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Autore: Funny_Love    02/07/2015    5 recensioni
Era un giorno come tanti, ma non per molto. Da una piccola malattia si può passare benissimo a un'epidemia.
[Personaggi leggermente OOC] [Leggermente non credo proprio, ma vabbè]
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era una normale giornata come tante al liceo James Madison HighSchool; la scuola era composta da un enorme appezzamento di terra, formato da quattro edifici con il nome di "Padiglione" con l'aggiunta dei quattro punti cardinali. Infatti, proprio per la sua grandezza, la scuola era appena fuori New York.
 
 
 
All'interno della scuola, nelle scale anti-incendio del Padiglione Sud, vi era una ragazza appoggiata alla ringhiera con fare annoiato. Lei aveva i capelli biondo platino, ma ormai del suo colore originale non gli era più traccia perchè questi erano coperti dalla tinta azzurra. I suoi occhi blu, un pò socchiusi, risplendevano al sole alto nel cielo. La ragazza si staccò dalla ringhiera, per poi prendere la sua cartella per recuperare il suo cellulare; questo stava vibrando, faccendo si che pure la borsa vibrava.
 
 
 
- Uffa è ora.- fece la ragazza interrompendo la sveglia muta del telefono. Era ora di andare a lezione di chimica, ma lei non ne aveva proprio voglia.
 
 
 
Con uno sbuffo mise il cellulare nel suo posto e, dopo un'altra occhiata verso il cancello della scuola, iniziò a salire le scale raggiungendo il terzo piano; nel terzo piano c'erano tutte le aule delle materie facoltative, tra cui chimica, falegnameria, scienze, cucina e altre materie. 
 
 
 
Mentre la porta del terzo piano si chiudeva, al cancello entrò un uomo. Il signor Cruz, più precisamente, l'insegnante di tecnica. L'uomo, però, era molto strano; tossiva fortemente e, ad ogni passo barcollante, sembrava come se stesse per cadere. Il Sig. Cruz era un uomo sulla cinquantina d'anni, i capelli era neri ma nelle basette iniziavano a spuntare i primi capelli bianchi, appogiati sul naso c'erano gli occhiali con la montatura trasparente e dietro quelle lenti spuntavano dei bellissimi occhi color miele accessi e  rassicuranti.
 
 
 
 
 
- Ahem! Buon- coff- giorno signor Powell- coff.- salutò il prof. Cruz al bidello della scuola. Il signor Powell era il bidello della scuola; era un uomo molto vecchio, infatti si poteva notare dai capelli bianchi e dai occhi ormai socchiusi. Il bidello ricambiò il saluto un pò accigliato.- Emh, Sig. Cruz? Sta bene? VuoLe che l'accompagni in infermieria?- fece l'uomo notando il continuo tossire del professore.
 
 
 
Quest'ultimo negò tossendo.- No, grazie per la proposta ma sto ben- la frase rimase a metà; Il Sig. Cruz si accasciò a terra, per poi sputare sangue dalla bocca.
 
- Professore!- gridò il bidello raggiungendo il collega.
 
 
 
Powell si inginocchiò verso l'uomo; iniziò a scuoterlo, ma invano. Appoggiò l'orecchio nel punto dove pulsava il cuore, ma una cosa sfuggiva al bidello; non sentiva niente.
 
L'anziano si rialzò con la bocca e gli occhi spalancati, questi anche lucidi. Si portò le mani tremanti alla bocca ancora incredulo; il signor Cruz era morto.
 
 
 
- N....non...p...può essere! Non può essere morto! Non così!- gridò ancora incredulo.
 
 
 
Il signor Powell si corpì gli occhi, cadendo poi in ginocchio singhiozzando un pò. Poteva essere anche un anziano, ma niente gli impediva di piangere per la morte del collega.
 
Mentre il bidello era impegnato a piangere per la morte del signor Cruz, proprio quest'ultimo si mosse. Piano a piano Cruz alzò la schiena, con la testa rivolta verso l'alto.
 
 
 
- Si....Signor Cruz! Lei è vivo!- esclamò tra le lacrime Powell. 
 
 
 
Il signor Cruz non proferì parola. Ma dopo una manciata di secondi girò il volto verso il bidello; gli occhi del professore erano rivolti verso l'alto, la pelle era divenuta grigiastra-violacea, la bocca era del tutto spalancata, piena zeppa di sangue immischiato alla saliva e, in conclusione, i denti erano diventati giallognoli. Dalla bocca proveniva un grand fetore, una puzza indescrivibile al naso del bidello. Il professore respirò pesantemente e, dopo un paio di minuti, si lanciò all'attacco del bidello, mordendogli il braccio. 
 
 
 
-
 
 
 
- Marty, mi passi quella provetta?- 
 
- Eh? Ah, si un attimo.- Martina passò all'altra ragazza un provetta contenente un liquido rosso.
 
- Grazie.- ringraziò la mora. Aicha Etna. Lei era una bellissima ragazza alta e snella, con dei bellissimi e profondi occhi scuri -protetti dagli occhiali da laboratorio- incorniciati dai corti capelli scuri disordinati per via della protezione agli occhi. La ragazza si stava concentrando sul compito di chimica appena assegnato dal professore.
 
- Marty, quanti millilitri dobbiamo aggiungere al composto?- chiese ancora una volta la mora.
 
- Se non mi sbaglio due o tre.- rispose la bionda sbuffando alzando una delle sue ciocche, in origine bionde, azzurre.
 
- Che hai?- fece preoccupata Aicha, voltandosi verso di lei.
 
- Niente, sono solo annoiata.- rispose sospirando.- Comunque non dobbiamo finire il compito?- voltò lo sguardo Martina. La mora annuì e insieme finirono il composto per chimica.
 
 
 
Dopo che tutti finirono, il professore girò fra i bachi a controllare il compito di tutte le coppie di banchi; la maggior parte delle coppie sbagliò i composti, ottenendo una misera D soltanto per aver provato, mentre la piccola parte rimanente aveva ricevuto B, tranne per Aicha e Martina che guadagnarono una bellissima A.
 
La campanella risuonò nei corridoi e in men che non si dica tutte le aule erano vuote. Le ultime ad uscire erano Aicha e Martina; quest'ultima giocando con una ciocca di capelli.
 
 
 
- Emh...che materia devi svolgere ora?- fece Aicha rompendo il ghiaccio.
 
- Cosa? Ah niente oggi ho la testa fra le nuvole!- sorride l'altra.- Comunque ho....Latino.- concluse.
 
- Oh, io matematica.-
 
 
 
Il silenzio dominò fra le due. Di solito parlavano sempre, ma per qualche motivo, già da qualche settimana, non parlavano molto spesso. Continuarono a camminare; uscirono insieme dal Padiglione Sud, per poi prendere le strade diverse, Aicha Padiglione Est mentre Martina Padiglione Nord.
 
 
 
-
 
 
 
- Come dicevo ragazzi, la declinazione del nome comprende i nomi maschili e femminili, nessun neutro. Prima di parlarvi di come si svolge la declinazione dei nomi, volevo raccontarvi le origini. La prima declinazione latina deriva dalla declinazione greca; la declinazione greca, diversamente dalla declinazione latina, aveva la flessione differente.- spiegò la professoressa; era una donna molto vecchia, aveva i capelli neri raccolti in uno chignon e dei fondi di bottiglia per occhiali che nascondevano dei occhi blu ghiaccio in grado di ghiacciare qualsiasi essere umano che la contradicce.
 
 
 
Ma quest'ultima venne interotta da una mano alzata, appartenente a April O'neil; una ragazza alta e magra, occhi azzurri, lentiggini sulle gote, capelli rossi legati in una coda e un cerchietto giallo che separa il resto dei capelli dai ciuffi che le cadono leggermente sulla fronte.
 
 
 
- Si, signorina O'neil?- chiese la prof molto disturbata.
 
- Volevo chiederLe, in che senso la declinazione greca ha la flessione diversa rispetto alla declinazione latina?-
 
- O'neil, se lei non mi interrompeva potevo arrivarci.- rispose secca la professoressa.
 
 
 
April abbassò la mano accigliandosi un pò. Appena la professoressa era certa che la rossa non avrebbe più interotto continuò a spiegare, peccato che finì di nuovo per essere interotta per colpa di un annuncio.
 
 
 
- "Prova? Prova? Ahem! Si prega i docenti di interrompere qualsiasi lezione e al loro posto, con molta cautela, far evacuare la scuola. Ripeto, fate evacuare la....AHAAAAAAAA AIUTO!!!! bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz"-
 
 
 
Silenzio. Nell'aula di latino non volava nessuna mosca. La penna che era sopra la cattedra della docente scivolò a terra, da lì panico più totale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
*cerca di scappare* *arriva Donnie e la prende*
 
Io: Emh...okey. Ed eccomi qua con una nuova fic sugli zombie! 
 
Donnie: Che creatività
 
Io: Zitto. Allora come primo capitolo è schifoso lo so. Vabbè parlando di The College Of New Talent l'ho cancellata e sicuramente ci rimarete male lo so, ma era perchè non mi piaceva ma comunque intendo riscriverla. Passando alla nuova fic beh, è un classico dell'horror. Quindi non credo che vi stupisca molto, anche dal fatto che ho scritto malissimo e frettolosamente. Comunque spero che questa, si può dire, "fanfiction" vi piaccia. (ma sicuramente no)
 
 
 
Yep ye,
 
Funny :3
 
 
   
 
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