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Autore: _Lady di inchiostro_    04/07/2015    8 recensioni
Spoiler per tutti quelli che non avessero letto il capitolo 792.
***
«Sono certo che riderai quando sentirai questo!» sbotta, senza smettere di sorridere.
A te, però, non viene per niente da ridere. E come potresti?
Sta parlando di Ace, di tuo fratello, che non c’era più. Lo sta deridendo!

***
Interpretazione personale sulla reazione di Sabo alle parole di Burgess. Perché c’è ancora tanto che non conosciamo di questo personaggio…
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sabo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Non m’importa 
{Ma Ace non perdona!}


Basta un attimo, un attimo in cui senti le urla di gioia levarsi da lontano, e il tuo sguardo si sposta verso l’alto. 
Fai un lieve sorriso, osservando che i fili che prima circondavano l’isola sono spariti. Rufy ce l’ha fatta, ha battuto Doflamingo, proprio come aveva promesso a Rebecca e a te.
Ma, del resto, tu non avevi dubbi in proposito. Ti sei sempre fidato di lui, delle sue capacità, e sai per certo che realizzerà il suo sogno, in futuro. 
Rufy è diverso, diverso da qualsiasi altro pirata che circoli per i mari, perché a lui stanno davvero a cuore le ingiustizie degli altri. Per questo, sai che sarà anche per merito suo se il mondo cambierà per il meglio.
Quest’accaduto non è altro che il preludio a una serie di scontri che rivoluzioneranno tutto ciò che la gente credeva di conoscere. Come quello avvenuto alla casa d’aste dello stesso Doflamingo, e a cui non puoi fare a meno di pensare con un sorriso ancora più ampio. 
«Non mi finisci…?» Senti la voce affannata di Burgess, che avevi steso poco più in là.
«Non ne ho bisogno» gli rispondi. «Sembra che sia tutto finito.»
Ti allontani, non curandoti del disastro che tu e quell’energumeno avete combinato durante lo scontro, le mani portate a sistemarti la tesa del cappello e l’arma che ti porti sempre dietro.
«Siete troppo gentili… Voi fratelli...»
Ti fermi di botto. Che cosa ha detto? 
Volti la testa indietro, ignorando bellamente il lumacofono che continua a squillare con insistenza, mentre il tuo volto passa dalla serenità alla rabbia in meno di un secondo.
Burgess fa un ampio sorriso, soddisfatto di aver fatto leva sul tuo punto più debole. 
«Vuoi sapere che cosa disse Ace quando venne consegnato alla Marina, dopo aver perso contro il nostro capitano nell’isola di Banaro?» ti chiede, sarcastico, il sorriso che si allarga sempre di più su quel volto tumefatto. 
Scoppia a ridere non appena si accorge che hai sgranato gli occhi, la rabbia che lentamente si sta facendo largo dentro di te.
«Sono certo che riderai quando sentirai questo!» sbotta, senza smettere di sorridere.
A te, però, non viene per niente da ridere. E come potresti?
Sta parlando di Ace, di tuo fratello, che non c’era più. Lo sta deridendo!
Incurvi le labbra e stringi i pugni, cercando di mantenere il controllo e di non lasciarti provocare. 
«Quando capì che sarebbe stato giustiziato, disse…» s’interrompe, Burgess, già pronto a pregustare la tua reazione, sorridendo con ancora più cattiveria.
«“Non ditelo al mio fratellino”» conclude, sogghignando tra sé e sé. 
Non ditelo al mio fratellino…
Non ditelo al mio fratellino…

Questa frase t’investe, come un fulmine a ciel sereno, e non sei più sicuro di voler rimanere tanto calmo. Stringi il labbro inferiore tra i denti, in un’espressione che lascia intendere la tua rabbia e il tuo dolore. 
Fino all’ultimo, Ace si era preoccupato di Rufy, di come avrebbe potuto reagire. Si era comportato da fratello maggiore, compito che a lui non era mai andato a genio. 
Eppure, lo stesso ragazzino che dodici anni fa picchiava il suo fratellino, aveva detto quelle parole, quasi come se li stesse pregando. 
Voleva davvero che Rufy non fosse coinvolto in quella storia. Gliel’aveva perfino urlato a Marineford, quando se lo ritrovò sul campo di battaglia. E l’aveva protetto, facendo da scudo col suo stesso corpo, perché era solo colpa della sua testardaggine se lui si trovava lì.
Lui voleva davvero bene a Rufy, anche se non l’ammetteva mai.
Lui era davvero un bravo fratello, anche se lui non lo pensava veramente, ma tu l’avresti comunque gridato al mondo intero se fosse stato necessario.
«Che idiota! Non aveva idea di quanto valesse la sua vita!» continua Burgess, mettendosi in equilibrio sui gomiti. «Se la Marina cattura qualcuno come Ace “Pugno di Fuoco”, è ovvio che l’annunciano al mondo intero!»
Cerchi di darti un freno, ma avverti che le tue dita non smettono di pulsare, con la sola voglia di fracassare il cranio di quel bastardo. 
Non ce la fai più, non è così?
Non puoi sentire che qualcuno si prenda gioco di Ace in questo modo. Non così, non in tua presenza. 
«La Marina userebbe la sua vita al cento venti per certo per…» Burgess non ha il tempo di finire la frase, che le tue dita sono già sul suo viso, pronte a spremerlo come se fosse un frutto troppo marcio.
«Ora basta… Stai zitto!» urli, sopprimendo la voglia di ucciderlo seduta stante.
«Ho pensato ogni notte a come si sentì quando morì! Non serve che me lo dica, ho già capito tutto!» 
E’ vero. A quante volte ci hai pensato, Sabo?
Quante volte ti è capitato di immaginare a come deve aver sofferto Ace, mentre cercavi di dormire?
Quante volte ti è capitato di leggere quel maledetto articolo, durante la sera, e a immedesimarti in quello che stava provando lui?
Quante volte ti è capitato di fare degli incubi su di lui, e di rimanere sveglio durante tutta la notte?
Non basterebbe un giorno per raccontarle tutte. È sempre stato il tuo pensiero constante, un pensiero che non sei mai riuscito a scrollarti di dosso.
Perché, nonostante Rufy avesse la precedenza in quanto fratello minore, tu avresti protetto Ace anche a costo della tua vita.
E, invece, non l’hai fatto. Non ci sei riuscito, e il non essere stato accanto a lui mentre soffriva, sia fisicamente sia emotivamente, è una cosa che ti logora fin nelle viscere.
Stringi ancora di più la presa, e Burgess sembra risentirne, emettendo qualche gemito di dolore. Sei più che consapevole di quello che sta facendo: vuole solo che tu perda il tuo sangue freddo, magari ammazzandoti senza che tu abbia il tempo di reagire, così da prendersi il Frutto che hai appena guadagnato.
Oh, ma Burgess non ha ancora capito con chi ha a che fare. Ci aveva provato con Rufy, il tuo fratellino, e adesso vuole provarci col Frutto di Ace?
Può sognarselo di fare del male ad anche uno dei tuoi fratelli!
Quel Frutto incarnava la volontà di Ace, non avresti permesso a nessun altro di averla, specie a un verme come lui!
«Sono certo che lo stai rimpiangendo…» esclama Burgess, come se la tua presa salda non gli impedisse di parlare. «Nonostante la tua posizione e il tuo potere, non sei andato a salvare tuo fratello! Tu non c’eri quel giorno!»
Anche questo, è dannatamente vero. Tu non c’eri durante quella guerra, Sabo.
Tu non c’eri a combattere per Ace, a scendere in battaglia per lui. 
E dio solo sa quante volte l’hai rimpianto.
Burgess, però, non doveva saperlo. Nessuno doveva saperlo, era un dolore che spettava di diritto solo a te e a Rufy. 
Neanche ti accorgi del pugnale che cala velocemente verso la tua tempia, mentre Burgess ti provoca con l’ennesima frase, del tipo: «Stavi facendo forse un pisolino?»
Sei troppo concentrato, concentrato su come fargliela pagare, sui tuoi pensieri, sul tuo dolore.
Su Rufy, che non vedi l’ora di riabbracciare di nuovo.
Su Ace, che non potrai riabbracciare mai più.
Lasci lentamente la presa, pronto a buttare fuori tutta l’aria che hai trattenuto finora.
«Non avrò più rimpianti!» urli. Urli per il dolore, per la rabbia, per quello stesso rimpianto che avresti esternato solo a chi conta davvero per te.
A Rufy soprattutto, che ha già sofferto troppo senza mai darlo a vedere.
Lanci l’ennesimo “Pugno di Fuoco”, e ti sembra quasi che Ace sia lì con te, che stiate combattendo insieme. 
Fissi Burgess mentre si contorce per le forti ustioni, la tua mano che ancora sfrigola tra le fiamme.
«Non m’importa!» esclami con fermezza. «Ma Ace dice che non ti perdonerà!»
La fiamma si spegne, e la tua mano è ancora vicina al tuo viso. 
Sai bene che non è così, che a te importa davvero. Solo che, conosci le regole, non puoi darlo a vedere.
Ace, però, l’avrebbe fatto. Se ne sarebbe infischiato, dando sempre importanza alle parole dette dagli altri, specialmente se queste deridevano un suo caro. E, in fondo, non puoi che biasimarlo. 
Ti abbassi la tesa del cappello sugli occhi, cacciando indietro le ennesime lacrime, e ti fai strada lungo le macerie.



Parla l’autrice che scrive meglio in seconda persona (forse)
Ancora una volta, mi sono cimentata a descrivere i sentimenti di Sabo, dopo quello che si è visto nell’ultimo capitolo. Non ho potuto farci niente, appena l’ho finito di leggere, ho subito avvertito la voglia di scriverci sopra qualcosa. Dunque, badate bene, la storia è scritta tutta “a caldo”, com’è solito dire.
Le battute sono ovviamente riprese dalle scan tradotte, quindi se dovessero esserci delle discordanze, sarei felice se me lo faceste sapere. 
In realtà, sarei felice di sapere cosa ne pensate dell’intera storia: ho letto molte discussioni su questo personaggio, dopo i colpi di scena del capitolo, e molti l’hanno criticato per essersi comportato esattamente come Ace. Non fraintendetemi, è stato proprio così, solo che ritengo che Sabo non si sia buttato a capofitto nello scontro, che non abbia celato per davvero il dolore che prova, e questo solo perché Burgess non è nessuno per permettersi di provocarlo. 
Questa è stata la mia considerazione personale, liberi di pensarla come volete, tanto vi amerei comunque! <3 (?) 
Spero solo che questo mio pensiero traspaia nell’introspezione di questo personaggio…
In conclusione, vi ringrazio di tutto, qualsiasi cosa decidiate di fare con questa storia, anche solo di stamparla per cestinarla (??)
Mi auguro di ritornare presto, magari con qualcosa di nuovo, chi lo sa ;)
See you soon and wait Sabo’s flashback!
(che c’è? Tanto lo vogliono tutti oramai!)
_Lady di inchiostro_  

  
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