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Autore: M4RT1    03/07/2015    4 recensioni
Multi!Pov | Hogwarts!AU | Long
"Esattamente, Jem, perché sei mio amico se mi reputi tanto stupido?"
"Ma è proprio perché sei tanto stupido che sono tuo amico, Will. Altrimenti chi ti eviterebbe una punizione quando torni da Hogsmeade con cinque ore di ritardo?"
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Cecily Herondale, James Carstairs, Magnus Bane, Un po' tutti, William Herondale
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'To another time, to another place, to another us.'
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N.d.A.: generalmente non inserisco le note a inizio storia, ma questa volta è doveroso per spiegarvi alcune cose.
Questa è una Hogwarts!AU, per cui ho dovuto Smistare i personaggi nelle varie Case e l'ho fatto seguendo una mia idea di loro, ovviamente. Vedrete che alcuni personaggi non compaiono subito ma è solo perché, per fattori legati all'età, non tutti possono essere a scuola (Sophie, Henry e Charlotte, ad esempio) - non temete, però, perché ho trovato comunque il modo di inserirli. 
Per quanto riguarda la trama, ho cercato di riprendere elementi di quella originale inserendoli, ovviamente, nel mondo magico. Insomma, spero di non aver fatto un totale macello c.c
Ditemi che ne pensate, magari U_U




 
Prologue

 
"Remember when you tried to convince me to feed poultry pie to the mallards in the park to see if you could breed a race of cannibal ducks?"
"They ate it too! Bloodthirsty little beasts. Never trust a duck."


 

"Non capisco perché tu non voglia venire a Hogsmeade, Jem. Sinceramente, cos'è che ti fa preferire la Biblioteca ai Tre Manici di Scopa?"

Will scosse il capo con disapprovazione, come se l'idea che il suo migliore amico preferisse i libri a una bella sbronza lo deludesse più di ogni altra cosa - perfino più dell'ennesima sconfitta dei Grifondoro al campionato di Quidditch di quell'anno - e gli puntò un dito al petto, il polpastrello che affondava nella morbida lana grigia. "Mi sento davvero tradito, James Carstair, sappilo!" continuò con aria teatrale. 

Di fronte a lui, Jem sorrise. Non un ghigno dispettoso, come chiunque avrebbe fatto al suo posto, ma un vero e proprio sorriso serafico, come se l'amico si stesse complimentando con lui per la sua ennesima E in Incantesimi.
"Sai che non posso bere, Will" commentò. "E nemmeno tu, a dirla tutta" aggiunse poi, non riuscendo a evitarlo. La spilla da Prefetto appuntata sulla sua giacca sembrò lampeggiare a quell'affermazione, una sorta di promemoria del fatto che, se prima prendersi cura di Will era una sua scelta, ora era addirittura suo preciso dovere. Non che volesse il contrario, ovviamente. 

"Certo, come no. E non dovremmo neanche allenarci con gli Incantesimi del Settimo Anno o rubare i muffin nelle cucine, eppure-" controbatté Will, scostandosi i capelli scuri dal viso. Ma prima che potesse continuare, una voce femminile interruppe le sue proteste.

"Chi è che ruba muffin?"

Jessamine se ne stava in piedi dietro di loro, appoggiata al muro del corridoio. Era in ombra, illuminata appena dalla luce tremolante di una torcia - di lei si scorgeva solo l'argento della cravatta e quello dell'anello che portava alla mano destra, un ricordo di famiglia. "Jem, credevo che avessi smesso di fare certe cose, essendo un Prefetto" aggiunse calcando bene sull'ultima parola, quasi fosse essa stessa un rimprovero. 

Will rise. "Non ti va proprio giù il fatto che lui abbia la spilla e tu no, eh, Jessie?" commentò con un ghigno, allargandosi un po' la cravatta. Alla luce delle lanterne, il rosso e l'oro della sua Casa si riflettevano sulla sua pelle, facendola sembrare più scura. Aveva i capelli umidi, ancora sudati dopo l'allenamento di Quidditch, e brandiva la scopa come una sorta di arma contro la ragazza.

"Will, smettila" cercò di fermarlo Jem, ma invano: sapeva bene come andavano i litigi del suo migliore amico e della ragazza, e generalmente almeno uno dei due finiva in Infermeria con ossa fratturate o orribili brufoli sulla faccia. Una volta a Will era saltato via un dente. "Sai che se Jessie non è un Prefetto è solo per quel litigio con Gabriel Lightwood" aggiunse per calmare anche lei. Ma la ragazza non sembrò affatto contenta.

"Quel cretino di Lightwood" sussurrò, gli occhi ridotti a fessure. "Non parlarmene, se ne va in giro tronfio perché lui è Prefetto e io no, come se mi importasse qualcosa."

Nonostante fosse chiaro che le importasse eccome, nessuno osò contraddirla. Jem si limitò a far cenno all'amico di andare e Will tornò a ignorarlo, continuando a puntare il manico di scopa contro la ragazza. "Allora, cosa vuoi Jessamine?" domandò alla fine, piatto. Era ovvio che volesse qualcosa, altrimenti non avrebbe rivolto la parola al Grifondoro in un corridoio dove tutti avrebbero potuto vederla. 

"Voglio solo darti fastidio" commentò lei. Mulinò i capelli scuri in quel modo che dava sui nervi a Will - lui diceva che era un modo per far vento e scompigliargli i suoi - e continuò a guardarlo con aria di sfida.

Da che Jem li conosceva, non passava un giorno senza che litigassero, soprattutto a Hogwarts. Se li ricordava il primo settembre di quattro anni prima, quando un Will undicenne aveva quasi preso a calci la dodicenne Jessamine all'ingresso del Binario - litigavano per chi dovesse passarci prima. Lei era una brunetta sicura di sé con al seguito più bagagli del previsto, lui un ragazzino in piena crescita con capelli scompigliati e un brutto ratto chiuso in una gabbia.

Si chiamava Jes, come la ragazza - era morto un paio di anni più tardi, quando per dispetto la Serpeverde lo aveva immerso in una Soluzione Corroborante lasciando di lui solo la codina rosa (poi prontamente piazzata sul cuscino del padrone). Jem ricordava ancora la testa di Jessamine gonfiarsi a dismisura sotto i colpi di bacchetta di un arrabbiato quanto incapace William.

"Allora, Jem, vuoi dire al tuo amico idiota di sloggiare?"

La voce della ragazza lo riscosse: davanti a lui non c'era più la quattordicenne imbestialita che urlava istericamente mentre il naso le cresceva a velocità preoccupante, bensì una sedicenne che più o meno tutti i ragazzi di Hogwarts speravano di accompagnare a Hogsmeade.

"Oh, ehm" borbottò il ragazzo. "Will, piantala."

"Molto convincente, James, davvero" lo prese in giro Will. "Davvero, guarda: me ne sto andando."

Mimò il gesto di voltare le spalle ai due, poi tornò al suo posto ridacchiando. Jem sbuffò: quando era in compagnia, Will era veramente insopportabile, uno di quelli che eviteresti anche se fosse l'unica altra persona sulla terra; quando erano soli, invece, diventava l'amico perfetto. "Oh, insomma, non hai più undici anni" sbottò quindi il Prefetto. Scosse il viso, i capelli argentei che gli offuscarono per un secondo la vista, poi guardò fisso l'amico. "Se vuoi che ti accompagni a Hogsmeade, allora devi lasciare in pace Jessie almeno fino a domenica, intesi? Altrimenti trovati un altro amico." concluse. 

Il silenzio che ne seguì gli fece capire che dopotutto non era male come Prefetto.




 
*La citazione iniziale è tratta da "Shadowhunters, Le origini - L'angelo".
  
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