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Autore: pillina28    01/07/2015    7 recensioni
- Sei mia Kagome e lo sarai per tutta la vita - mi dice roco all'orecchio, facendo scendere mille brividi lungo il mio corpo.
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Per Kagome, sposare InuYasha No Taisho è stata la realizzazione di un sogno.
Lui è tutto ciò che una donna può desiderare: è bello, sexy e disgustosamente ricco e, tra le mille donne di classe che avrebbe potuto avere al suo fianco, aveva scelto proprio lei.
Per sei mesi, il loro è stato un matrimonio da favola… finché un giorno, lei non viene a conoscenza di un segreto, che avrebbe distrutto il suo matrimonio.. e l’uomo che ama più della sua vita.
Decisa a far in modo che lui non scopra mai la verità, fugge lontano, lasciandosi alle spalle la sua vita da favola, ormai andata in pezzi.
Ma suo marito non è del suo stesso parere: lui è determinato a non perdere la donna della sua vita, a qualunque costo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve, perdonatemi, ma in questi giorni non riuscivo ad accedere al mio account. Spero di aver risolto cambiando password.
Il capitolo è venuto troppo lungo, cosi sono stata costretta a tagliarlo: il POV Inu sarà nel prossimo, che pubblicherò Domenica e sarà anche l'ultimo cap prima dell'Epilogo. 


6 Capitolo
 
Kagome Pov:
Ero sicura che non sarei stata più capace di ridere di nuovo, e soprattutto in presenza di Inuyasha, eppure è esattamente quanto mi ritrovo a fare cinque giorni dopo la sventurata serata trascorsa in sua compagnia.
Le giornate si erano susseguite in un'ordinata routine: lui arrivava al cottage ogni mattina per occuparsi del giardino e vi restava fino a pomeriggio inoltrato. Fedele alla sua parola, faceva in modo di non disturbarmi, cosa che mi faceva soffrire meno di quanto avrei sofferto se fossi stata costretta a incontrarlo ogni giorno.
O, almeno, era questo che mi ripetevo durante le lunghe notti insonni che trascorrevo rigirandomi nel letto.
La mattina del quinto giorno, dopo esser appena rientrata in camera mia con una tazza di caffè e qualche fetta di pane tostato, sento la voce profonda di Inuyasha risuonare in cucina.
Il mio cuore fa una piccola capriola in petto e l'ormai familiare brivido di apprensione mi corre lungo la schiena.
Prima o poi anche questi fenomeni sarebbero scomparsi… Vero?
Per qualche minuto c’è solo silenzio, poi sento delle urla provenire dal giardino e la signora Kaede chiamarmi a gran voce.
Scendo la scale due alla volta e trafelata faccio irruzione in cucina: << È stato aggredito da uno sciame d'api >> spiega concitata la signora: << Deve averle disturbate >>.
<< Uno sciame d'api? >> ripeto, gli occhi fissi sull'uomo a torso nudo che, oltre a essere bello e attraente come sempre, è anche coperto di tante piccole macchiette rosse.
<< Non c'è bisogno di fare tante storie >> brontola lui, rivolgendo alla signora Kaede uno sguardo di rimprovero.
<< Una puntura d'ape non ha mai ucciso nessuno >> afferma facendo il duro.
<< A meno che non si sia allergici >> afferma la donna.
<< Il figlio di mia sorella rischiò di morire per una puntura d'ape. Una cosa terribile: si gonfiò come un pallone >>.
<< Grazie, signora, ma io non avrò nessun problema, mi creda >> sbuffa lui.
<< Penso di avere una pomata adatta da qualche parte >> medita l'anziana donna.
Non so  se la sensazione che sto provando sia una conseguenza della paura o del fatto di aver visto per la prima volta mio marito in difficoltà.
So però di sentirmi all'improvviso molto ilare.
Inuyasha sbraita così furioso, per essere stato colto di sorpresa, furioso perché delle piccole api hanno avuto l'ardire di aggredirlo, che io sono costretta a mordermi il labbro inferiore per tenere a freno le risate, e la signora Kaede non è di certo di aiuto, mentre continua a blaterare dei terribili rischi che comportano le punture di insetto.
In cerca di una qualche distrazione, prendo la cassetta del pronto soccorso dal mobiletto posto sotto al lavello.
<< Eccola! >> dico, dopo aver rovistato nel contenuto.
<< Una pomata antistaminica. Siediti >> ordino poi a lui << Voglio prima assicurarmi che non sia rimasto alcun pungiglione, poi ti metterò la crema >>.
<< Sono perfettamente in grado di farlo da solo >> afferma lui rigido, ovviamente per salvaguardare la sua dignità.
Nonostante ciò, prende obbedientemente posto sullo sgabello che gli ho indicato.
<< Dov'è lo sciame adesso? >> domando, dopo aver controllato ogni singola puntura sulla schiena prima di cospargerla di unguento.
<< Perdonami se non so risponderti, ma non mi sono fermato abbastanza da controllarne la direzione >> borbotta, alzandosi in piedi di scatto.
Si avvicina alla finestra e guarda fuori: << Sai, ero piuttosto in ansia per me stesso >>.
<< Correva come un animale braccato >> si preoccupa allora di sottolineare la mia cara padrona di casa; << Ha spalancato la porta con tale irruenza che mi sorprendo di come non si sia scardinata >>.
L'immagine che la donna sta fornendo è così diversa da quella del forte, implacabile uomo d'affari che conosco, che sento il controllo venir meno e la prima risata nascermi in gola.
E sorprendentemente, dopo un primo momento di incertezza, Inuyasha scoppia a ridere a sua volta.
Come poi le risate si siano trasformate in lacrime, non avrei saputo dirlo.
So però che Inuyasha, all’improvviso, mi solleva fra le braccia e si siede, con me in braccio, sullo sgabello della cucina.
<< Scusami >> dico allora, in imbarazzo.
Cerco di sottrarmi, ma le possenti braccia di lui mi serrano intorno ed è allora, che le lacrime divengono un pianto copioso, inarrestabile.
<< Meglio, adesso? >> chiede lui quando, parecchi minuti dopo, i singhiozzi si calmano lasciando il posto a lievi sospiri.
Mette un dito sotto al mio mento e mi costringe a guardarlo in faccia, gli occhioni d’ambra che sembrano volermi leggere l'anima.
<< Scusami >> ripeto, il viso in fiamme, mentre ancora una volta e ancora inutilmente cerco di sottrarmi al suo abbraccio.
<< Non intendevo... >> comincio a balbettare.
<< Rilassati, tesoro, rilassati... >> mormora lui, la voce dolce e suadente.
<< Non ho interpretato questa manifestazione di umana debolezza come un
invito di alcun genere. In questo momento sono solo un amico che vuole
darti conforto >>.
<< Ma tu... tu hai detto che non eravamo più amici >> balbetto ancora incerta, rimettendomi in piedi.
<< In certe circostanze è necessario adeguarsi >> commenta.
<< Quando tornerai a essere di nuovo te stessa potremo riaprire le ostilità, se ti fa piacere >>.
<< Io non voglio che noi due diventiamo nemici >> sussurro allora << Io voglio... >>.
<< Credo che tu non sappia cosa vuoi davvero, ragazza >> interviene lui, << Mi sembri un po' confusa >>.
Si alza a sua volta e prende il tubo di pomata.
<< Hai intenzione di continuare la tua opera da infermiera? >> chiede.
<< Perché uno di quei dannati insetti ha fatto una breve ma fatale passeggiata nei miei pantaloni, e le conseguenze devono essere appurate. Vorresti controllare? >> aggiunge mentre, apparentemente ignaro delle fiamme che salgono sul mio viso, si abbassa i jeans.
<< Forse con un bacio potresti guarirmi >> sottolinea, poi applica una piccola dose di crema sui punti strategici e rimette i pantaloni al loro posto.
Mi volto e mi affretto verso la porta: << Devo prepararmi per andare al lavoro >> mormoro, mentre le mie parole vengono inghiottite dalla risata profonda di Inuyasha.
Una volta in camera, chiudo la porta alle mie spalle, mi appoggio alla parete e tiro un profondo respiro.
- È  stata una follia, proprio una follia! - mi rimprovero, ripensando alla scena che si è svolta in cucina pochi minuti prima.
E ora cosa avrebbe pensato...
Già, cosa avrebbe pensato?
Onestamente non lo so. Non ho mai capito a fondo i meccanismi di quella sua mente analitica, così pericolosamente astuta.
Inuyasha è un uomo temuto e rispettato in campo lavorativo, con una reputazione di professionista cinico e spietato, ma con me è sempre stato
diverso. Eppure, quando l’ho conosciuto e ho cercato informazioni su di lui, ho letto su molte riviste che anche nella sua vita privata, sapeva essere altrettanto freddo e privo di scrupoli.
Con me, però...
Scuoto il capo: con me è sempre stato tenero, gentile e incredibilmente affettuoso.
Solo con me.
Sono quasi certa di trovarlo ad attendermi in giardino quando, circa un'ora dopo, esco dalla camera per recarmi a lavoro.
Così, mi sono  preparata mentalmente per il confronto.
Una volta aperta la porta del cottage, però, ad accogliermi trovo solo gli alberi e le aiuole fiorite.
Sollevata, offro il viso al sole che risplende in un cielo completamente privo di nubi. L'aria è calda e profumata, e una gentile brezza mi arruffa i capelli e mi solleva l'orlo della gonna.
È  una giornata splendida, e io sono viva.
Chiudo gli occhi come sopraffatta dall'intensità di quel pensiero.
Per qualche anno ancora avrei avuto la possibilità di camminare, di parlare..
Posso ancora conoscere e girare il mondo, prima che sia troppo tardi.
Ma non posso avere Inuyasha.
All'improvviso tutto mi sembra senza senso, come se una nuvola grigia fosse repentinamente apparsa per nascondere il sole, ma la sensazione dura solo un istante.
Ho trascorso la settimana successiva alla rivelazione in uno stato di shock profondo, ma poi ho fatto una promessa a me stessa, una promessa che mi ha aiutata a riemergere da quell'abisso nero in cui il veleno di Kikyo mi ha fatta precipitare.
Niente autocommiserazione, niente crisi isteriche, niente lacrime amare.
E anche se a volte la volontà non basta per reprimere il pianto, tutto il resto dipende solo da me.
<< Non sono una smidollata >> dico ad alta voce mentre cammino svelta
lungo il viale << e non sprecherò una sola ora, un solo minuto del mio
prezioso tempo in patetiche, inutili recriminazioni. D'accordo? >>.
Continuò a dare istruzioni a se stessa per tutto il cammino.
Quando servo il primo cliente, come per incanto, il mondo ha ripreso una sua forma concreta.
In quel mondo però, Inuyasha ha ancora un posto.
Come avrei reagito quando finalmente fosse tornato a casa?  
Ma al momento lui è ancora qui!
Posso vederlo di tanto in tanto e sentire la sua voce.
Deve bastarmi.
Deve.
E invece non basta mai…

 


<< Salve, bellezza. È rimasto qualcosa da mangiare? >>.
Mi giro per guardare i giovanotti vestiti di pelle dalla testa ai piedi che hanno appena spalancato la porta del ristorante, con più forza del necessario.
<< Stiamo per chiudere >> replico, costringendomi a esibire un sorriso
cordiale.
<< E poi non accettiamo ordinazioni dopo le dieci >> aggiungo, indicando un cartello appeso al muro.
<< È proprio un peccato, non è così, Bankotsu? >>.
Senza staccarmi gli occhi di dosso, il tizio di nome Bankotsu  annuisce, un ghigno sulle labbra dalla piega sadica.
<< Perché noi abbiamo sete, capisci? E fame. I miei amici vorrebbero una tazza di caffè e qualche ciambella. Non è così, amici? >> interviene un ragazzo grande e grosso sulla ventina, che ha appena parcheggiato fuori al locale una motocicletta dalle dimensioni davvero impressionanti.
<< E i miei amici diventano un po'... sgradevoli quando non ottengono quello che vogliono >> aggiunge.
<< Kagome?! >> sento chiamare.
Allarmato dalle voci, Myoga fa capolino dalla cucina.
<< È rimasta qualche ciambella, credo >> afferma, indicando con un cenno del capo il gruppo che ha preso posto a un tavolo accanto alla finestra << E il bricco è ancora acceso. Va bene così, gente? >>.
<< Va bene! Va' a prendere il caffè, bellezza >>.
Guardo di soppiatto il tizio che ha parlato prima di raggiungere Myoga… i miei passi accompagnati da sgradevoli risate.
Proprio quello che mi ci voleva oggi, penso sconfortata, mentre infilo i dolci nel forno a microonde.
<< Scusami, ma ho creduto fosse meglio accontentarli >> dice il mio capo: << Koga viene a prenderti questa sera? >>.
<< No >> rispondo e guardo con fare nervoso la porta del ristorante.
<< Peccato >> toglie il vassoio dal forno e cosparge le ciambelle di zucchero a velo.
<< Ho il sospetto che quei tizi siano in cerca di guai. Comunque tu resta qui, a loro ci penso io >> mi rassicura.
<< D'accordo >>.
Con mani tremanti, sistemo cinque tazze, un bricco di caffè e le ciambelle su un vassoio.
<< Ma te ne prego, fa' molta attenzione >> mi raccomando.
L'arrivo di Myoga nella sala è sottolineato da frasi oscene e risate sguaiate. Sento pronunciare un paio di volte il mio nome, e non in termini lusinghieri.
<< Basta così adesso >> afferma l'uomo un attimo prima di rientrare in cucina.
<< Datevi una calmata, nessuno di noi vuole dei problemi, giusto? >> aggiunge sporgendosi dalla porta, poi guarda me: << Chiama la polizia. Penso che avremo bisogno di aiuto >>.
Ho appena riagganciato il ricevitore quando due dei teppisti entrano in cucina, gli occhi che luccicano di un bagliore cattivo.
<< Altro caffè, nonno >> ordina uno di loro << E questa volta, dovrà servirci lei >> precisa, puntando un dito contro me.
<< Kagome ha da fare in cucina >> Myoga muove un passo avanti, l'espressione decisa sul viso: << Vi servirò io >>.
<< Allora non solo sei stupido, ma anche sordo, vecchio >> commenta uno dei due, poi si avvicina alla porta per fare un cenno ai suoi compari.
Gli altri tre furfanti fanno irruzione in cucina. Due di loro afferrano Myoga e lo trascinano nella sala, costringendolo a sedersi su una sedia; gli altri prendono me.
<< Ti permetteremo di assistere allo spettacolo, nonno >> sghignazza quello che sembra il capo del gruppo, mentre abbassa le tende delle finestre.
Un cieco terrore si impadronisce di me.
Il cuore mi batte all'impazzata e urlo, e continuo a urlare disperatamente fin quando una mano grande e sporca mi chiude la bocca.
<< Falla stare zitta >> ordina quello che deve essere il capo; << Imbavagliala se necessario >>.
Chiude la porta a chiave, poi si gira verso i suoi compari che bloccano Myoga.
<< Non fatelo muovere, usate tutti i mezzi necessari. E tu, nonno >> aggiunse con tono beffardo << ricorda che quando noi facciamo un lavoro, andiamo fino in fondo.. >>
<< Basta, Renkotsu >> interviene uno dei ragazzi, l'unico dall'aspetto innocuo.
<< Stiamo esagerando, non... >>
Il resto della frase è inghiottito dal frastuono della porta che, spalancata con violenza, urta contro la parete.
Poi Inuyasha appare sulla soglia, gli occhi duri come l'acciaio.
<< Lasciatela andare >>.
Il comando è impartito con voce tagliente e, per un attimo, sento le mani che mi immobilizzano.. esitare, solo per tornare a stringere con maggiore forza.
<< E chi lo dice? >>  domanda uno dei sette.
L'uomo che chiamano Renkotsu scocca un'occhiata ammonitrice ai suoi amici:  << Voi occupatevi del vecchio nonno e della donna; a lui ci pensiamo io e Jakotsu >>.
Ho solo il tempo di vedere uno dei giovani serrare le mani intorno al collo di Myoga e i pugni di Inuyasha che si abbattono sul teppista a lui più vicino, mettendolo al tappeto.
Poi tutto si confonde alla mia vista in caleidoscopio di suoni e colori.
Vedo il mio capo, accasciarsi sulla sedia, forse perché il cuore ha ceduto e il tizio che fino ad allora lo ha immobilizzato, lanciarsi nella mischia.
In quel momento capisco che Inuyasha non ha una sola possibilità:l’avrebbero ferito o forse anche ucciso.. e io non posso fare nulla per lui.
La mia mente offuscata impiega qualche istante per registrare l'urlo della sirena che viola il silenzio della notte.
E intanto Inuyasha continua a combattere, fiero e invincibile, parando colpi e sferrando attacchi.
Alla fine, i soli due malviventi che sono rimasti in piedi vengono bloccati dagli agenti che irrompono nel locale.
L'uomo che mi ha tenuta prigioniera allora, mi spinge contro la parete, ma Inuyasha gli sbarra il passo con una luce assassina negli occhi.
<< Tu prova a toccarla e vedi che succede >> sibila fra i denti.
Jakotsu intanto si è portato alle sue spalle, una lama di coltello che scintilla sinistra in mano.
<< Inuyasha! Attento! >> urlo atterrita.
Con un balzo, lui si sposta di lato, sferra un calcio alla mano di Jakotsu e con altri colpi ben assestati lo fa crollare al suolo.
<< Kagome siediti. Appoggia la testa alla spalliera >> ordina con urgenza.
Mi sono lanciata in avanti di scatto, ma poi la stanza ha iniziato a girare vorticosamente e Inuyasha mi ha afferrata prima che potessi cadere e mi ha avvicinata a una sedia.
<< Ti prendo del brandy >> sento dire da Myoga, che fortunatamente sembra essersi ripreso.
Torna un istante dopo con un bicchiere pieno di liquore e me lo appoggia alle labbra, costringendomi a ingoiare qualche sorso.
<< Inuyasha ... Se non fossi arrivato tu... >> balbetto sotto shock.
<< Ma sono arrivato, giusto? >> commenta lui, con tono gentile, gli occhi fissi sul mio viso.
<< Io ci sarò sempre quando avrai bisogno di me. Non lo sai questo, Kagome? Ti amo, non smetterò mai di amarti e nulla di quello che potrai dire o fare, cambierà questo fatto >> dichiara con tono dolce.
Alzo il viso di scatto, paralizzata: << ma Inuyasha.. tu..  >> cerco di articolare, ma vengo interrotta.
<< Deve perdonarci, signore, ma abbiamo bisogno di farvi alcune domande, se la signora si sente in grado di rispondere >>.
Un giovane poliziotto con un'espressione di scuse dipinta sul viso, si è materializzato al nostro fianco.
<< Sì >> replico io << Preferisco farlo subito e poi non pensarci più >>.
Trascorrono altri trenta minuti prima che i poliziotti terminino il loro lavoro, e in tutto questo tempo Inuyasha non si è allontanato da me un istante nonostante alcune delle ferite che ha riportato continuino a sanguinare.
<< Va tutto bene >> afferma lui per la decima volta, quando coglie il mio sguardo preoccupato: << Piccoli tagli e qualche escoriazione, ma scommetto che almeno due di quei tizi sono conciati ben peggio di me >> scherza.
Avvilita, mi limito a scuotere il capo e a sfiorargli con la punta delle dita uno zigomo sul quale è già comparso un grande livido.
<< Ora vorrei portarla a casa >> interviene Myoga, la voce ancora un po' scossa nonostante, almeno all'apparenza, non abbia subito conseguenze dal suo malessere.
<< Una buona notte di sonno e il mondo le sembrerà un posto diverso >>.
Un posto diverso?
All’improvviso, provo l'insano istinto di urlare e di buttarmi per terra, mentre il risultato della combinazione di shock e dolore serpeggia nel mio corpo come una marea oscura.
Se solo il mio capo sapesse la verità.
Forse pensa che questa brutta esperienza sia la cosa peggiore che mi sia mai accaduta.
Chiudo gli occhi.
Quanto avrei desiderato che fosse vero, e quanto avrei voluto andar via dal ristorante con mio marito per far ritorno nella nostra casa, con l'unico problema di dover dimenticare al più presto possibile il disgustoso volto di quegli uomini.
Una desolazione troppo grande, perché le parole possano esprimerla, invade la mia anima e mi concentro con tutte le mie forze per fare appello a quel minimo di forza che mi è rimasto.
<< Non sarà necessario >> mormoro.
Tento di sorridere, ma mi rendo subito conto che è un'impresa impossibile. << Uno dei poliziotti ha detto che mi avrebbe scortato al cottage >>.
<< Ti accompagno io >> afferma Inuyasha, gli occhi socchiusi.
<< E non discutere, Kagome, per favore. Non adesso. >>
Qualcosa nella totale mancanza di espressione nella sua voce e nel suo viso, mi induce a sedare le parole di protesta che istintivamente stavo per pronunciare.
<< Va bene >> accetto << Vado a prendere la giacca >>.
Un pensiero domina gli altri mentre insieme camminiamo verso l'auto.
Inuyasha ha corso il rischio di essere ucciso e solo per proteggere me.
E forse è stata solo colpa mia, forse qualcosa che ho detto o fatto ha spinto i teppisti ad aggredirmi.
Forse, ma non avrei saputo dirlo con certezza.
Probabilmente, dopo tutto, i miei zii avevano sempre avuto ragione: la mia bellezza è solo una vile trappola, una brutta tentazione che induceva gli uomini a tirare fuori il peggio di se stessi.
<< Ora non iniziare a darti delle colpe >> la voce di mio marito, mi fa sobbalzare.
<< Quelli non sono uomini, sono diavoli >> riprende lui. << Provano il brutale istinto di distruggere ciò che è bello. Sono dei buoni a nulla, dovrebbero marcire in galera per il resto dei loro giorni >>.
<< Mi dispiace tanto >> sussurro, scuotendo il capo.
<< Non hai nulla di cui scusarti, devi convincertene. Non hai fatto nulla di sbagliato. Dimentica tutte le idiozie che ti hanno propinato i tuoi familiari e fidati di me. Non so cosa ti stia succedendo in questo momento, ma di una cosa sono certo: non è stata colpa tua. I tuoi attuali pensieri sono gli stessi di tutte le vittime della violenza. Pensano che in qualche modo abbiano contribuito ad aggravare le circostanze. Che nulla sarebbe successo se si fossero trovate in un altro posto, o se si fossero comportate in modo diverso, magari se avessero indossato abiti diversi. Sono solo sciocchezze. Non è stata colpa tua, credimi >> ripete con enfasi.
Annuisco debolmente: << Hai ragione, scusami sono una sciocca >> ribatto senza forze.
Lui stacca gli occhi dalla strada, giusto l'attimo necessario a guardarmi in viso.
<< Ti porto a casa mia, d'accordo? Dormirò sul divano se questo servirà a farti stare più tranquilla. Ora, se hai ancora voglia di parlare di ciò che è accaduto al ristorante... >>
<< No >> mormoro << voglio solo dimenticare >>.
Lui non dice più nulla, apparentemente concentrato sulla strada che si snoda nella campagna oscura e immobile, lasciandomi in compagnia dei miei pensieri.
Per quanto tempo potrò continuare così?
Quanto tempo ancora posso trascorrere prima del mio inevitabile crollo?
Non esiste via di fuga: posso solo sperare che Inuyasha desista e mi lasci sola.
<< Siamo arrivati >>.
La voce di lui mi  sottrae al filo del mio ragionamento.
Obbediente, scendo dalla vettura e lo seguo fino alla porta del cottage.
<< Penso che un caffè generosamente corretto sia necessario >> afferma lui, dopo aver richiuso la porta alle nostre spalle.
<< Vuoi pensarci tu mentre io vado a cambiarmi la camicia? >>.
Guardo allora quella che indossa, lacera e sporca di sangue: << Penso che dovresti lavare le ferite sul viso >> commento incerta << L'occhio ormai è quasi chiuso >>.
<< Non è un problema >> minimizza lui.
<< Questa volta ci penso io >> affermo mentre gli prendo un braccio: << Siediti, prendo dell'acqua e un asciugamano. Poi dovrai fare una doccia fredda, fra poco sarai coperto di lividi >> parlo piano, senza guardarlo in viso.
<< Se hai voglia di prenderti cura di me, non mi opporrò di certo >> scherza lui << Ho sentito la mancanza delle tue attenzioni >>.
Con un nodo che mi serra la gola, mi volto di scatto e corro in bagno.
Prendo quello di cui ho bisogno e torno nel salone.
L'atmosfera è vibrante di tensione e il silenzio è totale,  mentre mi inginocchio davanti a lui per lavargli il viso gonfio, iniziando a pregare disperatamente.
Una muta preghiera tesa a ritrovare la forza per non tradirmi, per arrivare fino in fondo alla strada che ho deciso di percorrere.
<< Ora basta! >> dice all’improvviso, afferrando il mio polso.
<< Baciami >>.
<< Cosa? >> chiedo incredula, puntando gli occhi nei suoi, che scintillano nella penombra in cui è immersa la stanza.
<< Ho detto: baciami. Per favore >> aggiunge, quando io non do alcun segno di muovermi.
Così faccio quello che so di non dover fare, quello che voglio fare, ciò di cui ho bisogno..
Mi chino su di lui, sfiorando con le labbra la pelle livida dello zigomo per poi raggiungere le sue labbra.
Inuyasha mi bacia a sua volta con una passione quasi frenetica, ed è il punto di non ritorno.
Dapprima i suoi movimenti sono quasi selvaggi, come se  volesse impossessarsi non solo del mio corpo ma anche della mia anima.
Poi il suo leggendario controllo riemerge e la sua bocca diviene calda e sensualmente erotica.
Con gesti lenti mi spoglia, liberandomi della gonna e della camicia sporca e spiegazzata, con dolcezza disarmante; poi strappa di dosso a sé i vestiti con una fretta mal contenuta.
Trattengo il fiato guardando i segni che la lotta ha lasciato sul corpo di Inuyasha, ma la mia esitazione non dura più di un istante, perché al mondo ormai esistiamo solo noi due e tutte le emozioni che le mani di lui suscitano in me mentre giocano sul mio corpo.
- Come sono riuscita a sopravvivere così a lungo senza di lui?- mi chiedo,
facendo scorrere le dita sulla pelle calda di lui.
Noi due ci apparteniamo.
È stato così sin dal primo incontro.
Sin dal primo istante, quest'uomo è diventato più importante della mia stessa vita.
Un gemito mi sfugge dalle labbra quando lui si china a baciare il mio corpo, in completa adorazione, facendomi sentire venerata e amata, come solo lui è in grado di fare. Bacia ogni piccola parte della mia pelle, lasciando una scia di fuoco che sento bruciare fin dentro l’anima.
Il mio uomo.
Il mio amore.
È lui, la mia vita.
Sono le sue mani, il suo amore, la sua forza, che mi tengono in vita.
Senza di lui, morirò comunque.
Mi lascio andare alle sensazioni, godendo di ogni istante in cui i nostri corpi si stringono e si sfiorano.
Mormora il mio nome, prima di entrare dentro di me con un solo colpo deciso, per portare entrambi, velocemente e inesorabilmente verso il culmine dell'estasi.
Dopo, mi stringe forte contro il petto, le braccia e le gambe intorno al mio corpo, come a volermi proteggere da tutto il male che il mondo avrebbe potuto infliggermi.
Non sa però che il male vero, è dentro di me…
Scivolò in un sonno tranquillo, felice di stare accanto all'uomo che amo tanto.
Qualcosa ad un certo punto nella notte, mi sottrae al mio sonno privo di sogni.
Apro gli occhi, ma le palpebre sono pesanti e mi sento stanca, come se fossi  stata drogata.
A fatica capisco che siamo distesi sul tappeto davanti al camino.
Inuyasha dorme ancora, e ancora mi protegge con il suo corpo.
Per un momento mi cullo nel suo calore poi, all'improvviso, l'adrenalina mi serpeggia nelle vene, inducendo il mio cervello a risvegliarsi completamente.
Come ho potuto essere così debole?
Tutte quelle settimane di agonia, quei crudeli confronti, sprecati in questo modo.
Adesso, dopo che abbiamo fatto l'amore, sono tornata esattamente al punto da dove sono partita tre mesi prima.
Per la seconda volta sarò costretta a spezzare il cuore all'uomo che amo, ma ogni cosa ora sarà più difficile.
Sono fuggita e l'espediente non ha funzionato.
Ho fatto del mio meglio per rifiutarlo e ho finito per fare l'amore con lui.
<< Kagome, amore mio >> biascica muovendosi e apre gli occhi << Tutto andrà bene, credimi >>.
Raggelo, mille pensieri che mi vorticano nella mente.
<< Inuyasha, io devo andare >> mi libero dal suo abbraccio << Devo tornare a casa >>.
<< Non c'è nessuna fretta >> replica lui, il tono caldo e pigro: << Abbiamo
tutta la notte a disposizione >>.
<< No! >>
Mi sollevo di scatto e con fare frenetico raccolgo i miei vestiti sparsi sul pavimento.
Questa volta, allarmato, lui si mette a seduto, l'espressione del viso repentinamente dura.
<< Non di nuovo! >> sbotta incredulo.
<< Tu non capisci >> dico, mentre lui si affretta a rivestirsi.
<< Ma capirò >> afferma lui << Credimi, capirò. Niente scuse, niente bugie. Adesso tu mi parlerai, e mi parlerai con onestà >> ribatte alterato come mai l’ho visto.
<< Perché mi hai lasciato? Lascia perdere la stupida storia del matrimonio che non funzionava, è solo una banale scusa che non può continuare a reggere. Perché mi hai lasciato? >> mi incalza.
<< Sono disposto a stare qui per giorni, settimane, anche mesi... Non mi muoverò prima di aver saputo la verità. E quel Koga! >> aggiunge, agitando una mano in aria.
<< A te non importa niente di lui. Non avresti potuto fare l'amore con me con tanta passione se fossi stata innamorata di un altro uomo. Io ti conosco. Ora guardami negli occhi e dimmi che non mi ami. Dimmi che non mi vuoi più nella tua vita >>.
Mi copro la bocca con una mano mentre lui avanza e prima che possa raggiungermi, mi giro e corro verso la porta, la spalanco e fuggo nella notte con l'unico desiderio di essere inghiottita dalle ombre e di non fare mai più ritorno.
Inuyasha mi riafferra per un braccio prima ancora che io riesca a girare l'angolo e mi attira  a sé con tale forza che vacillo in preda a un capogiro.
<< Tu mi dirai tutto >> sibila << E lo farai adesso! Io ti amo, ho il diritto di sapere. Sei mia moglie, dannazione, mia moglie! Che fine hanno fatto tutti i nostri progetti? I figli, una casa in campagna, invecchiare insieme... >>.
<< Io non invecchierò! >> urlo forte, tutte le emozioni faticosamente represse per mesi che tornano a galla impedendomi di essere forte e coraggiosa.
<< Non invecchierò, hai capito? Mi restano ancora pochi anni prima che il mio corpo ceda, prima di essere costretta a trascinarmi con le stampelle per poi finire su una sedia a rotelle! >> grido isterica, piangendo a dirotto.
<< Kagome! >> mi chiama lui, attonito, ma non lo ascolto.
<< No, adesso ascoltami. Era quello che volevi, giusto, sapere la verità? Questa è la verità, nuda e cruda! Morirò! Lo capisci? >>
Lo schiaffo che colpisce in pieno il mio viso, mi lascia per un istante senza fiato, ma serve a farmi  riemergere dal baratro isterico in cui sono precipitata.
Ci guardiamo entrambi sotto shock, immobili, come se il mondo intorno a noi, si fosse bloccato assieme ai nostri respiri.
Oh Dio, cosa ho fatto?

 





ANGOLINO MIO ^^


Ehm lo so.. volete uccidermi.. ma era necessario finisse cosi, perche da qui inizia il Pov Inuyasha, e sarebbe stato un capitolo troppo lungo. 
Aggiornerò prestissimo, sabato o domenica, il tempo di dare a tutte modo di leggere questo capitolo e fare supposizioni su cosa accadrà ora eheh :D
Kagome è espolsa! E ha parlato, non proprio come immaginavate dalle recensioni! Che ne pensate? Cosa accadrà? Cosa dirà Inuyasha?? :)
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, poi ci sarà un breve Epilogo.

Allora volevo chiarire: molte mi hanno chiesto della malattia. Posso dirvi che parlo della malattia chiamata " Distrofia Miotonica " che è una malattia genetica neuromuscolare, che fa parte delle distrofie muscolari e che colpisce qualunque età. Il quadro clinico è caratterizzato da perdita di massa muscolare, in particolare negli arti, miotono, c difetti nel sistema di conduzione cardiaco, alterazioni endocrine e deficit cognitivi nei casi congeniti. È presente un fenomeno di anticipazione per cui l'esordio tende a presentarsi ad un'età sempre più giovane di generazione in generazione nella stessa famiglia.

Ringrazio tutte le splendide persone che hanno letto la storia, che sono tantissime.
E ringrazio chi l'ha aggiunta tra preferiti,seguite e ricordate.

Ringrazio per le splendide recensioni *.* <3
Vi amo e mi piace tantissimo leggere i vostri commenti, risponderò presto a tutte! Fatemi sapere comè questo capitolo! :D
Che dire, a presto!! :)
Per qualsiasi cosa potete contattarmi su face, sulla pagina EFP o sul Gruppo Facebook "le storie di pillina 28"

KISS
 
   
 
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