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Autore: Dragon gio    01/07/2015    2 recensioni
La mia personale visione della storia dopo il cap 699, non tiene conto degli eventi canonici del manga.
Sono trascorsi due anni dalla guerra, Sakura sta iniziando a cambiare, quello che un tempo era amore per Sasuke ora è divenuto semplice affetto. Naruto continua ad amarla in silenzio, senza mai osare mettersi in gioco. E mentre la giovane si interroga sui suoi sentimenti, Sai si fa avanti con coraggio e decide di dichiararsi alla "racchia".
{Naruto/Sakura ♥ Sai/Sakura} Accenni Hinata/Naruto
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Part 1
Ma salve a tutti! Credevate che non avrei più infestato EFP con le mie fiction, nevvero? E invece, eccomi qui in procinto di postare una long fiction NaruSaku+SaiSaku!
 
Allora, prima di lasciarvi alla lettura del primo capitolo, un paio di cose. Questa fiction è la mia concezione per antonomasia di famiglia all'interno del team 7, la coppia SaiSaku sarà protagonista tanto quanto la NaruSaku, con relativa prole. In parole povere è la mia personale visione di cosa accadde nelle serie dopo il cap 699, per ovvie ragioni non terrò conto né del cap 700, di The Last o del Gaiden, QUI non esistono.
 
Come di consueto, la storia l’ho ultimata di scrivere, quindi posterò i capitoli regolarmente ogni settimana!
 
Pareri, critiche costruttive e quanto altro, saranno ben accetti! Le recensioni sono nostre amiche, ricordatelo!
 
Buona lettura!

Sooner or Later, I swear we’ll make it there

[Sooner Than Later]

 

 
Part 1

Sentiva che quella era una mattinata storta, ma che potesse degenerare fino a certi livelli no di certo. Cosa diavolo ci faceva chiusa in uno dei bagni del personale dell’ospedale? Ad attendere una risposta da un test di gravidanza poi.

 
Come se non lo sapessi Sakura, non fare l’innocente…
 
L’ansia stava salendo, le formicolavano le dita di mani e piedi, ma non riusciva a stare ferma. Faceva su e giù per l’angusto posto, sospirando nervosa. Guardò di nuovo l’orologio, era ora. Afferrò il danno stick usato per fare quel test e trattenne il fiato. Due linee, positivo, Sakura era incinta. Per un attimo vide tutto buio, le ci vollero parecchi minuti prima di riuscire a realizzare seriamente cosa stava succedendo. Sembrava quasi un crudele scherzo del destino, proprio ora che la sua vita iniziava ad avere un senso, proprio ora che aveva finalmente un compagno da amare e che l’amava a sua volta. Già, proprio ora.
 
Raccattò tutte le sue cose ed uscì di corsa, andando spedita dal suo capo reparto per dire che non si sentiva bene e che tornava a casa. Indossò il suo cappotto rosso e si diresse verso l’uscita dell’ospedale, scontrandosi con il freddo pungente.
Le vie di Konoha erano tutte illuminate, il festival invernale era alle porte e c’era gente ad ogni angolo, si faceva fatica pure a camminare. Alzando gli occhi al cielo Sakura non poté fare a meno di pensare, con nostalgia, che erano già trascorsi due anni dalla guerra. Erano successe veramente tante cose da allora, come Sasuke che aveva deciso di lasciare nuovamente Konoha, anche se stavolta non da traditore. O Naruto che le si era dichiarato nel modo più impacciato e goffo che avesse mai visto fare a un ragazzo. Nonostante il grande amore dell’amico, Sakura lo aveva respinto, perché si sentiva ancora troppo legata a Sasuke. Semplicemente, secondo lei, non sarebbe stato giusto nei confronti di Naruto. Le ci erano voluti quasi due anni prima di riuscire a realizzare che Sasuke Uchiha non era l’uomo adatto a lei e, anche che per quanti sforzi facesse, non lo avrebbe mai potuto scordare.
 
Se ora ripensava a Sasuke il petto non le doleva più come due anni fa, ma forse questo cambiamento era da ricercarsi anche nel nuovo sentimento d’amore nato in lei da pochi mesi per il ragazzo più improbabile di sempre: Sai. Se solo poco tempo fa qualcuno le avesse detto che avrebbe finito per l’innamorarsi così di lui, forse Sakura le avrebbe riso in faccia, eppure era accaduto. Sai, l’indelicato ragazzo che l’aveva soprannominata “racchia”, una sera all’improvviso se ne era uscito bello tranquillo nel chiederle un appuntamento romantico.  Proprio lui, Sai, le aveva chiesto di uscire e con quale espressione seria poi.
 
La serata che ne era conseguita fu qualcosa da dimenticare, al solo ripensarci Sakura ancora si metteva a ridere. Naruto era imbranato, ma Sai lo batteva e di gran lunga in quel frangente. Fossero solo state le varie gaffe linguistiche, tipiche di Sai, si poteva anche salvare ma tutto il resto? Come l’aver dimenticato di prenotare il ristorante, l’essersi ritrovati in una bettola schifosa all’ultimo secondo, o l’aver regalato a Sakura dei fiori rarissimi a cui, a quanto pare, lei era terribilmente allergica. Così tanto allergica che gli occhi le si erano gonfiati a dismisura e la serata l’avevano dovuta concludere in ospedale.
Dopo quel disastro immane, Sakura pensava che Sai avrebbe desistito invece era tornato alla carica solo la settimana dopo. E poi quella dopo e quella dopo ancora. Insomma per un mese intero Sakura si era ritrovata ad uscire ogni fine settimana con Sai. Fino a quando, nel modo più ingenuo e sciocco Sakura gli aveva domandato perché ci tenesse così tanto a uscire assieme a lei.
 
“Mi sembra ovvio, perché ti amo!”
 
Se avesse potuto descrivere quel momento in un diaro, Sakura avrebbe intitolato l’evento con questa frase “la cosa più bella che mi avesse mai detto quello stupido di Sai e anche la più imbarazzante di sempre”. Perché ovviamente Sai non aveva mai peli sulla lingua, per lui dichiararsi da Ichiraku Ramen, con Kiba e Hinata seduti a tre centimetri di distanza era una cosa normalissima. Sorvolando sulla reazione esagitata di Kiba e le congratulazioni di Hinata, Sakura non poté fare a meno dal prendere di peso quel pazzo e trascinarlo via.
E se pensava che tutto fosse uno scherzo, dovette ricredersi quando si trovò faccia a faccia con Sai per strada. Non poteva scordare lo sguardo serio e penetrante che le aveva rivolto, ripetendo fra l’altro di amarla.
 
Cosa era quel sentimento nuovo? Per la prima volta era stata Sakura a non comprendere le sue emozioni, molto ironico dato che parlavamo di Sai che, per antonomasia, aveva sempre avuto difficoltà nel gestire i suoi sentimenti. Sembrava tutto terribilmente strano ma, poco a poco, Sakura aveva iniziato a metabolizzare le parole di Sai e anche ad accettarle. Ad accettarlo.
Non era mai stato un tipo di ragazza da farsi travolgere così dalla passione ma, diavolo, ormai non era più una bambina e sinceramente stava davvero bene in compagnia di Sai. Perfino Naruto, seppur un po’ riluttante in principio, aveva espresso la sua gioia nel vederla felice con il pittore. Le cose avevano preso a girare davvero bene, lei aveva finalmente ottenuto una carica di rilievo nell’ospedale di Konoha: medico chirurgo, poteva contare sul migliore degli staff ad assisterla durante le operazioni. Anche Sai aveva ricevuto una proposta interessante, divenire il supervisore della squadra Anbu incaricata di proteggere l’Hokage. Era stato Kakashi stesso a proporre Sai per ricoprire questo delicato ruolo, insomma il modo indiretto del loro Hokage per ripagare “l’ultimo arrivato” del team 7 di tutto quello che aveva sempre fatto per la sua squadra.  
 
Erano così felici per tutto che avevano dovuto festeggiare come si deve. Avevano festeggiato fin troppo si vede, perché dopo il solito appuntamento con cena fuori e passeggiata, Sai aveva invitato Sakura a venire a casa sua e… a restarci per tutta la notte. Nonostante in quel preciso istante Sakura desiderasse tutto fuorché essere incinta, non riusciva a pentirsi di quel che aveva fatto quella notte.
Per una volta, per la prima volta, si era sentita veramente donna. Essere desiderata fino a quel punto era una sensazione nuova e meravigliosa, sapere che un uomo voleva avere tutto da lei era qualcosa di incredibile per Sakura. Non aveva pensato, semplicemente aveva lasciato agire il suo istinto e se da un lato aveva fatto bene, dall’altro avrebbe voluto mettersi le mani al collo da sola. Ma come diavolo le era venuto in mente di fare sesso senza usare protezioni di alcun tipo? Sarebbe bastato uscire e andare a comperarli, il super market distava due passi da casa di Sai. Davvero, di lamentarsi adesso non ne aveva alcun diritto ormai la frittata era fatta.
 
“Almeno ne è valsa la pena…” bisbigliò sommessamente Sakura fermandosi dinanzi casa sua. In effetti sì, ora era nella merda più totale, ma dato che la sua prima esperienza sessuale era stata così appagante poteva dire che almeno non era stato tutto vano.
“E ora come glielo dico a Sai?”
Questo era il punto critico di tutta la faccenda, come dirlo al suo fidanzato in modo che non gli venisse un attacco di panico? Conoscendo Sai come minimo dopo due secondi correva a svaligiare la sezione “Donne incinta” della biblioteca di Konoha. Oppure sarebbe svenuto, o ancora peggio sarebbe fuggito abbandonandola. Un infinità di terrificanti panorami in cui Sai la lasciava si stagliarono nella sua mente. Non avrebbe nemmeno potuto dargli torto, aveva solo vent’anni e una vita intera davanti, diventare padre così all’improvviso non era certo il sogno. A ben pensarci, non lo aveva mai sentito parlare di queste cose, non aveva nemmeno idea se i bambini gli piacessero. Rimuginò così tanto e così a lungo che pensò addirittura di tenerlo all’oscuro, per un po’ poteva anche farlo, ma quando la sua pancia avrebbe inesorabilmente iniziato a gonfiarsi che scusa gli diceva? Che stava ingrassando? Sai era ingenuo ma non fino a questo punto. In quell’istante di ansia, le venne in mente solo una persona con cui potesse confidarsi. Anche se era un tantino folle, non poteva fare a meno di fidarsi ciecamente di lui.
 
 
Il giorno dopo Sakura bussava alla porta di Naruto, sapeva che era il suo giorno libero ed era la sua unica occasione per potergli parlare lontana da occhi indiscreti.
“Sakura-chan… che ci fai qui?!”
“Scusami se mi presento senza preavviso ma… ho bisogno di parlarti…”
Dal tono di voce spento e il viso pallido della giovane, Naruto dedusse che doveva esserle successo qualcosa di grave.
“Dai, entra!”
Si accomodò nel salottino, gettando occhiatacce in giro per il disordine allucinante che regnava ovunque. Decisamente Naruto aveva bisogno di una donna che gli facesse le pulizie in casa.
“Allora, Sakura-chan cosa è successo?”
Ancora prima che lei avesse aperto bocca Naruto sembrava già aver capito quanto fosse enormemente turbata. Sorrise scioccamente per questo, però era innegabile quanto l’amico fosse empatico quando si trattava di lei.
Fece un bel respiro profondo e iniziò a raccontare, non senza poco imbarazzo, che era rimasta incinta e aveva una paura folle di dirlo a Sai.
La prima reazione di Naruto fu quella di restare a bocca aperta, precisamente per cinque minuti suonati. Dopo svariati richiami da parte di Sakura, l’eroe di Konoha parve ridestarsi e iniziare a connettere qualche parola sensata una dietro l’altra. Dapprima ci furono alcune imprecazioni verso Sai, poi quasi sgridò Sakura per essere stata così “avventata”, infine si congratulò con lei per la lieta notizia. Ma non senza dare segni evidenti di squilibrio mentale.
“Naruto, tutto bene?”
“Sì, perché me lo chiedi Sakura-chan?”
“Perché stai… cercando di mangiare del ramen istantaneo crudo…”
“Aha, giusto!”
“Naruto senti… io devo trovare il modo di dirlo a Sai… ma senza spaventarlo, ecco!”
“Invece quel disgraziato meriterebbe di morire di paura, ecco!” Sbottò Naruto mostrandosi in parte alterato. Sakura iniziò a pensare che forse non era stata una gran idea quella di confidarsi con lui. Eppure sapeva che era l’unico al mondo che poteva davvero aiutarla, ne era certa.
“Naruto ascolta… l’ultima cosa che voglio è farmi odiare da Sai! Non lo sopporterei…ti prego aiutami!”
Davanti l’espressione amareggiata di Sakura, Naruto non poteva fare altro che arrendersi, ogni volta. Odiava vederla così triste e, in cuor suo, sapeva che avrebbe fatto di tutto pur di renderla felice, sempre.
“Sakura-chan, non ti preoccupare! Ci parlo io con Sai… gli spiegherò tutto!”
Tutto un tratto, Sakura percepì l’intera conversazione come un sentito Deja-vu. Lei che implorava Naruto, lui che le sorrideva gentile incoraggiandola e promettendole che avrebbe sistemato tutto da solo, ogni istante era terribilmente famigliare. Una fitta al cuore la travolse con violenza, procurandole un dolore sordo. No, non era possibile, stava per commettere lo stesso errore. Si morse le labbra, spaventata da tutto questo, da se stessa, dalla sua debolezza.
“Sakura-chan, stai bene?”
“Sì… Naruto ti ringrazio per esserti offerto di parlare con Sai ma… devo farlo io…”
Naruto perse un battito nel vedere i suoi occhi verdissimi così risoluti, nonostante fossero appena lucidi.
“Solo…”
“Cosa, Sakura-chan?”
“Mi accompagneresti?”
“Certo…”
“Grazie, Naruto…”
 
 
Si diedero appuntamento da Ichiraku Ramen la sera stessa, un uscita fra amici aveva detto Naruto. Sai arrivò puntuale come sempre, totalmente ignaro della bomba che stava per sganciargli addosso Sakura.
In un primo momento Sai non ci fece caso, ma dopo che Naruto rifiutò la seconda ciotola di Ramen offertagli dal proprietario, pensò che c’era qualcosa che non andava.
“Naruto, stai male per caso?”
“Perché me lo chiedi, Sai?!” Naruto si era irrigidito totalmente. Più tentava di sembrare naturale e peggio andava.
“Non è da te rifiutare del Ramen gratis…” Sai spostò lo sguardo su Sakura, lei era molto silenziosa e non aveva finito la sua porzione di cibo.
“Non è di tuo gradimento, Sakura?”
“Non è per questo signor Teuchi, il suo Ramen è sempre buonissimo! Sono io che ho un po’ di nausea stasera, tutto qui…”
Si alzò dal suo posto e si allontanò dicendo di dover fare due passi e, come era prevedibile, Sai iniziò ad agitarsi.
“Sakura… non ti senti bene?!”
“Ho solo bisogno di camminare…” Diede le spalle al pittore, ma poi facendosi coraggio gli chiese se voleva accompagnarla. Sai pagò il conto e poi si scusò con Naruto, raggiungendo la fidanzata che l’attendeva.
 
 
Quando furono abbastanza lontani, Sakura iniziò a parlare.
“Scusami se ti ho chiesto di uscire stasera ma… c’è qualcosa che dovevo assolutamente dirti!”
“Di che si tratta?”
Sai aveva le palpitazioni, forse lo nascondeva bene, ma era terribilmente nervoso. Temeva sinceramente che Sakura stesse per dirgli qualcosa di spiacevole. Prima diceva di sentirsi poco bene, era malata? Una qualche grave malattia? Rimase con il fiato sospeso, per lui quella manciata di minuti che lo dividevano dalla risposta di Sakura parvero una tortura.
“Aspetto un bambino…”
“Eh?”
Era imbarazzante, ma quella fu l’unica esclamazione che Sai riuscì a ripetere, per ben tre volte di fila. Sembrava un disco incantato.
“Sai…”
Poi, alzò un braccio goffamente indicando se stesso.
“Sarò padre? E’ questo che stai dicendo?”
Sakura stava andando nel panico, forse anche più di Sai stesso. Maledizione, non era così che doveva andare, Sai non aveva certo l’aria felice, anzi sembrava quasi che gli avessero tirato un pugno in piena pancia e lui stesse agonizzando.
“Lo so… non era la notizia che volevi sentire, ma non potevo tenerti all’oscuro! Cerca di capi…” Non riuscì a terminare la frase, improvvisamente venne catturata, letteralmente, dall’abbraccio di Sai. Sconcertata per l’improvviso impeto di passione rimase immobile, senza riuscire a dire niente. Aveva temuto il peggio, ma forse per nulla, si ritrovò a pensare nell’udire il battito del cuore di Sai così forte e vivo contro il suo petto.
“Sono felice! Sono certo, questa emozione… io sono felice al pensiero di diventare padre!” Si staccò un momento da lei per guardarla negli occhi.
“Sono felice!” Continuava a ripetere sfoggiando quel suo vero sorriso che faceva tanta tenerezza a Sakura.
“Sai…” Le si riempirono gli occhi di lacrime, lentamente scivolarono sulle guance fredde. Improvvisamente realizzò, in quel preciso momento capì che sarebbe diventata madre. E un bel pianto liberatorio le fu dovuto a quel punto. Stretta fra le braccia di Sai che continuava a coccolarla con gentilezza.
Nemmeno si accorsero che poco distanti da loro Naruto aveva osservato la scena dall’inizio, ed ora stava lì dietro quel vicolo a sorridere come un ebete.
 
Però con una punta di gelosia che lo divorava perché avrebbe voluto tanto esserci lui al posto di Sai.
 
 

  
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