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Autore: Heart    02/07/2015    5 recensioni
Naraku si è ritirato dopo che la sfera si è spezzata in due. Una parte ce l'ha lui e l'altra Kagome.
Nel silenzio, una nuova presenza appare. Una giovane arrivata da molto lontano per distruggere una volta per sempre la Shikon no Tama.
Ma qual è la sua vera missione? Misteri e segreti si susseguiranno con l'andare del tempo, sentimenti sconosciuti usciranno allo scoperto e attrazioni fatali provocheranno quasi la morte.
Il mondo del sovrannaturale apre le sue porte.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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IX

“L'alba di un nuovo giorno”

 

 

 

La giornata stava per concludere, ed Inuyasha non si era ancora ripreso.

La preoccupazione di Kagome stava per salire alle stelle. Il mezzodemone era assistito a turni dai suoi amici, chi stava all'esterno della capanna o chi dentro.

Il sole oramai era un ricordo, mentre la notte iniziava a farsi prossima.

La luce lunare era scomparsa, infatti per quella notte si era oscurata. Dentro la capanna dove stava, Inuyasha prendeva sembianze d'umano.

 

 

 

Intanto in alto, al colle, una ragazza se ne stava seduta su un ramo di un albero. Dafne era pensierosa, aveva gli occhi chiusi e la mente da un'altra parte.

Sembrava che dormisse, ma non era così.

La ragazza era immersa in una alta concentrazione...infatti stava tentando di regolarizzare la sua anima, che purtroppo era irrequieta.

Dopo gli avvenimenti dei giorni precedenti, aveva imparato che ogni occasione era buona per stabilire un equilibro tra anima e potere e il suo ne aveva bisogno.

Il richiamo delle anime era una tecnica molto difficile, come aveva detto Kaede.

La sacerdotessa però non sapeva chi lei fosse o quali poteri la distinguessero dagli altri.

Rimase ancora per un po' in silenzio, fino a che aprì gli occhi per guardare il cielo stellato. Si alzò dal suo posto per incamminarsi verso il lago che c'era verso nord. Appena raggiunto, entrò dentro la foschia che si era creata apposta per quell'incontro.

 

Una donna dai vestiti simili ai suoi era di fronte a lei. I lunghi capelli svolazzavano liberi come gabbiani, il portamento era nobile e fiero.

Quella donna era sua madre. L'ammirava da sempre, le piaceva come si comportava di fronte alle difficoltà, il suo chiedere aiuto, il suo modo di parlare. Era bella e questo era indubbio. Vedeva suo padre osservarla di nascosto e, ogni volta, gli brillavano gli occhi.

Era un amore solido, il loro, un amore che negli anni aveva superato mille difficoltà e segreti, ma si potevano fidare senza remore l’uno dell’altro.

Voleva poter incontrare anche lei un uomo del genere, che l'amasse più di ogni cosa, che la proteggesse anche con un solo sguardo, che fosse geloso dei suoi sorrisi.

L'amore a volte faceva miracoli e i suoi genitori erano un esempio.

Avrebbe potuto parlare di loro in eterno, perchè nella sua infanzia li aveva osservati a lungo, aveva imparato a capirli e a distinguerli.

Loro erano i migliori genitori del mondo. Loro erano le colonne portanti del mondo, ma sopratutto della sua vita.

 

Dafne sorrise alla madre, mentre lei si avvicinava e chiedeva silenziosamente di porgerle una mano da congiungere alla sua.

Uno strano bagliore si formò a quella unione, il loro potere era in sincronia, ma nello stesso tempo differente.

La donna fece apparire una panca sul pelo dell'acqua per parlare con la propria figlia in tranquillità.

 

-Come stai, amore mio?-Domandò, mentre le mani si scioglievano, ma i loro sguardi non si perdevano di vista.

La ragazza abbassò il viso per poi rialzarlo e guardare l'infinito dell'orizzonte.

-Sono ritornati mamma. Hanno distrutto il villaggio dei miei amici. Ho dovuto ricostruirlo, ma credo che presto dovrò dare loro delle spiegazioni.-Spiegò Dafne turbata.

-Fatti forza, amore mio. Lo sapevamo che sarebbero ritornati, eravamo preparate. Ma forse non è questo quello che ti turba.-Asserì la donna.

-Come sempre sai leggermi perfettamente, mamma. Infatti lo squilibro del mio potere ogni giorno che passa diventa più forte. So cosa comporta, perché, come è successo per i miei fratelli, avverrà anche con me, ma qua stiamo parlando di altro, e tu mi puoi capire.-Affermò Dafne.

 

La donna annuì, mentre il suo sguardo seguiva il percorso di quello della figlia. I suoi occhi si chiusero, ricordando quando il suo potere era così immenso da non poterlo controllare… quella volta, se non fosse stato per suo marito, forse lei si sarebbe disintegrata in esso.

 

-Devi avere coraggio e la forza di tenerlo fermo dentro di te. Cerca di reprimerlo, creati un'altra personalità se ti è di caso, ma non farlo esplodere, le conseguenze potrebbero essere infinite. Come il mio, può distruggere il mondo, siamo l'eguaglianza del bene e del male, e il nostro compito è custodirlo. Mi dispiace averti dato tale responsabilità, ma il destino è crudele. Egli ci affida le avventure più pericolose per metterci alla prova, ma infine ci premia. Ho sofferto un’ infinità quando mi sono separata per sempre dai miei amici. Tuttavia le mie prove non erano neppure iniziate, ma grazie a loro, ho potuto conoscere tuo padre, la sua famiglia e un universo differente dal mio. Chi se lo aspettava che la luce fosse attratta così tanto dall'oscurità? Vedi, bambina mia. La vita è tutto un gioco di equilibro, se desideri qualcosa poi devi dare qualcosa del medesimo valore. Il nostro compito è quello di regolarizzare questo confine, non ha importanza se soffriamo o no, il mondo ha bisogno del nostro sostegno. -Spiegò la donna, modulando la voce nei punti più critici.

 

-Hai ragione mamma, ma è così difficile. Vorrei vivere una vita normale, senza battaglie e poteri...vorrei vivere la mia adolescenza come tutte le altre ragazze.- Disse Dafne.

 

La donna rise. -Le coincidenze sono assurde a volte! Una volta chiesi di avere una vita più frizzante ed avventurosa e dopo poco il mio desiderio fu esaudito. Adesso tu mi chiedi di essere normale… ognuno di noi è speciale e destinato. Non è un caso che tu sia quella che sei. Dobbiamo accettare la nostra sorte al positivo. Forse non lo sai ancora, ma ti aspetta un futuro pieno di felicità...probabilmente adesso sarà tutta una salita, ma verrà anche per te il momento della discesa. Abbi fede in ciò in cui credi, in ciò che desideri e in ciò che vorresti. Dafne la tua vita non sarà eternamente buia, tu sei il fuoco della vita, ricordatelo, fino a che ti batterà il cuore, sarai viva. -Spiegò la donna, afferrando il mento della figlia per alzarlo alla sua altezza - il meglio deve ancora venire e io lo so, poiché l’ho visto, quando sei nata.

-Davvero?-Domandò.

-Certo. Tutto è possibile, basta crederci.- Le sorrise.

 

Le due si alzarono e si abbracciarono. Il tempo sembrava eterno, il loro amore era qualcosa di unico.

-Ricordati chi sei. Affronta le tue paure, ma sopratutto fidati dei tuoi amici. Loro non ti abbandoneranno.- Disse, richiamando la sua spada- il tuo amico si sveglierà presto, un giorno me li presenterai...comunque credo che per ora non si faranno vedere, ho eretto una barriera. Le alte sfere sono state informate dell'accaduto e già stiamo cercando una soluzione per affrontarli. Non temere andrà tutto bene. Recupera le reliquie così daremo un taglio netto a questa faccenda. Per ogni problema avvisami. Ti voglio bene Dafne.- Terminò, mentre intorno a lei apparivano tante piccole lucciole. In men che non si dica, scomparve.

 

-Grazie mamma… grazie di tutto.-

 

 

 

 

L'alba era quasi giunta e Dafne si sentiva una persona nuova.

Camminava con il sorriso stampato in faccia. Sì, avrebbe fatto come aveva detto sua madre. Chi ha più potere ha più responsabilità.

Raggiunse in breve tempo il villaggio che ancora dormiva; entrò nella capanna di Kaede e si inginocchiò accanto ad un Inuyasha dormiente. I suoi caratteri demoniaci stavano riapparendo. Da quella postazione notò alcuni nuovi particolari e sorrise tra sé e sé.

 

Tutto andava come aveva pianificato. Certo, non era stato messo in conto che il mezzodemone morisse, ma era successo. Tuttavia non lo rimpiangeva: le cose si erano svolte in maniera inaspettata, ma le avevano tolto un grande peso.

 

Al suo risveglio mancava ormai poco: già le sue orecchie si muovevano, il che significava che si era ripreso.

Non aveva il potere di dare la vita eterna, solo sua madre ci riusciva, e lei lo donava solo alle persone speciali. Ma i loro poteri eguagliavano in una maniera quasi simile.

 

Appoggiò una mano sul fodero di Tessaiga che era accanto al suo padrone e sussurrò alcune parole in una lingua sconosciuta.

La spada s'illuminò per poi scomparire.

Questo episodio non fu perso da un occhio vigile, che era nella stanza accanto.

 

Infatti Miroku si era svegliato quando aveva sentito la presenza di Dafne.

L'aveva guardata lungo, notando il sorriso sulle labbra, le parole dette e infine quello sguardo intenso sul corpo dell'amico. C'erano fin troppi dilemmi riguardo a quella ragazza venuta dal futuro.

 

-Non è educato spiare la gente, Miroku.- Asserì Dafne, alzando lo sguardo e puntandolo su quei occhi blu dietro il separè.

Il monaco non si fece scoraggiare e uscì allo scoperto, facendo segno di recarsi fuori per non disturbare le ragazze che dormivano ancora.

 

Il sole era appena sorto da dietro le montagne, portandosi dietro quel caratteristico colore sull'arancio e rossiccio al suo passaggio. La natura si risvegliava da torpore notturno. Si vedevano i fiori aprirsi e donare colore all'ambiente.

 

I due si guardarono allungo negli occhi.

 

Il primo a interrompere il silenzio fu proprio Miroku, che curioso, chiese subito delle spiegazioni. Dafne, dal canto suo, fece un piccolo sorriso, che allarmò subito il monaco. C'era qualcosa che non gli tornava.

 

-Chi sei?-Domandò.

-Oh per tutti i Kami del cielo, ma sempre le solite domande? Chi sono, che cosa voglio? Uffa mi sono stancata. Ve l’ho detto, lo saprete al momento giusto. Sono solo Dafne per il momento.- Rispose scocciata,- ma dimmi una cosa amico mio, come vanno le cose tra te e Sango? Quando vuoterai il sacco? I tuoi sentimenti sono così palesi per lei… purtroppo sbagli l'approccio. Le donne vogliono essere conquistate con piccoli gesti, è inutile fare il cascamorto con le altre ragazze. Se vuoi la sua attenzione fai qualcosa che lei non si aspetta, sorprendila, comunque sono solo piccoli consigli.- Disse, per poi passagli accanto.

-Aspetta!-Esclamò Miroku, prendendola in contro piede e fermandola.

 

La ragazza non perse tempo a ribaltare la situazione, colpendolo e atterrandolo con poche gesti. Alla fine Miroku era a terra, con il suo bastone lontano dalla sua visuale e una Dafne a carponi su di lui, di sicuro se qualcuno li avesse visti, avrebbe immaginato che tra quei due potesse essere successo qualcosa.

Miroku deglutì con forza.

Percepiva intorno a loro una strana inquietudine e per un momento provò paura.

 

Alzò lo sguardo per incontrare quello di Dafne, ma trovò una sorpresa. La ragazza aveva interamente gli occhi avvolti dal sangue.

-Saresti un bello spuntino, di sicuro scoprirei più informazioni con questa tecnica che con l'altra. - Spiegò, mentre si leccava le labbra con la lingua.

 

Miroku non riusciva proprio a parlare, quella ragazza sembrava una belva assetata di sangue, poi c'era quella specie di spilli che luccicavano tra i suoi denti.

Non poteva essere, no, era assurdo.

 

Cercò di scappare, di chiedere aiuto, ma non ci riuscì. Dafne lo aveva sotto il suo controllo.

-Potrei morderti, ma non lo farò. Per questa volta sei stato fortunato, ma ricordati che non sarò clemente una seconda volta. Non ho nessuna intenzione di ridire ciò che ho detto, spero di essere chiara. Posso essere molto crudele se voglio. Mai sfidare la morte.- Rise, mentre risaliva in alto.

 

Si allontanò ridendo.

 

Intanto Miroku era paralizzato, non credeva ai suoi occhi, lei era una di loro. Perchè non se ne era accorto? Ero possibile che fosse protetta da qualche barriera potente, tutto era possibile, qui non parlavamo di una ragazza ingenua, lei era tutt'altro che ingenua.

Nei suoi occhi leggeva sete e desiderio. Tuttavia, la cosa che lo aveva colpito, era quell'alone di infinito potere che scorreva in quell'immenso fuoco di lava.

 

 

 

Dafne camminava per le vie alberate del villaggio, si stava annoiando a morte. Dovendo aspettare il risveglio di Inuyasha stava perdendo un sacco di tempo.

Alla fine si decise di andare alla ricerca di Rin.

Quella bambina era di una gioia immensa. I suoi occhi sprizzavano allegria da tutti i pori, la sua vivacità era incontrollabile.

Adesso capiva perchè il grande generale Inu aveva riposto tante speranze in quella bambina: lei stava cambiando Sesshomaru.

La sua spontaneità, stava guarendo le ferite del principe dei demoni.

 

Era un uomo molto freddo, ma di sicuro custodiva tanto. Non lo aveva mai sperimentato, ma col tempo tutto poteva essere provato. Si chiese se mai qualcun'altra potesse fare un miracolo, Rin era ancora una bambina.

In quel momento si vide accanto a Sesshomaru, correre tra la vegetazione, senza preoccuparsi della stanchezza. Loro due soli, insieme. Tuttavia quel pensiero svanì all'istante quando una piccola falce schizzò nella sua direzione.

Dafne si arrestò all'istante, guardandosi destra e sinistra per capire da dove giungesse.

 

Alla fine si trovò di fronte a un bambino sui dodici anni con gli occhi assenti.

-La prossima volta stai attento, potresti far del male.- Prese la falce e la consegnò al proprietario, ma fu in quel momento che il ragazzo partì di nuovo all'attacco, cercando di colpire Dafne che prontamente si difese.

-Accidenti che ti prende? Non ti ho fatto nulla!-Urlò Dafne, mentre schivava i colpi.

Quel ragazzino assomigliava a qualcuno, ma non ricordava a chi.

Alla fine stanca si preparò per dare un colpo secco per stordirlo, ma una piccola vocina la distrasse e si ferì a un braccio. Il sangue iniziò a rigarle l'arto, ma non se ne preoccupò.

Dal folto della boscaglia apparve Rin con il fiatone e tutta ferita.

 

La ragazza se ne preoccupò subito e fece un salto che la raggiunse subito.

-Dafne one-chan! Non gli fare del male, lui non ha colpa è sotto il controllo di Naraku. Koaku-kun non ha colpa!- Disse a gran voce, mentre le lacrime le rigavano il paffuto viso.

 

Dafne si fermò e guardò prima la bimba e poi il ragazzino. Risentiva di nuovo quel nome “Naraku” era talmente spietato da manovrare un bambino?

S'inginocchio di fronte alla bambina per prestarle soccorso e guarirle le ferite che si erano aperte attraversando di fretta il bosco.

 

Rin, felice, che la sua one-chan avesse capito, si era rasserenata e si era fatta curare senza protestare, ma la quiete non era rimasta a lungo, infatti Koaku aveva iniziato ad attaccare, ma per sua sfortuna una barriera aveva protetto le due.

Il ragazzo, che era stato steso dalla forza della barriera, si era rialzato, ma non troppo velocemente da non essere afferrato da un Sesshomaru incavolato nero. Lo aveva sbattuto con forza contro un albero, ferendolo.

-Insulso essere! Questa volta la paghi!- Sguainò gli artigli della mano per avvelenarlo con il suo veleno, ma non riuscì nel suo intento.

Infatti la scena si era modificata velocemente, sorprendendo il demone.

Ciò che era avvenuto era strano.

Dafne stava proteggendo il bambino, intanto puntava sulla tempia del demone Phoenix.

Sesshomaru ringhiò a quel gesto. Quella donna gli faceva perdere le staffe.

-Lascia il bambino!-Disse fredda la ragazza.

 

-Non prendo ordine da una feccia come te!-Rispose lui con lo stesso timbro, forse ancora più glacialmente.

-Dobbiamo comportarci come gli animali, Sesshomaru? Lascia il bambino.-

-Non ho nessuna intenzione di ascoltarti- , si impuntò.

-Peggio per te.- Disse.

In una sola mossa tolse dalla mano del demone il piccolo che era svenuto, mentre una pallottola colpiva il tronco dell'albero.

In quell'attimo si sentivano solo le urla di Rin che protestava, ma tutto tacque.

 

-Non vivrai abbastanza per replicare!-Iniziò un lungo scontro tra i due, tra calci e pugni, colpi di pistole e spade alla fine i due si separarono.

Sesshomaru aveva un pezzo della sua veste tagliata in due, invece Dafne i pantaloni ridotti a brandelli.

La tensione era alle stelle, ma nessuno dei due contendenti voleva mollare. Li si giocava il loro orgoglio.

Rin, affiancata da Jaken, guardavano quello scontro con gli occhi sorpresi ed annichiliti: quella ragazza era una miniera di sorprese.

La sua eleganza era spettacolare.

Dopo lo scontro era apparso anche un altro uomo, che subito difese Dafne, ma lei lo aveva scostato con durezza, prendendo dalla sua schiena una spada. Il demone e L'umana combattevano senza sosta, dando fondo alle loro energie.

Alla fine si ritrovarono a terra, con il fiato corto.

 

-Non sei male, donna!- Disse Sesshomaru, cercando di rialzarsi. Doveva ammettere che non era per niente male la sua tecnica, forse erano dei piccoli difetti, ma forse era solo causato dal poco impegno.

 

Non stava combattendo al 100%, chissà che livello raggiungeva… Sorrise per la prima volta.

Voleva battersi con lei di nuovo, ma forse era meglio di no. La prossima volta.

 

-Siete stata bravissima mia signora-,disse Eddy avvicinandosi a lei, che gli porgeva la spada, essa svanì quando lo toccò.

-Sono fuori allenamento, ma non mi lamento. Comunque Rin, Koaku si è svegliato?-Chiese alla bambina, che intanto si era avvicinata.

La piccola disse di no con la testa.

 

-Non ti preoccupare, andrà tutto bene. –

 

Si avvicinò al ragazzino e poi fece avvicinare Eddy.

I tre la guardavano aspettando una sua mossa, ma si sorpresero a sentire quelle parole.

-Uccidilo-, asserì decisa.

Eddy non replicò quella scelta con un colpo deciso trapassò il cuore del ragazzo facendolo morire.

 

Sesshomaru rimase di stucco, non capiva tale gesto.

Rin si disperava, trattenendo i lembi del lungo kimono del suo “signore”, la sua mente ingenua non capiva, ma era meglio così.

 

-Adesso tocca a me. Sarai libero, nessuno potrà prendere il controllo della tua anima. Koaku, abbi cura di questo dono. -Appoggiò una mano prima sulla fronte, facendogli riacquistare tutti i suoi ricordi, notando anche un ricordo forte che premeva nella sua anima; poi sul cuore, che fu invaso da una luce azzurrina. In men che non si dica il giovane riaprì gli occhi.

 

-Koaku-kun sei vivo?- urlò Rin. Si lanciò verso di lui e Dafne si affrettò a scostarsi per dare spazio a quel pianto troppo trattenuto.

 

Fece un gesto al suo guardiano: tutto era risolto.

-Che diavoleria hai usato?-Iniziò a dire Jaken, ma lei non rispose.

 

Dafne alzò lo sguardo al cielo, il momento era arrivato.

-Finalmente, credevo che non ti svegliassi più!- Disse.

 

Sesshomaru non capì di chi parlasse, ma un momento dopo avvertì una strana energia conosciuta con un odore nuovo.

-Non può essere-, blaterò.

-Eddy, prendi i due bambini e raggiungiamo gli altri- ordinò al proprio guardiano, il ragazzo annuì per poi rincorrere la sua padrona.

 

Giunti a destinazione, si trovarono al villaggio, con Kagome e Sango fuori e infine Miroku.

-Dafne dove eri finita?-Chiese preoccupata Kagome.

-In giro.- Mormorò l’amica.

La oltrepassò e scostò la tenda che separava la capanna dal suo interno.

Gli altri la guardarono, mentre giungeva anche Sesshomaru.

 

-Bentornato fra di noi, Inuyasha.- Disse.

Il mezzodemone si alzò e si guardò in giro, per poi osservarsi. Si sentiva strano, e diverso. C'era qualcosa che non gli tornava.

Si alzò e uscì fuori. Kagome non perse tempo e corse ad abbracciarlo.

Il poverino sembrava in stato di confusione.

-Inuyasha, che cosa c'è?-Chiese la sacerdotessa.

-Mi sento strano-, confessò.

-In che senso?-aggiunse Sango. Non vedeva nulla di diverso nell’ amico.

-Non lo so.- Rispose Inuyasha.

Tutti rimasero in silenzio aspettando qualcuno che spiegasse qualcosa, ma le risposte non arrivarono...

 

Fino a che l'esclamazione di Sesshomaru non li fece sobbalzare.

-Non è possibile!-Urlò.

-Tutto è possibile Sesshomaru...- disse Dafne gesticolando.

-Perchè a lui?-

-Non c'è un perchè e se c'è non vengo a raccontarlo mica a te. Inuyasha ti senti più forte? Pieno di energia? Avverti più in lontananza?-Disse aggiungendo più particolari.

 

Inuyasha la fissava e diceva di si con la testa, poi spalancò gli occhi capendo che cosa gli fosse successo.

-Sono diventato un demone completo- affermò, spiazzando tutti quanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice:

Buondì, come va?

Finalmente sono ritornata! mi sembrava di morire, per colpa di questo capitolo non ho potuto dormire bene sta notte! Rigira e rigira alla fine mi sono alzata e l’ho scritto. Spero che mi scusiate per il ritardo, ma purtroppo per tutto luglio sarò impegnata e le poche ore che ho, volano. Comunque non scomparirò, a volte ci sarà qualche miracolo e mi vedrete spuntare.

Questo capitolo è stato un pochino difficile, si perchè non sapevo come iniziare. L'ho dovuto iniziare più di una volta, ma poi lo mollavo. Alla fine i dubbi si sono risolti nei migliori dei modi e siamo giunti fin qui. Diciamo che i segreti ancora non sono stati svelati e se ne aggiungeranno altri, oltre a questo ultimo del demone: come ha fatto a diventarlo? vediamo chi ci arriva prima!

Se riuscirete ad indovinare la prossima volta risponderò a delle domande e purtroppo vi dovrò dare delle risposte, sennò nulla.

Spero che abbiate capito le varie spiegazioni, ogni volta ho paura di non descrivere bene le scene.

Aspetto le vostre opinioni …

Heart

 

  
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