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Autore: love137063    02/07/2015    2 recensioni
Questa è la piccola storia dell'amore di Rose Weasley e Scorpius Malfoy. Una Weasley e un Malfoy. Potrebbero mai appartenere a famiglie più diverse?
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Questa storia partecipa al contest "Un'edita per Serpeverde" Indetto da beneracconta.90 sul forum di EFP
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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-"Ti amo per l'inverno, perché lievita la vita,
ti amo per la primavera perché sgorga la vita,
 ti amo per l'estate perché esplode la vita,
ti amo per l'autunno perché si spegne la vita.
Ti amo per la vita perché non sei per una stagione."- - Fran Tarel

Recitò lei in un soffio, mentre il suo caldo respiro si perdeva nell'aria di quella calda sera d'Agosto.
Scorpius le prese la mano, e la sua faccia divenne rossa come i suoi capelli. La osservò nella penombra dello stretto vicolo di Hogsmeade. Si passò una mano nella testa dorata.
-Possibile? Sei l'unica ragazza che vorrei, e sei l'unica che non mi ha mai chiesto di uscire.- Disse il ragazzo.
-A quante ragazze l'hai già detto?- lo schernì Rose, con un'espressione tipica della zia Ginny.
-A nessuna. Sei l'unica che mi piaccia davvero.-Sussurrò lui avvicinando il volto a quello della compagna.
Rose si sfilò la felpa azzurra.
-Hai caldo?- Chiese Scorpius
-Sì.- Rispose lei sinceramente
-Vieni. Ti porto a bere qualcosa di fresco.- La invitò lui
-Ma... se ci vedono insieme penseranno che noi... insomma...-
Scorpius la guardò incredulo.
-Rose Weasley- esordì lui, mettendo le mani fra le sue spalle, e costringendola ad appoggiarsi al freddo muro di pietra -sai perché sei l'unica che mi piace?- Continuò a mezza voce il ragazzo.
-Perché?- chiese lei curiosa
-Perché sei l'unica che non è condizionata dai pensieri degli altri. Le altre ragazze... beh , sono stereotipi di sé stesse. Tu sei speciale proprio perché sei tu.- disse lui lanciando sguardi verso gruppi di compagne che passavano ridacchiando.
-Il lupo preferisce l'agnello finché non è tosato.- Osservò lei.
-Forse è la cosa più bella.-sussurrò lui.
-Andiamo, dai.- disse lei, vinta la paura delle opinioni degli altri.
I due s'incamminarono verso i Tre manici di Scopa. Entrarono e si sedettero in un tavolo vuoto. Stavano parlando di alcuni loro compagni, quando furono interrotti da Madama Rosmerta.
-Ditemi ragazzi.- disse la strega con aria gentile.
-Un'acquaviola per favore.- chiese Rose con voce cortese.
-Anche per me.- disse Scorpius. Rose osservò il suo profilo affilato. Ora che non erano in un vicolo buio era molto più facile. I capelli dorati, pettinati all'indietro, splendevano alla fioca luce delle torce; i suoi occhi, grandi e grigi, assomigliavano ad ampie pozze di ghiaccio. Le sue guance pallide erano leggermente arrossate per il caldo. Le labbra sottili erano contratte in un'espressione concentrata. Scrutava i cerchi che si descrivevano nel legno chiaro del tavolo. Anche Rose li osservò. La superfice, liscia e rotonda, esibiva magnifiche venature scure. Notò dei cerchi concentrici vicino al bicchiere di Scorpius. Un lungo e chiaro dito sottile si allungò e corse lungo il contorno di ogni circonferenza, quasi a volerlo percorrerlo mille volte. Rose ripercorse con la mano il braccio del ragazzo, poi salì sulla spalla, fino a toccare con le piccole dita la sua guancia pallida.
Lui le prese la sua mano libera, si alzò e la tirò dolcemente. La guidò in una piccola piazza deserta,ricoperta da un fresco manto erboso. Lei si sedette su un largo ceppo sporgente. Lui, ancora tenendole la mano si inginocchiò sul folto prato, affondandoci le lunghe gambe. Il silenzio calò su di loro.
-Rose, io per te verserò tutto il mio sangue. Tu sarai un fiore bagnato dalle mie lacrime. Mai, finché ci sarò io, qualsiasi uomo cercherà di piantare le spine dell'odio nel tuo cuore. Nessuno di noi mortali riuscirà mai ad eguagliare ciò che io provo per te. Esso è un sentimento ultraterreno, quale la bellezza che ti circonda. Queste parole, ora sono superflue, perché mai saranno utili per comunicare con te. L'unica persona che mi ostacolerà sarai tu. Ora, tu accetterai il mio amore o mi renderai dannato per l'eternità? Salva la mia anima. Non mi rifiutare mai.- disse Scorpius in un udibilissimo sussurro.
Rose era commossa, spaventata e stupita allo stesso tempo. Cosa doveva fare? Correre via? Restare con lui? Rovinare la loro amicizia?
Scorpius la osservava senza battere ciglio, con le labbra schiuse. La ragazza chiuse gli occhi, lasciando correre i ricordi. Quattro anni prima, al binario nove e tre quarti. I suoi genitori, Ginny ed Harry osservavano una piccola famiglia a poca distanza. Un uomo biondo avvolto in un pesante cappotto. Una donna bruna che sorrideva... E poi lui. Un bambino biondo che l'aveva incuriosita. Aveva colto uno stralcio di conversazione dei suoi genitori.
-E così quello è il piccolo Scorpius?- aveva detto suo padre.
Nella lunga locomotiva. Il ragazzo biondo era passato davanti alla porta dello scompartimento.
Nella sala grande. La professoressa Mcgranitt aveva annunciato con voce solenne:-Malfoy Scorpius.-
Il ragazzo  biondo si era alzato e si era seduto. Il cappello parlante aveva esclamato subito:-SERPEVERDE!-
Nel corridoio. Suo cugino Albus Severus camminava con Scorpius.
Nell'aula di pozioni. Stava ritirando il calderone.
-Ciao, sono Scorpius.- Aveva detto il ragazzino biondo tendendole la mano.
-Rose.-gli aveva risposto lei stringendola.
Un anno prima. Era stata nominata Capitano, in assenza di suo cugino James, che era stato colpito da un bolide sulla testa. Si era avvicinata al capitano di Serpeverde, Scorpius, che le aveva stretto la mano e aveva sorriso. Mezz'ora fa. Scorpius si era avvicinato e l'aveva guidata nel vicolo.
Si svegliò. Qualcuno la stava portando via di peso. Alzò la testa con gli occhi semichiusi e capì che doveva essere Scorpius. Doveva essersi addormentata mentre scorreva nei ricordi. Non gli fece capire che era ancora sveglia, non voleva. Riabbassò le palpebre e sorrise. Scorpius le reggeva le gambe e la testa, cullandola con lunghi movimenti sinuosi lungo il tragitto. Anche con gli occhi semichiusi, la luce, dopo il buio di Hogsmeade, era accecante. Si sentì poggiare cautamente su una panca. Dovevano essere nella sala grande. Però era vuota. Rose si sentì scuotere.
-Rose, svegliati.- disse lui muovendola per la spalla. Lei aprì gli occhi lentamente.
-Cos'è successo?- chiese lei tremante.
-Hai chiuso gli occhi e ti sei addormenta. Era tardi, e io ti ho riportato qui al castello.- le spiegò lui.
Poi, senza dire una parola si allontanò. Rose avrebbe voluto che restasse con lei, che le spiegasse.
-SCORPIUS!-lo chiamò gridando. Lui si girò.
-È vero?-chiese disperata.
Il ragazzo non disse nulla, ma annuì. Poi, prima che lei potesse dirle qualsiasi cosa, si allontanò, facendo risuonare i tacchetti delle scarpe nel pavimento lucido della sala. I suoi compagni iniziavano ad arrivare, tutti molto accaldati e con le facce arrossate dall'afa del villaggio. Tutti si sedettero, chiacchierando allegramente. Ma Rose non aveva fame. Non voleva mangiare. I suoi compagni di Grifondoro erano molto affamati, ma lei no. Continuava a porsi domande. Scorpius faceva sul serio? Usava sempre parole così belle? Dove le aveva imparate? Erano veri i sentimenti che diceva di provare per lei? O erano solo storie? Aveva anche lui la mania del Sangue puro? Si girò verso il tavolo dei Serpeverde. Era seduto con gli altri, ma non mangiava.
Rose, per farsi coraggio, recitò a voce bassissima una poesia babbana che le aveva insegnato la mamma.
-Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano.-

Sentì dei passi avvicinarsi. Dei tacchetti risuonavano nella sala. Lei si alzò velocemente. Tutti, ma lui no. Iniziò a camminare nel corridoio. I passi si fecero più veloci. Continuò a  recitare:-
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano
- Emily Dickinson
Ormai correva. Sentì un respiro affannoso dietro di lei. Lui allungò il braccio, scuotendole la spalla.
-Rose, ti prego, ascoltami!- Si girò, e vide Scorpius che ansimava esausto appoggiato ad una colonna. Si rese conto di quanto si fosse sentita leggera durante la corsa.
-No, io... tu... cercherai di tradire i miei sentimenti. Lo so.-
-No, non è vero. Ascoltami. Io... io ti amo. Non ho mai provato niente del genere, ed è bellissimo.
Ma se tu non mi puoi accettare, io... la vita non avrà mai nessun valore per me. Mai.- concluse ancora ansimando.
 Le strinse forte il polso. 
-Ho quindici anni Scorpius. Sono uscita con tre ragazzi. Tutti mi hanno detto che mi amavano. Non tutti sono stati sinceri. Forse anche tu sei come loro.-
Scorpius rise, anche se non c'era niente da ridere. 
-È questo che pensi? Insomma, credevo di avere un buon rapporto con te. Pensavo che mi conoscessi. Ma fai quello che voi.-disse lui, facendo per allontanarsi.
-Scorpius, aspetta!- gridò Rose.
-Io... tu... le nostre famiglie... cosa diranno?-chiese lei preoccupata.
-Oh, al diavolo le nostre famiglie. Al diavolo mio padre e il suo sangue puro. Al diavolo i litigi fra le nostre famiglie!-disse lui andando su e giù per il corridoio. Lei, per la prima volta ammirò un Serpeverde. Per la sua ribellione, per il suo spirito d'iniziativa. Si avvicinarono sempre di più. I loro nasi si potevano toccare. Rose chiuse gli occhi. Tocco con la bocca le sue labbra sottili. Gli mise una mano dietro la testa. Con l'altra gli carezzò la guancia. Lui le mise una mano nei capelli, e l'altra intorno alla vita. Affogò le sue preoccupazioni in quel bacio. Sentì le mani di Scorpius correre lungo la sua schiena. Una sensazione di calore invase il ragazzo, e una folata di profumo di rose lo investì. Si sentì come isolato da ogni suono. Rose sentì il suo fresco profumo di colonia maschile, e l'unico rumore che sentiva era il suo respiro affannoso. Ora niente aveva più importanza per lei, solo quel bacio. Neanche Scorpius riusciva più a pensare. L'unica cosa che importava al ragazzo era continuare a sentire le fresche labbra di Rose contro le sue. Quegli istanti per Rose parvero non finire mai. Poi Scorpius lentamente si allontanò. Le sorrise.
-Ora sarà tutto diverso-
-Sì.-

   
 
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