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Autore: Violet Moon 81    03/07/2015    4 recensioni
Una nuova vita. E' solo questo che Ebrel desidera. Ha un cuore nuovo e una voglia così forte di ricominciare che le da il coraggio di fare le valige e raggiungere il posto dove riuscire a realizzare i suoi sogni, senza ostacoli, senza più essere vista come la ragazza malata che era un tempo. Un posto nuovo dove nessuno fuorchè sua nonna Margot la conosce.
Nella Scozia del Nord, Inverness la aspetta, per regalarle quello che lei desidera e forse qualcosa in più.
Un battito in più.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Piove.
Non posso lamentarmi, sono in Scozia che altro potevo aspettarmi se non nuvole, cielo grigio e fastidiosa pioggerella?
Faccio un lungo respiro cercando di ritrovare il coraggio che mi accompagnava quando ho deciso di lasciare Cardiff e che ho perso non appena l’aereo è decollato ma ci vorrà qualcosa in più per ritrovarlo. Con le mie due valige pesanti oltrepasso le porte automatiche dell’aeroporto diretta al taxi che attende vicino al marciapiedi.

“Dove la porto Signorina?” domanda il taxista che ha l’aria di uno che ha dormito veramente poco la notte precedente, e già per questo mi sta simpatico perché anch’io non ho chiuso occhio.

“Mi porti alla prima stazione di pullman”

Riguardo il programma di viaggio che Sheena mi ha preparato, devo arrivare a Inverness.
Sarebbe stato più pratico prendere un treno ma, parole sue “Il viaggio in pullman sarà molto più lungo e ti darà più tempo per riflettere e farti tornare indietro”.
Mia sorella non era per niente d’accordo sulla mia decisione di partire e lasciarmi tutto alle spalle ma l’unica cosa di cui avevo bisogno ora come ora è un nuovo inizio e come si può ricominciare una nuova vita in un posto dove tutti ti trattano come un pezzo di cristallo che potrebbe rompersi da un momento all’altro, dove tutti ti guardano vedendo solamente la ragazza che dopo anni di lotta è stata salvata da un cuore nuovo. Non voglio più essere ne trattata ne guardata così.
Sono rinata.

Sono viva.

E voglio vivere questa nuova vita che mi è stata regalata con tutte le mie forze, senza che nessuno mi ricordi tutto quello che ho passato prima di nascere di nuovo.
Scrivo un messaggio a mamma
–Arrivata ad Edimburgo, sono in taxi diretta alla stazione dei pullman.Baci-

Non passa nemmeno un minuto che il trillo annuncia un messaggio in entrata.

-Come state?-
Da dopo il trapianto mamma ha cominciato a rivolgersi a me parlando al plurale, quasi come se mi fossi sdoppiata. E’ stata in ansia per così tanti anni che questo nuovo cuore è prezioso come lo sarebbe un altro figlio.

-Stiamo bene. Gabriel corre a 80 al minuto-

Gabriel è il mio cuore. Si proprio così, il mio cuore, perché se mamma ha cominciato a parlarmi al plurale, io ho dato un nome al mio cuore e per inciso, il nome me lo ha suggerito mia sorella.

Gabriel, come l’arcangelo che ha dato il lieto annuncio, perché quando ormai avevamo perso la speranza e avevo rinunciato a lottare è arrivato il lieto annuncio dall’ospedale e un cuore sano e forte tutto per me.

E’ stato qualche tempo dopo l’operazione, una sera mentre eravamo in camera prima di dormire Sheena si è avvicinata, si è stesa accanto a me e mi ha posato la testa sul petto.
“Adoro questo suono Ebrel” mi ha detto sorridendo.

“Ho preso lo stetoscopio che il Dottor Blunt mi ha regalato quando sono stata dimessa dall’ospedale e mi sono messa ad ascoltarlo anch’io.

“E’ un bel suono vero?”

Annuisce “Batte forte…deciso…sicuro…è un guerriero”

“Un guerriero” ripeto. E poi mi viene l’idea. “E se gli dessimo un nome a questo guerriero?”

“Un nome?”

“Perché no”

E dopo varie proposte abbiamo scelto Gabriel.

Il taxi si ferma.
“Eccoci arrivati Signorina”

Pago il taxista che gentilmente mi scarica le valige e mi dirigo al pullman 89/b che per pura fortuna è tra i primi lì accanto. Mi guardo attorno.
“Ok Ebrel ci siamo” mi dico sottovoce, arrivata qui ho ancora la possibilità di riprendere un taxi, tornare in aeroporto ed essere a Cardiff entro sera.
Mi poso la mano sul cuore “Diamoci questa possibilità Gabriel” sussurro.
E salgo sul pullman.
   
 
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