15/01/2009
5 recensioniGenere: Drammatico; Generale.
Personaggi: Alice Cullen.
Nota dell'autrice: Primo giorno di vacanza e mi sono riletta per bene tutto Breaking Dawn, esaminando ogni dialogo e il cambiamento di Focalizzazione e voce narrante (che termini eh!) mi ha fatto capire bene il punto di vista di tutti i singoli personaggi, da Leah a Lizzie, da Sam a Rosalie.
Ecco una Shottina con l'Alice POV. Ho preso spunto da questa frase: " Il feto è una parte troppo importante per il suo futuro.
Quando ha deciso, ha capito di volerlo, si è offuscata. Mi sono spaventata a morte."
Credits to Sara!
Losing you~
Saltai.
Lo azzannai al collo, rompendolo con facilità assurda.
Povera lince. Non si era neanche accorta che le ero volata addosso, letale.
Com'è che si dice? Femme-fatale.
Mi voltai, allievata la sete, e feci per dirigermi verso sud, pregustando l'odore di cervi che aleggiava nell'aria.
Ma qualcosa, qualcosa di centomila volte più potente dello stupido odore di sangue mi colpì in tutta la sua violenza. Il buio.
Immoblizzata mi guardai attorno, cercandola, presa da un panico irrazionale.
All'improvviso si era oscurata; la tenevo d'occhi costantemente, per precauzione, ormai meccanicamente ma ora... non vedevo più Bella.
Iniziai a correre verso casa, veloce come il vento.
No, non era posibile.
Magari era solo Jacob; mai avevo sperato che c'entrassero i licantropi come in quel momento.
Non potevo minimamente ipotizzare che le fosse successo qualcosa, -c'era Edward con lei maledizione!-, ma ero comunque abbastanza masochista da pensare al peggio.
Col senno di poi mi sentii molto cattiva, ma per un attimo un lampo di odio verso Bella mi attraversò.
Come diavolo aveva potuto, come aveva osato...morire? Lasciando Edward e me, sua sorella?!
Chiamatemi pessimista ma in quel momento non riuscivo a liberarmi da quel terrore.
Spalancai la porta di casa senza neanche darmi il disturbo di atterare dal salto che mia aveva portato al di là del fiume.
Guardai spaesata i volti della mia famiglia; Carisle, Esme, Emmett, Rosalie e Jasper, che aveva intuito tutto.
Mi calmò, troppo stupefatto per parlare, ma abbastanza per farmi prendere il telefono senza accartocciarlo.
Composi il numero in modo convulso.
«Ciao Alice»
Sollievo.
Per poco.
Dedicata alla mia Alice.