« Satou-chan. » Naomi si volta, con lieve sorpresa, verso Fujita. La sua compagna di classe – forse poteva anche considerarla amica, chissà – la osserva con cipiglio serio. Accanto a lei Aoki-chan, silenziosa e con le mani congiunte come suo solito.
« E’ vero che tu e Kagami-senpai uscite insieme? » le chiede allora Fujita, assumendo un’aria ancora più seria. « E’ da un po’ che gira il pettegolezzo. »
Naomi sposta lo sguardo al soffitto, osservandolo senza vederlo realmente. D’altronde, come poteva definire la sua relazione con Taiga. Non esisteva al mondo un termine adatto.
D’altronde, era tutto cominciato quando lei si era messa a sfogliare una rivista americana di sport – che si faceva arrivare via aerea – nascondendosi da Aida-senpai, e Kagami si era accodato facendo guadagnare a lei un turno extra di pulizie e dieci giri del campo in più per se stesso.
Poi stranamente lui era diventato quasi un amico, tanto che spesso lui era il primo a cui porgeva l’asciugamano dopo gli allenamenti. Quello fu il periodo in cui avevano anche iniziato a parlare in inglese tra di loro, e anche quello in cui aveva iniziato a percepire brucianti occhiatacce di cui non sapeva la provenienza.
Con il cambio di stagione era divenuta persino un rimpiazzo, quando Kuroko tornava a casa da solo o era invitato da degli amici – parecchio strani, ma anche un bel spettacolo per gli occhi. Lì Kagami le chiedeva esplicitamente, attirandosi pure lui certe occhiate, di tornare a casa insieme a lui. A lei, in fondo, non era mai dispiaciuto, ma non perdeva l’occasione di punzecchiarlo di quella posizione di rimpiazzo e facendosi offrire spesso qualcosa.
E ora, ora le legava pure la sciarpa nella maniera corretta, rimproverandola pure.
Naomi si ferma, portandosi una mano alle labbra con aria seria e riflessiva.
« Nemmeno io so che genere di rapporto abbiamo. » dice, lasciando di stucco le due compagne.
« Eh? » fece allora Fujita. « Allora state insieme sì o no? »