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Autore: The_red_Quinn_of_Darkness    03/07/2015    2 recensioni
Hiccup dopo aver rimesso in sesto la città di Berk ed aver preso il posto di Stoik, deceduto durante il combattimento contro gli Alfa, vive un periodo tormentato da incubi e sogni strani.
Questi sogni sono legati a un ricordo di capelli rossi, occhi acquamarina e una voce incantevole, che cantava una nenia che si disperdeva in un fitto bosco, guidato da fuochi fatui.
Ma un giorno, andando a caccia, si imbatte in quei fuochi blu del sogno e decide di seguirli.[...]
Merida, principessa di Dunbrock, viveva libera dopo essere scampata ai giochi per la sua mano 3 anni prima.
Era diventata un abile guerriera, dopo aver rischiato di perdere la propria madre e la propria vita nello scontro con Mord'u, crebbe e divenne un altra persona.
Nonostante fosse ormai divenuta forte ed indipendente, il suo cuore rimuginava nel silenzio quegli occhi verde smeraldo, per cui mandò in fumo i giochi tre anni prima.
Successivamente, sbarcata sulla costa di Berk, dopo anni che non ne vedeva...una scia di fuochi fatui la guida nel bosco...[...]
Una MERICCUP dedicata a mia sorella e alla sua ossessione per i due film e scritta dopo aver insistito tanto:)
Spero vi piaccia!!!!:)
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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∞HICCUP∞
 
“Di nuovo…”  
Hiccup si alzò dall’erba umida e si guardò attorno, confuso.
“Dove sei?”
Lo sapeva… lei era lì, da qualche parte… in quella foresta avvolta da una leggera foschìa, con qualche timido e pallido raggio di sole che penetrava tra le fronde.
Una foresta avvolta in un atmosfera surreale, dove a Hiccup pareva sempre di poter quasi sentire la fresca brina sulle proprie mani.
Mosse qualche passo incerto e claudicante verso quell’intricato labirinto di alberi, poi la sentì.
 
A naoidhean bhig, duinn mo guth
Mise ri d’thaobh, O mhaighdean bhan
Ar righinn oig, fa sas faic
Do thir, dileas fhein…

Quella voce… quelle parole… lo torturavano da notti.
Non smetteva di cantare e ripetere solo quella strofa, a singhiozzi, a tratti, sembrava non avesse un continuo.
Hiccup affrettò il passo, per cercarla, con il fiato corto e con gli occhi che cercavano da una parte all’altra, confusi ed agitati.
Poi la vide.
Vide quella folta e riccia chioma ardere di un rosso fuoco che quasi lo accecava…
E poi vide loro… quei due occhi color acquamarina che guizzavano insistentemente nei suoi.
Lei stava lì… ferma sull’orlo di un alto precipizio, attorniata da delicate fiammelle azzurre, che danzavano, mentre gli sorrideva dolcemente.
Quel sorriso estraneo eppure così familiare, che si apriva su un volto roseo e lentigginoso, mezzo coperto dai ricci che volavano accarezzati dal vento.
Hiccup deglutì, sapendo che se glielo avesse chiesto sarebbe successo di nuovo…
Ma non riuscì a fermare le parole, che gli uscirono a forza di bocca.
Chi sei?
Ed ecco che smette di cantare…
Un ultimo sguardo ed un sorriso rassegnato…
Le fiammelle spariscono improvvisamente, la terra sotto ai piedi di lei cede, si sbriciola come sabbia, facendola precipitare nel vuoto.
Hiccup lo sapeva e non voleva lasciarla cadere, perciò provò a correre verso di lei ma le proprie gambe furono imprigionate dalla terra.
No! No dannazione, no!!
Non poteva finire ancora così…
Lui voleva sapere.
Si dimenava, cercava di liberarsi, ma quella terra gli stringeva forte le gambe… e nel momento in cui guardò in avanti, vide che la terra continuava a franare verso di lui.
Precipitò, senza riuscire ad emettere nessun urlo, senza riuscire a contrarre nessun muscolo…
Ma precipitò sentendo di nuovo la voce della ragazza cantare.
 
Il ragazzo si tirò su dal letto, di scatto, ansimando e sudando con il cuore a mille.
Deglutì, passandosi una mano sulla faccia e fissando il vuoto.
-Dannazione…- sibilò.
Dalle persiane di legno scuro si intravedeva la luce dell’alba illuminare un pochino la stanza buia…
Si voltò e vide di fianco a lui Astrid che dormiva beatamente abbracciata al cuscino.
La guardò, poi scosse la testa rassegnato.
Tanto non sarebbe riuscito a riprendere sonno, e la compagnia non sarebbe stata delle migliori, quindi si alzò dal letto e si vestì cercando di fare il meno rumore possibile, col cuore che singhiozzava silenziosamente.
Qualche minuto dopo, Astrid si svegliò e guardò infastidita Hiccup che stava sul ciglio della porta.
­-Dove stai andando? – biascicò spostando i biondi capelli dalla faccia.
Il ragazzo si girò e la guardò.
-Non riuscivo più a dormire, perciò ho deciso di alzarmi.
-Lo avevo capito, ho chiesto dove stai andando infatti. –rispose lei seccata.
Hiccup si morse il labbro.
Le avrebbe voluto dire “Tanto che ti importa?”, ma si limitò a rigirarsi verso l’uscita e ad aprire la porta.
-Sto andando a fare una passeggiata con Sdentato.
Lei fece una smorfia e lo guardò.
-Certo certo, vai pure… è più importante stare col proprio drago che con la propria moglie… -sibilò.
Quella ragazza aveva la capacità di rigirare la verità a proprio favore, ed era un comportamento che ad Hiccup iniziava a stare stretto.
Senza contare l’orrido periodo in cui era entrato il loro matrimonio…
Scosse la testa e non avendo la minima intenzione di litigare di prima mattina, uscì richiudendo la porta alle sue spalle.
Si morse il labbro e trattenne un singhiozzo di delusione che gli stringeva il petto, forte.
Il venticello freddo autunnale lo schiaffeggiò, facendolo rabbrividire.
Non appena arrivò davanti alla stalla di Sdentato, il drago tirò su il testone enorme e lo guardò con i suoi occhi smeraldo, emettendo versetti di felicità.
Il ragazzo iniziò a sellare il drago immerso nei suoi pensieri.
-Scusa l’alzataccia amico mio… ma non sapevo su chi altro contare… -sussurrò appoggiando la testa sul collo del drago nero, sconfortato.
-Hiccup!
Il ragazzo si girò e si trovò davanti Valka, sua madre.
-Madre… che ci fai già alzata?
-Potrei chiederti la stessa cosa Hiccup… -disse lei facendo un sorriso dolce, come solo lei sapeva fare.
Lui annuì, con occhi bassi ed un sorriso sulle labbra.
Se non avesse ritrovato lei, dopo vent’anni, non avrebbe mai avuto la forza di superare la morte del padre ed intraprendere la forzata carriera di capo villaggio.
Le deve molto e oltre che essere sua madre, per Hiccup era anche una grande amica e consigliera.
-Hai litigato di nuovo con Astrid, tesoro? –disse lei sistemandogli i folti capelli castani.
Sapeva tutto, sapeva che il suo matrimonio stava andando a rotoli e che Hiccup non sapeva più come comportarsi con lei.
-Quasi… e di prima mattina per giunta…- bisbigliò lui.
-Non proprio un ottimo risveglio allora… - osservò Valka coccolando Sdentato.
-Già… affatto…
La donna guardò il figlio di sottecchi, vedendo i suoi occhi smeraldo contrastati da due occhiaie rosse e spesse.
-Ti vedo stanco in questi giorni Hicc… non dormi?
Lui si rizzò sulla schiena e sentì lo stomaco schiacciarsi.
-Ma no mamma, dormo abbastanza! Sono solo un po’ stressato… -disse lui sorridendole istericamente.
Mentiva, si vedeva lontano un miglio.
Però lui riteneva che quel sogno fosse un particolare futile, che non era necessario raccontare, nonostante lo stesse tormentando da notti.
Prima o poi sarebbe passato… ne era certo.
Valka scrollò le spalle.
-Se lo dici tu… l’importante è che tu sia in salute… -disse sorridendo.
Hiccup salì in sella a sdentato, che si tirò su e a quattro zampe camminò fuori dalla stalla, annusando l’aria fresca.
-Non ti preoccupare mamma… è solo un periodaccio, ma prima o poi tutti i problemi si risolvono, giusto?
La donna passò l’elmo a Hiccup e sorrise, guardando con occhi malinconici il ragazzo.
-Giusto… -sussurrò.
Il ragazzo si infilò l’elmo nero e lo sistemò per bene, poi afferrò saldamente le redini ed incastrò la protesi di ferro e legno della sua gamba sinistra nell’attacco della staffa scura.
-Ci vediamo dopo mamma, vado a fare un giro con lui e controllo la zona.
-Va bene Hiccup, sta attento…
Detto questo, Sdentato spiccò il volo e dopo poco, sparirono dietro l’altura che separava Berk dalle foreste.
Non appena fu nel cielo, immerso nelle nuvole e ammaliato dal panorama, Hiccup si sentì subito meglio.
Sapeva benissimo che l’unica cosa che lo faceva stare bene, oltre a sua madre, era volare con Sdentato.
Sentiva il bisogno costante di farlo…
Ripensò alla frase detta da Astrid prima che lui uscisse: “…è più importante stare col proprio drago che con la propria moglie!” .
Se avesse avuto al proprio fianco una persona differente, oltre che stare vicino a lei sarebbe stato più felice e sicuro di sé.
Credeva di aver sposato una persona valida, dolce, leale… credeva di aver sposato la persona che amava… ma a quanto pare, non era così.

 
   
 
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