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Autore: Vahonica    29/06/2015    4 recensioni
Sanji è un bambinetto mingherlino, con due grandi occhi blu ed una zazzera bionda che finisce sempre a coprirgli l'occhio sinistro. È fin troppo energico e pestifero, ha una passione irritante per la cucina e le stelle, anche se ha paura del buio, e Zoro, davvero, non capisce perché si ostina a fargli da babysitter.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sanji è un bambinetto mingherlino, con due grandi occhi blu ed una zazzera bionda che finisce sempre a coprirgli l'occhio sinistro. È fin troppo energico e pestifero, ha una passione irritante per la cucina e le stelle, anche se ha paura del buio, e Zoro, davvero, non capisce perché si ostina a fargli da babysitter.

In realtà, avrebbe dovuto badare a Sanji un'unica volta – quel giorno in cui, un anno prima, al Baratie era andato addosso ad un cameriere e i piatti che quest'ultimo portava erano finiti in frantumi. Zoro non sapeva come ripagarli (aveva appena i soldi per pagarsi da mangiare quell'unica, sfortunata volta che aveva deciso di pranzare fuori), così era riuscito a scendere a patti con Zeff, il proprietario, e si era fatto assumere come babysitter per una settimana. Non l'avesse mai fatto: Sanji era già un marmocchio tremendo, con la lingua lunga e un gran talento nel rompere le scatole. Zoro sperava di non vederlo mai più, dopo quella settimana.
Purtroppo, la sua coinquilina Nami l'aveva costretto – minacciandolo di buttarlo fuori di casa se non si fosse trovato qualcosa da fare – ad affiggere dei volantini per la città, con un annuncio per chiunque cercasse un tuttofare e il suo numero di telefono in caso volessero contattarlo.
Era passato un anno dall' “incidente Sanji”, come lo chiamava lui, ma la sorte non era molto dalla sua parte e le piaceva prenderlo in giro, quindi il giorno dopo aveva ricevuto una chiamata proprio da Zeff, che sembrava averlo preso in simpatia, fra le altre cose. Ovviamente Zoro non aveva preso in considerazione di fare il babysitter, con tutto quello che avrebbe potuto compiere come “tuttofare”, però un lavoro è pur sempre un lavoro, e quindi aveva accettato.
Ed è così che Zoro è diventato il babysitter “fisso” di Sanji Blackleg, nonostante si chieda spesso perché. Non lo fa per soldi – Zeff non lo paga molto, ma non si lamenta. Forse è perché nessun altro è disposto ad assumerlo, oppure perché in realtà non ha niente di meglio da fare ed abita solamente a dieci minuti da lì, non lo sa – di sicuro, non è a causa della minaccia Nami che lo fa; fatto sta che, ogni volta che lavora tardi o che deve uscire, Zeff chiama lui per tenere d'occhio Sanji e lui accetta.

Nemmeno a Sanji piace Zoro, sia chiaro. Non comprende nemmeno come suo padre possa fidarsi di un babysitter tanto scemo e irresponsabile.
Zoro ha diciannove anni, i capelli verdi e tre orecchini dorati all'orecchio sinistro che Sanji si diverte a far tintinnare mentre il ragazzo dorme; esattamente come sta facendo in questo momento: il babysitter è collassato sul divano non appena hanno finito di mangiare la pizza e ora sta russando rumorosamente con la bocca spalancata e un rivolo di saliva gli sta pure scendendo sul mento.
Sanji è a metà fra il disgustato e il divertito, Zoro lo intrattiene molto di più in serate come questa che quando si sforza a trovare delle attività da fare assieme – che la maggior parte delle volte finiscono con Sanji che scarabocchia costellazioni e pianeti e cose varie riguardanti lo spazio su dei fogli, disteso sul tappeto, e Zoro che fa zapping con aria annoiata, oppure con il biondo che si cimenta in cucina sotto la “sorveglianza” del ragazzo più grande.
Però, al momento, tirargli gli orecchini non sta fruttando alcun risultato, il verde è troppo immerso nel sonno per accorgersi di qualcosa e Sanji si ritrova presto seduto in braccio a Zoro e annoiato a morte. Non sa cosa fare e si sta scervellando, con un broncio sulle labbra e le braccia incrociate sul petto, quando un'idea brillante lo colpisce.
Con un salto scende dalle ginocchia di Zoro, dandogli accidentalmente un calcio nello stomaco nel farlo, ma il verde non sembra accorgersene: grugnisce e si agita un po' sul posto, ma subito dopo sta nuovamente russando rumorosamente.
Sanji scrolla le spalle e alza gli occhi al cielo, per poi correre nella propria stanza. Afferra lo zainetto di scuola e rovista nell'astuccio alla ricerca dei pennarelli, con un ghigno malefico che gli danza sulle labbra. Che colore dovrebbe usare?
Non riuscendo a decidersi, prende tutto l'astuccio e ritorna in salotto, pronto a compiere la più grande opera d'arte mai realizzata.
Si arrampica nuovamente in braccio a Zoro e tira fuori il pennarello nero: con quello gli disegna un bel paio di baffi, grossi e lunghi. Con il blu, invece, gli disegna due sopracciglia belle come quelle che ha lui (quelle di Zoro sono davvero brutte e strane, sembra sempre arrabbiato); dopo di che, con il rosso, gli fa un paio di occhiali quadrati e gli colora il naso e, infine, con il viola stretto fra le mani, gli colora gli zigomi – come Heidi, solo più brutto.
Sta per disegnarli un fantastico pizzetto verde quando Zoro sembra accorgersi di qualcosa e inizia a mugugnare nel sonno, prima di aprire piano gli occhi. Fissa Sanji per qualche secondo, inebetito, come se stesse cercando di ricordarsi chi sia o perché è lì, e Sanji sgrana gli occhi, perché oops, è stato beccato. La realizzazione lampeggia per un attimo nello sguardo del più grande e il biondo è svelto a saltare giù dal divano e sfrecciare via, prima che Zoro possa prenderlo.
“MALEDETTO MARMOCCHIO!” lo sente gridare dal salotto, mentre si nasconde sotto il letto di Zeff. Soffoca una risata con una mano e guarda gli anfibi grossi e pesanti del verde fare avanti e indietro per il corridoio alla sua ricerca.
Alla fine, Zoro si ferma per un momento davanti alla stanza di Zeff, per poi entrare. S'inginocchia a terra, posa una guancia sul pavimento e i suoi occhi incontrano quelli di Sanji, che scoppia a ridere non appena vede l'espressione arrabbiata di Zoro incorniciata dai suoi disegni.
“Nanetto malefico, vieni subito qui” sibila il verde, allungando una mano sotto il letto, ma Sanji si ritrae. Zoro cerca di infilarsi là sotto per prenderlo, ma è troppo grosso per passarci e finisce per incastrarsi fra la struttura del letto e il pavimento, mentre Sanji sguscia fuori dalla parte opposta, salta sul materasso e scende, schiacciando Zoro, per andare a nascondersi da un'altra parte.
Zoro emette un lamento frustrato e si dimena finché non riesce ad uscire di lì.
Quel bambino maledetto....
“Piccola peste, giuro che se ti prendo...” borbotta a mezza voce, girando per la casa alla ricerca del biondo.
Sanji stavolta è nascosto nell'armadietto sotto il lavandino del bagno, assieme ai detersivi e prodotti vari per la pulizia della casa, e sta cercando con tutte le sue forze di non ridere, anche se la visione della faccia di Zoro completamente imbrattato di colore è troppo divertente.

Dopo minuti interi di ricerche vane, il verde si arrende e si dirige in bagno per constatare l'entità dei danni.
“Prima o poi dovrà pur venire fuori, quel nanerottolo” mugugna fra sé e sé, fissando il proprio riflesso allo specchio. Non è nemmeno tanto sorpreso, direbbe piuttosto che è impressionato dal talento artistico del biondo, anche se non glielo direbbe mai e poi mai.
Sospira e la sua espressione si ammorbidisce notevolmente, tanto che un sorriso tira appena all'angolo delle sue labbra. Scuote la testa e il sorriso si apre in un ghigno affettuoso, si potrebbe dire, che viene lavato via assieme al colore quando Zoro si piega sul lavandino per pulirsi il viso.
Tsk, quel bambinetto è davvero una peste, eppure il verde non riesce a rimanere arrabbiato con lui a lungo. Possibile che si sia affezionato a quel piccolo casinista?
Scuote ancora la testa, se ne torna in salotto e inizia a fare zapping mentre aspetta che il piccoletto si faccia vedere.
Le luci stanno svanendo fuori dalla finestra, il sole sta tramontando velocemente, e alla fine Zoro si assopisce di nuovo, quasi senza accorgersene, ma si sveglia di soprassalto quando, per sbaglio, fa cadere il bicchiere di succo che aveva posato sul bracciolo del divano.
Merda” sibila, passandosi le mani sul viso stanco. Si stropiccia gli occhi e si alza, con un sospiro. Per fortuna che il bicchiere non si è rotto – Zeff gli avrebbe sicuramente fatto il culo e glielo avrebbe detratto dalla paga se si fosse frantumato – però c'è succo ovunque sul pavimento.
Sbuffa e raccoglie il bicchiere, portandolo in cucina, dove prende dello scottex e lo usa per asciugare il pavimento. Controluce, però, riesce comunque a vedere la macchia sulle piastrelle lucide e, passandoci sopra, si accorge anche che è piuttosto appiccicoso.
Quindi si dirige in bagno per cercare qualcosa per lavare per terra. Si accuccia davanti all'armadietto, lo apre e per poco non gli viene un attacco di cuore: di certo non si aspettava di trovarci Sanji dentro l'armadietto. Il biondo dev'essersi addormentato – piuttosto logico, data l'ora, che probabilmente è ben oltre il suo coprifuoco – e Zoro non si accorge nemmeno del sorriso “mammesco” che gli si è dipinto in faccia, mentre fa passare un braccio sotto le ginocchia del piccolo e usa l'altro per cingergli la schiena.
Quel marmocchio...
Con Sanji in braccio, Zoro si raddrizza e lo porta nella sua stanza.

Il biondo sussulta appena e apre piano gli occhi, accorgendosi del leggero dondolio che all'improvviso lo culla. È la camminata di Zoro, che lo sta portando in camera.
Sbadiglia e si stiracchia, costringendo il babysitter a stringere la presa per non farlo cadere.
“Sta' fermo, nanerottolo, a meno che tu non voglia finire col culo per terra” gli dice e Sanji gli risponde con una linguaccia.
“Beh, puzzone, puoi anche mettermi giù, so camminare da solo” ribatte poi, incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.
Zoro ghigna.
“Vuoi che ti metta giù?” gli chiede, fermandosi all'improvviso. Sanji annuisce, ormai sono arrivati nella sua stanza.
“Non sono un bambino!” esclama, scalciando per cercare di liberarsi, e il verde aumenta per un momento la presa, prima di spalancare le braccia e lasciarlo cadere.
Il biondo lancia un grido e atterra sulla morbidezza del proprio materasso.
“BRUTTO MARIMO, COME TI PERMETTI” strilla, alzandosi in piedi sul letto e, stringendo i piccoli pugni, tira un calcio sul fianco di Zoro, che sta ridendo come un idiota.
“Avresti dovuto vedere la tua faccia, nanerottolo” lo prende in giro e il biondo si incavola ancora di più.
“Sei una stupida testa di muschio” brontola, tirandogli un altro calcio prima di lasciarsi cadere sul materasso a gambe incrociate.
Zoro ride ancora un po' e gli scompiglia i capelli.
“Hey!” esclama il piccolo, allontanandosi dalle mani del verde e proteggendosi la testa con le braccia.
“Forza, vai a dormire, nanerottolo. È tardi” dice il babysitter, facendo qualche passo indietro. È arrivato alla porta e ha spento la luce, quando Sanji gli urla dietro: “aspetta!” in un tono abbastanza spaventato.
Zoro torna indietro con un sopracciglio alzato.
“Che c'è?” domanda senza preamboli, con quel suo caratteristico fare da scimmione.
Il biondo si morde il labbro inferiore e anche al buio, Zoro riesce a vedere che è arrossito.
“Puoi rimanere un pochino? Ho... ci sono i mostri di notte” mugugna a bassa voce, senza guardarlo in faccia.
“Hai paura del buio?” gli domanda, andando a sedersi sulla poltrona accanto al letto.
“Non ho paura del buio!” - si difende subito Sanji, sembra profondamente offeso - “Io sono grande e non ho paura del buio. Ho detto che ci sono i mostri di notte!” lo corregge indispettito, infilandosi sotto le coperte.
Il verde annuisce e sbuffa una risata.
“Certo, scusa” - dice, alzando le mani in segno di resa - “Sei grande, è vero, non puoi avere paura del buio”.
“Esatto” conferma il biondo, annuendo convinto.
Zoro sorride.
“Hey, a te piacciono le stelle, giusto?” domanda ad un certo punto. Sanji ci mette un po' a rispondere e il verde pensa si sia addormentato, ma poi il piccolo parla: “Sì”, dice semplicemente.
Il babysitter non aggiunge altro, ma gli è appena venuta un'idea per aiutare Sanji a combattere la sua paura del buio.
Rimane lì, in silenzio, finché Sanji non si addormenta – o si addormenta prima lui? - dimenticandosi completamente del pavimento sporco, e Zeff li trova così, beatamente persi nel mondo dei sogni, quando torna a casa.

Un paio di sere dopo, Zoro riceve una chiamata da Zeff, che gli chiede se può badare a Sanji per un paio d'ore. Ovviamente il verde accetta e in venti minuti è davanti alla porta del proprietario del Baratie.
Zeff li saluta e se ne va quasi subito, diretto al suo ristorante, e loro due rimangono soli.
Sanji sta guardando Zoro in cagnesco perché, ancora una volta, quella brutta testa verde lo farà annoiare per l'intera serata, quando il babysitter tira fuori un sacchetto dalla tracolla che si porta dietro.
“Cos'è?” domanda il biondo, la sua curiosità di bambino ha la meglio.
“Stelle” risponde il verde, per poi aggiungere: “Da appendere sul tuo soffitto”.
Sanji sgrana gli occhi, perché Zoro gli ha portato delle stelle da appendere sul soffitto.
“Davvero?” domanda sorpreso.
Zoro annuisce e si avvia in camera del piccolo, che lo segue trotterellando. È andato a comprarle il giorno dopo che Sanji gli ha rivelato di avere paura del buio e, conoscendolo abbastanza, sapeva benissimo che gli sarebbero piaciute. Si sente piuttosto fiero di se stesso al momento.
Così passano le successive due ore: Sanji gli passa le stelle e gli dice dove metterle, dettando ordini a destra e a manca, mentre Zoro sta in piedi sul letto e appiccica le stelle adesive che si illuminano al buio sul soffitto, borbottando senza sosta con le sopracciglia aggrottate come suo solito.
Quando finalmente finiscono, Sanji caccia Zoro dalla propria stanza.
“Aspetta qui” gli dice, spingendolo oltre la soglia e chiudendo la porta.
Zoro sospira e alza gli occhi al cielo. Chissà cosa diamine sta architettando quella piccola peste.
In quel momento, Zeff torna a casa. Affacciandosi sul corridoio, i suoi occhi si posano su Zoro, che sta aspettando davanti alla cameretta di Sanji, per qualsiasi cosa il biondo abbia da fare.
“Puoi pure andare, ragazzo” permette, ma Zoro scuote la testa.
“Certo, ma prima suo figlio mi ha detto che devo aspettare qui, non so perché” risponde il verde, stringendosi nelle spalle.
Zeff sospira.
“Non fate casino” dice solamente con un'occhiata ammonitrice, prima di tornarsene in salotto, come se anche Zoro fosse un bambino piccolo.
Il babysitter a questo annuisce, poi sbuffa e alza gli occhi al cielo. Non fate casino. Ma per chi l'ha preso? È Sanji che è un nanetto malefico, non Zoro.
A quel punto, la porta della cameretta del biondo si apre e sulla soglia c'è lui, come se il verde l'avesse evocato, e fra le mani tiene un foglio piegato a metà.
Sanji lo fulmina con un'occhiata e poi prende a spingerlo verso la porta d'ingresso.
La apre e spinge Zoro fuori di casa, per poi fermarsi davanti a lui, con un broncio tenerissimo sulle labbra.
“Grazie” borbotta senza guardarlo, dopo di che gli ficca il foglio fra le mani e fugge dentro casa.
Zoro guarda il foglio, perplesso, poi lo apre e il suo cuore un po' si scioglie, anche se non lo dà a vedere.
Tsk. Stupido bambino.
All'interno del foglio, su una faccia c'è scritto “siamo sempre stati nemici e spero che rimanga così”, mezzo in stampatello e mezzo in minuscolo, nella grafia disordinata e storta di Sanji, tipica di un bambino di sei anni e mezzo, mentre sull'altra faccia c'è un cuore dalla forma allungata e leggermente geometrica, sopra al quale c'è una specie di cresta che vi cresce, quasi come stalagmiti (Zoro non capisce davvero cosa siano, dovrà farselo spiegare), e all'interno di questo cuore c'è scritto “nemici mortali”, e la firma di Sanji in un angolino del foglio.
Il verde alza la testa e vede il biondo che osserva le sue reazioni dalla finestra, ma non appena i loro sguardi s'incrociano, il piccolo si ritira, lasciando cadere la tenda davanti al vetro.
Zoro ride, contento, e se ne torna a casa.
Non glielo dirà mai e non lo saprà mai nessuno, ma quel disegno/ringraziamento è appeso all'armadio in camera sua, dove il verde può vederlo ogni giorno.
E okay, forse – no, non forse – si è decisamente affezionato a Sanji.


*NdA*
Eccomi qui, con una nuova storia super fluffosa! :3
Volevo una fic con un piccolo Sanji tenerello e Zoro che gli fa da babysitter, quindi mi sono messa al lavoro e... spero di essere riuscita a mettere insieme qualcosa di sensato e carino XD
Ringrazio infinitamente Girl_in_the_sun per il banner e per la fanart omg
Recensioni e commenti vari sono ben accetti, buona lettura! :D

   
 
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