Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: inu_ka    02/07/2015    1 recensioni
Sesshomaru, Tomoe e Kurama sono amici per la pelle, il loro rapporto è pari a quello fraterno. Nonostante il loro carattere particolare sono amati, coccolati e ben voluti dalle loro famiglie ma per Inuyasha non sarà lo stesso. La sua nascita sarà ritenuta una disgrazia e ogni giorno della sua vita sarà più duro del precedente, nonostante abbia un padre che lo ama, ha una madre che lo odia. Ma per lui non sarà sempre tutto nero perchè intorno a sè avrà anche delle persone che lo ameranno così com'è e chissà forse col tempo qualcuno riuscirà a fargli apprezzare la vita. In fondo non può piovere per sempre.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ultimamente Izayoi usciva spesso con una ragazza che aveva incontrato un giorno ad un centro commerciale, per la precisione l’aveva incontrata in un negozio di abiti vicino al settore premaman per puro caso entrambe avevano preso la stessa maglietta, e la ragazza, che sembrava essere più piccola di Izayoi, per educazione gliela lasciò e da lì cominciarono a parlare andando a sedersi in un bar per prendere una cioccolata calda. La ragazza quando Izayoi le chiese il nome sembrava un po’ spaesata ma guardandosi le mani dove si intravedevano delle lunghe unghie le venne in mente una parola “Kitsune”, ad Izayoi come nome parve strano in quanto significava “volpe” ma la ragazza le disse che i suoi genitori erano dei veri e propri appassionati di letteratura giapponese e a loro era sempre piaciuto il mito delle kitsune e avevano finito col darle questo nome, solo così Izayoi si convinse che quella ragazza davvero si chiamava Kitsune. Entrambe sembravano intendersi e per questo decisero di incontrarsi spesso. Intanto la No Taisho /Soushi era impegnata con le sfilate primavera/estate e spesso si facevano i doppi turni per questo motivo, anche se Sakura si era del tutto ripresa e aveva ripreso a lavorare, fu deciso che sarebbero rimasti al tempio ancora per un po’ almeno fino alla fine delle sfilate così sia Sakura che Ririchiyo non si sarebbero sentite eccessivamente sole come anche i bambini. Era sabato e l’asilo era chiuso perciò Sakura e Ririchiyo avevano deciso di portare al parco i loro bambini ma lì Ririchiyo ebbe una brutta sorpresa, si era seduta con Sakura ad una panchina vicino al laghetto, mentre i loro figli stavano dando da mangiare alle paperelle, vicino a loro passarono due ragazze una di loro aveva un volto fin troppo familiare ed era Izayoi mentre l’altra ragazza che le teneva la mano aveva un viso sconosciuto ma Ririchiyo non era dello stesso parere per lei quella ragazza aveva una non so che di familiare infatti osservandola bene aveva una cosa che solo suo marito aveva. Sakura vide che stava osservando quelle ragazze con molta attenzione perciò la distolse per chiederle cosa la stesse affascinando così tanto.
-Ririchiyo perché le stai fissando?-
Ririchiyo distolse lo sguardo per poi rivolgersi all’amica.
-Sakura osserva bene quelle ragazze e dimmi cosa noti.-
-I miei occhi purtroppo vedono che una di quelle è quell’arpia di mia cognata.-
-Osserva bene.-
Sakura si concentrò di più per notare se ci fosse qualcosa di strano ma non vide nulla.
-Ririchiyo non vedo niente se non il fatto che Izayoi ha un’amica.-
-E’ proprio lei la cosa strana, se le osservi bene gli occhi lo noterai.-
-Ha gli occhiali da sole è impossibile vederli.-
-Uffa, comunque quella ragazza non me la racconta giusta. Aspetta chiamo un attimo Miketsukami.-
-Non mi sembra il caso se non sbaglio sia lui che Inu sono impegnati nell’organizzare la scaletta per la prossima settimana.-
-Farò subito, tu intanto continua ad osservare quelle due.-
Ririchiyo compose il numero del cellulare di suo marito e con grande stupore di entrambe, la ragazza che era con Izayoi rispose al telefono e questo confermò i sospetti della han’yō che con una scusa continuò a parlare.
-Miketsukami tornate per pranzo?-
Ririchiyo cercò di essere il più dolce e naturale possibile non voleva destare sospetti nel marito voleva vedere fin dove arrivava la sua recita.
-Amore non so se per quell’ora avremo finito.-
La voce di Miketsukami era diversa dal solito e questa fu un ulteriore conferma ma quella definitiva fu quando Tomoe chiamò sua madre e la ragazza che era insieme ad Izayoi sussultò evidentemente temeva che sua moglie lo avesse scoperto, non c’era da stupirsi anche se lei non era una youkai-ka volpe era più furba e intelligente di lui. Appena chiusa la chiamata la ragazza e Izayoi scomparvero. Ririchiyo stava ghignano pensando alla sua vittoria.
-Sakura dopo questa chiamata hai notato qualcosa di strano nella ragazza che era insieme ad Izayoi?-
-Sì quando hai chiamato ha preso anche lei il cellulare e le sono caduti gli occhiali e ho notato che…-
Sakura stava ancora parlando ma Ririchiyo la interruppe.
-I suoi occhi erano etero cromatici.-
-Sì però può essere una coincidenza anche gli umani possono averli così.-
-Sì ma non di quel colore. Quel traditore di mio marito ha usato i suoi poteri per stare con Izayoi ma se pensa che gliela farò passare liscia si sbaglia.-
Gli occhi viola di Ririchiyo si accesero e quello era un segno che si era davvero arrabbiata e che non stava scherzando. Si era fatto tardi quando decisero di tornare a casa per il pranzo ma siccome i loro mariti non ci sarebbero stati decisero di pranzare in un fast food ovviamente i bambini erano al settimo cielo, anche Kitsune e Izayoi erano andate a pranzare fuori e adesso tra un boccone e l’altro stavano discutendo della loro vita.
-Allora Izayoi come ci si sente ad essere sposati? Vorrei tanto esserlo anche io, sai ho sempre sognato di sposarmi e creare una famiglia tutta mia.-
Miketsukami doveva stare molto attento a quello che diceva perché una parola sbagliata poteva mandare all’aria il suo piano, era già un miracolo che Izayoi non lo avesse scoperto e per una volta ringraziò i Kami per la stupidità di quella donna perché se fosse stata più intelligente avrebbe potuto capire immediatamente che Kitsune e Miketsukami erano la stessa persona visto che le aveva dato due indizi importanti ossia Kitsune che significava volpe e l’eterocromia insolita dei suoi occhi e l’unica volpe che aveva quegli occhi era lui ma si vedeva che lei non ci aveva fatto molto caso visto che quando si erano conosciute lei aveva detto di non aver mai visto degli occhi di quel colore e questo giocò a suo favore. La sua trasformazione era perfetta nessuno si era accorto che non era un vero umano e adesso Izayoi credeva di aver trovato un’amica senza sapere che chi aveva davanti altri non era che uno dei suoi datori di lavoro infatti adesso stavano tranquillamente parlando ma alla domanda che le fece Kitsune sembrò pensarci un po’ prima di rispondere.
-Te lo sconsiglio fortemente, non è per niente bello il matrimonio e ancor meno lo sono i figli.-
Izayoi aveva assunto un’espressione disgustata mentre Miketsukami dovette trattenersi dal dire che non era affatto così perché lui era felicemente sposato e aveva uno splendido bambino però per il momento doveva mascherare la cosa facendo la parte dell’inesperto.
-Non credo che sia così, io il matrimonio l’ho sempre visto come una cosa bellissima e avere dei figli per me sarebbe un sogno. Izayoi però se non sbaglio tu sei sposata e stai per avere un bambino, però da come stai parlando devo dedurre che tu non sei per niente felice.-
Ora arrivava il bello Miketsukami voleva sentire a tutti i costi se Izayoi avesse ripetuto le stesse cose che aveva detto loro.
-Hai ragione non sono affatto felice non era questa la vita che volevo, io sono una modella e l’avere dei figli rischia di mandare a monte tutta la fatica che ho fatto per arrivare dove sono arrivata.-
Miketsukami avrebbe voluto dirle che era grazie a Shin se lei adesso era la modella di punta della No Taisho/Soushi ma purtroppo non poteva.
-Immagino, deve essere stata dura per te però se fossi al tuo posto non vedrei solo il lato negativo della storia in fondo molte modelle sono sposate e hanno dei figli e se io fossi incinta di uno splendido han’yō sarei ancora più felice.-
-Ma sei impazzita? Mi dici cosa c’è di bello nel mettere al mondo un rifiuto della società?-
-Izayoi mi dispiace ma questa volta non la penso come te. Gli han’yō non sono inferiori a noi anzi io li ho sempre trovati carini, sono particolari e ancora oggi non mi spiego il perché siano discriminati. Tu perché li discrimini? Cosa ti hanno fatto?-
Miketsukami cercava di fare la parte dell’ingenua mentre Izayoi la guardava sbigottita anche perché non sapeva cosa rispondere e così Miketsukami sorrise e rispose al posto suo.
-Come immaginavo, loro non ti hanno fatto niente ma tu li discrimini perché ormai è usanza comune emarginarli ma penso che tu sia abbastanza adulta da farti un’idea tutta tua allontanandoti dai canoni della società.-
-Kitsune non sono d’accordo con te, il bambino che porto in grembo verrà discriminato ed emarginato a prescindere da quello che penso io e sinceramente non lo volevo nemmeno.-
-Scusami se dico una simile cattiveria, ma perché non abortisci se non lo vuoi.-
Izayoi sospirò pensando al motivo per cui non lo aveva fatto, ne parlò ugualmente con la sua amica anche se voleva rimanere sul vago.
-Non posso, mio marito non dà il suo consenso ed essendo sposati non posso decidere solo io.-
Disse amareggiata.
-Scusa se non sbaglio sei messa piuttosto bene economicamente, potresti pagare un dottore per fare l’aborto e farlo risultare come un aborto spontaneo.-
-Ci ho già provato ma mio marito non è uno scemo ha preso le dovute precauzioni.-
-Capisco però secondo me dovresti tenerlo quel bambino in fondo non è colpa sua se adesso è nel tuo grembo dovresti saperlo, avreste dovuto usare delle precauzioni prima di divertirvi, non mi sembra giusto che adesso il bambino paghi per il vostro errore.-
Miketsukami era stato piuttosto duro in fondo quello che aveva detto era la verità non si trattava di una recita sperava solo che Izayoi capisse quel semplice concetto.
-Da una parte hai ragione ma purtroppo io non sono pronta per fare da madre e poi prima di sposarmi avevo messo in chiaro con mio marito che non volevo avere figli lui aveva accettato e mi aveva promesso che per amore avrebbe rinunciato a diventare padre però come puoi vedere tu stessa è venuto meno alla parola data.-
-Izayoi non è solo colpa di tuo marito anche tu ci hai messo del tuo, i bambini si fanno in due ed è per questo che sono convinta che dovresti tenerlo e poi non c’è un’età fissa per diventare madre la mia quando mi ha messa al mondo aveva solo 17 anni anche lei ha sbagliato ma come vedi non ha fatto pagare me per la sua sbadataggine.-
-Hai perfettamente ragione quello che dici è vero, sai mi hai convinta credo proprio che lo terrò. Per il momento penserò a farlo nascere poi il resto si vedrà.-
Miketsukami era felice per essere riuscito a farle cambiare idea ora la difficoltà stava nel fargliela mantenere.
-Visto non ci voleva molto per capirlo comunque ti consiglio di usare abiti un po’ più larghi altrimenti il bambino non ha abbastanza spazio. Ora che ne dici di andare un po’ in giro per negozi?-
-Kitsune credo che tornerò a casa sono piuttosto stanca questo han’yō si muove troppo.-
-Ops scusami non ci avevo pensato, allora ti accompagno a casa.-
Le due ragazze uscirono dal locale e si diressero verso la casa di Izayoi, una volta arrivate lì si salutarono promettendosi di sentirsi per telefono visto che Kitsune aveva detto di essere impegnata con gli studi per i prossimi giorni. Quando fu abbastanza lontano, Miketsukami assunse il suo vero aspetto non poteva di certo farsi vedere in quelle vesti da sua moglie perché se lei avesse scoperto il suo piano avrebbe potuto mandare a monte ben sei mesi di travestimento ma lungo il tragitto ripensò alla telefonata che aveva ricevuto al parco e non sapeva perché la cosa lo stesse inquietando e più si avvicinava a casa sua più la sensazione che sarebbe successo qualcosa diventava più forte. Quando arrivò sulla soglia di casa sua, suo figlio lo accolse al suo solito modo mentre sua moglie era rimasta in cucina così decise di coglierla di sorpresa ma quando stava per metterle le mani sugli occhi fu colpito in pieno volto da una cucchiaiata.
-Ahia ma che modi sono, è questo il modo di accogliere un marito che torna stanco dal lavoro?-
Ririchiyo lo stava letteralmente incendiando con gli occhi ma non disse nulla se non una sola parola.
-Izayoi.-
-Eh! Cosa centra Izayoi?-
Disse interdetto.
-Miketsukami non mentirmi lo sai che con me i tuoi poteri non funzionano, perciò o mi dici la verità oppure puoi andare fuori e rimanere lì finchè non mi dirai la verità.-
Miketsukami sospirò, lo sapeva che prima o poi sua moglie lo avrebbe scoperto perciò se non voleva aggravare la situazione non gli restava che confessare ma improvvisamente sua moglie gli disse una cosa che gli fece capire che doveva sbrigarsi.
-Io una mia teoria già ce l’ho. Hai scoperto di provare qualcosa per quell’arpia e siccome nella tua forma originaria lei non ti accetterebbe hai deciso di usare i tuoi poteri per trasformarti e rimanere al suo fianco? Cosa c’è io non sono abbastanza per te? Se non vuoi pensare più a me pensa che abbiamo un figlio e non puoi abbandonarlo per una come lei e ricorda che anche se non lo vuole lei è incinta. Dovresti solo vergognarti per quello che stai facendo.-
Disse guardando con indignazione suo marito.
-Cara hai frainteso tutto. E’ vero che mi sono trasformato in una ragazza per conquistare la fiducia di Izayoi ma non l’ho fatto di certo per quello che pensi tu.-
-Se non è per quello che ho detto io, allora per cos’è?-
Miketsukami chiuse la porta assicurandosi che suo figlio non ascoltasse e si affrettò a spiegarle l’intero piano. Non poteva di certo rischiare di rovinare il suo matrimonio per uno stupido fraintendimento. Ririchiyo, mentre suo marito parlava, lo fissava intensamente e vide che non stava mentendo inoltre capì che quella spiegazione non faceva una piega. Quando Miketsukami finì di raccontarle tutto lei non potè far altro che complimentarsi per l’astuzia del suo youkai-ka. Ora che tutto era stato chiarito poterono sedersi al tavolo per gustarsi i deliziosi manicaretti che Ririchiyo aveva preparato. Ririchiyo si scusò anche per aver dubitato della fiducia di suo marito, avrebbe dovuto saperlo che lui non avrebbe mai tradito la sua famiglia ma purtroppo la gelosia le aveva annebbiato la ragione, dopo cena ognuno andò a letto per riposarsi in quanto la giornata seguente sarebbe stata molto impegnativa come tutte le altre del resto, inoltre Miketsukami doveva lavorare il doppio perché doveva occuparsi sia dei suoi compiti in azienda e sia di Izayoi, l’unico sollievo per lui era che la gravidanza stava giungendo al termine quindi Kitsune sarebbe rimasta in scena ancora per poco perché dopo la nascita del bambino lui con qualche scusa l’avrebbe fatta sparire.
Grazie al piano di Miketsukami anche Shin poteva stare più tranquillo perché negli ultimi periodi aveva visto sua moglie molto più tranquilla inoltre aveva smesso di parlare di aborti e tutto grazie alla fantomatica Kitsune ma Shin non sapeva che quella che aveva convinto Izayoi a tenere il bambino altri non era che il suo amico Miketsukami, solo Ririchiyo era a conoscenza della sua doppia identità.
I giorni passarono senza troppi cambiamenti, tutti erano ritornati ai loro impegni Izayoi era rimasta piuttosto tranquilla e sembrava davvero aver accettato la gravidanza anche se non del tutto ma la cosa peggiore era che questo aveva influito sulla vita sentimentale dei futuri genitori però a Shin non importava per lui adesso era più importante far nascere il suo erede piuttosto che scambiarsi qualche effusione in fondo suo figlio sarebbe stato sangue del suo sangue mentre Izayoi per quanto lui la amasse restava pur sempre un’estranea, non li piaceva pensarla così però purtroppo se lei si comportava in questo modo lui non poteva pensarla diversamente in fondo lei aveva accettato di portare avanti la gravidanza solo perché lui l’aveva ricattata. Purtroppo questa era la calma prima della tempesta e questa arrivò all’ottavo mese della gravidanza. Izayoi era rimasta a casa in quanto la sua amica non poteva uscire infatti Miketsukami era impegnato con la parte finanziaria dell’azienda, era appena uscita dalla doccia e mentre si stava asciugando improvvisamente sentì un rivolo d’acqua scenderle sulle gambe questo significava che le acque si erano rotte, mancava ancora un mese al termine della gravidanza ma a quanto pareva il bambino aveva fretta di uscire. Izayoi era spaventata e immediatamente chiamò suo marito che in meno di cinque minuti era giunto da lei, la portò velocemente in ospedale dove fu portata d’urgenza in sala parto. Shin era nervoso temeva per l’incolumità del bambino sperava che l’essere un han’yō lo aiutasse a sopravvivere intanto nella sala parto i dottori cercavano di far partorire Izayoi con un parto naturale ma purtroppo l’utero non era sufficientemente dilatato per far passare la testa del bambino che nonostante premesse non riusciva ad uscire.
-Signora No Taisho l’apertura non è sufficientemente larga, il bambino non riesce ad uscire e l’unico modo per farlo nascere è un parto cesareo altrimenti….-
Il dottore fu chiaro e conciso ma prima che potesse finire di esporre il problema Izayoi lo interruppe.
-Non si azzardi a farmi nessun taglio, l’han’yō nascerà con un parto normale.-
Nonostante i dolori Izayoi continuò a spingere sotto l’incredulità dei dottori che non si spiegavano perché la donna avesse rifiutato di sottoporsi ad un taglio cesareo mettendo a rischio la vita di suo figlio che per giunta aveva chiamato han’yō pronunciando quella parola con disprezzo. I dottori fecero di tutto affinché il bambino nascesse, l’apertura era ancora molto stretta e un medico dell’equipe non ce la faceva più a vedere quella scena anche perché il bambino a breve sarebbe morto per asfissia, era un neo laureato e per lui la vita di un bambino valeva più della sua carriera e per questo doveva andare contro ai suoi superiori e contro la donna inoltre avrebbe rischiato anche la galera oltre che la radiazione dall’albo dei medici. Il medico iniettò un anestetico per addormentare la donna perché sicuramente se avesse usato un anestetico locale si sarebbe dimenata rendendo impraticabile l’operazione, il resto dei medici tentò di fermarlo ma lui era irremovibile, non appena l’anestetico fece effetto iniziò a fare il taglio che avrebbe fatto vedere la luce al bambino. L’operazione durò poco e in breve tirarono fuori il bambino ma non erano riusciti ancora a fargli emettere il primo vagito, era cianotico e sembrava respirare a fatica il tutto era la conseguenza dell’essere rimasto troppo tempo senz’aria, decisero di intubarlo e portarlo in terapia intensiva. Shin era preoccupatissimo né sua moglie e né suo figlio erano usciti da quella stanza solo dopo un po’ un dottore gli si avvicinò.
-Lei è il signor No Taisho?-
Il dottore che si era rivolto a Shin era lo stesso che aveva preso la decisione di praticare il parto cesareo senza il consenso della donna adesso temeva la reazione che avrebbe avuto il neo papà.
-Sì sono io. Dottore mi dica come sta mio figlio?-
Il dottore rimase stupito perché Inu aveva chiesto solo del figlio e della moglie non aveva fatto nemmeno il nome.
-Abbiamo avuto qualche complicazione, abbiamo dovuto intubare suo figlio e adesso si trova in terapia intensiva. Purtroppo per farlo nascere sono andato contro il volere si vostra moglie, mi dispiace ma non potevo vedere morire un bambino davanti ai miei occhi.-
Shin non ci stava capendo un granché le sue orecchie avevano smesso di ascoltare non appena il dottore aveva menzionato la terapia intensiva ma con quello che aveva sentito a tratti, riuscì a fare la sua domanda.
-Scusi ha detto che siete andato contro il volere di mia moglie, che significa?-
-L’utero non era abbastanza dilatato per poter far passare il bambino e l’unica soluzione era il parto cesareo ma non so perché sua moglie ha rifiutato di sottoporsi all’intervento, ha continuato a spingere ma lo stesso non è servito ed è stato in quel momento che ho anestetizzato vostra moglie praticando il parto cesareo. Vostra moglie è ancora addormentata e non sa quello che è successo comunque se vorrete prendere dei provvedimenti nei miei confronti siete liberi di farlo ma sappiate che non avrò rimpianti per quello che ho fatto.-
Il dottore guardò fisso lo youkai senza scomporsi.
-Dottore la ringrazio per aver fatto nascere mio figlio e sappiate che non ho alcuna intenzione di farle causa e nemmeno mia moglie lo farà anzi vi chiedo umilmente scusa per i problemi che vi ha causato quando si sveglierà le parlerò io non preoccupatevi.-
Shin aveva rassicurato il dottore ma dentro di lui covava una rabbia incontrollabile non poteva credere che sua moglie avesse cercato di far morire il loro bambino e non appena si sarebbe svegliata avrebbe fatto i conti con lei. Ci vollero due ore prima che Izayoi si svegliasse e Shin nel frattempo era andato a vedere come stava il suo primogenito, quando lo vide gli si spezzò il cuore, si trovava all’interno di un’incubatrice e dalle braccine del suo bambino fuoriuscivano dei piccoli tubicini che evidentemente servivano per alimentarlo e idratarlo ma la cosa che lo fece sentire ancora più male fu il vedere il respiratore che manteneva in vita quel piccolo angelo che sperava non volasse mai via da lui. Inconsciamente Shin cominciò a piangere non poteva credere alla sofferenza che Izayoi aveva procurato al loro bambino e mentre pensava a ciò gli venne in mente il motivo per cui sua moglie si fosse rifiutata di sottoporsi al parto cesareo. Dopo aver salutato il suo angelo si diresse nella stanza dove era stata portata sua moglie, Shin quando entrò la trovò sveglia ma invece che preoccuparsi per le sue condizioni assunse un’espressione gelida, per lei provava solo rabbia e di questo lei se ne accorse ma volle far finta di nulla.
-Amore come sta il nostro bambino? Non ho ancora potuto vederlo, potresti descrivermelo.-
Izayoi aveva assunto un falso sorriso proprio come la sua preoccupazione, Shin era irremovibile e continuava a fissarla con aria gelida.
-Izayoi giuro che se dovesse succedere qualcosa a mio figlio la pagherai cara.-
Disse in tono duro.
-Ma cosa stai dicendo, io non ti capisco.-
Izayoi continuava a fingere ma sapeva che ingannare suo marito non sarebbe stata una passeggiata.
-Sai benissimo a cosa mi riferisco non fare la finta tonta. Hai cercato di uccidere il nostro bambino rifiutandoti di sottoporti al parto cesareo e se proprio vuoi saperlo per la tua stupidità è collegato ad un respiratore e i dottori non sono certi che sopravvivrà e se sopravvivrà non sanno quali danni potrebbe riportare.-
Shin era sul punto di piangere perché il solo raccontarlo gli aveva riportato alla mente l’immagine di quel piccolo angelo che adesso si trovava tra la vita e la morte. Izayoi dopo le parole di suo marito ebbe un colpo e velocemente si portò la mano sul ventre.
-Maledizione avevo categoricamente vietato di praticare il cesareo, me la pagherà non appena uscirò di qui.-
Izayoi era su tutte le furie perché quel taglio avrebbe deturpato il suo fisico.
-Tu non farai un bel niente, ricorda che sono uno dei migliori avvocati e stai sicura che contro di me perderai inoltre con quali soldi pensi di pagare per averne uno, perciò far causa a quel dottore non ti servirà a nulla perché io difenderò il salvatore che ha permesso a nostro figlio di nascere.-
-Shin non provare più a dire che quello è nostro figlio perché quello scherzo della natura è solo tuo figlio e giuro che se mi ha rovinato la carriera gli renderò la vita un vero inferno tanto che maledirà il giorno in cui è nato.-
Izayoi aveva urlato e questo fece precipitare gli infermieri per accertarsi che la paziente stesse bene, Shin li rassicurò e li fece uscire dalla stanza.
-Tu non lo toccherai nemmeno con un dito.-
-Le parole feriscono più delle mani.-
Disse Izayoi ghignando cosa che fece anche Shin ribattendo.
-Hai ragione, credo proprio che userò immediatamente quest’arma facendo una piccola chiamata al mio caro fratello. Allora che ne pensi sei ancora convinta di quello che hai detto?-
Shin era sicuro di sé e Izayoi sapeva che contro di lui non aveva chance perciò si limitò a voltare il capo dalla parte del muro evitando così di fissare gli occhi ambrati del marito. Shin uscì dalla stanza per poi ritornare a controllare come stava suo figlio e nel frattempo approfittò per fare qualche chiamata avvisando suo fratello e i suoi amici che suo figlio era nato ovviamente omise come stavano realmente le cose li avrebbe informati quando sarebbero arrivati. Nel frattempo un dottore gli si avvicinò.
-Signor No Taisho con il trambusto che c’è stato abbiamo dimenticato di chiedere il nome del bambino per completare l’atto di nascita.-
Shin ci pensò un po’ su e gli venne in mente un’idea.
-Dottore in realtà non ci abbiamo ancora pensato, vorrei aspettare mio nipote per deciderlo.-
-Va bene aspetteremo ma faccia in fretta.-
Shin ringraziò facendo tornare il dottore al suo lavoro. Stava ancora osservando suo figlio quando udì delle voce familiari in lontananza, erano i bambini che stavano correndo verso di lui.
-E’ nato? Vogliamo vederlo, possiamo?-
Tomoe era il più entusiasta di tutti, Shin non sapeva se farglielo vedere aveva paura che potesse spaventarsi ma il bambino ci pensò da solo arrampicandosi alla finestra per vedere, c’erano altri bambini ma Tomoe intuì subito chi era il loro cuginetto.
-Papà perché ci sono tutti quei fili?-
Disse in tono dispiaciuto, Miketsukami non sapeva cosa rispondere anche perché nemmeno lui lo sapeva, ci pensò Shin a trovare una scusa.
-Ci sono tutti quei fili perché è molto pigro e non vuole mangiare da solo.-
Shin accarezzò il bambino cercando di infonderli tranquillità, aveva funzionato benissimo infatti adesso stava sorridendo, anche Kurama stava guardando attentamente il nuovo arrivato.
-Sesshomaru è la tua copia con le orecchie da cane.-
Disse il piccolo corvo. Infatti il neonato aveva i capelli argentei e sulla testa sporgevano delle piccole orecchie da cane, gli occhi erano chiusi quindi non si sapeva se anche quelli fossero ambrati. Sesshomaru continuava a fissarlo e poi si rivolse a suo zio.
-Zio come si chiama?-
Shin si ricordò che aveva deciso che sarebbe stato suo nipote a deciderlo.
-A te come piacerebbe chiamarlo?-
-A casa noi tre avevamo pensato a Inuyasha.-
Shin ci pensò un po’ quel nome anche se era simile a quello di suo fratello era molto orecchiabile.
-Ok allora lo chiameremo Inuyasha.-
I bambini erano increduli, non pensavano che davvero avrebbe messo il nome che avevano pensato loro.
-Zio ma tu come lo avevi chiamato?-
-In realtà aspettavo te per deciderlo.-
Sesshomaru sorrise leggermente purtroppo dall’incidente di sua madre non riusciva più a comportarsi come prima era diventato decisamente più freddo. I bambini erano ancora aggrappati alla vetrata e Shin approfittò per spiegare quello che era successo. Tutti rimasero shoccati a quel racconto soprattutto Miketsukami che credeva di essere riuscito a farle accettare la gravidanza ma a quanto pareva era bastato poco a farle cambiare idea. Per Shin era stato doloroso raccontare l’intero accaduto e dovette sedersi per calmare sia la rabbia che il dolore che stava provando, tutti gli si erano radunati intorno per dargli consolazione.
-Vi ringrazio di essere venuti.-
Shin era davvero grato ai suoi amici ora più che mai aveva bisogno del loro sostegno, poi disse una cosa che costrinse Miketsukami a rivelare il suo piano ignaro di chi lo stava osservando.
-Ragazzi ora che ci penso dovrei avvisare anche l’amica di Izayoi per farle sapere che il bambino è nato, è anche merito suo se mia moglie a portato a termine la gravidanza, però non ho il suo numero e tornare in quella stanza non mi va proprio.-
Miketsukami sorrise per poi schioccare le dita.
-Non c’è bisogno che tu mi telefoni.-
Miketsukami si era trasformato in Kitsune, l’amica di Izayoi, dovevano ancora riprendersi dallo stupore quando udirono una voce urlante.
-Bastardo mi hai ingannata, allora eri tu?-
Izayoi aveva scoperto il segreto di Miketsukami ma adesso poco importava anche perché il piano aveva avuto successo infatti era già stato deciso che Kitsune dopo la nascita del bambino sarebbe sparita.
-Sei tu la stupida che si è fatta ingannare, se avessi osservato meglio il tuo datore di lavoro ti saresti accorto di questi.-
Disse indicando i suoi occhi infatti anche quando era trasformato in Kitsune avevano mantenuto la loro eterocromia. Izayoi si diede della stupida per non essersene accorta, se avesse riflettuto di più avrebbe capito che Miketsukami e Kitsune erano la stessa persona, avrebbe dovuto già capirlo dal suo nome e invece si era fatta ingannare dalla storia che i suoi genitori le avevano dato quel nome perché appassionati di mitologia giapponese e soprattutto quegli occhi avrebbero dovuto insospettirla in quanto nessun umano aveva quella strana eterocromia ne aveva viste molte ma mai una come quella. Era ancora sovrappensiero quando Miketsukami riprese a parlare.
-Bhe hai perso la tua spavalderia? Non dovrebbe stupirti il fatto di esserti fatta ingannare da me anche perché nemmeno se fosse stato un umano ad ingannarti lo avresti scoperto figuriamoci se potevi sperare di smascherare l’inganno di una volpe. Sai non mi piace usare i miei poteri per ingannare la gente ma purtroppo tu mi ci hai costretto.-
-A te cosa interessava della sorte di suo figlio? Non ti appartiene nemmeno.-
-Anche se non mi appartiene direttamente quel bambino meritava di nascere, tu non sei nessuno per impedire che una nuova vita nasca mi dispiace solo che quel bambino abbia avuto la sfortuna di avere te come madre ma non temere perché noi gli vorremo bene senza alcun pregiudizio.-
Era raro vedere Miketsukami con un’aria severa  infatti nessuno di loro riconosceva il loro amico in quell’espressione.
-Fate quello che volete ma Miketsukami sia ben chiara una cosa, quello non è mio figlio.-
Detto ciò Izayoi si voltò e ritornò nella sua stanza. Miketsukami si era talmente infuriato che intorno a lui prese forma la sua aurea demoniaca infatti una luce rosacea evidenziava la sua figura concentrandosi soprattutto intorno alle sue nove code che ora si muovevano in modo ondulatorio, si era estraniato da tutto e da tutti era come se fosse caduto in una specie di trance nemmeno la voce dei suoi amici sembrava riportarlo alla realtà inoltre la sua aurea stava crescendo ulteriormente, se non avessero trovato al più presto un modo per risvegliarlo sarebbero stati guai grossi, Miketsukami avrebbe potuto sprigionare l’intero potere del Kyuubi che era sigillato nel suo corpo ed era per questo motivo che gli altri tentavano disperatamente di calmarlo, nemmeno Ririchiyo ci riusciva e solitamente lui aveva paura di sua moglie ma in quel momento niente da fare la situazione andava di male in peggio, le sue code cominciavano a generare delle correnti di aria fredda che man mano stavano diventando sempre più forti se non avessero trovato una soluzione, i bambini che si trovavano nella stanza accanto a loro avrebbero rischiato di morire a causa di quel vento che stava diventando sempre più gelido. Improvvisamente Ririchiyo si ricordò che una volta erano andati da un esperto che aveva in terapia moltissimi youkai che avevano difficoltà a controllare i loro poteri, ci erano andati per precauzione perché Miketsukami sapeva che doveva tenere a bada il suo potere se non voleva fare del male alle persone a lui care ed era per questo che raramente perdeva le staffe però era voluto andare lo stesso da questo dottore proprio per avere un aiuto in più qualora la sua forza di volontà non fosse stata sufficiente a calmarlo, dopo un’attenta visita il dottore aveva catalogato la forza di Miketsukami nella fascia A che era quella dove venivano registrati quelli che possedevano una forza catastrofica capace di distruggere interi isolati o addirittura intere città inoltre avevano scoperto che lui altri non era che la reincarnazione del potentissimo Kyuubi, dopo la registrazione gli prescrisse delle pillole e nel caso queste fossero insufficienti dovevano essere integrate con un’iniezione ma purtroppo non erano prive di effetti collaterali infatti queste provocavano una forte sonnolenza che sarebbe durata almeno per un giorno ma avevano anche un altro effetto collaterale ossia potevano portarlo alla morte soprattutto se il suo potere opponeva un’eccessiva resistenza rifiutandosi di calmarsi e a causa di questo sforzo il corpo avrebbe potuto non sopravvivere. Ririchiyo era molto riluttante a questa terapia ma Miketsukami l’aveva tranquillizzata promettendole che queste non sarebbero state mai necessarie però lo stesso le aveva chiesto di portarle sempre nella sua tracolla perché non si poteva mai sapere.
 La situazione in cui si trovavano richiedeva l’utilizzo di quelle medicine ma Ririchiyo non voleva usarle temendo le sorti del marito, aveva portato la mano alla sua tracolla e mentre la stava aprendo non si accorse di stare piangendo, se ne rese conto solo dopo aver notato che la vista le si era offuscata. Aveva preso le pillole e si stava avvicinando al marito per dargliele ma l’aurea della volpe aveva creato una barriera che respingeva chiunque avesse una forza demoniaca e lei, anche se era un han’yō, ne possedeva un po’ però aveva imparato ad annullarla in caso si fosse trovata in situazioni analoghe a quella che stava passando, era riuscita a darle la pillola ma niente da fare erano passati dieci minuti e la sua forza non era diminuita nemmeno un po, quindi l’unica soluzione era l’iniezione ma lei non aveva il coraggio di fargliela e questo era davvero un problema perché lì tutti possedevano una forza demoniaca e nessuno era in grado di annullarla perché erano tutti youkai, improvvisamente dietro di loro ricomparve Izayoi.
-Perché fate tutto questo casino? Vi si sente dall’altra parte del reparto, se permettete c’è gente stanca che vuole riposare e le vostre voci sono irritanti.-
Izayoi era stata attirata dalle loro voci che continuavano a chiamare Miketsukami, pensava che lo stavano elogiando per la trappola che le aveva teso senza sapere cosa davvero stesse succedendo. Ririchiyo era ancora in lacrime quando le si avvicinò.
-Izayoi ti prego tu sei l’unica che può salvare mio marito.-
Ririchiyo aveva la voce strozzata dal pianto e mentre parlava aveva mostrato ad Izayoi la siringa che avrebbe salvato o ucciso suo marito. Izayoi la vide e rise.
-Cosa dovrei farci?-
-Dovrai iniettargliela nel braccio purtroppo la sua aurea respinge chiunque abbia un’aurea demoniaca.-
Ririchiyo guardava quella siringa come se fosse un pugnale non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe servita. Izayoi presa la siringa girandosela tra le mani.
-Ririchiyo cosa ti fa credere che io voglia salvarlo? Ben gli sta, questa è la punizione per avermi ingannata.-
Disse ghignando ma gli altri non ce la facevano più a sentire la cattiveria che traspariva da quelle parole. Intanto i bambini erano stati attirati dalle urla dei loro genitori e quando Tomoe vide quella scena, urlò.
-Papaààààààà, cos’hai? Mamma perché piangi e perché intorno a papà c’è quella luce rosa?-
Le gambe di Tomoe avevano cominciato a tremare così come anche il suo respiro.
-Niente Tomoe non è successo niente. Perché non andate a guardare gli altri bimbi che sono con il vostro cuginetto?-
Ririchiyo cercava di mostrarsi il più tranquilla possibile perché sapeva quanto fosse sensibile suo figlio ma in quel momento Tomoe non aveva alcuna intenzione di allontanarsi. Non c’era tempo da perdere Miketsukami rischiava di peggiorare perciò Ririchiyo ignorò suo figlio continuando a pregare Izayoi di salvare suo marito ma Tomoe si sovrappose alle suppliche di sua madre.
-Ti prego salva il mio papà-
Tomoe si era inginocchiato davanti ad Izayoi che scostò bruscamente il bambino avvicinandosi allo youkai-ka, poi con tutta la sua forza infilò l’ago nel suo braccio.
-Spero che tu muoia.-
Disse tra i denti ma l’udito sviluppato dei presenti aveva percepito pienamente le parole che aveva detto.
Dopo due minuti il farmaco fece effetto e Miketsukami crollò a terra mentre Izayoi se ne andò senza controllare le condizioni del suo datore di lavoro. Ririchiyo si era gettata addosso a suo marito chiamandolo più volte e controllando che respirasse ancora, fortunatamente sembrava solo essere svenuto. Chiamarono un dottore che prestò il primo soccorso compilando poi la cartella per il ricovero, pochi minuti dopo lo youkai-ka fu portato in una stanza dove gli furono fatti gli accertamenti necessari che al momento non rilevarono nulla di anomalo. Intanto Shin si era diretto nella stanza dove c’era sua moglie e senza indugiare oltre iniziò a parlare.
-Izayoi sei proprio una strega, come hai potuto fare una cosa del genere?-
Shin era infuriato per quello che era successo.
-Io non ho fatto un bel niente, non è colpa mia se ha perso il controllo di sé.-
Disse con molta nonchalance.
-Non è colpa tua? Lo sai come, a differenza tua, la pensano i nostri amici sulla famiglia, sei stata tu che hai fatto infuriare Miketsukami dicendo quelle cose su nostro figlio ora per colpa tua non sappiamo nemmeno se sopravvivrà e se sì con quali conseguenze. Izayoi l’hai combinata grossa.-
Shin stava per uscire dalla stanza quando Izayoi urlò.
-Non è mio figlio è solo tuo.-
-E’ meglio così, non credo che sarà un vanto per lui avere una madre come te.-
Shin chiuse la porta e andò da Ririchiyo per chiedere come stava Miketsukami.
-Ririchiyo cosa ti hanno detto?-
Disse Shin preoccupato della risposta anche perché a quella domanda Ririchiyo aveva cominciato a piangere in modo convulso.
-Prima hanno detto che andava tutto bene ma dopo un po’ mi hanno chiamata dicendo che il suo cuore a tratti si fermava, dicono che forse se passa la notte ci sono buone probabilità di ripresa.-
Ririchiyo continuò a piangere mentre dentro Shin una rabbia incontrollabile si faceva prepotentemente avanti, sicuramente se fosse stato anche lui uno youkai-ka o un han’yō gli sarebbe successa la stessa cosa che era successa al suo amico. Non sapeva cosa fare si sentiva in colpa per il suo amico, gli era grato per aver permesso a suo figlio di nascere ma non avrebbe mai voluto a quel prezzo.
Dopo qualche giorno Izayoi  fu dimessa mentre Inuyasha doveva rimanere ancora un mese per completare i nove mesi anche Miketsukami era ancora ricoverato, dal giorno della nascita del bambino non si era ancora svegliato. I medici avevano confermato lo stato di coma. Izayoi non andò nemmeno un giorno a trovare suo figlio e non si era minimamente preoccupata delle sorti della volpe.
Erano passati tre mesi e l’inizio dell’anno scolastico era arrivato. Tomoe avrebbe iniziato le scuole elementari insieme ai suoi amici ma non aveva alcuna intenzione di andarci non senza il suo papà che ancora non si era svegliato dal coma. Purtroppo sedare la forza demoniaca del Kyuubi per il suo corpo era stato più difficile del previsto ed erano tre mesi che non accennava a riprendersi, così Tomoe dovette  iniziare la scuola senza di lui. Tomoe aveva perso quasi tutta la sua vivacità senza il suo papà, rimaneva spesso fermo e in silenzio ormai non riceveva un rimprovero da quando suo padre entrato in coma sembrava un altro bambino e anche quando seppe che Nanami sarebbe stata nella sua classe non ebbe alcuna reazione, l’unico errore che aveva fatto era stato quello di volersi avvicinare ad Inuyasha quando Shin non c’era infatti Izayoi lo cacciò in malo modo facendolo rimanere male, e da quel giorno non riuscì a vedere nemmeno il bambino per cui suo padre era andato in coma. Tutti gli furono vicini ma ogni volta che qualcuno lo invitava a fare qualche attività lui li cacciava e andava a rinchiudersi nella sua camera.
Ririchiyo stava perdendo il suo bambino, quello che aveva davanti non era di certo lo stesso che aveva cresciuto per sei anni la mancanza del padre lo stava mutando completamente si poteva dire che la sua situazione fosse peggiore di quella di Sesshomaru, con lui niente sembrava funzionare nemmeno le provocazioni di Nanami che in una situazione normale gli avrebbero fatto saltare i nervi. Il vecchio Tomoe stava sparendo per sempre, nemmeno le maestre sapevano come comportarsi con lui perciò decisero di convocare sua madre. Il giorno successivo al richiamo Ririchiyo si diresse a scuola ben consapevole di cosa le maestre volessero dirle.
Ririchiyo era arrivata davanti l’ingresso della classe di Tomoe e prima di bussare sospirò quando finalmente si decise a bussare una maestra alta dai lunghi capelli azzurri la invitò nella stanza dei docenti affidando la classe alla bidella. Una volta arrivati nella stanza la maestra fece accomodare Ririchiyo sedendosi di fronte a lei.
-Piacere signora Soushi sono la maestra Narukami, mi dispiace averla convocata ma la situazione di suo figlio è molto delicata. Abbiamo provato ad andare incontro a vostro figlio ma purtroppo non vuole dare ascolto a nessuno è sempre molto scostante e irritante e soprattutto si rifiuta di fare ciò che le maestre gli dicono. Se la situazione non fosse così problematica non l’avremmo mai chiamata. Signora Soushi c’è un motivo perché suo figlio si comporta così?-
La maestra aveva espresso chiaramente la situazione e Ririchiyo dovette incassare un nuovo colpo purtroppo questa era l’ennesima conferma del cambiamento di suo figlio infatti il vecchio Tomoe non avrebbe mai disobbedito ad un adulto soprattutto se era un insegnante. Chinò il capo e spiegò come stavano le cose, la maestra ebbe la conferma dei suoi sospetti aveva capito che nella famiglia di Tomoe c’era qualcosa che non andava dopo tanti anni di insegnamento aveva imparato a capire il comportamento dei suoi alunni. Ora che sapeva il motivo la maestra poteva agire di conseguenza.
-Signora Soushi la ringrazio per essere venuta e ora che so come stanno le cose potrò comportarmi di conseguenza. Non si preoccupi troverò un modo per aiutare suo figlio.-
La maestra aveva parlato più come una madre che come un’insegnante.
-La ringrazio mi dispiace solo che mio figlio vi stia dando così tanti problemi ma mi creda non era così.-
Disse Ririchiyo con gli occhi gonfi dal pianto.
-Non si preoccupi suo figlio con un po’ di pazienza tornerà come prima.-
Narukami si congedò tornando nella sua classe invece Ririchiyo andò in ospedale a trovare ciò che restava di Miketsukami ossia solo un corpo inerme. Prima di entrare inspirò per poi espirare una volta chiusa la porta, non aveva ancora notato che in camera non c’era nessuno ma appena vide che sul letto c’erano solo delle lenzuola scostate il suo cuore trasalì, a peggiorare le cose fu quando sentì il cellulare di squillare e fu ancora peggio quando vide che chi la stava cercando era l’ospedale. Per lei fu inevitabile piangere perché da tutto ciò aveva dedotto che suo marito fosse morto questo avrebbe spiegato il perché del letto vuoto e della chiamata dall’ospedale, stava per correre a cercare un dottore ma quando si girò per uscire vide una scena che le fece perdere i sensi.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ok come capitolo non sono soddisfatta ma lo lascio decidere a voi. Abbiamo scoperto il piano di Miketsukami ma come vedete gli è costato caro  e ciò st ricadendo sulla sua famiglia. In questa storia ho reso Izayoi molto cattiva e sono sicura che molti di voi non lo apprezzano. Negli scorsi capitoli ho dimenticato di dirvi che parte della storia prende spunto dalla mia song-fict ROOM OF ANGEL. Tornando alla storia, nel prossimo capitolo scopriremo cosa ha fatto perdere i sensi a Ririchiyo, voi cosa pensate sia stato? Ok la smetto sennò va a finire che vi spoilero il prossimo capitolo.
Con questo è tutto ci vediamo nel prossimo capitolo di " NON PUO' PIOVERE PER SEMPRE ".
baci Inu_ka
Vi allego una foto di Miketsukami e Narukami (la dea dei fulmini di Kamisama kiss)

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: inu_ka