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Autore: EvelynMoon    05/07/2015    2 recensioni
Erano già passati sei anni.
Chihiro camminava lentamente, zaino in spalla, verso la loro destinazione. Non aveva voglia di partecipare a quella gita scolastica fin dal principio ma i suoi genitori l’avevano spinta ad andare per festeggiare il suo ultimo anno in quella città, lei però non riusciva a pensare ad un avvenimento del genere come ad un’occasione per festeggiare.
Sapeva benissimo quanto fosse irrazionale, ma allontanarsi da quella città significava allontanarsi dal passaggio che portava alle terme degli spiriti e allontanarsi da esso significava allontanarsi dai suoi ricordi con Haku.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chihiro, Haku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano già passati sei anni.
Chihiro camminava lentamente, zaino in spalla, verso la loro destinazione.  Non aveva voglia di partecipare a quella gita scolastica fin dal principio ma i suoi genitori l’avevano spinta ad andare per festeggiare il suo ultimo anno in quella città, lei però non riusciva a pensare ad un avvenimento del genere come ad un’occasione per festeggiare.
Sapeva benissimo quanto fosse irrazionale, ma allontanarsi da quella città significava allontanarsi dal passaggio che portava alle terme degli spiriti e allontanarsi da esso significava allontanarsi dai suoi ricordi con Haku.
Ogni giorno per sei lunghi anni Chihiro aveva pensato ai momenti passati in quel posto. Le mancavano tutti: Kamaji, Rin, il piccolo Bou, Zeniba, Senza Volto e in alcuni momenti persino Yubaba ma più di tutti gli altri lui. Le aveva promesso che si sarebbero rivisti, ma quando?
Sei anni.. Non riusciva a smettere di pensarci.  Quanto ancora avrebbe continuato a sperare?
C’erano giorni in cui pensava di essersi immaginata tutto , giorni in cui la memoria di quei giorni sembrava frutto di un sogno; poi però il suo sguardo si posava sul laccio per capelli che le era stato donato da Zeniba che teneva sempre con se e tutto tornava limpido e reale.
Persa nei suoi pensieri non si accorse che la sua amica Nariko la stava strattonando.
“Cosa?”  Nariko fece un’espressione esasperata.
“Ti stavo solo dicendo che l’insegnante ci ha dato appuntamento qui tra tre ore. Si può sapere a cosa stavi pensando? Eri di nuovo tra le nuvole!”
“A nulla” Noriko sbuffò ma non chiese di più, ormai aveva capito che di qualsiasi cosa si trattasse Chihiro avrebbe preferito tenerla per se.
Si dispersero e diedero un’occhiata ai negozi della cittadina dove si trovavano, poi seguirono le indicazioni verso il parco. Arrivate si stesero sull’erba a godersi il sole e la brezza.
Mentre osservava il cielo Chihiro continuava a pensare ad Haku, tanto che ad un certo punto le sembrò di scorgere una sagoma bianca che si librava nel cielo. Attribuì quella visione al suo desiderio  e passò oltre, ma poco dopo la sagoma candida e serpentina comparì di nuovo nel suo campo visivo. Stavolta Chihiro si alzò e cominciò a correre verso la direzione presa da quella figura, senza curarsi di Nariko che continuava a gridarle dietro. Corse a lungo fino ad uscire dalla cittadina, la sagoma compariva e scompariva davanti a lei.
Poi improvvisamente la sagoma scomparì del tutto. Chihiro si fermò e poggiò le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
La disperazione si fece largo nel suo cuore. Si era illusa ancora. Si accorse di trovarsi accanto ad un fiume e andò a sedersi sul suo argine. Quel fiume la gettò in una tristezza ancora più profonda, il destino sembrava prendersi gioco di lei.
Le lacrime iniziarono a sgorgarle copiose dagli occhi e i singhiozzi le spezzarono il respiro. Si sentiva una stupida perché continuava a sperare, perché dopo tutti quegli anni ancora credeva che si sarebbero rincontrati. Si sciolse i capelli e guardò, ora con rabbia, il laccio per capelli. Quell’oggetto non era che l’ennesima presa in giro.
Continuò a piangere e in un momento di cieca rabbia lo gettò, facendolo finire dentro il fiume. Si pentì immediatamente di quel gesto e senza neanche pensarci si gettò in acqua.
Per fortuna il laccetto sembrava quasi brillare sul fondo del fiume, all’interno di una specie di insenatura rocciosa e lei riuscì a raggiungerlo senza problemi. Lo afferrò ma in quel momento si rese conto di avere il braccio incastrato tra le due rocce.
Provò a tirare e scalciare ma il braccio non accennava ad uscire e l’aria iniziava a mancarle.
La paura prese il controllo del suo corpo e si sentì paralizzata.
All’improvviso un’enorme massa bianca le oscurò la vista, proprio nel momento il cui cominciava a perdere i sensi. L’ultima cosa che avvertì fu un calore familiare che la riportava in superficie.
 
 
“Chihiro! Chihiro svegliati , ti prego! Chihiro!” La voce che la tirava fuori dall’oscurità sembrava uscita dai suoi sogni. Provò ad aprire gli occhi.  E un meraviglioso sguardo argentato si posò su di lei. Senza pensarci alzò una mano e la posò su quel volto che aveva sognato e gli era mancato per tanto tempo. Era sicura di essere morta o se non altro di esserci vicina.
Sorrise mentre una lacrima si mescolava all’acqua che le bagnava il viso. Il ragazzo posò la mano su quella di lei stringendola forte.
Fu in quel momento che Chihiro si rese conto di non star sognando. Lo shock fu tale che dimenticò di essere quasi annegata e scattò a sedere, provocandosi un giramento di testa che la costrinse a ristendersi.
Guardò ancora una volta Haku non volendo illudersi.
“Sei veramente tu…” Disse.
“Sono io..” Rispose lui con il suo sorriso gentile. I suoi lineamenti erano cambiati, erano diventati quelli di un giovane uomo e anche il suo corpo era cambiato, ma lei l’avrebbe riconosciuto sempre.
Gli gettò le braccia al collo e lui la strinse forte a sé.
“Ci hai messo troppo” Disse lei.
“Lo so, mi dispiace. Ho dovuto trovare un modo per liberarmi di Yubaba e poi-“ Venne interrotto da Chihiro che , sorprendendo anche se stessa lo baciò.  Haku ricambiò il bacio. Un bacio che sapeva di promesse e di sei anni di distanza. Un baciò che sanciva ancora una volta il loro profondo legame.
Quando si staccarono Haku la strinse ancora e lei affondò il viso nel suo petto.
“Ti prego, dimmi che non te ne andrai più” La stretta si rafforzò.
“Mai.” E le loro labbra si unirono ancora una volta, per sancire quella promessa.
  
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