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Autore: invasata    03/07/2015    7 recensioni
E se i Cullen non fossero gli unici "non umani" a Forks? E se Bella non avesse avuto l'infanzia felice che ha sempre avuto? Se il suo passato fosse costellato di Istituti, Camici Bianchi ed Eliminatori? Una Bella completamente diversa, fisicamente e mentalmente, immersa in una storia d'amore costellata di pericoli... e non un gruppo di vampiri assetati a costituire un pericolo per la nostra protagonista!
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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SCUSATE!
Vi lascio al capitolo... almeno rimedio!
Un bacione.

CAPITOLO 12:

-Ormai sanno dove vivo- dico seduta sulla poltrona -Questo è il secondo attacco e chissà se ce ne saranno altri...-

-Potresti cambiare casa- propone Sue

-Charlie rimarebbe lo stesso in pericolo- sibilo frustrata prendendomi la testa tra le mani fasciate, un piccola fitta mi fa gemere ed Edward mi accarezza i capelli -Non posso permettere che gli facciano del male-

-Sono armato-

-Loro pure- ribatto -La prossima volta potrebbero venire in massa...-

Il silenzio cala di fronte a questa mia affermazione e capisco che lo stavano già pensando, sbuffo tirandomi su e la schiena scricchiola dolorate, sbuffo e mi alzo in piedi.
Questi dolori.
Questi pensieri.
Li stessi di quando fuggii dall'Istituto.

Ho un papà.
Charlie Swan, sceriffo della contea di Forks.
Un poliziotto.
Una persona buona che difende i deboli dalle persone cattive.
Un papà.
Mi guardo nella pozza d'acqua davanti a me e ne prendo un po’ tra le mani per lavarmi il viso, strofino forte non badando alle fitte che mi lancia il livido sulla guancia.
Lavo via il sangue.
Lavo via il sudore.
Lavo via le lacrime per la felicità di avere un padre... ma anche quelle della paura.
Una paura nuova per me.
Gli Eliminatori mi cercheranno... e se gli facessero del male?
Ho scoperto di avere un papà da neanche 2 giorni e già soffro per lui.
E' questo l'amore di un figlio?
Soffrirà anche lui?
Non voglio farlo soffrire... ma voglio un papà!
Il mio papà.

-Papà...-


Scuoto la testa e in silenzio torno in camera mia, scavalco un legno ancora a terra e fisso i cardini in ferro piegati e spezzati, guardo la mia stanza completamente messa sotto sopra ed ogni oggetto sembra gridare di dolore.
Ha distrutto tutto.
La scrivania su cui facevo i compiti di una ragazza normale.
La tenda che spostavo per vedere la luna nel cielo.
La sveglia a rana... il primo oggetto che Charlie mi fece comprare non appena tornai a casa, la prendo e l'accarezzo come se questo mio gesto possa farla tornare intatta.


-Voglio che tu adesso scelga qualcosa tra questi scaffali per portarla nella tua nuova camera- sorride teso papà

-A me va bene ciò che ho già- sussurro a testa bassa

Non voglio spenda troppi soldi.
La ma camera è bellissima.
Perfetta.
E' grande e colorata... non una gabbia stretta e puzzolente.
Ho un letto comodo con delle coperte calde.
E' perfetta.

-Ma quelle cose le ha scelte Sue, non tu- mormora accarezzandomi la mano ancora stretta nella sua

-Sue è stata brava-

-Bella- comincia papà inginocchiandosi davanti a me -Sei la mia bellissima bambina, ti hanno portata via da me pochi giorni dopo la tua nascita, ti avevo vista una sola volta ma ti avevo sistemato la camera come quella di una principessa- sorride accarezzandomi la guancia -Man a mano che una bambina cresce la camera lo fa con lei, le cose vecchie vanno buttate via e quella bambina ne sceglie di nuove...-

-Io non sono una bambina normale-

-No, tu sei la bambina più bella del mondo!-

Lo guardo negli occhi riuscendo a vedere solo la più pura delle verità in quegli occhi castani, davvero pensa che io sia bellissima?
A me piace la mia camera... dietro le spalle di papà qualcosa attira la mia attenzione.
E' verde.
Tonda.
Con due occhi enormi luccicanti.
Una rana... sveglia.
Un orologio a forma di rana.
Sorrido pensando alle rane che ho rincorso nei giorni di fuga e di come mi divertivo a saltare con loro nelle pozzanghere, papà nota il mio sorriso e si volta curioso sorridendo lui stesso alla vista di quel buffo orologio.

-Voglio quella- annuisco sicura di me

-La ranocchia?-

Annuisco frenetica saltellando di felicità quando papà me la porge, la stringo al petto e poi abbraccio lui piena di mille emozioni.
Sono contenta.
E' per questo che ha voluto farmi comprare qualcosa?
Sapeva dell'effetto che avrebbe avuto su di me?

-La compriamo?- chiede sorridendo felice pure lui

-Si!-


-E' stato il primo oggetto che Charlie mi comprò per la nuova stanza - borbotto voltandomi -Mi ricordava le rane che avevo incontrato nella mia fuga...-

Edward sorride intenerito a questa mia rivelazione rimanendo in piedi sulla soglia, con gli occhi sfiora l'intera stanza come ho fatto io ed un velo di tristezza incupisce i suoi occhi.
Al piano di sotto sento Charlie e Sue uscire sul retro.

-So che sono solo oggetti ma per me hanno tutti un gran significato, sono gli oggetti di una bambina normale, comprati dal mio papà per farmi felice...-

-Non dovevo lasciarti sola-

-Sarebbe venuto domani- sorrido per calmarlo -Sono bambini testardi...-

-Bambini?-

-Gli Eliminatori sembrano uomini ma in realtà hanno al massimo 8 anni, il loro DNA modificato accelera la crescita fisica- spiego vedendolo pietrificarsi dall'orrore delle mie parole -Per questo hanno poca pazienza e prendono tutto come un gioco, alcune volte non capiscono fino in fondo quello che fanno-

-Era un bambino...- sussurra Edward prendendosi la testa tra le mani

-Per questo ho detto che mi dispiaceva averti spinto a quel gesto-

-Ho ucciso un bambino-

-Una macchina da guerra, quelli sono i figli dei Camici Bianchi, non risparmiano neanche i loro bambini- dico -Tutto per il progresso-

Prendo Edward per la mano e lo faccio sedere sul mio letto, lo guardo ripensare alle vicende e incolparsi per l'uccisione di un "bambino", gli accarezzo i capelli nell'attesa che si calmi ma questo non avviene.
Troppe colpe.
Troppi pensieri.

-Per allenarli ci portavano in un labirinto e ci liberavano, poi mettevano almeno una decina di loro a cercarci e noi dovevamo scappare in tempo- racconto -Se ci prendevano non avevano pietà...-

Alzo la maglietta e lui si scuote rabbrividendo alla vista di due profondi graffi appena sotto le costole, con una mano alzo il suo viso da sotto il mento portandolo a guardarmi negli occhi.

-Questo è perché una volta l'elettricità sotto il pavimento mi aveva immobilizzato le gambe- spiego -Un'altra volta un mio amico è morto per le troppe percosse, naturalmente non li sgridarono... erano felici della loro forza-

-Sei quasi morta-

-Ho perso il conto-

Mi rilasso accarezzandogli i capelli e mi perdo nei ricordi, Edward sembra percosso da un brivido ma non faccio caso.

-Che diav...?- sibila


-Voglio il mio papà!- grida un bambino accanto alla mia gabbia

Lo guardo sbattere alle sbarre di ferro e piangere disperato.
La sua pelle è liscia e viscida, sembra perennemente bagnata e capisco che il suo DNA è combinato con un animale acquatico.
Fa rumore.
Troppo.

-Fai piano- sussurro avvicinandomi alla sua gabbia

-Stai zitta! Voglio la mia mamma e il mio papà!- grida

-Se urli lo...-

Le mie parole sono interrotte dallo sbattere della porta, di riflesso mi rannicchio in un angolo sporco della mia gabbia e porto le ginocchia al petto cercando di farmi piccola piccola, i tacchi a spillo della dottoressa si fanno sempre più vicini.
Il bambino ha smesso di urlare.
Ha paura pure lui.
Lo guardo per un secondo e poi poso lo sguardo sull'ombra che si avvicina.

-Chi gridava così tanto? Mi avete svegliato dal mio sonno di bellezza stupidi mostri!- strilla facendo piangere qualcuno -Gabby vieni qua!-

Gabby no.
E' un bambino come noi trasformato in un Eliminatore.
E' cattivo.
Tanto cattivo... un piccolo singhiozzo mi scappa dalle labbra proprio mentre i piedi enormi scalzi di lui si fermano a pochi metri dalla mia gabbia e una risatina scappa dalle sue labbra.
Grido quando lui si china veloce e infila una mano tra le sbarre afferrandomi per i capelli e sbattendomi la testa contro il ferro freddo, piango per il dolore e lui ride.

-Eri tu che piangevi?- ride

Lancio uno sguardo al bambino accanto a me notando solo ora le ferite che sanguinano ancora, è stato picchiato fino a poco tempo fa, prendo un grosso respiro e tremo per quello che sto per fare.
Per quelle che saranno le conseguenze.

-Si... voglio la mamma ed il papà- sussurro facendo tremare il bambino

-Ti porto da loro allora-

Un bel modo per dire che mi picchierà.
La gabbia si apre ed io combatto inutilmente.
Chris non c'è.
E' in infermeria.
Devo essere forte.
Combattere per vivere e un giorno scappare.
Ma ho paura.
Tanta paura.
Gabby mi prende per i capelli trascinandomi via e...


-Basta!- grida Edward

Mi abbraccia forte a sé affondando il volto tra i miei seni, io mi riscuoto dai ricordi rabbrividendo per la sua pelle fredda a contatto con la mia bollente.
Perché?
Cos'è successo?

-Edward...-

Lui non risponde.
Trema.
E' al limite.
Mille emozioni mi circolano dentro rendendomi la vista nitida e la testa gira come una trottola, mi appoggio a lui e abbraccio la sua testa come se fosse il mio unico appiglio.

-Posso capire se ne vorrai venire fuori- sussurro -Non avrei mai voluto tutto questo, ma per una volta volevo una vita umana normale come quella degli altri... sei il risultato di tutto il mio egoismo più puro-

-Devi essere egoista- sussurra lui

-No, mi dispiace, ti è bastato parlarmi una volta per spazzare via ogni mia indecisione- aggiungo

La luce del giorno nascente ci illumina dolce e tiepida, le lacrime salgono ai miei occhi e stringo la presa su di lui, so che gli sto tirando i capelli dolorosamente ma lui non si muove assorbendo ogni mio gesto.
Si lascia fare tutto, come una bambola di pezza nelle mani di un bambino arrabbiato.

-Ti odio- sibilo con un piccolo singhiozzo -Hai ucciso un bambino per me e adesso mi abbracci...-

-La mia vita è tua-

A quelle parole mi stacco da lui e lo spingo costringendolo a sdraiarsi sul letto, mi guarda con occhi quasi vuoti da ogni emozioni mentre i miei traboccano lacrime, il respiro si fa corto e mi allontano da lui con piccoli passi.

-La tua vita è nostra bastardella- sibila la donna attraverso le sbarre

Edward trema di nuovo e si prende la testa tra le mani.
Non m'importa.
Non può dire certe cose.

-Non puoi dire queste cose- sibilo irata -La tua vita non è nient'altro che tua, chiaro?-

-Non puoi capire Bella- sibila lui

-Pensi che sia bello che tu consacri la tua perfetta vita ad una bestia come me?- dico trattenendomi dal gridare -La mia vita è stata presa senza chiedere, modificata e rovinata...-


-Mostro-


-Sgorbio-


-Tu non sei uno sgorbio- sibila

-Lo hai visto anche tu che cosa mi ha fatto il DNA- grido -Sono uno sgorbio della natura-

-Tu...- comincia calmo lui

-Come puoi essere così calmo?- grido -Hai ucciso un bambino per difendere un mostro come me, te ne rendi conto?- concludo dando un calcio al letto

Questo si sposta veloce andando a battere contro il muro sotto la finestra, Edward si siede appena in tempo per ferirsi la testa e mi guarda con rabbia accesa negli occhi.
Finalmente vedo un'emozione.
Ci fissiamo per lunghi istanti prima che lui si alzi e mi venga incontro.

-Ho ucciso un mostro e lo farei altre mille volte- sibila -Questa vita è mia e ne faccio quello voglio, tu non hai avuto questa scelta ma io ce l'ho, la voglio donare a te e non ci saranno sensi di colpa che mi faranno cambiare idea- continua mentre io boccheggio alle sue parole così dure che mai avrei creduto di sentirgli dire -Mi sporcherò queste mani così tanto da non poterne più ricordare il reale colore, quindi smettila di mandarmi via con scuse inutili e bugie mal dette-

-Non sono bugie- sibilo

-Mi odi veramente?-

-Odio il così poco amore che hai per te e la tua famiglia-

-Mi odi?- grida lui sovrastando la mia voce

-Ti farà andare via se ti dicessi di sì?- chiedo

-No-

Tremo e in un secondo lo bacio senza pensare a niente.
Nessuna conseguenza.
Nessuna paura.
Nessun pregiudizio.
Lui risponde subito al bacio stringendomi a sé con una forza tale che sento le costole scricchiolare per lo sforzo, non dico niente tanto è il piacere che sto provando e lui sembra essere dello stesso mio parere.
Ci baciamo per lunghi secondi prima che il bisogno d’aria mi costringa a staccarmi ma lui non si ferma e scivola con le labbra sul mio collo facendomi rabbrividire e scatenando le fusa.
Fusa diverse dal solito.
Fusa di piacere.
Tiro i suoi capelli quando mi lascia un morsetto appena dietro l'orecchio facendolo mugolare, lo riporto sulla mia bocca ma dopo pochi secondi di bacio una tosse nervosa dietro di noi ci spaventa.

-Posso capire la passione, ma devastare il letto mi sembra eccessivo- ridacchia Sue -Soprattutto per il piccolo particolare che tuo padre è di sotto che vuole salire per vedere come state...-

Io e Edward rimaniamo in silenzio con gli occhi sgranati dall'orrore.
Non ci muoviamo.
Immobili.
Sue ci guarda con un sorrisino divertito prima di battere le mani e farsi saltare sul posto, viene da me mettendomi il foulard al collo e sistema la maglia di Edward.

-Almeno sembrate normali- ghigna -Scendiamo-

Io ed Edward annuiamo come automi e la seguiamo come cagnolini, a quel pensiero mi scappa una risatina e i due si voltano a guardarmi.

-Ho pensato che sembriamo due cagnolini- spiego -Ma io sono metà gatto- dico scoppiando a ridere come una matta

-Tu sei pienamente convinto di volere una come lei accanto?- chiede Sue

-Non credo...- ridacchia Edward

-Non l'avete capita?- chiedo tra le risate -Come cani ma io so...-

-Non faceva ridere Bella- mi riprende Sue -Vai da tuo padre o tolgo il foulard e tutti e due dovrete correre molto velocemente per scampare ai proiettili, soprattutto tu ragazzo mio!-

Con una piccola risata scendo veloce le scale e corro nel giardino sul retro dove Charlie mi aspetta seduto su una sedia a dondolo vecchia, si volta curioso per poi sorridere alla mia espressione felice.


EDWARD POV:


Ho letto i suoi pensieri.
Ho visto i suoi ricordi.
Immagini orribili.
Un incubo ad occhi aperti.
Non so cosa sia successo, in un secondo la sua mente era totalmente aperta a me ed io ne sono stato risucchiato senza poter decidere, se non l'avessi fermata sarei impazzita.
Quell'uomo...Gabby.
La sua risata risuona nella mia mente.
Il terrore di Bella.
Quella bambina impaurita ma così coraggiosa da farsi punire al posto di un altro bambino.
In questo momento vorrei piangere.
Sfogare la mia paura.
Sento Bella scendere le scale con un risatina e rimango solo con Sue, so che lei è in diretto contatto con i mutaforma.
E' una brava donna.

-Vedete di mettervi d’accordo con i ragazzi di La Push, l'ultima cosa che serve a Bella è una lite tra strane creature- mormora Sue

Esco dai miei pensieri e fisso l'umana davanti a me notando solo adesso l'enorme saggezza che racchiude nonostante la poca età, un luccichio in fondo agli occhi mi lascia capire che nelle sue parole non c'è ostilità ma solo un grande amore per Bella.
Annuisco serio e lei mi sorride dolce accarezzandomi un braccio.

-Non capisco perché vi odiate tanto, siete tutti belli!- ridacchia

Mi lascio andare ad una risatina per questo suo innocente modo di farci riappacificare e lei ride con me, i pensieri di prima ritornano con la forza di un ciclone.
Non dovrei ridere.

-Hai letto i suoi pensieri?- chiede Sue –Billy mi ha detto che puoi farlo-

-E' stata la prima volta- sussurro -E' stato orribile...-

E' il tuo sorriso che serve ora, non il rimorso per esso.

Guardo Sue.
Mi ha parlato col pensiero.
Sbuffo e annuisco.
Ha ragione.

-Sue, Edward scendete?- ci chiama Charlie

-Mi hai urlato nelle orecchie!- brontola Bella

-Non è colpa mia se hai le orecchie enormi!-

-Non è vero!- strilla lei

La sento correre e fermarsi ai piedi delle scale, non porta il cappello e le sue orecchie pelose svettano sulla testa, non le ho mai viste così.

Attento! Sono le orecchie della rabbia... attento a quello che dici!

Mi avverte Sue.
Mi preparo.
Rimango serio ma la tenerezza di Bella mi scioglie il cuore, le guance rosse, la postura rigida ed i pugni chiusi, la coda rigida e gonfia... le orecchie enormi.

-Ho le orecchie enormi?- chiede

-Certo che no- sorride Sue -Non dare retta al barbone di tuo padre-

-Edward... secondo te?-

Con questa risposta ti giocherai i prossimi baci!

-Sono bellissime- sorrido trattenendomi dal ridere per il pensiero di Sue

Bella si rilassa soffiando poi nella direzione di suo padre con la sua sgridata di routine, ridacchio rilassato pensando ad un modo per risolvere tutto questo casino.
Bella.
L'Istituto.
Gli Eliminatori.
Forse dovrei raccontare la mia vera natura a Bella e maga... no.
Non ancora.


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BELLA POV:


E' passata una settimana dall'ultima aggressione ed io sono sballata da La Push a Forks tutti i giorni, Charlie mi ha voluto togliere dalla scuola in anticipo preoccupato che potessero esserci infiltrati tra gli insegnanti o tra gli studenti così io passo le mattine a La Push per non stare sola in casa.
I ragazzi ne approfittano per darmi lezioni di difesa personale facendomi allenare con la loro versione animale, dopo l'ora di pranzo (uno dei momenti migliori in tutta la mattina) Jake mi accompagna al confine tra le due città ed Edward mi viene a prendere con la sua macchina per portarmi a casa sua.
Non so cosa ci sia tra i due ma nascondono qualcosa.
Qualcosa di strano... ogni volta che provo a farli parlare loro evitano lanciandomi un sorriso all'unisono e troncano il discorso.
Un'altra cosa che ho notato è che nessuno dei due valica il confine in presenza dell'altro, quasi ci fosse una linea rossa invisibile.

-Jake hai visto la macchina di Edward, è proprio come piace a te- provo trascinandolo per un polso

-Molto bella- borbotta lui puntando i piedi a terra

E' troppo forte per me.
Desisto.

-Edward, che ne dici di vedere quella di Jake? Visto che vi piacciono le macch...-

-Magari un altro giorno, siamo in ritardo- sorride lui

-Ma...-

-A domani Bella, mi raccomando Cullen-

-Anche a te Black-

Sbuffo stufa di queste ripicche da bambini e corro verso la macchina di Edward chiudendomi dentro con uno schiocco della portiera, li fisso scambiarsi due parole in croce e poi salutarsi con un gesto forzato.
Edward mi viene incontro con un sorriso sulle labbra e la rabbia lentamente svanisce come sotto la forza di un incantesimo, mi faccio forza e lo guardo maligna mentre lui con una risatina entra in macchina.

-Prima o poi mi romperai la portiera- ridacchia

-Voi mi avete rotto le p...-

-Non si dicono le parolacce- ghigna

Gli soffio contro e lui accende la macchina facendo inversione a U e immettendosi nella strada di ritorno, passiamo il viaggio in silenzio se non per qualche monosillabo da parte mia alle sue domande, d'un tratto Edward inchioda con la macchina facendomi soffiare per la paura e le mie orecchie si stirano sulla mia testa.

-Sei pazzo?- grido voltandomi a guardarlo

Lui mi fissa per un secondo prima di baciarmi con forza, dopo un momento di sorpresa ricambio il bacio con la stessa passione e affondo le mie mani nei suoi capelli.
Ho già detto che amo i suoi capelli?
Sono così soffici e morbidi, freschi e sempre profumati... sono una droga.
Il suo telefono squilla e noi ci stacchiamo controvoglia.

-Sempre puntuale eh, Alice?- sibila Edward rispondendo

Ridacchio per il suo tono ed una piccola idea mi passa per la testa, fisso un piccolo lembo di pelle libero dalla camicia blu che porta oggi e mi avvicino lenta mentre lui borbotta contro la sorella.
Lo sento sussultare quando lo mordicchio con i denti e trattenere il respiro.

-Cosa? Non è successo niente... dimmi tutto- soffia

Lo accarezzo lasciando l'imbarazzo in un angolo della mia testa, sgancio il primo bottone facendomi più spazio e lui inclina la testa indietro con un piccolo sospiro.

-Davvero? Un abito nuovo per Bella?- sbuffa -E' fantastico...-

Una sua mano si perde tra i miei capelli mentre io mi avvicino alla sua bocca lasciando una scia di baci sulla mandibola squadrata e liscia, alzo lo sguardo e lui abbassa il suo e in un momento chiude la chiamata lanciandosi su di me, sblocca il sedile sdraiandolo con un colpo ed una mia risatina.

-Hai buttato giù ad Alice?-

-Parlava di vestiti- sussurra con un sorriso

-Non mi piacciono i vestiti-

Dopo pochi secondi ripenso alle mie parole e alla nostra attuale posizione arrossendo d'un colpo, Edward ghigna lasciandomi un bacio sulle labbra con delicatezza.

-Non intendevo quello!- strillo

-Davvero?-

-... intendevo che non amo indossare i migliaia di abiti zuccherosi che mi compra tua sorella!-

Edward sorride e si sposta facendo risalire con lui anche il sedile, si sistema la camicia e riaccende la macchina.

-Casa mia?- chiede

-Jasper deve insegnarmi quella mossa fantastica dell'altro giorno- sorrido

-Posso insegnartela io-

-Sei un pessimo insegnante-

-Perché?-

-Perché quando mi avvicino per fare una mossa mi abbracci e mi baci, non imparerò mai nulla se continui così!-

-A me piace come metodo di insegnamento- ghigna

Dopo pochi minuti di viaggio siamo già arrivati a casa sua e, con una sgommata che ha tirato fuori ogni mio istinto felino di sopravvivenza, Edward parcheggia ghignante, lo fisso maligna e scendo dalla macchina accolta da Jasper in tuta da ginnastica.

-Pronta per l'allenamento?-

-Edward può fare da cavia?- sibilo

Questo scoppia a ridere dietro di me ed io soffio gonfiando la coda, Jasper sorride leggero e mi porge la mano portandomi sul retro adibito a palestra, mi tolgo la giacca posandola su una sedia e saluto Alice affacciata alla finestra di camera sua.

-Resti qua a cena?- chiede

-Non lo so, non voglio lasciare Charlie solo-

-Puoi chiedere a Sue di fargli compagnia- aggiunge Edward

Sorrido prendendo il telefono in tasca, compongo il numero quando un rumore dietro di me mi distrae e mi fa voltare curiosa.
Orrore.
Terrore.
Il sangue si gela nelle mie vene alla vista dell'uomo che mi cammina incontro con un sorriso in volto, un camicie bianco come il latte svolazza sotto la leggera brezza fresca di oggi.
Un Camicie Bianco?
Lo conosco... l'ho già visto all'Istituto!

-Carlisle!- grida Edward con un gran sorriso correndogli incontro

Carlisle?
... è il papà di Edward?

-Bella questo è Carlisle, mio padre- sorride






BUM!
Ecco la notizia orrenda e bruttissima che dovevate aspettarvi... ma le soprese non sono finite quindi preparate la rabbia per le altre notizie^^
Il capitolo è già quasi finito, quindi verrà postato dopo pochi giorni da questo^^
Un bacione immenso!

  
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