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Autore: Homra_Girl    03/07/2015    3 recensioni
Hikari, giovane ragazza che ha intenzione di entrare nell'HOMRA, è un'amica d'infanzia di Yata. La protettività del ragazzo nei suoi confronti è molto forte, quasi come fossero fratello e sorella, e questo legame si dimostra ancora più forte quando i ragazzi hanno uno spiacevole incontro.
SPOILER PER CHI HA VISTO SOLO I PRIMI EPISODI
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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She’s Just The Girl I’m Looking For
 
-Devi proteggerla, Yata – disse il re Rosso al giovane ragazzo dai capelli arancioni - fino a che non sarà un membro ufficiale dell’HOMRA
-D-d’accordo, Mikoto – rispose Misaki – lo farò…
 
 
Hikari era appena uscita dall’ultima lezione della sua giornata all’università e vide subito un ragazzino alto a malapena un metro e settanta appoggiato contro un albero che teneva uno skateboard vicino a sé. Il ragazzino, che in realtà aveva 19 anni ma ne dimostrava 15, aveva i capelli arancioni nascosti sotto un cappellino blu notte mentre i suoi occhi erano color nocciola, quasi gialli avrebbe osato dire Kari. Misaki era vestito come al solito e sembrava un teppista. Di certo la mazza da baseball che teneva in mano non aiutava a farsi un’idea migliore di lui.
Hikari sospirò e, sistemandosi la borsa sulla spalla, si avviò verso Yata.
Entrambi si diressero, una a piedi e l’altro sullo skateboard, verso la casa di lei per poggiare i libri.
-Spiegami una cosa – disse la ragazza – perché devi sempre seguirmi ovunque vada?
-Perché sì – disse lui – tu non sei ancora un membro dell’HOMRA e quelli dello SCEPTER4 potrebbero attaccarti-.
Kari sorrise. Misaki e lei erano amici da quando avevano cinque anni ed intorno a lei, il ragazzo non si comportava come con le altre ragazze. Mentre con le altre balbettava ed arrossiva in continuazione, con Kari era sempre se stesso.
Ma la ragazza aveva dovuto impegnarsi a fondo per raggiungere questo risultato anche se per lei non era mai stato un problema. Hikari non era una ragazza come tutte le altre: adorava giocare ai videogiochi, non aveva paura di sporcarsi le mani e odiava sembrare una di quelle principessine che aspettavano il principe azzurro per farsi salvare, lei era una combattente e lo era sempre stata.
I due diciannovenni erano vicini e durante tutto il tragitto che li separava dalla casa di Hikari risero e scherzarono come due bambini.
Hikari però notava che il suo amico era leggermente cambiato: dal giorno del tradimento di Saruhiko sembrava depresso. Lei aveva superato quel voltafaccia perché non era mai stata molto legata al ragazzo dai capelli blu ma vedere Misaki in quello stato la metteva giù di morale.
Ad un certo punto Hikari sentì Yata prenderle il polso e tirarla dietro di sé. Era sceso dallo skateboard e aveva sfoderato la mazza da baseball. La ragazza guardò davanti a sé e vide ciò che non avrebbe mai voluto vedere: di fronte a lei c’era Saruhiko con altri membri della SCEPTER4 che puntava contro loro due una spada.
-Guarda guarda chi si vede – disse il ragazzo dai capelli color notte – il ragazzino scemo e la sua amichetta…
-Piantala Saruhiko – disse il ragazzo dai capelli color fuoco – se vuoi combattere, fallo. Non ho paura!!
Ma Hikari era spaventata: non aveva mai visto Misaki così arrabbiato. Il giovane usò il suo potere ed intorno a lui si sviluppò un’aura scarlatta mentre guardava il suo nemico con uno sguardo carico di odio.
Misaki e Saruhiko stavano per cominciare a combattere ma Hikari appoggiò la sua mano sulla spalla del suo amico e lo guardò preoccupato.
-Yata – disse lei – forse è meglio se ce ne andiamo…
-Già Mi-sa-ki – disse Saruhiko mentre Yata ringhiava disumanamente – ascolta la tua ragazza…sembra intelligente.
-Zitto Saruhiko!!! – disse Yata pieno di rabbia – La prossima volta te la farò pagare, non credere che sia finita!!!
Detto questo Yata prese il polso di Hikari e la portò via ma non si accorse che il traditore aveva tirato un coltello. Quel coltello si conficcò sul braccio della ragazza, che urlò di dolore e si accasciò a terra.
Yata sostenne l’amica e vide che sotto il suo sguardo la macchia rossa sulla spalla della sua amica si allargava, sporcando la lunga maglietta bianca.
Con degli occhi demoniaci guardò Saruhiko, che sghignazzava divertito, e stava per lanciargli una fiammata ma il ragazzo dai capelli blu se ne andò, lasciandolo solo.
Misaki non sapeva cosa fare: vedere l’amica in quello stato lo faceva stare male.
La sentiva tremare e la vedeva diventare sempre più pallida. Doveva salvarla.
Le tolse il coltello dalla spalla e la sentì sussultare.
-S-scusa Kari – disse Misaki – ma dovevo farlo. Ora sta tranquilla, ti porto dagli altri.
Hikari annuì a malapena e Yata se la caricò tra le braccia. Prese la borsa dei libri e se la mise sulla spalla, grazie al cielo non pesava tanto.
Per fare il più in fretta possibile, Yata prese lo skateboard e partì a razzo verso il bar di Izumo dove sapeva che qualcuno si sarebbe occupato di lei.
Mentre Hikari era tra le sue braccia, Misaki guardò meglio l’amica.
Nonostante il viso su cui era impressa una smorfia di dolore, era carina. Gli occhi verdi di lei erano chiusi e la pelle era più pallida del solito ma si notavano le lentiggini. I lunghi capelli color ebano e ricci le incorniciavano dolcemente il viso. Era magra e piccola, tra le sue braccia assomigliava ad un cucciolo.
Quel giorno aveva addosso una lunga maglietta bianca che ormai si stava sporcando di rosso sulla spalla sinistra, un paio di pantaloni neri le coprivano le gambe magre mentre sui piedi che penzolavano dalla stretta di Yata portava un paio di stivaletti marroni bassi.
Yata era ancora più determinato. Non voleva che la sua amica soffrisse ancora di più.
Prima di rendersene conto era arrivato al pub e lasciò lo skateboard fuori.
Entrò colpendo la porta con un calcio e Izumo subito lo fissò con uno sguardo assassino ma non appena vide che Hikari si trovava tra le braccia di Yata rimase sconvolto.
-Mikoto!! Ragazzi!! – urlò il barista – Venite subito qui!!!
- Izumo – disse il re Rosso – cosa succede!?!
Mikoto e gli altri videro che Yata aveva tra le braccia la loro amica e subito lo tartassarono di domande chiedendogli cosa fosse successo
-Ora non è il momento delle domande!!! – disse Misaki in malo modo – Volete guarirla o no!?!
Tatara si avvicinò al ragazzo dai capelli color fuoco con uno sguardo preoccupato ma deciso.
-Seguimi – disse il ragazzo dai capelli biondo cenere – portiamola di sopra.
Salite le scale, il rosso depositò l’amica sul divanetto e la vide sussultare e lamentarsi del dolore.
-Scusa- le disse – non volevo farti male…
Hikari, stesa sul divanetto, prese la mano di Yata e la strinse forte.
-Non lasciarmi – disse con voce flebile – per favore, Misaki…
Yata odiava quando qualcuno lo chiamava con il suo nome di battesimo ma se era Kari a dirlo poteva anche accettarlo.
-Tranquilla Kari – disse il rosso – non ti lascio…
Tatara guardò la ferita della ragazza con attenzione, studiandola per capire cosa fare.
-Hikari – disse il biondo – devo toglierti la maglietta per medicarti. Non ti vergogni, vero?
-No – disse la ragazza debolmente – tanto sotto ho la canottiera…
Ma Yata non la pensava ugualmente. Arrossì terribilmente perché nonostante fossero amici da quattordici anni si vergognava di vedere l’amica in quel modo. Ormai non era più una bambina, era una donna.
Tatara tolse la maglietta alla ragazza e Yata fu costretto, anche se solo per pochi secondi, a staccare la mano da quella dell’amica. E in quel momento si sentiva vuoto, come se gli mancasse qualcosa.
Il biondo andò a prendere la cassetta del pronto soccorso e tirò fuori del disinfettante, del cotone e un bel po’ di bende.
Versò il disinfettante sul cotone e lo premette sulla ferita, facendo sussultare la ragazza per il bruciore.
Non appena la ferita venne pulita, Tatara cominciò a fasciarla e poi, finita la medicazione, le disse :- Riguardati e sta attenta. Evita movimenti bruschi della spalla e riposati-.
La ragazza ringraziò con voce flebile l’amico che lasciò Yata e lei da soli. Il ragazzo dai capelli color fuoco aiutò l’amica a stendersi sul divano e le mise un cuscino morbido sotto la spalla.
-Grazie Misaki – disse Hikari debolmente – grazie mille…
-Figurati – disse Yata – piuttosto scusa. È per colpa mia se quel coglione di Saruhiko ti ha ferita…
-Misaki, non ti preoccupare…capita…so cosa significa fare parte dell’HOMRA e lo accetto…so che è pericoloso ma non ho paura…
-Sai di essere pazza, vero?!?
-Si – disse la bruna sghignazzando debolmente – lo so…
-Uh – disse il rosso sospirando – dovrò tenerti così…
I due si sorrisero e lui le spostò un ciuffo di capelli dal viso. Fortunatamente stava riacquistando colore.
La ragazza si assopì ed il rosso rimase con lei fino a che non si svegliò alla sera verso le sette.
Hikari chiamò sua madre e le disse che stava tornando a casa. Si alzò con non pochi dolori e Yata la riaccompagnò di sotto, mettendole una mano sul fianco, per assicurarsi che l’amica non cadesse per un improvviso calo di energie.
Al piano di sotto tutti erano seduti in cerchio per vedere come stava la ragazza. Mikoto e Anna erano seduti vicini e la ragazzina stava bevendo un frappé, Izumo era al solito posto a pulire i bicchieri, Tatara strimpellava qualche nota con la chitarra mentre Rikio mangiava un panino.
Hikari li salutò e andò con Yata verso casa sua. I due camminarono fino a casa della ragazza e, dopo essersi salutati, lei entrò e lui andò verso casa sua, con il suo fedele skateboard. Solo la mattina dopo la ragazza si accorse che sulla spalla le era apparso il simbolo dell’HOMRA.
 
 
Era passata una settimana da quando Hikari era stata pugnalata ed ormai era guarita. I ragazzi dell’HOMRA l’avevano invitata a vedere i fuochi d’artificio sulla collina del parco di Shizume City. I ragazzi non sarebbero mai andati a vedere i fuochi se non fosse stato un puro desiderio della piccola Anna. Quella bambina sapeva essere molto convincente…
Kari aveva quasi finito di prepararsi quando i ragazzi suonarono al campanello. La madre della ragazza aprì la porta e si trovò di fronte un gruppo di una decina di ragazzi e davanti a tutti una ragazzina di appena un metro e quaranta che era saldamente attaccata ad un ragazzo alto dai capelli rossi.
La mamma della ragazza riconobbe subito gli amici della figlia e li fece accomodare in casa.
-Accomodatevi pure in salotto, ragazzi – disse la donna – io vado a chiamare mia figlia.
I ragazzi erano tutti in piedi in salotto tranne Anna e Yata che erano seduti sul divano e stavano giocando con il cagnolino di Hikari: un dolce Shiba Inu di nome  Mirai che era molto affettuoso con gli amici della padroncina.
Intanto la madre di Kari era salita al piano delle stanze da letto ed era entrata nella camera della figlia.
Vedendo la figlia rimase scioccata: aveva un vestito bianco che le arrivava fino al ginocchio e un giacchetto di jeans che le copriva le spalle. I capelli color ebano erano lasciati sciolti ma aveva ancora le ciabatte poiché la madre l’aveva colta mentre doveva ancora mettersi le scarpe.
-Oddio tesoro – disse la donna mettendosi le mani sulla bocca – sei stupenda…
-Grazie mamma – disse Hikari sorridendo
-Tesoro, i tuoi amici sono di sotto ad aspettarti. Fai in fretta…
-D’accordo mamma, digli che arrivo. Dammi il tempo di mettere le scarpe da ginnastica.
La madre annuì e scese a dire ai ragazzi che Kari sarebbe arrivata subito.
Dopo pochi minuti, Hikari scese dalle scale e tutti rimasero scioccati, soprattutto Yata, mentre Anna era in uno stato di pura adorazione.
-Siamo sicuri che quella sia la nostra Kari? – disse Rikio – Perché quella ragazza sta indossando una gonna e non sapevo che Kari avesse una gemella…
-Oh, ragazzi – rispose la mora – piantatela…Sono io, idioti!!!
Si – rispose Tatara – è lei.
Tutti risero e, quando Kari aveva raggiunto il salotto, salutò Mirai ed uscirono dirigendosi verso il parco della città.
Per gran parte del percorso Anna le aveva camminato vicino e le aveva fatto i complimenti per il vestito: adorava l’abbinamento tra vestito bianco, giacca di jeans e scarpe da ginnastica rosse.
L’undicenne dai capelli bianchi, dopo un po’, andò da Mikoto e gli prese la mano. Erano carini insieme quei due: ricordavano vagamente un papà che teneva per mano la sua adorata figlioletta.
Arrivati al parco, tutti si sedettero a terra sulla collina. Anna era abbracciata a Mikoto e vicino a loro c’era Tatara, gli altri erano tutti vicini mentre Kari e Yata erano un pochino distanti dagli altri, più vicini alla cima della collina.
Lo spettacolo dei fuochi artificiali non era ancora cominciato e i due decisero di parlare un po’.
-Allora – chiese Misaki – come va la spalla?
-Bene – rispose Kari – grazie ancora per avermi salvato. Se non fosse stato per te credo che sarei morta dissanguata…
-Smettila dai, tu sei una guerriera e un membro dell’HOMRA, non puoi morire per così poco.
Risero. I due amici risero tanto ma dopo un po’ le risate si interruppero perché la piccola Anna aveva chiesto di fare silenzio, nonostante non ci fosse nulla da sentire. Valla a capire quella bambina…
Nel silenzio della notte, la mano di Misaki si avvicinò a quella di Kari. Quando la ragazza sentì il lieve calore della mano di lui sulla sua, arrossì violentemente e lo fece ancora di più quando le loro mani si intrecciarono.
Kari si voltò verso Misaki e lo guardò. Anche lui era scarlatto in viso, proprio come lei…
-M-misaki – disse Hikari con una voce molto soffice e dolce
-H-hikari- disse il ragazzo con una voce carica di dolcezza.
I loro volti si avvicinarono lentamente e i due ragazzi chiusero gli occhi.
A metà strada le loro labbra si incontrano in un bacio dolce e delicato. Le labbra di Yata erano calde e morbide. E assaporavano quelle di Kari con dolcezza e timidezza.
Dopo poco la timidezza svanì e tra le labbra dei due ragazzi cominciò una guerra, un rito che da troppo tempo i due amanti desideravano.
Le mani di lei si sistemarono dietro il collo del rosso mentre quelle di lui accarezzavano i fianchi della bruna.
Yata si sentiva al settimo cielo: questo era quello che aveva sempre voluto. Intorno a loro ormai non c’era più nulla: i fuochi erano solo un’eco lontana, come le urla di giubilo di Anna alla vista di quelle meravigliose esplosioni colorate.
Le labbra dei due si staccarono e pronunciarono un dolce “ti amo” che da troppo la parte più recondita della loro anima desiderava.

Misaki Yata aveva finalmente trovato la ragazza che stava cercando e l’aveva trovata nella sua migliore amica: Hikari Tsukino.
   
 
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