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Autore: cardi2999    30/06/2015    1 recensioni
Non ero abituata alle lacrime che rigano le guancie, agli urli soffocati tra le pieghe del cuscino, non ero abituata alla morte e tantomeno all'amore vero. Eroo la ragazza dal sorrisetto sarcastico che increspa le labbra, dalla voglia di vivere e dal brilluccichio negli occhi. Questo è cioè che ero, o cioè che sono, magari solo in parte.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo uno.

''Sai Eggio'' sussurrai debolmente, mentre uno sbuffo di fumo fuggiva dalle mie labbra "conosciamo milioni di parole ma nessuna sembra adatta ad essere scritta sulla prima pagina della nostra vita". 
Lui voltò un paio di occhi ormai arrossati verso di me, e con un gran sorriso rispose.
"Eppure Cardi, trovo ammirevole il semplice fatto che tu, nonostante uno spinello di trenta centimentri tra le labbra, riesca ancora a mettere insieme i pezzi di una frase logica." 
Si alzò ghignando e con tanta eleganza quanta lucidità si arrampicò in cima alla piccola fontana nel bel mezzo della piazza. Benchè sapesse che fosse deserta si guardò intorno per qualche istante. Si piegò in un grande inchino, lasciando che i suoi capelli cadessero sulla fronte, e poi, con una mano sul cuore e l'altra a reggere la canna si prodigò nell'orribile imitazione di ciò che per lui avrebbe detto un filosofo.
"Non siamo forse nell'epoca degli sbagli? Degli urli soffocati e delle risate amare? Come puoi affidare il compito di raffigurare la tua vita con una misera, astratta e corrotta parola? Non rappresentare ciò che sei con un mezzo così frivolo, con un nome comune, con un qualcosa che è stato usato per ingannarci perchè, sai meglio di me, che le parole servono per sdeviare la realtà che un'azione può dimostrare." E con ciò fece un piccolo salto, atterrando sui sanpietrini che ricoprivano Roma e con fare nobile si portò la canna alle labbra, inspirando profondamente "Dedica un sospiro alla tua vita, e vedrai che sarà molto più speciale di una parola, soprattutto se hai sbuffato cannabis dalla tua bocca."
Un verso gutturale uscì improvviso dalle mie labbra, come ad imitare una grassa risata. Lasciai la panchina di legno su cui ero stata comodamente sdraiata tutta la serata per avvicinarmi alla fontana e affacciarmi distrattamente a vedere l'acqua zampillare su e giù dalle bocche di due angeli biancastri. Sentivo il respiro pesante di Eggio accanto a me e il suo fantastico odore di erba inebriarmi i sensi, e così le mie labbra si spaccarono in un grande sorriso senza un apparente motivo. Gettai ciò che era rimasto dello spinello nell'acqua e mi sedetti sul marmo gelido lasciando che il vento provasse a risvegliarmi i sensi. Ricordo che non fu proprio il vento a farlo, quando qualche schizzo fredddo mi bagnò la schiena, Eggio scappava come un bambino di due anni ed io, che fino ad un anno fa mi sognavo tutt'altro che avere tanta energia in corpo, sfrecciai verso di lui ridendo e inciampando tra gli spazi dei sanpietrini, completamente fatti, ci inoltrammo tra i piccoli vicoli illuminati di Roma.
   
 
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