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Autore: DanzaNelFuoco    04/07/2015    3 recensioni
Nick/Monroe - ambientato durante la prima stagione
- Intro:
“C'è del caffè in cucina, servitevi pure. Nick, tu sai dov'è.”
C'era Hank che vi fissava con quello strano sguardo negli occhi e Nick non avrebbe dovuto fulminarti con lo sguardo così come stava facendo perché non c'era niente di male.
“Parlo di quella volta che mi avete perquisito la casa, vi ricordate?”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Monroe, Nick Burkhardt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Coffee

 

C'è del caffè in cucina, servitevi pure. Nick, tu sai dov'è.”

C'era Hank che vi fissava con quello strano sguardo negli occhi e tu avresti voluto davvero rimangiarti tutto, ma dannazione non potevi e forse non era neanche giusto che tu lo facessi. Dopotutto Nick è stato nella tua cucina e non c'è niente di male, no? Non avrebbe dovuto fulminarti con gli occhi così come sta facendo.

 

*

 

Nick è seduto di fronte a te, le gambe accavallate sotto il tavolo e quello sguardo negli occhi. Sono le due di notte e tu dormivi quando lui è venuto a bussare alla tua porta. Ok, d'accordo, non stavi davvero dormendo, ma stavi per andarci. Dovevi solo finire di mettere a posto l'ultimo orologio e poi saresti andato a dormire. In ogni caso Nick ti ha disturbato, è entrato in casa tua con quella sua innata e non curante prepotenza da Grimm, quella che probabilmente non si rende nemmeno conto di avere, e ti ha chiesto aiuto.

Così gli hai offerto un caffè perché non sei davvero sicuro di poter affrontare altre ore in piedi senza caffeina in circolo, anche se sei sempre stato più tipo da tè.

Quando ti volti dopo aver versato una tazza anche per te, il suo sguardo è ancora lì. Vorresti dire che i brividi che ti scendono lungo la schiena sono tutta colpa della paura, ma sai che non sarebbe tutta la verità.

Nick ti sta guardando come un cacciatore guarda la sua preda e, per quanto tu sappia che quella è la vostra natura, non puoi fare a meno di fidarti di lui e credere che non ti taglierà la testa appena ti volterai. Perché se Nick ti avesse voluto morto saresti già morto. Invece ha bussato alla porta di casa tua e ti ha chiesto aiuto. A te. Un Blutbad.

“Allora, qual è il problema?” chiedi, prendendo posto sulla sedia di fronte a lui e sporgendoti sul tavolo.

“Conosci un Wesen che…?” e vorresti davvero concentrarti sulle parole di Nick, ma c'è ancora quello sguardo nei suoi occhi e le sue dita stanno torturando il manico della tazza.

Nick deve ripeterti la domanda prima che tu riesca a dare un senso compiuto alle sue parole.

 

Cominci davvero a pensare che le labbra di Nick in contrasto con il verde della tazza che gli ha appena passato dovrebbero essere considerate illegali.

Avevi pensato – avevi voluto credere – che Nick si sarebbe presto stancato di venire a te e avrebbe smesso di chiedere il tuo aiuto per risolvere i casi sui Wesen. Sarebbe stato naturale, un conto è un Grimm che risparmia un Wesen – ci sono stati precedenti, per quanto rari e per quanto i Wesen in questione non fossero mai stati Blutbaden – tutt'altra questione è che lui continui a venire da te.

Invece Nick è di nuovo nella tua cucina, i denti che si aggrappano al bordo di ceramica, le labbra socchiuse, il caffè sorseggiato lentamente.

Ripete il movimento, svuotando lentamente la tazza, ed è decisamente ipnotico perché non riesci a staccargli gli occhi di dosso.

Allontana la tazza e inclina la testa nella tua direzione, la fronte corrugata. “Qualcosa non va?”
“No, no.” ti affretti a rispondere.

Dannazione a Nick e a quello sguardo.

“Allora, qual è il problema questa volta?”

 

Devi essere onesto con te stesso, sei assolutamente certo che ti dispiacerebbe davvero se Nick smettesse di venire a chiedere il tuo aiuto.

Ormai è routine, Nick bussa e tu hai già pronto il caffè. La tazza è rigorosamente quella verde, quella di Nick, perché lui ormai ha la sua tazza a casa tua e la cosa dovrebbe come minimo farti riflettere sulle tue frequentazioni, ma non hai voglia di pensare a cosa direbbe tua madre se sapesse che un Grimm è stato a casa tua e tu non hai provato ad ucciderlo – a patto che gli effetti nocivi della caffeina non si considerino un piano di omicidio a lungo termine.

“Come è andata?” chiedi. Sei una persona educata.

Nick siede sulla sua solita sedia – ora ha anche una sedia – accavalla le gambe e comincia a raccontare.

“Quindi niente Wesen?” chiedi, stupito alla fine del resoconto.

“Niente Wesen.” conferma e la domanda che hai sulla punta della lingua rimane sospesa nell'aria, non pronunciata.

Allora perché sei qui?”

Hai quasi timore di chiedere perché potrebbe rendersi conto improvvisamente che non c'è un vero motivo per stare qui e andarsene.

“Ok, allora.” dici e ti alzi per preparare altro caffè.

“Forse dovrei andare...” Ti dice e trattieni il “no” spontaneo che ti sale alle labbra. “Non vorrei farti fare tardi e poi Juliette mi aspetta a casa.”

Oh. “Ok, certo, non c'è problema.”

Fissi il caffè gocciolare nella caraffa. Nick ti stringe il gomito per un istante e apre la bocca come per dire qualcosa, ma poi cambia idea e la mano ricade lungo il fianco.

Non appena la porta di casa tua si chiude alle sue spalle senti i muscoli rilassarsi e prendi fiato. Non ti eri nemmeno reso conto di esserti irrigidito.

 

Non devi porti il problema. Non devi farti domande.
Il fatto che Nick dopo otto ore di servizio si fermi a casa tua prima di tornare dalla sua fidanzata anche quando nessuno dei suoi casi ha a che fare con Wesen non deve preoccuparti.

L'ignoranza è una benedizione in certi casi e non sei sicuro di voler scoprire cosa esattamente stia accadendo con l'uomo che dovrebbe volerti uccidere, ma che sembra voler diventare tuo amico.

É quasi un abitudine, lavorando a casa sei sempre disponibile per offrire una tazza di caffè al poliziotto che ti invade casa a qualsiasi ora del giorno e della notte, sempre disponibile per offrire il tuo aiuto.

Ormai conosci il suo odore, quello che cerca di gridare al tuo cervello che quello che è un Grimm e dovresti scappare il più lontano possibile, se non altro, ma che non ci riesce così bene, visto che sei ancora qui. C'è quella traccia nel suo odore, quella che ti dice che in fondo ti puoi fidare e tu non sei mai stato uno di quelli a cui piacciono le situazioni pericolose, ma questa volta non riesci a farne a meno. Nick non ti ucciderà, glielo senti addosso.

Hai già preparato il caffè – ti stupisci di quanto tempo passi a pensare a Nick e al suo sguardo, il suo odore. In ogni caso la tazza verde è già piena e aspetti che bussi alla tua porta perché questa settimana finisce il turno sempre alla stessa ora e ormai è solo questione di minuti.

Senti il suo odore, prima ancora di sentir sbattere la portiera della macchina in strada, ma è un odore diverso. Quello è… sangue?

Apri la porta prima ancora che lui sia arrivato all'ingresso e alla fine si lascia cadere dentro, lasciando una traccia di sangue contro lo stipite a cui si è appoggiato.

“Nick! Che diamine-?”

Non vuoi entrare nella modalità “mamma Blutbad” ma c'è sangue, tanto sangue e probabilmente non è nemmeno tutto di Nick, ma dannazione lui è ferito!

“Sono stato attaccato.” ti dice, sdraiato sul tuo divano.
“Da cosa?” Lo aiuti a sfilarsi il giaccone sbrindellato e la camicia strappata per arrivare alle ferite e non ti soffermi – non devi soffermarti – a pensare che stai spogliando Nick.

“Non lo so, ma mi stavano aspettando.” dice, facendo una smorfia quando gli passi il disinfettante su un graffio che gli attraversa il petto, non è tanto profondo, la giacca pesante deve aver attutito il colpo.

La ferita più grave, quella che gli ha fatto perdere più sangue e che ti ha spaventato a morte, è alla testa.

“Perché non sei andato in ospedale? Probabilmente avrai bisogno di punti.”

Nick apre la bocca per rispondere, ma scegli proprio quel momento per tamponargli la ferita con un panno imbevuto d'alcool e l'unica cosa che esce dalla sua bocca è un'imprecazione mezza masticata.

“Volevo un caffè.”

Lo guardi con riprovazione, non credi sia il momento di scherzare, non mentre il suo sangue ti cola lungo il polso.

Nick mette su un'espressione mezza colpevole. “Stavo venendo da te, ero più vicino.”

“Ti hanno ridotto male.”

“Suppongo che sia banale dire che non hai visto come erano ridotti loro.”

Alzi gli occhi al cielo, premendogli il panno contro la testa. “Andiamo, ti porto in ospedale.”

Vai a cercargli una camicia da mettersi addosso, perché di sicuro non lo puoi portare là mezzo nudo, e quando torni non è più sul divano. Segui l'odore in cucina e lui è lì, che sorseggia caffè tiepido con noncuranza, come se non avesse una ferita alla testa.

“Che diamine stai facendo?” gli ringhi.

É colpa del sangue, del suo sangue, vorresti poter dire che dopo tanti anni non ti fa più effetto, ma in realtà senti gli occhi diventarti rossi e il lupo che è in te premere per uscire.

“Te l'avevo detto che ero venuto per il caffè.”

Si sta tenendo il panno contro la testa, il braccio sollevato in un angolatura che mette in risalto i pettorali e il sangue gli sta andando velocemente alla testa.

“Stupido Grimm incosciente.” gli strappi la tazza di mano e la svuoti nel lavandino.

Non riesce a capire che è grave, che dovrebbe preoccuparsi, che non puoi lasciarlo morire.

“Ehi!”

Capisci che i tuoi occhi sono diventati rossi quando ti volti verso di lui e riesci a specchiarti nei suoi occhi neri.

“Monroe, tutto bene?” ti afferra il braccio con la mano libera ed è davvero preoccupato.

Lo sbatti contro il muro alle sue spalle, attento a non fargli sbattere la testa nonostante tutto, il suo sguardo è smarrito, per una frazione di secondo non capisce perché tu lo stia attaccando. Poi la tua bocca è su di lui e non ci sono zanne. Le mani che gli tengono la testa non hanno artigli e decisamente le tue intenzioni non sono bellicose.

Hai gli occhi chiusi così da non poter vedere i suoi spalancati. Puoi comunque sentire la sua bocca rigida sotto la tua e la sorpresa in tutto il suo corpo. La mano che non si sta ancora tenendo la testa è ancora sul tuo braccio. Nick non si è mosso di un millimetro.

Non lo avevi previsto, non avevi nemmeno mai pensato di farlo, non ti eri nemmeno mai reso conto di cosa significasse.

Nick si rilassa sotto la tua presa, ma devi allontanarti.

“Ti devo portare in ospedale.” dici, gli occhi bassi per non guardarlo.

Ti sta ancora trattenendo il braccio e non ti lascia andare. “Sì, penso che sarebbe meglio.” la sua voce è bassa. Ma prima di uscire si sporge verso di te e ti posa un bacio a fior di labbra.

Rimani impalato sulla porta della cucina per un minuto buono prima di seguirlo fuori.

 

*

 

C'era Hank che vi fissava con quello strano sguardo negli occhi e Nick non avrebbe dovuto fulminarti con lo sguardo così come stava facendo perché non c'era niente di male. Niente di male che Hank potesse scoprire perché sarebbe stato troppo assurdo – un Blutbad e un Grimm che si baciano, impensabile!

Parlo di quella volta che mi avete perquisito la casa, vi ricordate?”

L'espressione negli occhi di Nick non si addolcì minimamente. Hank continuava a fissarvi chiedendosi cosa si fosse perso.

“Se non vi ricordate è in fondo al corridoio.”




N.d.A. 
Ok, questi due sono il mio OTP tipo dal primo episodio e per quanto Monroe e Rosalie siano pucciosissimi insieme questi mi sono rimasti incastrati nella tastiera... 
DNF

  
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