Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: frabulous    02/07/2015    2 recensioni
Sai perché il mondo è ancora bello? Perché c'è ancora qualcuno che ti apprezza per come sei e non per come devi essere.
-Johnny Depp
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Dal terzo capitolo:
Secondo la profezia, un giorno arriverà una ragazza che riuscirà a riportare alla luce l'essenza smeraldo della pietra. Secondo la stessa profezia, però, non dovrà essere la ragazza a trovare la vera essenza della sfera, bensì un demone. Questo è detto essere l'amato e amante della fanciulla prescelta e solo quando troverà l'essenza della pietra, questo potrà beneficiare a pieno del vero potere di essa.
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AGGIORNATO IL 5^ CAPITOLO! 02/08/15
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
Confini

 

I just really
like your eyes.


 
"Ehm..." bisbigliò la ragazza nel sonno. Quel piccolo suono spaventò terribilmente il mezzo demone, che mosse le orecchie nervosamente. Un gesto del braccio chiuse il viso dell'hanyou in un abbraccio della fanciulla. Si ritrovò completamente spiazzato e arrossì visibilmente di fronte a quel piccolo gesto. La ragazza sorrise innocente, 'Chissà cosa stara sognando questa scema...' Doveva trovare un modo per svincolarsi da quella presa. Alzò lo sguardo verso il viso della ragazza, che dormiva sorniona. L'imbarazzo aumentò quando si rese conto di quanto gli piacesse esser chiuso in quel contatto. Era una sensazione così piacevole, che riprovava ora per la prima volta dopo tantissimo tempo. Si sentiva diverso, quasi rilassato, come se la sua natura demoniaca fosse stata spazzata via da quel piccolo legame. L'istinto lo portò ad inebriarsi nuovamente di quell'odore che credeva odiare. Era veramente buono. Era immerso in quel profumo vanigliato, quando si rese conto che la stretta della ragazza intorno al suo collo era notevolmente diminuita. Non perse tempo e si divincolò da quel piacevole abbraccio. Però, infondo gli sarebbe piaciuto restare accoccolato in quella presa ancora per un po'... Si allontanò a tastoni da quello strano fouton, trascinandosi con le mani, che tastavano il pavimento. Toccò qualcosa, un oggetto appuntito e un frastuono si divulgò per tutta la stanza.

Kagome si svegliò. Quel suono fastidioso e fin troppo familiare era insopportabile. Con il braccio destro raggiunse quel fastidiosissimo arnese che sembrava voler interrompere a tutti i costi il suo sonno tanto meritato. Spinse il bottoncino sulla sveglia e l'assordante bip finalmente si placò. Cominciò a strofinarsi gli occhi per cercare di svegliarsi e ne aprì piano uno. Si meravigliò nel vedere la stanza ancora totalmente buia. Si alzò dal letto e uno strano rumore attirò la sua attenzione. "Buyo, sei tu? uff ma perché devi fare tutto questo rumore? Da bravo, vieni a metterti qui sul letto, su... micio micio miciooo" Il gatto non sembrava volerne sapere di ubbidire, così la ragazza fu costretta ad avvicinarsi alla finestra per aprire le tende, che sperava avrebbero consentito l'ingresso della luce del sole. Ma scostando la sottile stoffa, non vide altro che un cielo stellato. Era ancora notte fonda. Lo sguardo della ragazza si posò sull'albero di fronte alla sua finestra. Poteva distinguere una sagoma sopra uno dei rami più robusti ed alti. Che fosse un ladro? Ma un raggio di luna portò alla luce una parte di quella sagoma indistinta che si nascondeva tra le foglie scure. Kagome poté distinguere perfettamente quei colori che tanto l'avevano sorpresa il giorno prima. Un argento, simile alla luce emessa da quella bianca luna, che si muoveva fluttuante a ciuffi mosso da deboli spifferi di vento, avvolto da un rosso acceso. Era sicura, doveva trattarsi di colui che l'aveva salvata da quel mostro gigante. Dunque non era stato tutto un incubo. Si sporse ancora di più, voleva vedere il viso di quel suo misterioso salvatore, chiamarlo, ringraziarlo.

Quel dannatissimo Buyo che prima non voleva saperne di venir fuori si strusciò alle gambe della ragazza, che, fino a un attimo prima assorta nei suoi pensieri e imambolata a fissare quell'albero, fu totalmente spiazzata da quel contatto improvviso e si spinse in avanti. "WOOAAHHHHH" emise la ragazza prima di cadere dalla finestra. Un salto di circa 7 metri non era certo cosa che una ningen come lei potesse affrontare senza subire graffi. Il mezzo demone, risvegliatosi dal suo stato di trance, si tuffò verso la fanciulla e con uno dei suoi agilissimi balzi, la prese tra le braccia e la salvò da una caduta decisamente pericolosa. Kagome si sentì stretta in quel calore per la seconda volta. Ma adesso alzò lo sguardo con più decisione, determinata a scoprire la natura di colui che nell'arco di 12 ore l'aveva già salvata due volte. Fu rapita da un paio di occhi, le cui sfumature andavano dall'ambra all'oro puro. Rimase invaghita di quello sguardo così sicuro e profondo e continuò a fissare il giovane che la riportava alla finestra della sua camera. Quello, quando si accorse dello sguardo della piccola creatura che stringeva a sé, si voltò verso di lei. Notò due occhi grandi, color nocciola o forse no, quello era cioccolato. Due occhi color cioccolato che si risplendevano nei suoi. Rimase anche lui stregato da quel contatto visivo, come se in quegli occhi ci si forse perso, quegli occhi che gli ricordavano tanto quella notte primaverile, scuri e brillanti, come illuminati da una distesa di stelle. 'Ma lei, lei non è Kikyo... no, questi occhi, sono completamente diversi dai suoi... sono così grandi, così pieni di vita, così...sinceri' questo pensiero lo distrasse da quello sguardo che l'aveva tanto incantato. Adagiò la ragazza ancora imbabolata e persa nell'ambra dei suoi occhi sul letto dove l'aveva vista dormire. 'Ma come mai questa ragazza le somiglia tanto? Perché il suo odore è così simile a quello di Kikyo? Eppure i suoi occhi sono così diversi...' questo era ciò che il mezzo demone pensava mentre stava per balzare di nuovo verso la finestra. La ragazza sembrò intuire le sue intenzioni e afferrò quella stoffa così rossa per un pizzo della manica prima che il suo salvatore potesse muoversi. "Aspetta... ti prego" sussurrò Kagome. Il mezzo demone si voltò, perdendosi nuovamente in quelle pozze di cioccolata. "Allora sei tu..." il giovane sussultò a quelle parole "...sei tu che mi hai salvata oggi...grazie" continuò la fanciulla, tornando a scrutare la profondità di quell'oro che tanto l'attraeva. Il mezzo demone non riuscì a proferire parola. Una sconosciuta, una comune umana l'aveva ringraziato? Ma non aveva paura di lui, del suo aspetto? Mosse freneticamente le sue orecchie canine, simbolo del sangue demoniaco che scorreva in lui. Kagome, incuriosita da quel movimento, alzò lo sguardo, soffermandosi su quei candidi batuffoli che si dimenavano sulla testa del suo salvatore. Quando il mezzo demone vide la direzione dello sguardo della fanciulla, si portò istintivamente le mani a coprire le buffe orecchie che lui odiava tanto e si tirò indietro, in una parte ombrosa della stanza che la luce della luna non riusciva a raggiungere. "Non ti avvicinare" disse il mezzo demone tornando ad assumere la sua aria fredda e distaccata.
"Ma perché? Che cos'hai?" continuò lei avvicinandosi alla zona ombrosa dove si era rifugiato il ragazzo dalle orecchie canine. Un gesto improvviso della ragazza stupì particolarmente il mezzo demone e con aria imbarazzata, divenne leggermente rosso in volto. Kagome aveva iniziato ad accarezzare le sue orecchie? "Scusa, non ho saputo proprio resistere! Sono così... carine" disse lei imbarazzata con un sorriso divertito in volto mentre giocava con quei batuffoli bianchi che il mezzo demone tanto odiava. A lei piacevano quelle orecchie? Quelle orecchie che l'avevano sempre fatto sembrare inferiore, che lo definivano come un essere di mezza natura, un'abominio? L'idea che a qualcuno potessero piacere, trovarle carine, lo fece arrossire. Cos'era quella sensazione? Quella di sentirsi accettato, che sentiva in quel momento. Nessuno era mai stato tanto affettuoso con lui, non aveva mai accarezzato quella sua mezza natura in modo tanto naturale.


"Kikyo..." sospirò lui in modo quasi impercettibile. Il suo volto tradiva un'aria rilassata e quel nome gli era uscito spontaneo, quasi liberatorio. La ragazza si accorse subito dell'espressione notevolmente mutata del giovane davanti a lei e si lasciò intenerire dall'espressione beata del suo viso, i cui lineamenti marcati erano ora distesi in quello che sembrava un sorriso. Ma certamente non si lasciò sfuggire quel sussurro. 'Kikyo...' ripeté fra sé la fanciulla.
Rimasero così un minuto buono a scrutarsi a vicenda, ad osservare l'uno le mosse dell'altra. Lei rimuginava su quel nome sospirato, lui si interrogava su quella strana creatura che era in tutto e per tutto uguale alla donna che l'aveva ucciso. Il silenzio fu rotto dalle fusa di Buyo, che si era placidamente strusciato al corpo del mezzo demone. 'Questo ragazzo è così strano...non sembra della nostra epoca. E in più quelle orecchie da cane...che cosa staranno a significare?' L'hanyou sembrò capire lo sguardo interrogativo della giovane ed esordì "Il mio nome è Inuyasha e... sono un hanyou" disse l'ultima parola quasi sottovoce mentre le orecchie ripresero a muoversi nervosamente.
"Un han-you?" chiese stupita lei.
"Tsk, prego, ridi pure di me..."
"Sei un mezzo demone?!" ripeté lei. Quelle parole la sorprendevano in maniera particolare anche alla seconda volta che le ripeteva.
"E tu ningen? Qual è il tuo nome?" chiese lui cercando di sviare il discorso dalla sua natura mezzo-demoniaca.
"I-io sono... il mio nome è Kagome! Piacere di conoscerti Inuyasha!" disse lei quasi risvegliata dalla trance in cui non si era neppure accorta di essere caduta. Era di fronte a un mezzo demone. A un mezzo demone! Sicuri che non stiamo scherzando vero? Aveva sentito il nonno parlare di quelle creature in molti dei suoi racconti leggendari a cui lei, ovviamente non aveva mai prestato particolarmente attenzione, essendo scettica riguardo a certe cose folcroristiche. Si sarebbe dovuta ricredere, completamente. Un pensiero le balenò in testa. E se fosse solo un sogno? In fondo di cose strane ne erano successe quel giorno. Prese a schiaffeggiarsi per provare la sua ipotesi. Il mezzo demone la guardò impietrito. Ma cosa aveva quella onna? Perché non faceva altro che schiaffeggiarsi?
"Ehi, tu! Ma dico sei matta??!" urlò lui.
"Ma...fa male. Allora tu, t-tu sei...reale!"
"Tsk, che cosa credevi dannata! Qui l'unica fuori di testa sei tu che ti schiaffeggi da sola!"
"Io? Fuori di testa?? Solo per la cronaca, ma oggi sono stata aggredita da un verme gigante che voleva uccidermi, sono stata salvata da un perfetto sconosciuto che si è appostato alla mia finestra, svegliandomi nel cuore della notte e rivelandosi essere un mezzo demone! Come credi che io possa sentirmi, razza di psicopatico scorbutico!"
"Bella riconoscenza per averti salvata! E scorbutico a chi scusa? Sei tu che hai iniziato a schiaffeggiarti come una matta e a imprecare contro di me! Tsk, e io che mi sono persino precipitato a salvarti! Come se una che cade dalla finestra di camera sua fosse tanto normale poi! Che razza di stupida si lascia cadere perché un gatto le si struscia addosso??"
"Ma come osi, brutto insolente che non sei altro! Sei qui dentro, in casa mia, in camera mia, a insultarmi a notte fonda e pretendi che io sia riconoscente a un brutto maniaco come te che mi spiava dall'albero davanti alla mia finestra?"
"Tsk! Non sei per niente carina! Ora ne sono certo, tu non sei sicuramente Lei! Lei era molto più femminile, molto più e gentile e-e... e più bella!" disse spostando il suo interesse su un punto impreciso della stanza, dalla parte opposta rispetto agli occhi di una Kagome che si faceva sempre più arrabbiata. Si videro fiamme in tutta la stanza. Persino Buyo si mise paura della sua padrona e iniziò a soffiare gonfiandosi dalla schiena in posizione di difesa.
"ESCI SUBITO DALLA MIA CAMERA! BRUTTO MANIACOOOOOO" urlò questa volta la ragazza con tutto l'impeto del mondo. Inuyasha si fece piccolo piccolo e iniziò a maledire mentalmente i Kami per averlo portato a parlare tanto a sproposito. Fu costretto a rifugiarsi sul dio albero a causa di tutte le cianfrusaglie che quella ragazza inferocita aveva iniziato a tirargli dietro.

"Tsk, ma dimmi te, che caratterino! Ed io che mi ero anche precipitato ad aiutarla!" si disse fra sé e sé l'hanyou mentre si sistemava sul ramo più robusto dell'albero. 'Eppure c'è qualcosa che non quadra...come fa quella ragazza ad assomigliare tanto a Kikyo...?' "Devo vederci chiaro in questa faccenda" disse rivolgendosi al Goshinboku sul quale si era appollaiato e in modo tranquillamente naturale si mise a cavalcioni del ramo che sarebbe stato il suo rifugio quella notte, appoggiando la testa al tronco robusto del dio albero.


Fu svegliato da quello stesso fastidiosissimo suono che aveva imparato a sue spese provenire da un macchinario somigliante vagamente a un gatto la notte prima. C'era mancato poco che non cadesse dalla posizione precaria in cui aveva dormito, dalla quale si riprese facilmente dopo un paio di sbadigli, per poi fiondarsi sull'albero vicino alla finestra di quella che era diventata la sua più grande ossessione e contemporaneamente il suo incubo peggiore. Vide la ningen radunare frettolosamente delle cose che aveva sparpagliate per la stanza e riporle in uno zaino, mentre imprecava i Kami, malediceva qualche strana cosa chiamata "sveglia" e quel deficente di un mezzo cane. "Che ha detto quella dannata? Sarei io il deficente? Ah, ma oggi mi sente, eccome se mi sente!"
La vide uscire di casa di corsa, così si portò con dei balzi sulla chioma del grande dio albero. Kagome, come di consueto, si era fermata davanti al Goshinboku, ammirandone la grandezza. Gli occhi le si fecero lucidi un'altra volta, pensava al padre defunto e a come tutti i ricordi legati a quell'albero la facessero solo soffrire. Abbassò lo sguardo verso la collana che portava, la sua preferita. Consisteva in un ciondolo dalla forma ovale, grande più o meno quanto metà del palmo di una mano. Era un meraviglioso rubino, rosso brillante, e non poteva fare a meno di trovare meraviglioso ogni volta che si ritrovava a guardarlo. Quella era probabilmente la cosa più preziosa che possedesse.

 
Le aveva spostato i voluminosi capelli corvini su una spalla, lasciandole il collo scoperto e le aveva detto di girare la testa in avanti e di non sbirciare. Ma come chiedere qualcosa del genere ad una bimba di meno di 8 anni? La piccola Kagome non faceva altro che dimenarsi, mentre il padre apriva una scatolina di velluto verde. Il papà le portò una mano sugli occhi per non rovinarle la sorpresa e poi prese ad armeggiare con la catenina per allacciargliela dietro al collo. Quando le tolse la mano dagli occhi, la piccola vanitosa girò tutta casa per trovare uno specchio che la riflettesse per intero. Ammirò estasiata la collana che il papà le aveva appena regalato. Un rubino così brillante da far girare la testa alla piccola peste, che sfrecciò verso il genitore, portandosi dietro una svolazzante gonnellina verde in seta, la sua preferita. "Grazie papi, grazie!!! È bellissima! Così sembro quasi una principessa!" rise la piccola spavalda "Ma tu sei la mia principessa" le sussurrò il padre prendendola in braccio e baciandole la guancia. "Promettimi che la indosserai sempre, qualsiasi cosa accada, perché questa ti proteggerà in qualsiasi momento, così un pezzo della mia anima sarà sempre vicino a te." "Te lo prometto papone! Ma tu torna presto, così passeremo l'estate insieme!" continuò entusiasta la bimba mentre si liberava dall'abbraccio del padre per volgere la sua attenzione verso la finestra, da dove poteva scorgere il piccolo Souta creare qualcosa di vagamente somigliante a un pupazzo di neve insieme alla mamma che le sorrideva.


Non avrebbe mai potuto dimenticare quel giorno così lontano, l'ultimo in cui vide suo padre che, in quanto pilota dell'esercito, era partito in una spedizione verso chissà quale parte del mondo, per ritrovarsi in mezzo ad una sparatoria, che lo aveva ucciso.
Kagome conservava gelosamente quel "pezzo d'anima del padre" che le era sempre accanto e, spesso, pensando a lui, aveva giurato di vedere, tra una lacrima e l'altra, sul retro del pendaglio dei riflessi smeraldo, smeraldo, come gli occhi di suo padre.

Il mezzo demone aveva abbandonato quell'aria spavalda che lo aveva portato sopra al dio albero e si era completamente sciolto ad un volto visibilmente dispiaciuto quando vide una lacrima rigare il viso della ragazza. Lo sguardo di quella Kagome si era oscurato e a farle scudo in quel momento di debolezza c'era solo la sua frangia che le copriva gli occhi. Lo sguardo di Inuyasha si impregnò di qualcosa completamente estraneo alla sua natura: empatia. Fece per muoversi verso la giovane. Non sapeva neanche lui cosa sperava di fare. Abbracciarla? Consolarla? Asciugarle quella lacrima? E perché mai avrebbe dovuto farlo? Lei la notte precedente non aveva fatto altro che imprecargli contro, nonostante lui l'avesse salvata già due volte quel giorno. Eppure vederla là, così fragile, così piccola, così miseramente appoggiata al Goshinboku che sembrava quasi aiutarla a stare in piedi. Vide la sua mano sfiorare la superfice concava di quella parte dell'albero scalfita dalla freccia che, lui lo sapeva bene, era stata attaccata lì anche per troppo tempo. E poi la sentì di nuovo, avvertì quell'energia che il giorno prima l'aveva ricatapultato nel mondo dei vivi, quello che lui credeva l'unico mondo esistente. La lacrima che poco prima aveva delineato completamente il dolce contorno del viso della ragazza si era ora lasciata cadere, per finire niente di meno che sul bel ciondolo indossato da Kagome. Fu impercettibile, un flebile tocco. Nessuno si accorse di niente, forse neppure la goccia stessa. Una luce improvvisa si scaturì dall'albero imponente, avvolgendo completamente i giovani che gli stavano intorno. Inuyasha, nel vedere quel lampo si era istintivamente gettato verso Kagome, come per proteggerla, come se quella fosse la cosa più naturale del mondo.


Era tiepida, faceva sentire rilassati al solo contatto della pelle, quella luce soffusa. Kagome si sentì stretta da braccia che ora riconosceva perfettamente: erano quelle del suo salvatore. Stranamente non si scansò, sentì quel calore luminoso scaldarle anche l'anima e si lasciò cullare completamente da quell'abbraccio in un tempo che le sembrò infinito, ma che durò in realtà solo una manciata di secondi. Aprì gli occhi quando la sua pelle non percepiva più quel piacevole calore proveniente dalla fonte luminosa. Quello che vide la spiazzò. Lo scenario attorno al colossale Goshinboku era completamente diverso rispetto a quello a cui era abituata. Non c'erano più il tempietto, l'asfalto, le aiuole, la casa. La casa era sparita. Al suo posto regnava una natura incontrollata, caratterizzata da grandi alberi, folti cespugli e un prato rigoglioso. Si sentì ancora più spaesata quando si vide sciolta da quell'abbraccio che l'aveva accolta fino a poco prima, per ritrovarsi di fronte ad un Inuyasha scoppiettante di gioia che urlava "Finalmente sono a casa!"





Angolino dell'autrice:
Salve a tutti! Come molti avranno notato, questa è la prima fanfic che io abbia mai scritto. Lo so, purtroppo il primo capitolo non era un granché, ma era giusto per introdurre un po' la storia. anche questo secondo capitolo ha un non-so-che di transizione, ma non temete, nel prossimo capitolo riuscirete a farvi un'idea del perché del titolo e soprattutto della storia. Mi sono attenuta in maniera incredibilmente banale ad alcuni personaggi e alla loro funzione, ma spero tanto che la mia storiella vi abbia incuriosito almeno un po' :)
Giusto a titolo informativo, noterete che tutti i miei capitoli inizieranno con una piccola frase composta di 6 parole in inglese. Dovrebbero grossomodo corrispondere a una scena clue del capitolo e be, sono 6 parole, perché adoro tutti i giochi di simmetria che il numero 3 riesce a comporre. Uh... temo di essere terribilmente noiosa!
In conclusione proverò a postare nuovi capitoli appena mi sarà possibile. questi primi due sono stati abbastanza flash, considerando che hanno poco meno di 3 giorni di differenza, ma dovrete rassegnarvi al fatto che sono una tipa particolarmente pigra, per cui non sempre riuscirò a rispettare dei ritmi regolari...
Scusate ancora per la noia :/ Mi raccomando, recensite! Voglio tanto conoscere le vostre opinioni :)
Baci, Fran.

 
   
 
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