Pioveva. Il lastricato di pietra che ricopriva quello squallido vicolo di Hogesmeade riluceva sotto il fuoco delle due torce che affiancavano l'insegna della piccola locanda. Aveva tutta l'aria di un posticino misero, nella parte più misera della città, frequentato principalmente da gente misera. Uno scorcio che pareva più strappato a Nocturn Alley; e indubbiamente anche la luce grigia e spenta di quella piovosa metà novembre contribuiva a renderne l'effetto.
Fatta eccezione per un paio di vecchi straccioni che richiedevano l'ennesimo boccale di birra al bancone ed una strega solitaria in fondo al locale, il pub era deserto. Le gocce di pioggia rigavano i vetri delle finestre, creando a poco a poco tante piccole linee tremanti intersecate.
La giovane strega sembrava fissare proprio quelle. Poi, con un gesto repentino ma un po' tremante, afferrò la bottiglia di Whisky Incendiario che aveva davanti a sé e se la rovesciò sulla bocca.
Quando sentì le ultime gocce del liquido bagnarle il collo, la strega capì di aver sbagliato miseramente mira.
 «Per la barba di Merlino!» gracchiò, fissando con occhi appannati la bottiglia ancora stretta in mano.  «Sei proprio una bottiglia cattiva! Adesso vado a dirlo al signore là in fondo che vende solo cattive boglitte… bittoglie… bottiglie, ecco!»
Scoppiò a ridere come una matta, reggendosi la pancia come se avesse potuto scoppiare da un momento all'altro.
Un uomo entrò nel locale, ma la strega non sembrò farci caso. Era troppo impegnata a stare in equilibrio sulla sedia per potersene accorgere; con uno sforzò immenso, tenuto conto dell'attacco di risate, riuscì addirittura a tirarsi un po' barcollante in piedi, per poi iniziare ad andare verso il bancone.
 «Lei… Sì, proprio lei, bel signore con la barba luuuunga...» esordì mimando platealmente. Un ubriacone scoppiò in una debole risatina.  «… Sì, barista. Merlino! Mi dia un altro Whisk…»
Non fece in tempo a finire la frase. Tonks scoppiò di nuovo a ridere senza contenersi troppo, mentre inciampava contro un'altra asse leggermente dissestata e in rilievo dalle altre.
 
Se ci fosse stato Remus, l'avrebbe sorretta. Non avrebbe mai lasciato che si fosse rovinata al suolo, e Tonks lo sapeva. Amava rimanere accoccolata contro di lui, specialmente d'inverno e quando era sola.
In entrambi i casi, Tonks aveva freddo. Fuori, e dentro. Soprattutto dentro.
Allora era difficile ridere senza Whisky, era difficile avere i capelli rosa, era difficile fare un sacco di cose.
Consolarsi, per esempio.
 Se ci fosse stato Remus, a quell'ora non sarebbe di certo stata alla Testa di Porco a tracannarsi i litri di Whisky Incendiario.
 
Tonks inciampò e cadde. Quando aprì gli occhi, era a terra, sul pavimento di assi di legno dissestate. Aveva gli occhi lucidi, e questa volta non era per effetto dell'alcol.
Remus non c'era.




Note dell'autrice: Ciao a tutti! Inizio questa piccola noticina a piè di pagina per dire che questa è la mia prima fanfic (siate clementi!)
Tonks è uno dei miei personaggi preferiti e, dopo aver finito due giorni fa "Il principe mezzosangue" mi è venuta un po' l'ispirazione per questa cosina.
La fanfic è ambientata più o meno quando Lupin è nel branco di Greyback, e la nostra povera Tonks si ritrova sola soletta (e di conseguenza depressione cosmica e capelli grigio topo.)
Spero vi piaccia! Lasciatemi pure una recensioncina piccola piccola, mi fareste davvero contentissima! ^_^
Ciao e alla prossima!