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Autore: Lodd Fantasy Factory    01/07/2015    1 recensioni
*Storia interattiva*
Il 2016 è stato un anno difficile per l'umanità: il mondo è stato devastato da un'ultima e cruenta Guerra Mondiale. Gli uomini, però, non sono l'unica causa della cessazione degli scontri, così come della distruzione che ha piegato l'intero pianeta. Sono trascorsi degli anni da quel tragico momento, eppure niente è cambiato: l'umanità lotta per la propria sopravvivenza, contro l'estinzione.
- Scopriamo insieme cosa è accaduto! -
Genere: Azione, Dark, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LAST HOPE in PDF!
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Caro lettore, benvenuto.

 

Questo è il primo episodio di “Last Hope”. L'introduzione ha lo scopo di segnalarti il tuo potere in questa storia. I lettori, quando arrivano a fine capitolo, traggono sempre delle conclusioni – spesso non rispecchiate nelle vicende successive – e s'immaginano cosa potrebbe accadere in seguito. Ora, hai il potere di correggere il corso di questa narrazione, esprimendo il tuo parere (in aggiunta alla recensione) su cosa potrebbe o dovrebbe accadere nel prossimo capitolo. Ovviamente, occorre rimanere legati al filo narrativo degli avvenimenti.

Questa vuole essere una sfida, ed un modo divertente per modificare un'avventura che ha già un percorso prestabilito dall'autore, ma che con il tuo intervento potrebbe subire delle deviazioni interessanti.

Buona lettura.

 

Lodd Fantasy Factory.

 

 

 

- Sopravvissuti -

 

 

«Vennero esattamente quando era stato predetto, puntuali come solo la morte sa essere. Che ci crediate o meno, la gente li accolse più come salvatori, che come distruttori. All'epoca potevamo solo essere salvati da noi stessi, piuttosto che annientati... giunsero per graziarci dal nostro stesso destino. La domanda sorge spontanea: perché, se erano venuti per redimerci, ora siamo in questo scomodo e putrido buco di fogna a parlarne?» raccontò l'uomo fra gli aspri sbuffi di fumo. Ingurgitò l'ultimo dito di una vecchia bottiglia di Jack, e riprese:

«Non mi guardate con quella faccia... Non giudicatemi: ancora qualche anno ed apprezzerete questa roba! Volete sapere perché amo l'alcol? Non scade mai, e non diventa stagnante come l'acqua. È la mia ultima, sacra risorsa!» aggiunse strizzando l'occhio.

Posizionò la bottiglia di vetro sotto un piccolo foro presente sul malconcio soffitto, da cui stava gocciolando dell'acqua piovana. Quel mucchio di ragazzini pendeva già dalle sue labbra. I poveri bastardi erano sopravvissuti in quegli anni per puro miracolo; fare ingestione di storie era l'unica razione in grado di riempire i loro vuoti stomaci, o perlomeno capace di ingannarli.

Odiava averli attorno, con i loro volti sporchi e quegli sguardi pieni di speranze, che adulavano la sua figura come la statua di un antico eroe; ma i piedistalli non esistevano più in quel mondo: gli eroi giacevano in fosse comuni, a far compagnia al letame. Fargli credere di esserlo, o ancor peggio diventarlo lo avrebbe portato presto a far compagnia ai vermi.

Era ormai un mondo dove un uomo poteva vantarsi unicamente di essere l'eroe di se stesso, se era abbastanza fortunato.

«Dove eravamo rimasti... Ah, già... siamo qui perché, nonostante tutti i dogmi dell'epoca, nessuno di noi era disposto a crepare tanto facilmente. Siamo una razza infame, dopotutto: se avessero voluto prendersi la nostra pelle, benché la dilaniante guerra che avevamo iniziato ci avesse dimezzati, si sarebbero dovuti dare da fare. Insomma, non si vede uno spettacolo senza pagare il biglietto!» spiegò. Si accorse da subito dei tanti volti perplessi. «Uhm, forse siete troppo giovani per capire. Ad ogni modo, imbracciammo le armi e lottammo contro il nostro nuovo nemico comune; quell'evento unificò la nostra razza come mai era accaduto in tutta la nostra esistenza. Tenemmo testa agli Dei della Decadenza... fu un'ardua lotta»

«Una battaglia non ancora terminata: le storie si raccontano quando si sono concluse, Dwayne» esordì freddamente Lloyd. «Andate a dormire. Partiremo prima dell'alba!» richiamò l'ordine, invitando i ragazzi a rompere le righe.

«Mi divertivo soltanto a spaventarli un po'. Ti prego, non iniziare con la tua solita menata sul rimanere sempre vigili, sul non abbassare mai la guardia... e tutto il resto» disse divertito, riducendo al minimo la luminosità della lanterna, fino a far calare le tenebre agli angoli della stanza.

Lloyd si accostò all'unica finestra, tappezzata di storici giornali, tant'è che sopra si potevano ancora leggere alcuni articoli inerenti la cruenta guerra che nel 2016 aveva sconvolto il mondo conosciuto. Infilò una mano nella tasca dei malandati jeans, scuri più per lo sporco che per il loro colore originario.

«Deduco si tratti di una cosa seria, se trovi la pazienza di non rispondere alle mie provocazioni. Avanti, che succede? Sputa il rospo, così ce lo mangiamo!» esclamò Dwayne mentre accendeva la vecchia pipa con un fiammifero, il penultimo della scatola.

«Luna. Avrebbe dovuto essere qui tre ore fa, prima del tramonto» rivelò dopo essersi schiarito la voce. «Fra meno di sei ore il sole sorgerà, e questo gruppo dovrà obbligatoriamente muoversi verso nord. Hubert ci attenderà ai piedi delle montagne. Oltre il valico dicono si trovi una piccola città che è stata risparmiata dalle bombe»

«Bisognerebbe accertarsi che sia stata risparmiata anche da loro... Trovo che sia una cazzata continuare a spostarci: bisogna combatterli, in un modo o nell'altro» replicò dopo un grosso sbuffo di fumo.

«Capisco il fatto che tu non riesca a fidarti... ma laggiù potrebbe essere sicuro. Ho sentito che c'è un lago nelle vicinanze, forse l'unico posto che potre- »

«Taglia corto, biondo» lo interruppe grattandosi l'ispida barba scura. Un riflesso di luce donava vitalità ai suoi occhi castani, specchio della sua bruna carnagione.

«So che ci sono poche possibilità, che significherebbe mettere a repentaglio le vite di tutti coloro che guidiamo, e che va contro gli ordini... e so anche che tu vorresti tornare indietro quanto me, altrimenti non avresti tenuto pronti i tuoi effetti. Fossimo da soli, come all'epoca, saremmo entrambi tornati indietro a controllare. Facciamo scegliere ad un-»

«Metti via quella vecchia moneta, Lloyd. Odio far prendere le decisioni ad uno stupido testa o croce. Poi, dovresti sapere che quando quello spicciolo sarà in aria potremmo scoprire brutte cose, come il non aver voglia di rischiare il culo per qualcuno a cui teniamo. Inoltre, non ho la minima intenzione di restare a fare da balia a questi mocciosi: preferisco cento volte crepare da solo là fuori, piuttosto che diventare il loro eroe del giorno!» rispose Dwayne. Si tirò su strisciando contro il muro. «E poi... la mia roba è già pronta. Ci vediamo a nord, biondo!» aggiunse, dopo aver raccattato la vecchia bottiglia di jack con tre dita di acqua, un lurido zaino – usato perlopiù a mo' di faretra – ed un arco artigianale.

Uscì dall'agglomerato di rovine con indosso un vecchio cappotto. Era notte, ma la soffocante umidità estiva non aveva mollato per un attimo la presa. La pioggia aveva ridotto la strada disastrata ad un pantano impraticabile, costringendolo a deviazioni improvvise. Inizialmente si beò di quelle gocce fresche, con la lingua di fuori, poiché non parevano acide come al solito; era inoltre certo che in molti avrebbero approfittato dell'acquazzone per lavarsi di dosso lo sporco di settimane, una mossa che Dwayne reputava poco saggia. Più di una volta era sfuggito a quelle cose grazie allo spesso strato di sporcizia che lo ricopriva, oltre che alla puzza: entrambe contribuivano ad occultare il naturale odore della loro pelle, rendendo l'olfatto di chi li cacciava meno efficace.

Scivolò nelle tenebre con la consueta agilità che aveva acquisito in tutti quei lunghi anni di sopravvivenza. Evitò la strada, ed allo stesso tempo si tenne alla larga dal percorso che avevano seguito per arrivare sin dove si erano fermati per la notte: se il gruppo di Luna era stato bloccato, chi vi fosse riuscito avrebbe sicuramente fiutato la pista per il prossimo accampamento.

L'atroce pensiero non lo abbandonò sin dalla sua partenza, e crebbe come una nenia assordante nella sua testa man mano che consumava la distanza che lo separava dal checkpoint presidiato dalla donna. Realizzò che, al di là delle cause del mancato arrivo dell'ultimo gruppo, fosse opportuno cancellare le tracce, prima di portare il nemico sin dentro l'ultimo baluardo della resistenza.

Si fermò per collegare la corda all'altra estremità dell'arco, quindi si acquattò fra la spoglia vegetazione, sfruttando le zone più riparate per rimanere nascosto e muoversi furtivamente. Fece un rapido calcolo mentale: aveva con sé solo quattro frecce, una manciata di pietre, tre dita di acqua al sapore di whisky, un bengala, un rotolo di bende quasi finito, la pipa, un pugno di tabacco e un solo cerino.

«Poteva andarmi peggio!» mormorò, spuntando via un filo d'erba che aveva utilizzato per compensare la penuria di sigarette. Lo faceva per ammansire il vizio, ingannandolo con i gesti tipici dell'abitudine: una strategia che gli aveva impedito di impazzire, da quando i tabacchini avevano chiuso per sempre.

Pensò cinicamente che nel peggiore dei casi avrebbe raccolto dai cadaveri qualche razione, dell'alcol e, con un pizzico fortuna, anche del tabacco.

La grotta sotto la galleria dove Luna ed i suoi si erano accampati distava ormai poco, trovandosi esattamente sul fianco della collina che stava percorrendo.

Strinse le cinghie dello zaino.

Dwayne era pronto a fare ciò che sapeva fare meglio: sopravvivere.

 

 

 

Continua...

 



*Note dell'autore*

Ogni lettore può contibuire al seguito della storia con le proprie considerazioni. Le potrete lasciare qui sotto, insieme alla recensione. L'idea mi stuzzicava parecchio, anche per vedere quanti di voi sono in grado di avere la mia stessa visione delle vicende, e quante volte mi toccherà dover affrontare dei cambiamenti di trama per rientrare nelle vostre richieste o supposizioni. Quando volete suggerire quello che "potrebbe accadere" inserite prima del commento un: "Secondo me..."

 

   
 
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