Cos'è l'amore?

Una casa del quartier Uchiha, quella sera, era stranamente silenziosa.
Nessuno si aggirava per il quartiere, c'era solo la luce delle stelle a delineare i profili di due bambini, che stavano seduti sui gradini di quella casa.
"Shisui nii-san?"
"Si, Itachi-chan?" Un bambino, sui sette anni più o meno, si voltò verso il più giovane, che sedeva di fianco a lui.
Sentiva il suo sguardo costantemente addosso e questo lo fece intimorire, poiché Itachi non era un tipo che di certo si voleva far notare-al contrario di lui-.
"Cos'è l'amore?"
Al bambino dagli occhi e dai capelli scuri-quasi fossero fatti di pece-, andò di traverso la saliva e strabuzzò gli occhioni da cerbiatto, tipici di tutti i bambini di quell'età.
"Otouto, ma che domande fai?" Mormorò appena, il viso che assumeva una tonalità porpora.
"Mamma dice sempre che ama papà, che significa?" Chiese ingenuamente l'altro bambino, gli occhi stranamente allungati e seri, per essere di un bimbo di cinque anni.
"Bè, le persone quando si amano vuol dire che si vogliono molto bene!" Esclamò Shisui in imbarazzo, pregando di sembrare convincente. Infondo, che ne poteva sapere lui dell'amore?
Agli occhi del maggiore, Itachi non parve soddisfatto della risposta.
Infatti, il bimbo azzardò una nuova domanda:"Allora, l'amore è quando due persone si vogliono molto bene. Vuol dire che io ti amo?"
Se possibile, Shisui arrossì ancor di più, quasi da sembrare fluorescente da lontano.
"Itachi, sei ancora piccolo! E no, il nostro non è amore!" Esclamò imbarazzato, dando una leggera pacca dietro la nuca del bambino più giovane.
Il piccolo Uchiha lo guardò ingenuamente, non capendo il motivo di tale agitazione.
Sospirò e tornò a guardare di fronte a sé, osservando i pochi passanti che li notavano e accennavano appena un sorriso, o facevano un cenno per salurtarli.
Shisui si godette per qualche minuto il silenzio, ma esso fu prontamente rotto dalla voce pacata di Itachi.
"Nii-san..." Mormorò a fil di voce il piccolo, tirandogli impaziente una manica.
"Che c'è, ora?" Borbottò il più grande, prestando la propria attenzione al 'moccioso'.
"Secondo me ti sbagli." Affermò deciso il piccoletto, mettendo a dura prova l'autocontrollo di Shisui. A volte quel bimbetto gli dava seriamente sui nervi!
"Rispetto a cosa?" Chiese secco, con un tono distaccato, che però non fece demordere il piccolo Itachi.
"Sull'amore."
"Ma cosa ne può sapere uno come te dell'amore?"
Itachi ignorò il commento e procedette con il discorso, non badando alle smorfie seccate di Shisui.
"Non è detto che l'amore sia per forza tra due sessi opposti. Ci sono vari tipi di amore, no?" Chiese serio, puntando gli occhi color pece in quelli altrettanto scuri del cugino.
Egli mugugnò. "Bè, non posso darti torto, su questo."
"Allora lo ammetti che il nostro è amore!" Esclamò sorridente il piccolo, indicando di slancio Shisui, che deglutì a fatica e sospirò rassegnato.
"Va bene, il nostro è amore." Ripeté scuotendo la testa, tentando di nascondere una risata mal trattenuta.
Sul suo viso niveo si fece largo un particolare ghigno, che Itachi era sicuro di non aver mai visto.
Infatti, il cugino si voltò verso il minore con un sorriso sghembo, pronunciando quelle poche parole che però Itachi non capì al volo.
"Allora, Mr. Saputello, visto che sai così tanto sull'amore, perché non mi dici cosa fanno le persone quando si amano?"
Itachi rimase interdetto per qualche secondo, sul viso la tipica ingenuità dell'età dell'infanzia, che in poco fu sostituita da un'espressione seria.
Il bambino si alzò in piedi e si mise di fronte al cugino, che, stranito, osservava il bambino.
Itachi si chinò lentamente verso il maggiore, che imperterrito continuò a fissarlo per una buona manciata di secondi.
Shisui rimase in attesa che il cugino proferisse parola, ma Itachi non fiatò.
Si chinò tanto da arrivare a pochi centimetri dal bambino più grande, e azzerò quella distanza, poggiando le sue labbra delicatamente sulla guancia arrossata di Shisui.
Ad egli si mozzò il fiato e rimase pietrificato fin quando il più piccolo non si staccò sorridente, mormorando:"Si baciano."
Shisui cercò di ricambiare il sorriso, ma indossò il più tirato del suo repertorio, tanto tirato che parve quasi agitato agli occhi di Itachi, ma sorvolò questo dettaglio.
Il maggiore, notando l'espressione confusa del cugino, stavolta sorrise sinceramente, scompigliandogli affettuosamente i capelli.
"Forza, Otouto, andiamo a dormire. E' tardi."
Itachi non proferì parola e si limitò e a seguirlo dentro la casa, arrivando poi nella piccola camera che momentaneamente condividevano.
Si misero entrambi nel proprio letto e Shisui sentì una lieve risata provenire dal lettino accanto al proprio.
"Nii-san, tu mi ami?" Chiese il piccolo, voltandosi verso Shisui, che, per non incontrare il suo sguardo, alzò gli occhi al cielo.
"Pensala un po' come vuoi." Sbuffò, non riuscendo però a nascondere un lieve sorriso.
"Ti amo anch'io, Nii-san!" Rise il più giovane, per poi cadere in un sonno profondo.

 

Angolo Autrice
Questa storia è dedicata ad Imoto, spero che ti piaccia! ^^
Prima di tutto, voglio precisare una cosa:so che "Nii-san" significa "fratello maggiore", mentre "Otouto" significa "fratellino", ma, anche se sono cugnini, mi piaceva troppo l'idea di Itachi che chiama Nii-san Shisui, e lui che lo chiama Otouto *-*
OK, escluso questo...Nulla, spero che la storia vi sia piaciuta!
Fatemelo sapere con una recensione, magari! ^^"
Alla prossima_
Naru-chan
PS. Mi scuso per eventuali errori nel testo!