Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: albalau    04/07/2015    5 recensioni
tratto dal primo capitolo
Era giunto il tempo di porre fine a tutto. Si sarebbe rivelato, le avrebbe confessato tutto quello che aveva celato in quegli anni. Le avrebbe aperto il suo cuore e se poi lei lo avesse rifiutato poco importava. Almeno il suo animo si sarebbe dato pace.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

 

La luce dei lampioni provocava ad intermittenza luci e ombre sul suo volto, ma non se ne accorgeva. Il suo pensiero era rivolto solo a quell'uomo che tanto significava per lei. Hijiri ogni tanto, quando la guida glielo permetteva, le lanciava piccoli sguardi, ancora incapace del tutto di rendersi conto di cosa era accaduto. La chiamata della ragazza, giunta la sera prima, l'aveva lasciato sorpreso, ma mai quanto lo era stato quando l'aveva raggiunta a casa. Ad aprire la porta era stata l'amica di sempre e già questo era bastato per lasciarlo interdetto. Di solito si vedevano da soli, mai in compagnia. Dopo le presentazioni di rito, Maya l'aveva condotto in cucina, sempre confortata e aiutata dall'amica a cui aveva confidato infine tutto, gli rivolse quella richiesta. Star accanto al suo ammiratore. Stare accanto a Masumi Hayami.

In principio si presentò sgomento alla richiesta, chiedendole addirittura che fosse costui, ma poi, messo alle strette dalla ragazza, capitolò. E nel modo più sconvolto che si potesse immaginare. E fortuna che credevano di aver fatto le cose per bene! Scoperti da una piccola svista. Se il suo capo lo avesse saputo...Non aveva più avuto scuse in seguito. Come lui anche l'amica Rei seguiva quel discorso con gli occhi sgranati. Per dirla tutta, in passato il dubbio che il misterioso donatore potesse essere Hayami l'aveva sfiorata, ma poi visti i loro rapporti sempre più burrascosi aveva accantonato l'idea.

-Con tutto quello che ha fatto e contando che lei lavora per lui, saprà come farmi entrar senza dare nell'occhio.- concluse Maya, risoluta più che mai.

Hijiri aveva tentennato un attimo, indeciso. Infine decise che se quello andava fatto, se lui avesse rischiato il posto e Maya la sua credibilità, cosa estremamente realistica, doveva conoscerne la ragione. E lei lo spiazzò, completamente.

-Lo amo. Ma non perché è il mio ammiratore. Ho iniziato a sentire questi sentimenti molto prima di scoprire la verità su di lui. Essere venuta a conoscenza di questo fatto mi ha solo permesso di comprenderlo meglio.- gli spiegò con un sorriso triste.

Verità tanto semplice quanto vera. E aveva ceduto.

Ora stavano raggiungendo la loro meta. Per quanto lui fosse addestrato e preparato, non era detto che riuscisse a farla entrare in quella stanza, ma questo evitò accuratamente di dirglielo, altrimenti si sarebbe angosciata ancora di più. Ma ci avrebbe provato.

Parcheggiò non molto lontano dall'edificio e si voltò verso la giovane.

-Mi dia trenta minuti. Se non sono di ritorno vuol dire che il mio piano non è riuscito.- le prese le mani stringendogliele.- Maya mi prometta che non si muoverà.-

La giovane lesse una preoccupazione vera in quello sguardo sempre calmo e dolce e comprese che la “missione” era davvero complicata. Ma questo lei lo sapeva, altrimenti non si sarebbe mai rivolta a lui.

-Mi fido di lei Hijiri. E le prometto che non mi muoverò.- asserì.

L'uomo le sorrise e, in seguito, scese dall'auto. Scomparendo nel buio.

 

Attraversò l'ingresso senza particolari difficoltà e raggiunto il settimo piano ebbe modo di valutare meglio la situazione. Due uomini continuavano ad andare avanti e indietro per il corridoio, mentre uno era di guardia alla porta.

“Beh, poteva andare peggio.” pensò con un leggero sorriso sul volto.

Lasciò quel piano andando a quello successivo cercando di trovare la via più sicura per far entrare Maya in quella stanza. Uscì dalla porta e si diresse verso la macchinetta del caffè, ma il quell'istante notò una figura vicino alla finestra. Che lui riconobbe all'istante. Con un leggero sorrise sulle labbra, piano le si avvicinò.

-Gradisce?- chiese tendendo il caffè che aveva tra le mani.

Mizuki colta di sorpresa, sobbalzò, ma si ricompose subito.

-No grazie. Come vede sono a posto.- rispose guardando l'uomo al suo fianco, riportando poi lo sguardo davanti a se.

Hijiri non si scompose. Iniziò a bere con calma e a pensare come intavolare il discorso con lei. Impresa non facile conoscendo il carattere della donna. Ma anche sapeva che la segretaria di Hayami tenesse molto a Maya ed era fiducioso che non avrebbe rifiutato di aiutarla.

Mizuki continuava ad osservarlo con la coda dell'occhio. Quell'uomo la stava mettendo a disagio, sia con la sua vicinanza, che con quel silenzio che a lei sembrava piuttosto ambiguo. Chi diavolo era? E cosa voleva? Stava per domandarglielo, ma lui la precedette.

-Ho bisogno di lei.-

-Cosa??- alzò la voce, voltandosi di scatto.

-Non si preoccupi.- sentenziò tranquillo.- E sopratutto non alzi la voce.-

-Ma come si permette!- esclamò offesa.-Chi crede io sia!-

-L'unica che può aiutarmi a far entrare la signorina Maya in quella stanza.- rivelò a sorpresa.

Mizuki si immobilizzò per un istante. Quell'uomo conosceva Maya? E che rapporti aveva con lei?

-Perché mi chiede una cosa del genere.- doveva indagare.

Hijiri sospirò, deciso a rivelare almeno una piccola parte del legame che aveva con lei.

-Seguo la signorina da molto tempo, tengo a lei e alla sua serenità.-

A quel punto la donna comprese tutto. Solo...

-Mi spieghi solo una cosa. Se lei è chi penso, per quale motivo Maya è qui?-

-Perspicace! Ma non potevo aspettarmi di meno dalla segretaria del signor Hayami.-

-Non mi ha ancora risposto.-

Hijiri finì il caffè e si sedette su una delle poltrone. Di quella donna poteva fidarsi, se lo sentiva. E di solito lui non sbagliava mai.

-Lei sa tutto.-

Quelle parole le fecero spalancare occhi e bocca. Come lei sapeva?

-Non è possibile...- mormorò.

-Beh, diciamo che è successo per caso. Il nostro capo dovrebbe stare più attento a quello che scrive.-

-Vuol...vuol dire che Maya lo ha scoperto da uno dei biglietti?- era ancora incredula. Il grande Masumi Hayami fregato da una...

-Sì, una svista che nemmeno lui sapeva di aver fatto. Comunque, signorina, tornando alla mia richiesta iniziale, mi aiuterà? Non ho molto tempo.-

Si riprese veloce dallo shock e annuì con decisione.

-Mi dica che devo fare.-

 

Avanzava per il corridoio con il suo passo sempre sicuro, puntando direttamente ai due uomini che pattugliavano la zona. Il suo compito, come le aveva spiegato Hijiri, era quello di distrarli e allontanarli per almeno dieci minuti. Cosa facilissima! Sperava solo che le dessero retta senza insospettirli.

Nel mentre il fidato uomo ombra era sceso a prendere Maya, che sussultò sentendo aprire di colpo la portiera.

-Venga, dobbiamo sbrigarci. Non abbiamo molto tempo.- le disse con urgenza.

La giovane non rispose, si affrettò soltanto dietro a lui, con il cuore in tumulto. Tra poco l'avrebbe visto. Quello era il suo unico pensiero. Giunsero in prossimità della porta del reparto e Hijiri vide Mizuki parlare con i due uomini.

“Forza Mizuki.”

 

-Ma ne è sicura?- domandò l'uomo vestito di scuro alla sua destra.

-Secondo lei scherzerei mai su una cosa del genere?- ribatté decisa.

L'uomo accanto alla porta dove era ricoverato Masumi lasciò il posto, leggermente irritato nel vedere i suoi sottoposti perdere tempo.

-Tornate alle vostre posizioni.- gli intimò.

-Signore.- disse uno di loro.- La signorina ci stava informando di aver visto uno strano movimento al piano di sotto. Secondo lei potrebbero essere dei giornalisti in cerca di qualche foto sul signor Masumi.-

L'uomo puntò immediatamente gli occhi sulla donna, cercando di capire se per caso quello fosse un tentativo per allontanarli da lì. Il presidente Hayami senior stesso lo aveva informato che molto probabilmente una “certa persona” avrebbe cercato di entrare nella camera del figlio e lui glielo doveva impedire. Ma nello sguardo di Mizuki non lesse niente di sospetto. Nessuna titubanza, ne indecisione. Forse non aveva detto una fandonia e decise di crederle.

-Va bene, andate a controllare, ma se entro quindici minuti non sarete di ritorno...-lasciò la frase in sospeso. I suoi uomini erano al corrente della punizione.

Tornò al suo posto, osservandoli seguire la donna. Mizuki tirò un leggero sospiro di sollievo. Ora toccava ad Hijiri, anche se non sapeva come sarebbe riuscito a superare quell'energumeno.

 

Appena i tre uscirono dalla sua vista, udì dei passi che si dirigevano verso di lui. S'insospettì e afferrò con presa sicura la pistola che portava all'interno della giacca. Ma la voce che udì...quella voce...

-Non ci vediamo da molto, vero Satoshi?-

La testa scattò di lato, riconoscendo l'uomo davanti a lui. Non poteva crederci.

-Hijiri.- disse solo.

-Già. Come te la passi? Sempre alle prese con i soliti incarichi?- domandò falsamente curioso.

Satoshi lo scrutò attento. Sapeva che Karato non si muoveva mai per niente.

-Lascia perdere queste chiacchiere inutili. Che vuoi?- arrivò subito al sodo.

Karato lo guardò sottecchi. Sapeva che aveva capito.

-Un favore.- rispose semplicemente.

L'altro scoppiò in una risata.

-E cosa ti fa credere che io possa fartelo?-

-Perché non saresti qui se non ci fossi stato.-

Satoshi si bloccò all'istante. Era vero, tutto vero. Se quel giorno, quel lontano giorno...Era ancora in debito.

-Cerchi di far leva sulla mia parola adesso? Sei sceso in basso amico.-

-Può essere, ma ora è arrivato il momento di riscuotere.- disse fissandolo con occhi di ghiaccio.

Avrebbe tentato tutto per Maya.

Si trovò spiazzato di fronte a lui. Karato era sempre stato bravo nell'intimidire le persone e stava dando il meglio di sé in quel frangente. Indietreggiò appena, ma questo fece capire ad Hijiri che era riuscito nel suo intento.

-Che devo fare.- sussurrò tra i denti.

-Niente. Solo lasciar fare a me. Quanto ho?-

Guardò l'orologio che portava al polso.

-Dieci minuti scarsi.-

Non gli rispose, lo vide solo andare verso la porta di sicurezza e aprirla. Spalancò gli occhi alla vista di quella figura minuta che gli apparve.

-Hai poco tempo Maya.-

Lei annuì soltanto mentre lo oltrepassarono. Hijiri chiuse la porta restando al fianco del “collega”.

-Chi è quella ragazza?- chiese curioso.

-Meno ne sai, meglio è.-

 

Maya, appena chiusa la porta, faticò a mettere a fuoco la stanza, ma appena vi riuscì per poco non lanciò un grido. Le mani alla bocca, le lacrime che scorrevano sul suo volto. Il suo cuore in pezzi.

Masumi era disteso sul letto con la maschera d'ossigeno. Gli strumenti di fianco permettevano di sentire il battito lento, ma regolare del suo cuore. La flebo al suo braccio. Ma ciò che più la colpì furono le bende, tante bende. Sulla testa, sulle braccia, sul torace, le echimosi sul volto. Lentamente si avvicinò, sedendosi vicino al letto. Non resistette e gli sfiorò le dita, per poi crollare in un pianto irrefrenabile.

-Amore...amore mio...- singhiozzava.

Dopo qualche momento riuscì ad alzare il capo e con dita leggere gli sfiorò la fronte.

-Torna da me. Ti prego torna.- mormorò, ma con tutto l'amore che possedeva.- Anima mia, non lasciarmi.-

La porta si aprì di scatto.

-Dobbiamo andare Maya. Sarebbe troppo pericoloso se ti trovassero qui.- disse Hijiri entrando.

Annuì consapevole sia del pericolo, sia della posizione in cui aveva messo l'uomo.

-Ancora un attimo signor Hijiri.-

Si alzò, chinandosi verso il viso dell'amato. Un leggero sorriso, dolce e innamorato le illuminò il volto pieno di lacrime.

-Un tempo eravamo divisi, ma torneremo ad essere uno solo.- sussurrò prima di sfiorargli la fronte con le labbra.

Karato rimase immobile, completamente assorbito dalle parole e dal tono di Maya. In quella stanza si respirava amore, solo amore. Si riscosse, dovevano uscire.

La giovane a fatica si allontanò dall'amato, ma sapeva che non poteva fare di più. Fuori dalla camera vide nuovamente l'altro uomo. Si inchinò.

-Grazie per quello che ha fatto.- gli disse sorridendogli triste, con gli occhi ancora bagnati di lacrime.

Satoshi non riuscì a risponderle. La scena a cui aveva assistito l'aveva scosso. Come poteva quella piccola fanciulla possedere un sentimento tanto forte?

Mentre lei si avviava anche Karato lo ringraziò.

-Chi è quella ragazza?- doveva sapere.

Lui lo fissò per qualche attimo e comprese subito che Maya l'aveva colpito. Come chiunque avesse a che fare con lei, ma non poteva esporla, ne esporsi.

-Se sei tanto curioso scoprilo.- e se ne andò lasciandolo nel dubbio.

Nessuno si era accorto che dopo le parole di Maya, il cuore di Masumi aveva ricominciato a prendere vigore.

 

  
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