03/07/2015
0 recensioniLettere incise nei limbi di ricordi lontani
Alcuni mesi prima, sapeva quale piega avrebbe intrapreso la sua vita.
Con marziale sicurezza, come se non ci fosse alternativa percorribile sul filo di un rasoio troppo affilato e come se, anche soltanto la possibilità di una via, un modo, una situazione differente avrebbe potuto sconvolgere i suoi piani.
Con marziale sicurezza, come se non ci fosse alternativa percorribile sul filo di un rasoio troppo affilato e come se, anche soltanto la possibilità di una via, un modo, una situazione differente avrebbe potuto sconvolgere i suoi piani.
Nessuno viene lasciato indietro.
Eppure di cadaveri o persone scomparse ne avevano lasciati parecchi, indietro, come se fosse impensabile tornare ad alcune circostanze strane, troppo imprevedibili da analizzare a mente fredda.
Lui era scomparso in una calda sera d’estate, diretto nelle lande afose e desolate del Messico, tra dune di sabbia e deserti dall’aria perennemente mortale, come se la sua pseudo morte non lo avesse già destabilizzato abbastanza, come se non si fossero guardati per un lungo, infinito istante prima che Derek gli facesse cenno di andare, maledizione, Stiles, entra in quella dannata chiesa e recupera il tuo migliore amico.
Ed era strano e incredibile come l’assenza di un essere umano − o lupo, licantropo, qualsiasi cosa adesso lui fosse − potesse avere un tale effetto su di un’altra persona; strano e incredibile come i propri pensieri, con ambigua costanza, si fermassero proprio lì, all’altezza del petto, tra polmoni e costole.
Quelle iniziali, D e H, uguali a tutte le altre centinaia di iniziali, scritte con lo stesso identico pennarello nero, erano al contempo così irrimediabilmente distinguibili dal mucchio, così imprevedibili nel suscitare quel tipo di sensazioni − ansia, preoccupazione, panico, stati d’animo che ormai erano parte di lui e del suo corpo − e diverse, nella loro semplicità, nella grafia priva di ghirigori, lineare come tante altre.
Con la differenza che, rifletteva Stiles, avevano un particolare valore affettivo. Il suo cervello spaziava tra ricordi diversi, tutti accomunati dalla sua presenza.
Si ricordava di diversi mesi prima, lui e Derek sul lucernario del loft, due caffè ormai freddi tra di loro, troppe le parole a scorrere come fiumi per fermarle, troppe le cose da dirsi. Ancora, quella specie di gita al mare, tutti insieme, ma entrambi lontani da ogni cosa, seduti sugli scogli, Derek che parlava di quanto fosse preoccupato per Cora, lui che lo ascoltava, paziente, osservando il suo volto che pareva invecchiare ad ogni parola sussurrata nel vento.
L’unica, vitale differenza in quelle iniziali, rifletteva Stiles, dopo aver passato il pennarello a Lydia, era di come appartenessero ad una persona unica e per lui di notevole importanza, − non lo avrebbe mai ammesso a se stesso, fosse chiaro − qualcuno che nel bene e nel male, come se non potesse farne a meno, gli mancava adesso più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Note dell'autrice.
Non riesco a stare lontana da questo fandom a lungo, chissà perchè. Ad ogni modo, volevo scrivere una missing moments su questa scena sin da cinque minuti dopo aver finito la 5x01, ma non riuscivo a trovare l'imput, ragion per cui la pubblico adesso, ew.
Niente, Stiles è ampiamente disorientato dall'assenza di Derek, e rievoca alcuni momenti trascorsi insieme, - puramente inventati - ma che mettono addosso una malinconia assurda, e guarda caso io sono più che sensibile alle cose maliconiche..
Spero possa esservi piaciuta, ci terrei ad avere anche una piccolissima recensione, mi renderebbe felicissima aw.
Alla prossima, un grazie enorme a chi è arrivato sin qui,
fireslight.
Eppure di cadaveri o persone scomparse ne avevano lasciati parecchi, indietro, come se fosse impensabile tornare ad alcune circostanze strane, troppo imprevedibili da analizzare a mente fredda.
Lui era scomparso in una calda sera d’estate, diretto nelle lande afose e desolate del Messico, tra dune di sabbia e deserti dall’aria perennemente mortale, come se la sua pseudo morte non lo avesse già destabilizzato abbastanza, come se non si fossero guardati per un lungo, infinito istante prima che Derek gli facesse cenno di andare, maledizione, Stiles, entra in quella dannata chiesa e recupera il tuo migliore amico.
Ed era strano e incredibile come l’assenza di un essere umano − o lupo, licantropo, qualsiasi cosa adesso lui fosse − potesse avere un tale effetto su di un’altra persona; strano e incredibile come i propri pensieri, con ambigua costanza, si fermassero proprio lì, all’altezza del petto, tra polmoni e costole.
Quelle iniziali, D e H, uguali a tutte le altre centinaia di iniziali, scritte con lo stesso identico pennarello nero, erano al contempo così irrimediabilmente distinguibili dal mucchio, così imprevedibili nel suscitare quel tipo di sensazioni − ansia, preoccupazione, panico, stati d’animo che ormai erano parte di lui e del suo corpo − e diverse, nella loro semplicità, nella grafia priva di ghirigori, lineare come tante altre.
Con la differenza che, rifletteva Stiles, avevano un particolare valore affettivo. Il suo cervello spaziava tra ricordi diversi, tutti accomunati dalla sua presenza.
Si ricordava di diversi mesi prima, lui e Derek sul lucernario del loft, due caffè ormai freddi tra di loro, troppe le parole a scorrere come fiumi per fermarle, troppe le cose da dirsi. Ancora, quella specie di gita al mare, tutti insieme, ma entrambi lontani da ogni cosa, seduti sugli scogli, Derek che parlava di quanto fosse preoccupato per Cora, lui che lo ascoltava, paziente, osservando il suo volto che pareva invecchiare ad ogni parola sussurrata nel vento.
L’unica, vitale differenza in quelle iniziali, rifletteva Stiles, dopo aver passato il pennarello a Lydia, era di come appartenessero ad una persona unica e per lui di notevole importanza, − non lo avrebbe mai ammesso a se stesso, fosse chiaro − qualcuno che nel bene e nel male, come se non potesse farne a meno, gli mancava adesso più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Note dell'autrice.
Non riesco a stare lontana da questo fandom a lungo, chissà perchè. Ad ogni modo, volevo scrivere una missing moments su questa scena sin da cinque minuti dopo aver finito la 5x01, ma non riuscivo a trovare l'imput, ragion per cui la pubblico adesso, ew.
Niente, Stiles è ampiamente disorientato dall'assenza di Derek, e rievoca alcuni momenti trascorsi insieme, - puramente inventati - ma che mettono addosso una malinconia assurda, e guarda caso io sono più che sensibile alle cose maliconiche..
Spero possa esservi piaciuta, ci terrei ad avere anche una piccolissima recensione, mi renderebbe felicissima aw.
Alla prossima, un grazie enorme a chi è arrivato sin qui,
fireslight.