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Autore: Nami_88    02/07/2015    4 recensioni
Ricordo ancora quel maledetto giorno.
Il mio capitano mi si avvicinò.
La faccia cupa.
Mai vista un’espressione tale su di lui.
Si sedette accanto a me senza dire una parola.
Sapevo fin troppo bene che doveva parlarmi di una cosa seria.
“Nami…”.
Iniziò chiamando il nome della ragazza che amavo.
Ebbe tutta la mia attenzione.
Non dissi nulla.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro, Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo ancora quel maledetto giorno.
Il mio capitano mi si avvicinò.
La faccia cupa.
Mai vista un’espressione tale su di lui.
Si sedette accanto a me senza dire una parola.
Sapevo fin troppo bene che doveva parlarmi di una cosa seria.
“Nami…”.
Iniziò chiamando il nome della ragazza che amavo.
Ebbe tutta la mia attenzione.
Non dissi nulla.
“Zoro, noi abbiamo un sogno… lei è la mia famiglia…”.
Tentennava il mio capitano mentre mi spiattellava la dura verità.
Rufy mi disse che dovevo farla finita.
Non poteva permettersi di perdere una compagna come Nami solo perché la amavo.
“Anche io…”.
Continuò confessandomi che fu lui il primo a rinunciare alla nostra navigatrice per il bene della ciurma.
Rimasi davvero senza parole.
Si percepiva chiaramente un velo di tristezza.
Io mi limitai ad annuire.
Non riuscii a dirgli nulla.
Non riuscii a difendere il mio amore.
“Consideralo un ordine del tuo capitano se ti può far sentire meglio…”.
Sì.
“Capisco bene…”.
Furono queste le mie uniche parole.
Dannato.
“Cerca di resistere… quando finiremo il viaggio non potrò più bloccare i vostri sentimenti”.
Mi fu strano sentire quel ragazzino con il cappello di paglia così disgustosamente serio.
“Ma per ora abbiamo un obiettivo più grande”.
Disse mentre con una pacca sulla spalla si dirigeva in cucina.
Non seppi mai se parlò anche con la mia Nami.
Ma da quel giorno iniziai a scansarla.
A dirle di lasciarmi in pace.
La mia tortura fu assistere alla sua disperazione senza poter far nulla.
Soffrì.
Pianse.
Per mesi.
Interi mesi.
Poi all’improvviso smise.
Ricominciò a ridere spensierata.
E da quel momento anche io ritornai sereno.
Mi bastava poterla vedere tutti i giorni e difenderla.
Mancava poco e finalmente avrei potuto confessarle tutto.
Ma quel momento non giunse mai.
La mia Nami scelse un altro uomo.
Lo disse a tutta la ciurma quella sera a cena.
Alla fine del viaggio si sarebbe ricongiunta a lui.
Io smisi di respirare, lo ricordo bene.
Quel bastardo sarebbe venuto la sera a prenderla.
La realtà mi colpii come un calcio nelle palle.
Kid.
Sentii il sangue ribollirmi nelle viscere.
Mi voltai come impazzito verso Rufy.
Era nero in volto.
Ma non fece nulla.
Sapeva che non era altro che una conseguenza delle sue scelte.
Se ne andò.
Non si intromise.
Era il suo capitano non il suo padrone.
Però io non riuscii a trattenermi.
Cazzo se ero furioso.
Non potevo lasciarla a un altro.
La afferrai per il polso e la strattonai facendola finire sul mio petto.
Vidi nel suo sguardo la confusione.
Ma non mi importò.
Chiesi scusa al mio capitano.
Baciai con passione la mia Nami.
Non potei più seguire alcun ordine.
Quando staccai i nostri visi mi accorsi che lei piangeva.
Scosse la testa con forza spingendomi lontano.
“è tardi ora…”.
Mi disse solo disperata.
Non si fermò.
Non ritornò da me.
Si diresse verso il suo compagno.
Mi aspettò così tanto.
Pianse così tanto per la mia indifferenza.
Non potei biasimarla.
Osservai con rabbia la mano metallica del tipo.
Stava stringendo il mio tesoro.
Mi portò via tutto.
E non potei far nulla.
La mia Nami era di un altro.
Un uomo che non doveva sottostare a nessuno.
Lui l’aveva voluta e se l’era presa.
Invece io no.
Io ero un pirata leale.
Seguii solo gli ordini del mio capitano.
 
Non commetterò più lo stesso errore.
Mi riprenderò ciò che è mio.
 
Angolo dell’autrice
Hola hola! Eccoci di nuovo! Una shot senza pretese, una shot nata all’improvviso. Non so cosa possiate pensare, ma a me piace questa visione. Kid è un capitano, se vuole una cosa va e se la prende, Zoro invece deve comunque “sottostare” se vogliamo, a degli ordini. E la mia mente bacata ha pensato che l’indifferenza dello spadaccino potesse essere dovuta a un comando del suo capitano che agisce per il bene dei loro sogni. E comunque è un finale aperto, potrebbe accadere di tutto, Zoro è determinato a riprendersi ciò che  suo!Beh spero vi piaccia!
 
 
  
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