Questa è fra le cose più cretine che io abbia mai scritto in vita mia. E credetemi, ne ho scritte tante. '^' Ma buonasera! O buonquasì che dir si voglia! Perché sto esultando?! Non lo so! Mi discolpo immediatamente per quanto seguirà poiché nato dalla lettura dell'ultimo capitolo di Naruto Gaiden e la caduta shojou manga mode di ©Kishimoto-sensei. Cioè dico, come fai in soli 11 capitoli (+ finale del 699 e il 700, ovviamente) a combinar... questo? ç_ç E nulla, ecco spiegato perché mi è venuta fuori questa
Ho una piccinissima perplessità per quanto riguarda il rating ma date le semplici allusioni credo che giallo sia più che adatto, no? Fatemi sapere che ne pensate!
Vi lascio a questa lettura priva di fondamento (che ha uno Spin-Off, ovvero cosa succede dopo. xD), sperando di non attirare le maledizioni di nessuno e... non prendetemi seriamente, non lo fa nessuno! Nemmeno l'html, che ingigantisce le righe, ma pietà, sono le 01:53 e non vedo neanche più cosa scrivo. ;w;
Un bacio, alla prossima! ^^
«Perché insisti nel chiedere la rivincita se continui a perdere subito?»
Sasuke se lo stava chiedendo da almeno due ore.
Il fatto che una voce fuori campo si fosse intromessa nella sua personale e irrisolta questione, comunque, fu fastidioso abbastanza da non degnare la frecciatina di attenzione.
«Rispiegamelo.»
Un coro di plateale esasperazione si levò a quella richiesta; Naruto fu il solo a distinguersi dall'indispettito vociare omologo, inarcando le labbra piene in un sorriso sfrontato e sbarazzino a scoprire un angolino sbrilluccicante della dentatura perfetta.
«Volentieri» concesse mellifluo, afferrando uno degli sgabelli del bar e strascicandolo fino a porlo di fronte a quello di Sasuke. Occhi negli occhi.
«Innanzitutto, non basta prenderlo in mano» iniziò pratico l'improvvisatosi sensei. «Devi mantenere un'impugnatura salda, soprattutto quando sarai più coinvolto nella performance e cominceranno a sudarti le mani, altrimenti finirà con lo scivolarti dalle dita. Ecco perché non duri più di due minuti.»
Il moro annuì con decisione, sfregandosi le mani sui pinocchietti di stoffa appena un po' sfilacciata che parevano ardere sotto la pelle già lievemente umida; bastò quel semplice contatto perché il suo corpo cominciasse a reagire alla calura estiva e agognare un po' di refrigerio ristoratore.
Ignorando l'ondata di gradi che sembrò investirlo in quel frangente mise in pratica quanto gli era stato consigliato, compiacendosi di se stesso per la rapidità di apprendimento e lasciandosi sfuggire un leggero ansito soddisfatto quando alla propria riuscita si aggiunse l'accensione dell'aria condizionata alle sue spalle.
Naruto parve realizzarsi quanto lui, sistemandosi sul posto e imitando i suoi movimenti.
«Adesso devi cominciare a muoverlo per ottenere una reazione» continuò a spiegare, illustrando personalmente i movimenti da eseguire sotto lo sguardo attento di Sasuke, che copiò alla perfezione l'attimo dopo.
«Così» asserì convinto il biondo, alternando secchi colpi del polso ad altri ben più morbidi, la mano bronzea che guizzava dall'alto al basso.
«Devi trovare il ritmo giusto» consigliò all'altro ragazzo quando lo vide incontrare qualche difficoltà nella propria fluidità; la rinnovata incapacità di Sasuke nel riuscirci causò l'estenuazione generale e, dopo un po', persino quella di Naruto stesso, che dopo aver rischiato di essere coinvolto nei tentativi dell'amico in un'impresa che avrebbe dovuto risultare quanto meno naturale, non ci vide più.
«Tieni le mani a posto, accidenti! Non devi ucciderci nessuno con quel coso! Possibile che tu non sappia afferrarlo come si deve? Maneggialo con più cura, idiota!»
Il commento finale non piacque per nulla al ragazzo cui era stato rivolto, che dimentico del proprio obiettivo indirizzò un'occhiata inceneritrice a quello che gli si dimenava davanti e che solo dopo aver notato le due fessure scure fissarlo minacciose parve aver registrato l'insulto offerto gratuitamente per errore, scattando e rizzandosi sul posto, mordendosi il labbro e incastrando la lingua fra i denti.
«Dici che non so maneggiarlo?» questionò il moro, la voce tetra da abitante del residence del Demonio. «Vuoi verificare tu stesso quanto sia incapace, usuratonkachi?» e prima ancora che Naruto avesse colto la promessa allusa in quelle poche parole scandite e sibilate si era sentito trascinare senza preamboli per il polso a cui le dita diafane si erano arpionate, ritrovandosi ad inciampare sui propri piedi per stare al passo di quelli di Sasuke.
Passando davanti al bancone, il moro scoccò un'occhiata eloquente al barista, che incapace di replicare alcunché a quell'incontrastabile Uchiha si limitò ad annuire e continuare a fare il suo lavoro come nulla fosse, sordo, come tutto il resto del locale, alle richieste di aiuto di Naruto, che in una manciata di rapidi passi era sparito accodato all'altro ragazzo nel bagno dello Staff.
Qualche minuto di silenzio circondò l'Icha Icha Paradise, interrotto ad intervalli da tonfi — come di qualcosa che cade o, più probabilmente, viene spinto contro la porta del primo wc a disposizione — e versi strozzati e incotraddistinti su cui nessuno dei presenti preferì indagare.
Da dietro la sua postazione, un quanto mai intento ad asciugare lo stesso bicchiere Jiraya sfoggiava l'espressione più allibita che avesse in riserbo nel suo repertorio di tutta una vita e, allo stesso tempo, ispirata.
Quando aveva accolto il suggerimento di Tsunade di montare una Wii nell'area relax del locale, davanti allo schermo piatto che si era aggiunto da poco alla mobilia del bar per attirare maggior clientela giovanile, non aveva di certo potuto immaginare che, dall'indigeribile spiegazione sul come usare un telecomando di una console, quei due sarebbero passati a maneggiare qualcos'altro.
Un'espressione di pura gioia si dipinse sul volto limpido dell'anziano gestore.
«Finalmente ho nuovo materiale per scrivere!».
In sottofondo, le urla di un povero Naruto a cui fischiavano le orecchie.