piacere, io sono Itachi, il fratello tenebroso e sfuggente di Sasuke!”

A una simile presentazione, Sakura non riuscì a contenere una risatina, stringendogli la mano.

“Piacere, io sono Sakura, la cugina sognatrice e impacciata di Naruto.”

“Sognatrice e impacciata, eh?” fece lui aprendosi in un sorriso.

“Sì, lo so… era più bella la tua di presentazione… più a effetto!” riprese lei, facendo allargare il sorriso di Itachi.

“Più che impacciata direi sincera.” constatò lui, facendo sbigottire Sakura, per la sua veloce capacità di analisi.

“Sì, sono un bravo lettore… e non solo di libri.” Continuò, facendo spalancare gli occhi della ragazza.

“Puoi leggere nel pensiero?” si lasciò sfuggire lei e lui dovette trattenere una risata, cosa che non gli capitava spesso.

“Diciamo che tu sei molto facile da leggere, soprattutto per uno come me.”

“Per uno come te, come?”

Itachi si accinse a rispondere, ma furono interrotti dai ragazzi, che li avevano appena raggiunti.

“Ah, sei qui Sakura! Ti stavamo cercando! Sasuke voleva farti vedere la sua stanza, sai il sacco da boxe…”

Itachi fece un sorrisetto tra sé e sé, a nessuno parve accorgersene, men che mai Sakura, troppo presa dal fatto che Sasuke si fosse accorto della sua assenza.

“Ciao, Itachi!” aggiunse poi Naruto, in direzione del ragazzo.

“Ciao, Naruto, Kiba…” disse facendo loro un cenno, che Kiba ricambiò con il solito menefreghismo.

“Hai già avuto modo di conoscere la mia cuginetta, a quanto vedo!”

“Sì, io e Sakura stavamo parlando della lettura… se un giorno ti va di passare, ti faccio vedere i libri che abbiamo in casa, te ne posso prestare qualcuno.”

Sakura ringraziò riconoscente e notò che Naruto era un po’ accigliato.

“Non so come fate a leggere quei mattoni di libri…vi ammiro tanto!”

Itachi gli rivolse un accenno di sorriso, ma non rispose, e Naruto fece cenno alla cugina di seguirli.

Sakura si voltò un’ultima volta verso Itachi che si era già riseduto sulla poltrona e estraniato di nuovo nel mondo del libro che stava leggendo.

“Credo tu sia la prima che sia riuscita a scambiare più di qualche parola con Itachi.” sentenziò Naruto, mentre saliva le scale.

“Perché? E’ gentilissimo…”

L’aveva messa subito a suo agio e non capiva perché Naruto fosse tanto sorpreso.

“Mette in soggezione…” rispose Kiba e Sakura capì di aver scambiato il suo disagio per menefreghismo.

Non era stato esuberante come al solito o spaccone e questa volta toccò a Sakura ad accigliarsi, ma non replicò.

Arrivati nella stanza di Sasuke, Sakura notò appena come fosse arredata dato che lui si era cambiato: aveva una canottiera nera che gli lasciava scoperte le braccia pallide e muscolose, persino il petto si intravedeva e Sakura fu scossa da un fremito; aveva sostituito i jeans con dei pantaloncini larghi sopra il ginocchio, di quelli che si indossavano appositamente per la palestra.

Lo sguardo di Sakura si era involontariamente posato sul lato B di Sasuke e stava giusto notando quanto fosse ben fatto, quando il diretto interessato si girò verso di loro e lei si affrettò a distogliere lo sguardo, arrossendo visibilmente.

“Sakura, dov’eri finita? Ti avevo già preparato i guantoni e tutto! Spero che mia madre non ti abbia trattenuta facendoti il terzo grado!”

“No, no… Mikoto è gentilissima… anche tuo fratello Itachi, stavo parlando con lui...”

Sasuke la guardò vagamente sorpreso, poi le disse: “E’ meglio se ci alleniamo dopo cena… ormai sarà quasi pronto e mia madre ci tiene che mangiamo prima che si raffreddi tutto.”

Sakura annuì e Sasuke le si accostò, guardandola di sfuggita, giusto in tempo per sentire il richiamo di Mikoto che li invitava a raggiungerli in sala da pranzo.

 

La famiglia Uchiha aveva l’abitudine di avere i posti assegnati quando mangiavano, cosa che, in qualche modo, andò a favore per l’operazione Kurama.

Fugaku doveva ancora tornare da lavoro, quindi il posto a capotavola era vuoto, Mikoto si sedeva sempre alla sua destra, mentre Itachi alla sua sinistra. Sasuke, invece, aveva riservato il posto dall’altra parte della madre.

Kiba non si voleva mettere accanto a Itachi e Naruto capì che era il momento di agire secondo il volere di sua madre.

Naruto e Mikoto si lanciarono un’occhiata complice, che l’ingenua Sakura non notò, e la donna si avvicinò a lei con un sorriso dolce.

“Sakura , mettiti pure a sedere accanto a Itachi, di solito ci si mette sempre Rock Lee, ma come vedi stasera non c’è… ormai i ragazzi sono abituati ad avere anche loro un posto assegnato.”

In realtà non era vero, ma gli altri non replicarono e Sakura, con non poco imbarazzo, si sedette accanto a Itachi che le rivolse un sorriso e conseguentemente di fronte a Sasuke.

Kiba, infine, si mise alla sinistra di Sasuke, quindi di fronte a Naruto che occupò il posto alla destra di Sakura.

“Allora Sakura…” iniziò Mikoto, mentre la ragazza si sforzava con tutta se stessa di mangiare il Ramen in maniera decente, né di imbrattarsi i vestiti come le capitava spesso a casa sua.

“Mi dica pure Mikoto…”

“Perfavore dammi del tu, come ti ho detto, siamo in famiglia…”

Naruto quasi si strozzò con gli spaghetti e tossì visibilmente, per poi cercare di riprendere il contegno come se nulla fosse.

“Attento Naruto, così ti affoghi!” esclamò Sakura passando l’acqua “Non devi mangiare così in fretta…te lo dico sempre.”

Itachi nascose un sorriso dietro il tovagliolo, Sasuke preoccupato per il suo amico.

“Dimmi pure, Mikoto.” aggiunse poi Sakura girandosi verso di lei, quando si accertò che il cugino stesse bene.

“In che classe sei?”

“Inizio il quarto anno di liceo a Settembre!” rispose.

“Hai solo un anno in meno di Sasuke, quindi…” riprese lei, guardando il figlio “abiti a Suna, vero?”

“Sì, i miei genitori si sono trasferiti lì quando ero molto piccola per via del lavoro di papà…”

“Ti trovi bene, lì?”

Sakura si asciugò la bocca con il tovagliolo e rimase un attimo in silenzio, per poi guardare Naruto, cercando forse un po’ di supporto, ma lui parve non accorgersene, troppo intento nel suo cibo.

Naruto e il Ramen… la storia d’amore più sincera e passionale di tutti i tempi.

“Diciamo che mi trovo meglio qui…”

Mikoto capì di aver toccato senza volere un tasto dolente, quindi cercò di spostare l’attenzione su cose che le premevano di più.

“Sasuke le hai fatto vedere la stanza a Sakura?”

Sasuke guardò di sfuggita la madre, poi Sakura.

“Sì, ma non ho avuto modo di mostrargliela per bene…”

“Sakura si è intrattenuta a parlare con me, poi quando ha raggiunto gli altri ci hai chiamati per la cena.” spiegò Itachi “Colpa mia.”

“Abbiamo iniziato a parlare dell’amore per la lettura… e mi sono scordata di raggiungere gli altri.” aggiunse Sakura guardando Sasuke, cosa che non sfuggì a Mikoto.

“A proposito dell’amore… ce l’hai il ragazzino, Sakura?” chiese Mikoto a bruciapelo e Sakura quasi sputò l’acqua che stava bevendo.

Sasuke non rise a quella reazione come Naruto, ma per un attimo concentrò tutta la sua attenzione su Sakura, dimenticandosi del Ramen che raffreddava.

“Io… no, Mikoto. Cosa te lo fa pensare?”

“Sei una bella ragazza, il classico tipo che qui a Konoha farebbe strage di cuori.” rispose Mikoto guardando spudoratamente Sasuke, che a sua volta guardava Sakura.

“Tu dici? A Suna non piaccio a nessuno…” ammise arrossendo, concentrata improvvisamente sul Ramen che non era riuscita a finire, dato che le si era chiuso lo stomaco.

“Non hanno proprio buon gusto, allora.” Intervenne Itachi, facendo arrossire ancora di più Sakura e spalancare gli occhi a Kiba senza ritegno.

Probabilmente Kiba già pensava che Itachi fosse interessato a Sakura e forse lo pensò anche Sasuke, dato che, dopo le parole del fratello, si sentì in dovere di interrompere il discorso.

“Sakura, ragazzi… andiamo su? Ti faccio provare il sacco da boxe.”

Mikoto, però, colse al volo l’occasione.

“Naruto, tesoro, ti dispiace darmi una mano a lavare i piatti? Kiba potresti sparecchiare? Fugaku mangerà da solo più tardi!”

Kiba si stava per lamentare, ma Naruto gli assestò una gomitata.

“Certo, zia Mikoto!”

 

Sasuke fece strada a Sakura e le aprì la porta della camera.

Stavolta, Sakura cercò di darsi uno sguardo attorno e vide che Sasuke doveva essere piuttosto ordinato, il letto a una piazza in un angolo con sopra una mensola che sapeva tanto di piccola libreria personale e il sacco da boxe al centro, parallelamente a un armadio, probabilmente pieno di vestiti. Dall’altro lato, proprio sotto la finestra, c’era una scrivania con una sedia e sotto il tavolo i libri di scuola ordinatamente riposti.

I piedi di Sakura si mossero involontariamente verso i libri sopra il letto, curiosa di conoscere qualcosa in più di quello splendido ragazzo e non si accorse che intanto lui aveva aperto l’armadio per prendere alcuni vestiti.

Sakura sbirciò i titoli dei libri, sporgendosi un po’ verso la mensola e notò autori come Dostoevskij e, incredibilmente, anche la Austen e le sorelle Bronte.

A parte il primo autore, le altre autrici le conosceva piuttosto bene e si stupì che un tipo come Sasuke potesse essere interessato a quel tipo di lettura.

Non fece in tempo a leggere i titoli, perché Sasuke le posò una mano sulla spalla.

“Sakura…” la chiamò lui.

Sakura sussultò, come con Itachi, persa completamente nella contemplazione dei libri, e, quando fece per girarsi, si ritrovò il volto di Sasuke a pochi centimetri dal suo e il cuore iniziò ad accelerare il ritmo, le guance in fiamme mentre si diceva che il saper cogliere alle spalle le persone con il massimo del silenzio doveva essere una cosa di famiglia.

Se avesse iniziato a frequentarli assiduamente sarebbe finita per il morire d’infarto un giorno di quelli.

Sasuke non si spostò di un centimetro, il cuore di Sakura non riusciva a calmarsi mentre contemplava gli occhi di Sasuke che la guardavano come se stessero cercando di leggerla dentro, mentre quella bocca né troppo carnosa, né troppo sottile, era così vicina alla sua pelle.

“… ti ho preso una maglia, così anche se sudi non devi preoccupartene.” le disse, ma Sakura non riusciva neanche ad annuire, né a tornare di un colore normale, dato che lui non si decideva a spostarsi e continuava a guardarla in quel modo.

“Tutto bene?” chiese sfiorandole una guancia, all’altezza del suo visibile rossore.

“Non proprio…” rispose lei, come sempre incapace di mentire quando era scossa da una forte emozione, o in preda all’alcol.

“Perché?” chiese lui con un lampo di malizia negli occhi, accennando di poco un sorriso.

“Io…”

Stava per sputtanarsi in maniera definitiva, dicendo che era bellissimo, quando Kiba spalancò la porta di camera, mentre Naruto lo stava quasi tirando per la maglia pur di non farlo entrare.

“Voglio vedere Sakura versione piccola tigre!” annunciò Kiba, che era sveglio solo quando gli pareva e aveva sparecchiato alla svelta con il disappunto di Mikoto e Naruto al seguito che tentava di fermarlo.

Per fortuna, pensò Sakura, mentre Sasuke si spostava impercettibilmente da lei, allungandole la maglia che le voleva prestare.

 

Fugaku tornò da lavoro distrutto e si stava godendo il suo Ramen con accanto una Mikoto piuttosto soddisfatta, con Itachi in un angolo che leggeva un libro, sempre silenzioso.

Quel tratto lo aveva preso proprio da lui, in realtà, anche se caratterialmente anche Sasuke gli somigliava.

“Insomma, è arrivata! Proprio una cara ragazza…” gli spiegò Mikoto e lui fu quasi tentato di alzarsi dalla sedia per vedere questa ragazza, di cui la moglie le aveva tanto parlato, ma alla fine decise che il giornale che aveva di fianco era più interessante.

“Quindi non ha niente a che vedere con l’ultima…” gli rispose , sfogliando il giornale, distrattamente e portandosi alla bocca dell’altro Ramen.

“Non sembra proprio. Spero solo che Sasuke sia pronto per una nuova ragazza…”

“Non è detto che le piaccia… alla fine è una fissazione tua e di Kushina.” disse l’uomo riportandola con i piedi per terra, in maniera brusca, come era solito fare.

“Secondo me, sì.” si espresse Itachi, non alzando nemmeno gli occhi dal suo libro.

“Cosa te lo fa pensare?” chiese Mikoto, speranzosa.

“Il mondo è pieno di persone che fanno di tutto per sembrare speciali e poi ci sono delle rare eccezioni che diverse lo sono davvero e non se ne rendono nemmeno conto. Sakura è tra queste e Sasuke non è così stupido da non accorgersene. “

Fugaku alzò gli occhi dal giornale e guardò il figlio che però non si preoccupò neanche di incrociare il suo sguardo: ora sì che era curioso.

 

Se lo avesse raccontato a sua madre, Naruto era convinto che Kushina avrebbe ucciso Kiba a mani nude per il suo tempismo. Nonostante ciò, guardando l’atteggiamento di Sasuke, Naruto iniziò a nutrire delle speranze e aveva comunque appuntato ogni singolo atteggiamento da parte di entrambi nella sua mente per riportarlo a sua madre, che sicuramente gli avrebbe fatto il terzo grado una volta tornato a casa, a meno che non l’avesse già informata Mikoto.

Naruto guardò la cugina e pensò a quanto fosse stata male in quegli anni, a quanto aveva pianto per telefono, a quanto si era fatta bastare quegli abbracci che non sembravano mai abbastanza quando si vedevano e sorrise.

Si era messa una maglia di Sasuke che le stava tre volte, l’aria decisa e minacciosa verso il sacco da boxe, come se fosse il suo peggiore nemico, pronta a sfogare tutta quella rabbia repressa.

Forse il destino esisteva davvero, forse quei due erano davvero nati per stare insieme, come diceva sua madre che sapeva della storia di Sasuke, di come dopo tre anni era stato scaricato dalla ragazza e di come da allora non ci provava mai con nessuna neanche per sbaglio.

“Vai, piccola tigre!” la incitò Kiba e Sakura assestò il primo colpo.



Sono in ritardo di un giorno, ma sono stata incasinatissima! Spero che il terzo capitolo vi piaccia, fatemi sapere!
-nemy1990-


   
 
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