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Autore: Raven626    03/07/2015    1 recensioni
È passato un mese da quando Wirt e Greg sono tornati a casa e le cose sono lentamente tornate alla normalità. A parte per un fatto: i sogni di Wirt, o forse è meglio dire "il" sogno di Wirt. Infatti ogni singola notte il ragazzo fa lo stesso sogno e vede sempre la stessa ragazza, non l'ha mai vista prima, ma sente di conoscerla da sempre, ha il volto coperto dalle lentiggini, i capelli color caramello e gli occhi marroni. Wirt continua a chiedersi perché continua a sognarla e presto vedrà il suo sogno materializzarsi davanti ai suoi occhi.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  - Beatrice? - chiese Greg spaesato – tu lo sapevi, Jason? - chiese allora al rospo che rispose gracidando (non che potesse rispondere in modo diverso) – Jason! Perché non me l'hai detto prima? In effetti così a molto più senso – disse voltandosi verso Wirt che era ancora paralizzato per ciò che aveva appena scoperto – io vado, tu vedi di riattivarti prima che le lezioni finiscano, ok? Ciao Wirt! - disse voltandosi e dirigendosi verso l'ingresso.

Wirt iniziò a camminare ancora spaesato, come aveva fatto a non capirlo prima? Era così evidente! E pensare che perfino i suoi sogni avevano cercato di farglielo capire e lui non c'era ancora arrivato. Forse però non era davvero così, forse si era trattato sollo di un malinteso e quella ragazza era solo una ragazza come le altre che Wirt aveva incontrato alla festa di Halloween. Si voltò, eccola, stava per raggiungere l'ingresso.
“C'è solo un modo per capire se è così” si disse Wirt prima di mettere le mani davanti al viso in modo che formassero un imbuto e urlare a gran voce “Beatrice”. Allora si confuse nella folla continuando a tenere d'occhio la ragazza, si era voltata quando aveva sentito quel nome, poi però si era rigirata ed era entrata a scuola. “Non ci sono dubbi, è lei” pensò allora Wirt dandosi per l'ennesima volta dello stupido. “Chissà come deve essersi sentita quando si è accorta che non l'ho riconosciuta. All'uscita le parlerò” si disse allora, prima di entrare nell'atrio scolastico e confondersi con gli altri alunni.
Il trillo della campanella segnava la fine delle lezioni, ma quel giorno per Wirt assumeva anche un altro significato, era arrivato il momento della verità, quello in cui avrebbe detto a Beatrice che aveva capito chi era, ma poi? Una volta averla smascherata cos'avrebbe detto? “Sono felice di rivederti?” Banale. “Sono contento che sei viva e non nella pancia della spia della Bestia?” No, lo avrebbe guardato e sarebbe scappata via. “Ehi, Bea, come butta?” No, non era da lui e se le avesse detto così, Beatrice gli avrebbe senz'altro tirato uno schiaffo. Era strano per Wirt farsi queste domande, di solito gli capitavano situazioni simili solo quando stava decidendo di parlare con Sara…
Bé, in un modo o nell'altro ormai Wirt era arrivato, la bicicletta di Beatrice era proprio davanti a lui e tirò un sospiro di sollievo nel constatare che la ragazza non se n'era ancora andata. Si guardò intorno cercando di individuarla in mezzo alla folla, Greg sarebbe uscito tra cinque minuti, quindi se Wirt voleva fare qualcosa doveva sbrigarsi.
Ci vollero tre minuti prima di veder arrivare la ragazza. Ormai nel cortile e fuori dalla scuola non c'era nessuno, quindi Greg sarebbe uscito a breve. Beatrice non si era accorta di Wirt e si stava dirigendo tranquillamente verso la sua bicicletta. Il ragazzo stava ancora pensando a come attaccare bottone, quando, dimenticandosi di tutte le frasi che si era preparato, si avvicinò a lei senza che sapesse lui stesso cosa stava facendo.

 - Ciao – disse quando giunse alle spalle della ragazza.

Lei sussultò, poi, quando si voltò e vide Wirt, gli sorrise e ricambiò il saluto.

 - Ciao Wirt – disse lei voltandosi verso la bici e posando lo zaino dentro il cestino attaccato al manubrio.
 - Sai, non ho fatto a meno di notare che tu conosci il mio nome, ma non mi hai ancora detto qual è il tuo -
 - Ehm – disse lei guardandosi intorno, come se sperasse che un meteorite piombasse proprio lì davanti per salvarla da quella situazione.
 - Se non mi vuoi rispondere vuol dire che risponderò io al tuo posto, Beatrice -

La ragazza si voltò, il suo sguardo era un misto di gioia e di timore.

 - Da... da quanto tempo lo sai? -
 - I miei sogni lo sapevano da un mese, io da poche ore. Me lo ha fatto capire Greg, anche se lui stesso non l'aveva capito -
 - Greg è senz'altro un tipo particolare – disse allora sorridendo – è stata una fortuna che io mi trovassi vicino al fiume quando lui è inciampato, non penso che se ci fosse stato qualcun altro, si sarebbe buttato in acqua per ripescarlo -
 - Già... allora... come mai vieni qui a scuola? -
 - Mia madre dice che devo continuare a studiare ora che sono tornata ad essere una ragazza e poi... - disse mentre le sue guance si arrossivano lievemente – e poi volevo rivedervi, Greg, Jason, tu... -

D'un tratto anche Wirt iniziò ad arrossire, anche se lui stesso non sapeva il perché, sapeva solo che stava andando a fuoco e che se non la smetteva subito avrebbe dovuto chiamare i pompieri.

 - Sai, anche io e Greg ci siamo chiesti spesso come stavi. Se le forbici avevano funzionato e se avevi ripreso con la tua vita di prima della trasformazione. A volte avevo quasi dubitato che fosse realmente successo, parlo di tutto ciò che è successo nel bosco, della Bestia e di tutti gli altri, anche di te. Dopotutto quando mi sono risvegliato in ospedale era sempre il giorno di Halloween e tutto ciò era molto strano, per fortuna anche Greg si ricordava tutto o avrei pensato di essere impazzito -
 - Allora... come vanno le cose con la tua nuova-vecchia vita? La scuola... la famiglia... Sara... -
 - Sara? -
 - Sì, me ne avevi parlato quel giorno nella casa del tuo finto zio, ti ricordi? -
 - Ah, sì, mi ricordo. Bé, non c'è molto da dire, Sara si è trasferita e ormai è da un bel po' che non ci sentiamo -
 - Mi... mi dispiace – disse Beatrice non sapendo più cosa dire.

Si sentì un suono, la campanella delle elementari. Greg stava per uscire.

 - Sarà meglio che vada – disse Beatrice voltandosi verso la bici.
 - Aspetta – disse Wirt avvicinandosi.
 - Che c'è? - chiese la ragazza sorpresa da tutta quella vicinanza, Wirt era a meno di venti centimetri da lei.
 - Ecco... insomma... io volevo... -
 - Cosa? -
 - Ti devo dire una cosa... - disse il ragazzo sempre più impacciato.
 - Cioè? - chiese lei, mentre anche il suo viso iniziava lentamente a diventare da bianco pallido a  rosso fuoco.
 -  Io... io non ci riesco... - si arrese in fine.

Non aveva speranze, era stato anni e anni con Sara e non era mai riuscito a dirle quelle due parole, che speranza aveva di riuscirci adesso, in soli pochi secondi?

 - Sarà meglio che vada a vedere se Greg è uscito – disse alla fine Wirt.

In quel momento tutto accadde così velocemente che né Wirt, né Beatrice capirono mai cosa fosse accaduto esattamente: Beatrice si era voltata verso la sua bicicletta, ma aveva perso l'equilibrio ed era stata sul punto di cadere, fortunatamente Wirt era ancora lì e prontamente aveva afferrato la ragazza impedendole di toccare terra. Allora non si capì se fu Wirt, Beatrice o tutti e due nel medesimo istante, fatto sta che pochi istanti dopo le loro labbra si erano unite in un bacio lungo e tanto atteso da entrambi. Nessuno dei due seppe quanto tempo rimasero così, seppero solo che quando si separarono, i bambini delle elementari erano già usciti e nel marciapiede non c'era più nessuno a parte loro.

 - Io… sarà… sarà meglio che vada – disse Beatrice con le guance in fiamme – a domani! -
 - Ciao Beatrice! - disse lui agitando la mano verso la ragazza mentre si inoltrava con la sua bici verso la foresta.

Non ci poteva credere… era successo! Per un attimo aveva quasi creduto che fosse stato un sogno, ma non poteva esserlo, era stato tutto così reale…

 - Wirt! -

Il ragazzo si voltò e vide arrivare Greg, aveva il fiatone, i pantaloni e parte della maglietta sporchi di terra e Jason tra le braccia. Wirt sorrise, per una volta quel ranocchio gli stava davvero simpatico, se non fosse scappato (com'era evidente che avesse fatto), Greg non ci avrebbe messo tanto ad arrivare e Wirt non osava neanche immaginare quanto sarebbe stato imbarazzante.
 
 - Dai, Greg, la mamma si preoccuperà se non ci muoviamo -
 - Di certo non sarà colpa mia se arriveremo tardi – borbottò Greg.
 - Cosa? -
 - Niente, niente, non farci caso, parlavo tra me e me – disse Greg guardando Wirt e nascondendo un sorrisino che lasciava intendere fin troppo bene cosa avesse visto.


Fine


Spero che vi sia piaciuta e che recensiate, mi piacerebbe sapere cosa pensate della mia nuova “creazione”. A presto!
Raven626

   
 
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