Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: albalau    05/07/2015    3 recensioni
Ho provato ad immaginare una storia con i nostri beniamini trasportati un'altra epoca. Ho un po stravolto tutto, ma come sempre Maya e Masumi dovranno combattere contro tutto e tutti per il loro amore. Ci riusciranno?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente dopo anni mi sono decisa a terminare questa storia. Non sono pienamente convinta di come sia venuto questo capitolo, ma ho davvero lasciato trascorrere troppo tempo e mi sono persa. comunque ringrazio tutti coloro che l'hanno letta, preferita e seguita.
Un bacio! Lau!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 Capitolo 40

 

Shiori era immobile. Lo sguardo fiero e duro, puntato su colui che era il suo nemico. Poco importava il legame che avessero, lui si era macchiato di atrocità terribili. Non poteva considerarlo più né un marito, né tanto meno un fratello.

-Ti consiglio di arrenderti Yuu, altrimenti la tua fine sarà segnata.- ribadì la giovane Regina con astio.

Il Faraone sorrise, poi scoppiò in una forte risata.

-Sei una stupida e un ingenua! Ormai ho già vinto! Maya è nelle mie mani, Masumi e i suoi alleati sono costretti alla resa. Credi che la tua bella entrata possa cambiare qualcosa?-

Shiori si guardò attorno. In effetti il giovane non aveva tutti i torti. Gli amici erano accerchiati e la giovane sacerdotessa a due passi dal nemico. Ma ancora lui non sapeva... Sorrise tra sé e sé.

-Forse hai ragione mio sposo, ma ignori una cosa fondamentale.-

Yuu socchiuse gli occhi. Di che diamine stava parlando quella donna? Lui non trascurava nulla.

-Che intenti, pazza che non sei altro?- sibilò appena.

Non si accorse di nulla, tutto avvenne rapidamente. Un'ombra alle sue spalle si materializzò, coprendolo completamente. Un braccio gli serrò la gola, stringendolo e facendogli mancare il respiro. Gli “spettatori” rimasero senza fiato nel vedere la scena.

L'ombra parlò al suo orecchio, con voce bassa e carica sia di amore che di odio.

-Ti ho allevato come se fossi mio. Ti ho dato tutto. Il mio amore, la mia fiducia, il mio rispetto. Tutto...ho fatto tutto per te, figlio mio. Ma questa follia deve giungere al termine. Non permetterò né a tuo fratello, né a quella leggiadra fanciulla, né tanto meno a tua sorella di compiere quel gesto che solo io posso fare. Perdonami figlio, ma questo è l'unico modo.-

La mano armata di pugnale calò su di lui, colpendolo al cuore. Nessuna esitazione, nessun ripensamento. Yuu spalancò gli occhi sentendo la sua cane lacerarsi. Non poteva essere. Lui, l'unico degno di essere il Faraone, sconfitto in quel modo, a tradimento. E proprio da quell'uomo che aveva amato e ucciso per convenienza e per gelosia. Avvertì il suo corpo irrigidirsi e poi accasciarsi tra le braccia di colui che aveva sempre chiamato padre.

-Perdonami.- ribadì Eisuke, con le mani sporche del sangue di suo figlio.

Yuu riuscì a guardarlo negli occhi e vi lesse angoscia e dolore. E solo in quel momento comprese. Capì che aveva sbagliato tutto, aveva frainteso ogni atteggiamento e comportamento del genitore. Socchiuse gli occhi e per la prima volta sorrise. Un sorriso sincero.

-Grazie.- riuscì a mormorare prima di esalare l'ultimo respiro, tenendo sempre stretta la mano di Eisuke.

La morte del Faraone ebbe un impatto inaspettato per i suoi alleati. In men che non si dica vennero disarmati e accerchiati. Quei pochi uomini che ancora cercavo di resistere furono costretti alla resa in pochi attimi. Maya, facendo appello alle poche forze che le rimanevano, si avvicinò al corpo esanime di Yuu e al vecchio Faraone che lo teneva tra le braccia. Le lacrime inondarono il suo viso alla vista della sofferenza del vecchio uomo. Posò delicatamente, quasi temesse di fargli del male, una mano sulla sua spalla. Eisuke, avvertendo quella dolce carezza, alzò il volto incrociando gli occhi della fanciulla.

-Non potevo...lui non era così...la colpa è stata mia...- cercò di giustificarsi.

D'istinto la giovane si inginocchiò accanto a lui e lo prese tra le braccia, stringendolo con quanta forza aveva.

-Voi non avete niente da rimproverarvi e lui ve lo ha dimostrato ringraziandovi. Vi prego, non prendetevi colpe non vostre.- gli disse piano, piangendo insieme a lui.

Masumi era sbalordito. Davanti a lui c'era suo padre, l'uomo che sapeva defunto e sepolto nella tomba. Invece...

-Ci sono molte cose da spiegare mio principe.-

Si voltò di scatto incontrando il volto sorridente di Mizuki. Impallidì notevolmente, ma non solo lui. Ayumi, Rei e Hijiri, che sapevano dell'atroce fine che aveva incontrato, rimasero senza fiato.

-A tempo debito.- continuò la donna prima di allontanarsi e raggiungere il suo Signore.

-Mio occuperò io di tutto Faraone. Ora andate, vostro figlio ha bisogno di voi.- disse ad Eisuke che ancora stringeva Yuu e abbracciava Maya.

L'uomo sollevo gli occhi e annuì. Aveva adempiuto al suo doloroso compito. La morte li aveva sfiorati, adesso dovevano celebrare la vita.

Masumi era ancora senza parole. Suo padre, il suo amato padre era vivo, di fronte a lui. Eisuke posò la mano sulla sua spalla, con un leggero sorriso.

-Ti chiedo perdono per la messinscena da me organizzata, ma non avevo altro modo per proteggere sia te che tua madre.- parlò con calma, ma il suo tono era pieno d'amore.

-Perché...- riuscì solo a mormorare.

-Vieni con me e ti spiegherò ogni cosa.-

Shiori, nel frattempo, si guardava intorno alla disperata ricerca di quel volto appena conosciuto, ma che già era scolpito nella sua mente. Non lo trovava da nessuna porte, possibile...

Un leggero tocco la costrinse a voltarsi alla sua destra con speranza rinnovata, ma rimase per un attimo delusa. Non era lui, era Maya.

-Hai commesso un imprudenza, ma ti ringrazio. La tua comparsa ha salvato tutti noi.-le disse con un dolce sorriso.

La giovane Regina scosse il capo.

-Dovevo venire, il mio animo sarebbe stato lacerato se non avessi fatto qualcosa per aiutarvi.-

Ma Maya vide oltre che alla gioia della vittoria, un ombra velare il suo sguardo. Strinse di più la presa sul suo polso.

-Sta bene, non temere e tra poco potrai accertarlo con i tuoi stessi occhi.- le sussurrò, facendo sobbalzare il cuore della donna a quella rivelazione.

In un impeto Shiori la strinse a sé lasciando uscire le lacrime che fino a quel momento aveva trattenuto.

-Grazie.- mormorò soltanto.

-Mia Signora.- udì quasi appena quella voce, ma la riconobbe all'istante.

Si voltò di scatto, incrociando lo sguardo caldo di colui che aveva tanto rischiato per loro, per lei.

-Akame...-

-Sono lieto di vedere che state bene. Perdonate se ho tardato a presentarmi al vostro cospetto.- disse chinando il capo, ma la donna lo prese in contropiede gettandogli le braccia al collo.

-Non hai nulla di che scusarti. Nulla!-

Il soldato rimase per un momento spiazzato di fronte a quel gesto, ma si riprese e strinse la giovane.

-Mia Regina.- sussurrò.

-Non sono più una Regina, ma solo Shiori.-

Maya sorrise e si allontanò di qualche passo. Forse veramente anche per quella sfortunata anima era giunto il momento di volare libera.

-Maya, tesoro, vieni. Mio padre ha chiesto che anche tu sia presente.- la voce di Masumi le giunse da dietro facendola voltare.

Si fissarono intensamente per qualche istante, ma poi la giovane sacerdotessa annuì e, prendendosi per mano, si accinse a seguirlo.

Nella stanza che una volta gli era appartenuta, il Faraone redivivo si sedette e attese l'arrivo delle persone da lui richieste. In breve tempo tutti lo raggiunsero: Masumi e Maya, Hijiri con Rei, Hamil e Ayumi. Utako con Mizuki e, infine, il bandito Satomi. Erano in piedi, in attesa di una spiegazione alle loro domande. L'unica che tutto sapeva era Maya, ma sapeva che spettava solo a lui quel compito.

-Bene, ora che siete qui riuniti vi dirò cosa è accaduto e il perché della scelta che ho dovuto fare.-

Eisuke abbassò lievemente il capo e prese un profondo respiro.

Iniziò a narrare tutti i fatti, i sospetti, le decisioni che avevano portato lui, il grande Faraone a farsi credere morto.

-Non avevo altra scelta. Mi duole che questa mia decisione abbia portato sofferenza a tutti voi.-

-Padre perché...perché non mi avete detto nulla.-scattò Masumi.

Eisuke lo fissò per un attimo negli occhi e vi lesse, oltre che al sollievo di averlo nuovamente accanto a se, anche rabbia e delusione.

-Per proteggerti. Se Yuu avesse sospettato anche in minima parte che non ero realmente morto, non ci avrebbe pensato due volte a uccidervi tutti. E i metodi li conosceva molto bene. Mi addolora solo sapere che la mia Chigusa...- chiuse gli occhi, lasciando che una lacrima solcasse il suo stanco viso.

-Non dovete temere per la vostra sposa.- s'intromise Hamil, facendo sobbalzare il suo sovrano.

-Ero stato incaricato di presiedere l'esecuzione e ho fatto tutto quello in mio potere per salvarla. Sia lei che vostra madre, Maya. Anche la grande Aya è ancora in vita e tutte sono state scortate fino al tempio di Iside.-

-Che aspettavi a dircelo?- Ayumi lo strattonò per un braccio con violenza.

-Scusami, ma fino a che questa storia non fosse giunta al termine non potevo far correre loro dei rischi.-

Maya, sentendo la notizia che sua madre era viva, si aggrappò alla tunica di Masumi con le lacrime agli occhi.

-È viva. Mia madre è viva.- non ci credeva, finalmente poteva nuovamente riabbracciarla.

Anche Masumi era incredulo e non poté che provare un enorme rispetto per quell'uomo che tutto aveva rischiato per loro.

-Hamil.- lo chiamò avvicinandosi.

Il vice comandate delle guardie reali volse gli occhi verso il suo principe, chinando leggermente il capo.

-Non sai che grande dono hai fatto a tutti noi.- e gli strinse la mano con le lacrime che minacciavano di sgorgare dai suoi occhi.

Satomi, comunque, pensò bene di spezzare tutta quella dolcezza che si era creata, non considerando nemmeno di essere in presenza del Faraone d'Egitto.

-Va bene, tutto è andato come doveva, ma a me preme solo sapere dove si trova Sayaka.-

Sentendo quel nome, Hamil scattò pronto a sguainare la spada e mettere fine alla sua vita. Aveva s combattuto con loro, ma non si doveva dimenticare chi era, né quello che aveva fatto passare a quella fanciulla. Hijiri si accorse di quel fulmineo movimento e saltò a sua volta per impedire al suo sottoposto e amico di agire.

-Fermati!-

-Lasciami andare Hijiri! Come osa parlare di lei!-

-Osa perché la ama.-

Quelle parole penetrarono nella coltre di rabbia che provava diradandola di colpo.

-Cosa scusa?- era incredulo.

-Non sono un santo, né voglio esserlo. Ma quella donna è mia.- continuò Satomi.

-Sempre se lei ti vorrà.- puntualizzò Masumi.-Non sai ancora se ricambia o no i tuoi sentimenti.-

Il bandito alzò le spalle.

-Non vorrai costringerla!- esclamò Rei.

Satomi, con lo sguardo serio la fissò negli occhi.

-No. Non potrei fare questo a lei. La lascerò libera di decidere.-

Maya che aveva assistito in silenzio si avvicinò al giovane.

-Sento che il sentimento che ti lega a lei è profondo. Forse non era così all'inizio, ma poi è germogliato e cresciuto. E credo che Sayaka capirà.-

-Sono pronto anche ad un suo rifiuto.-

-Mostrategli come siete realmente e se solo lei ha intuito un minimo della bontà nel vostro animo vi ricambierà.- continuò la sacerdotessa con voce lieve.

Satomi scoppiò a ridere sentendo quelle parole.

-Io buono? Ma sapete chi sono?-

-Sì. Non ci avreste aiutato se il vostro cuore non fosse stato nobile.- confermò Maya con convinzione.

Il bandito tornò serio a quelle parole.

-Sacerdotessa io sono un bandito, un ladro, un assassino.-

-Ma siete anche un uomo con sentimenti forti e puri.-

Rimase in silenzio colpito dalla convinzione sentita in quella frase. Forse...forse poteva ancora sperare.

-Masumi.- la voce di Eisuke risuonò nuovamente in quella stanza attirando l'attenzione del principe.-Devo parlare in privato con te se non ti spiace. Voi, valorosi guerrieri, siete liberi di andare. Riposate.-

-Maya resta con me.- affermò deciso.

Di qualunque cosa il padre volesse parlargli la voleva al suo fianco. Nessun segreto doveva esserci tra loro.

-Come preferisci.-

 

Ayumi e Rei stavano ammirando il cielo da uno dei grandi balconi del palazzo. Era limpido e tempestato di stelle. Quello spettacolo era grandioso. D'un tratto la bionda sacerdotessa-guerriera sospirò.

-Che ti succede?- le chiese l'amica.

-Vorrei solo sapere che cosa accadrà adesso.- disse con voce quasi malinconica.

-Semplice. Torneremo alle nostre vite di sempre.- la leggerezza che udì nella sua voce la fece voltare di scatto.

Stava per riprendere la parola, quando Rei continuò.

-Oppure potremmo cambiarle radicalmente.-

-Rei..-

L'amica si girò verso di lei.

-Tu ti sei innamorata proprio come me. Io non avrei mai la forza di lasciare Hijiri, la mia anima ne morirebbe. Proprio come la tua se fossi costretta ad abbandonare Hamil per tornare al tempio. La mia scelta l'ho fatta dal momento che il mio cuore, il mio corpo, il mio intero essere si sono congiunti a lui- tornò nuovamente con lo sguardo sul cielo stellato.-Questa è la mia scelta Ayumi, ma non posso decidere anche per te.-

La bionda fanciulla sorrise.

-Sai credo che quest'avventura sia servita molto di più di quello che credevamo. Abbiamo trovato noi stesse e la nostra strada.-

Un leggero bussare alla porta le costrinse ad interrompere il loro discorso.

-Mie signore.- Hamil entrò, seguito da Hijiri.

Rei volò letteralmente tra le braccia del suo uomo, mentre Ayumi rimase qualche attimo a contemplare la figura del proprio. E prese la sua decisione definitiva, tutte le paure e i tentennamenti svanirono. Si avvicinò con calma senza mai stacca gli occhi dai suoi.

-Sei il mio cuore, la mia anima.- gli sussurrò.

-E tu la mia.- rispose con un sorriso.

-A quanto pare il palazzo sarà in fermento quando la regina Chigusa farà ritorno.- disse loro Hijiri, staccandosi leggermente dalla sua donna.

-Lo immagino. Il principe Masumi non è uno che perde tempo.- commentò a sostegno Ayumi.

-E come dargli torto. Con tutto quello che hanno passato meritano questa felicità.- convenne Rei.

-Come la meritate anche voi. Siete state imprudenti, ostinate, coraggiose. Avete messo in gioco tutto per il vostro legame. Amiche preziose, donne magnifiche.- disse con ammirazione Hamil.

Ayumi si volse verso di lui, sfiorando il suo volto con una mano.

-Anche voi siete degni di tali affermazioni. E siete degni del nostro amore.-

Poi si decise a fare quella domanda che stringeva il cuore suo e di Hijiri.

-Ayumi, cosa avete intenzione di fare adesso?- il riferimento che potessero tornare al tempio di Iside era palese.

Le due giovani si guardarono per un attimo e si sorrisero. Si voltò con decisione verso colui che le aveva catturato il cuore.

-Faremo quello che ci dice la nostra anima.- rispose enigmatica, ma Rei, vedendo lo sguardo interrogativo dei due guerrieri comprese che non potevano tenerli ancora sulle spine, comprendendo anche che la decisione di Ayumi combaciava con la sua.

-La nostra anima è con voi e mai potremmo tradirla.- disse sorridendo dolcemente.

 

Masumi passeggiava sulla riva del Nilo, stava ancora pensando alla scioccante rivelazione del padre. Che padre non era realmente, ma che tutto aveva dato per esserlo. Maya lo osservava da lontano, consapevole dei pensieri che affollavano la mente dell'amato. Non doveva essere facile per lui e lei aveva il compito di stargli il più possibile vicino. Prese coraggio e lo affiancò. Lui l'aveva sentita.

-Perché tutti questi segreti, non capisco.-

-L'ha fatto per amore verso tua madre e per amore verso di te. Pensa solo quello che sarebbe potuto succedere se la notizia fosse trapelata.- gli disse con tranquillità.

-Ma avevo il diritto di sapere!- scattò all'improvviso.

Maya vide la sua sofferenza nei suoi occhi. Si sentiva ingannato, ma non era così. Gli prese le mani, stringendole appena.

-Vuoi bene a tuo padre?-

-Certo che gliene voglio, ma...- lei lo interruppe.

-Questo è quello che conta. Un padre non è solo quello che ti da la vita, ma è colui che ti fa crescere, che ti insegna, che ti sprona nelle difficoltà. Il fato è stato ostile con tua madre e con colui che ti ha generato, ma hai avuto la fortuna di avere al tuo fianco una persona ammirevole e degna del tuo amore.-

Le parole della fanciulla entrarono in profondità nel suo animo, scuotendolo. Aveva ragione lei, come sempre. Lui amava Eisuke, lui gli aveva dato tutto. Con orgoglio anche e lo sapeva.

Le sorrise dolcemente.

-Sì è così. Mi sono lasciato prendere dallo sconforto di questa rivelazione, non tenendo in considerazione i sentimenti di mio padre, tanto meno quelli di mia madre che tanto deve aver sofferto.-

Già, Chigusa. Chissà cosa deve aver passato quella donna. Privata dell'amato con forza, ripudiata perché portava in grembo un figlio.

-Ma le cose non sono sempre negative. Il Faraone l'ha amata e la ama tutt'ora nonostante tutto. Sii felice di quello che hanno e di quello che anche tu hai.-

-Lo sono Maya. Lo sono amore mio.- le rispose accarezzandole i capelli, leggermente mossi dalla brezza della sera.

Lei si godette appieno quella carezza, abbandonandosi a lui. Ma questo non sarebbe bastato ad entrambi. In quel momento, senza nessuna ombra oscura che incombeva su di loro, potevano far volare libero il loro amore. Masumi, con delicatezza, sciolse il nodo che teneva fermo l'abito di Maya, facendolo scivolare a terra. Eccola lì, la sua Dea, nuda e illuminata solo dai raggi lunari. E il suo cuore cominciò a battere all'impazzata. Era sua, solo sua.

-Amami. Amami qui, sulle rive del sacro fiume. Fammi vivere tra le tue braccia.- disse Maya in un sospiro, allacciando le braccia al collo di lui.

-Tutto quello che desideri amore mio.- rispose solo, stringendola a se e impossessandosi delle sue labbra.

 

Era passata una settimana, ma alla fine erano giunte. Chigusa guardava le mura del palazzo imperiale farsi sempre più vicine con il cuore in tumulto. Era tutto finito, ma non poteva che provare tristezza per l'amica Aya. La vedeva con gli occhi ancora velati dal dolore, ma non poteva che capirla. Lei stessa sarebbe stata nelle stesse condizioni se fosse morto Masumi. Haru, nonostante soffrisse nel vedere l'espressione di Aya, era felice. Tra non molto avrebbe rivisto sua figlia.

Il carro si fermò al centro del cortile e la tenda che le riparava scostata appena. Chigusa riconobbe subito il volto di Hijiri.

-Capitano.- lo salutò con un cenno della mano.

-Mia Regina. Permettetemi di aiutarvi, voi e le vostre compagne di viaggio.- rispose porgendole il braccio.

-Attendete un attimo.- lui chinò il capo e si allontano di qualche passo.

-Aya?- richiamata la donna sollevò lo sguardo verso di lei.

E comprese il suo stato d'animo, ma nessuno aveva colpe.

-Stai tranquilla Chigusa. Doveva andare così e non incolpo nessuno se non me stessa. Forse se lo avessi tenuto con me...ma non dobbiamo recriminare sul passato. So che tu ed Eisuke avete fatto il meglio che potevate. Non angustiarti.- disse con il sorriso sulle labbra.

Poi si rivolse all'altra donna con loro.

-Sarai molto felice Haru. Stai per vedere Maya dopo molto tempo.-

-Lo sono mia signora, come sono impaziente.-

-Allora andiamo. Capitano! Siamo pronte.-

 

La sala del trono era in fermento, ma proprio che non riusciva a stare ferma era Maya. Sua madre, sua madre era arrivata!

-Calmati o ti prenderà un malore.- le disse sottovoce Ayumi.

-Lascia perdere. È da stamattina che è in fermento.- intervenne Rei.

-Ma non è un comportamento degna di una sacerdotessa il suo agirasi in questa maniere.- ribatté stizzita.

Rei scoppiò in una leggera risata.

-Perché il nostro combattere con spade alla mano lo era? O il tuo trascinare Hamil in uno stanzino lo era? Ed è successo solo poche ore fa.-

Ayumi arrossì violentemente. Non sapeva di essere stata vista. Decise di lasciar perdere e si zittì.

Anche Masumi era trepidante, ma lui come principe non poteva darlo a vedere. Almeno fino a che le porte si aprirono e le donne fecero il loro ingresso. Al diavolo l'etichetta!

Corse incontro alla madre, stringendola forte, con le lacrime che gli uscivano dagli occhi chiari.

-Madre mia. Siete qui.- mormorò.

Chigusa era sorpresa, mai si sarebbe aspettata un gesto simile davanti a tutti. Ma, dopo un attimo, non se ne curò nemmeno lei. Strinse il figlio a sé, con forza.

-Figlio mio.- disse solo.

-Lunga vita alla Regina! Lunga vita al Principe!- quello riecheggiò nella sala.

Quella dimostrazione d'affetto coinvolse tutti i presenti.

Anche il Faraone, nonostante non si fosse ancora mosso, era felice di quello a cui stava assistendo. E mentalmente ringraziò ancora Hamil per quello che aveva fatto. Il suo gesto aveva reso possibile quello. Lentamente si alzò dal trono e scese gli scalini che lo separavano dalla moglie.

-Bentornata mia Regina.-

Chigusa si staccò dall'abbraccio del figlio osservando il marito e il suo sguardo commosso e felice.

-Sono felice di essere di nuovo di fronte al mi sposo.- disse con un leggero inchino.

Le formalità tra loro dovevano rimanere, almeno di fronte ai sudditi. In privato, già sapeva che le cosa sarebbero state diverse e non ne vedeva l'ora. Eisuke le porse il braccio e insieme tornarono verso il trono sacro. Erano di nuovo insieme.

A quel punto avanzarono anche le altre due donne e il cuore di Maya fece le capriole nel petto. Eccola lì, sua madre. E non resistette. Le si fiondò addosso.

-Madre! Madre mia!- esplose tra le lacrime, ricevendo l'abbraccio caloroso di Haru.

-Maya, bambina mia, così cresciuta.- disse solo, lasciandosi coccolare la quelle braccia.

-Madre ho così tante cose da dirti, tante da raccontarti.- continuò la giovane tra le lacrime.

-Abbiamo tutto il tempo figlia mia.-

Anche Aya fu sommersa dalle braccia di Ayumi e Rei. E in quel momento si rese veramente conto, fin nel profondo dell'anima, che sì aveva perso un figlio, ma aveva altre figlie che l'amavano e che non avrebbe mai abbandonato. Un errore commesso in gioventù poteva sempre avere un rimedio. E quello era il più dolce.

 

 

 

Epilogo

 

Da quel giorno molti ne erano trascorsi e tutti felici.

Satomi, una volta che Sayaka era giunta al palazzo con la Regina, si era deciso ad affrontarla per sapere se poteva avere una speranza. Non ci credeva, ma doveva tentare. All'inizio lei si era spaventata, non voleva farsi avvicinare, ma un giorno, mentre raccoglieva delle erbe per Ayumi, lui le si parò davanti. Con coraggio le confessò ogni cosa, pronto al peggio, ma lei scoppiò a piangere. Ne rimase scioccato e con forza riuscì a farsi dire il motivo. Lei non poteva stare con lui, non dopo quello che le era accaduto. Stringendo i denti, perché già sapeva...lui sapeva! Anche se goffamente, era sempre un bandito, cercò di rassicurarla. Non importava.

-Smettila di fare il buono! Non sforzarti a nascondere la tua natura per me! Non è così l'uom che amo!- sbottò lei.

E a lui prese un colpo. Nonostante tutto lo amava!

-Come è possibile.- mormorò.

-Conosco come sei. All'inizio ti odiavo, ma poi...tu eri diverso e ho visto nel tuo cuore. Non cercare di essere quello che non sei solo per me, rimani te stesso.. disse con enfasi.- però se non ti macchiassi più di delitti...-

Lui la strinse a se con forza, sapendo che i suoi sentimenti erano ricambiati.

-Tutto quello che desideri, mia signore.- sì, perché per lei era disposto a tutto.

In quel tempo, invece, Aya aveva ascoltato i racconti delle tre giovani sacerdotesse, sempre affiancata dall'inseparabile amica. All'inizio erano rimaste turbate, ma Maya, Ayumi e Rei erano riuscite a fugare ogni paura e dubbio. E non poté che esserne più felice. L'unica ancora con delle remore era Haru. Sua figlia era innamorata del principe ereditario.

-Sei sicura che sia quello giusto?-

-Madre io lo amo con la stessa intensità con cui lui ama me.- la rassicurò lei.

Ma ben presto aveva avuto modo di appurarlo lei stessa. Non l'avevano scorta, ma lei li aveva visti a passeggiare nel giardino interno del palazzo e quello che trasmettevano i loro lievi gesti, i loro sguardi poteva essere interpretato solo in una maniera. Amore puro.

Per quello diede la sua approvazione.

Quel giorno di mezza estate non solo segno l'unione di una coppia che tanto aveva combattuto per vivere alla luce del sole il loro amore, ma anche quella di altre due coppie che erano state segnate dallo stesso cammino, dallo stesso sentimento e dallo stesso volere.

Iniziava una nuova era, fatta solo di prosperità e amore.

 

 

  
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