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Autore: alessiacroce    05/07/2015    2 recensioni
"Riemersi con la testa e presi di nuovo fiato, ma Harry era pesante, non ci riuscivo. Mi chiesi se sarebbe stato meglio non averlo mai conosciuto. Tutto questo sicuramente non sarebbe mai successo. Adesso non starei per morire. Adesso lui non starebbe per morire."
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Trailer ufficiale: http://www.youtube.com/watch?v=w8YIoKs97YQ

Capitolo 27



Un nodo mi si formò in gola.
Questa volta è la decisiva, è finita, pensai.
Mi alzai nuovamente in piedi e cercai altri riferimenti che avrebbero potuto migliorare la situazione, aiutandomi. Incredibile quanto fosse spoglia quella cavità. Escluse la botola e la piccola lampadina attaccata al soffitto che illuminava debolmente il luogo, non era presente altro.
Sepolta e senza via d’uscita. La testa cominciò a girarmi vorticosamente e persi i sensi per qualche secondo, cadendo a terra.
Non so quanto tempo passò dal momento in cui mi resi conto di essere definitivamente in trappola. Forse minuti. Forse ore. Forse giorni. La sete e la fame cominciarono presto a farsi sentire, oltre al bisogno di liberare la mia vescica.
All’improvviso mi sopraggiunse un rumore metallico proveniente dall’alto. Una luce chiara, bianca e accecante inondò la mia prigione, costringendo i miei occhi, ormai abituati alla modesta luce prodotta dalla lampadina, a socchiudersi. Arretrai verso un angolo della stanza, aspettando. Sentii il rumore delle foglie mosse dal vento e il suono squillante degli uccellini che volavano da un ramo all’altro. Sopra di me la libertà.
Capii che avevo passato tutta la notte imprigionata, oltre, probabilmente, parte della mattinata.
Una scala di legno scese dalla botola aperta, toccando un punto del pavimento poco lontano da me.
 
“Sali, veloce” avvertii una voce ordinare.
 
Tremante e con poche forze in corpo, obbedii.
Gradino dopo gradino arrivai alla fine e mi gettai sull’erba verde al di fuori della botola.
 
“Su, alzati ragazza. Non abbiamo tempo da perdere”
 
“Cos-” non feci in tempo a replicare che mi aveva già sollevato di peso.
 
Dovevo ancora scrutare il suo volto ma, la voce e il fisico, da quel che potevo vedere, erano famigliari.
In breve tempo mi ritrovai spinta all’interno di un’altra stanza.
La prima cosa che notai fu il ragazzo riccio al centro, legato a una sedia e imbavagliato. Due uomini di massa muscolare notevole erano alle sue spalle con sguardo serio e minaccioso.
In men che non si dica mi ritrovai nella stessa situazione di Harry, solo non bloccata con dello scotch alla bocca.
Liberarono le labbra anche al ragazzo che cominciò a insultarli.
 
“Cosa volete da lei?! Volete uccidermi?! Cazzo, fatelo! Ma lasciate stare lei!” furono le prime parole che pronunciò.
 
Gli uomini presenti risero, compreso il signore che prima mi aveva liberato per portarmi qui. Spalancai gli occhi appena lo riconobbi.
Era Ted, ovvero Alexander Algan Jenkins, nuovo marito della signora Styles, non che ricercato per svariati anni.
Lui parve accorgersi della mia reazione alla vista del suo volto famigliare.
Si avvicinò a me e mi sfiorò la guancia con le dita.
 
“Lasciala stare!” cercò di ribellarsi Harry.
 
“Cos’è quello sguardo spaurito e sorpreso allo stesso tempo, cerbiattino? Ti ricordi forse di me?” mi domandò, con tono beffante.
 
“Lurido stronzo. Tu hai ucciso il padre biologico di Harry. Tu hai ammazzato mio fratello. Tu vuoi farla finita con noi due ora. Sporco assassino!” urlai, dimenandomi sulla sedia.
 
Una delle due “guardie” di Harry mi dette uno schiaffo, tenendomi ferma.
 
“Non toccarla!” gridò Harry, ma l’altro omaccione lo tenne calmo.
 
La guancia mi andava a fuoco dalla sberla ricevuta. Gli occhi cominciarono a lacrimare.
 
“Ebbene si, miei cari. Ragazza, sei perspicace. Sono stato io, ecco a voi il responsabile di tutto. Proprio io. Prima che partiate con gli insulti o le minacce di morte, lasciatemi spiegare. Partiamo dall’inizio di tutto, ma proprio di tutto. Un ragazzo, emarginato dalla società, decide che la vita non ha un senso preciso, meglio farla finita. Prima che sia troppo tardi, viene salvato da un giovane uomo, con un passato come il suo. Questo individuo gli promette fama e soldi, un futuro felice, il contrario del suo presente. È un compito facile, gli disse, devi solo gestire le consegne. Lavoro facile e veloce, soldi facili e veloci. Forse ciò che lo convinse di lui fu la consapevolezza che lo capisse. Sapeva ciò che aveva passato il povero adolescente, poteva aiutarlo. Lo aveva salvato una volta, perché non farsi salvare ancora? Al ragazzo piaceva il nuovo lavoro. Sapeva dei pericoli che poteva correre ma, wow, i soldi arrivavano veramente a palate. Nel giro di poco entrò completamente nei traffici. Era sempre più legato all’uomo che lo aveva salvato, quasi fosse un fratello per lui, data la non molta differenza d’età. Gli anni passarono e il ragazzo divenne adulto. Le cose andavano splendidamente. Sembrava andasse tutto come voleva lui. Un brutto giorno, però, si ritrovò nuovamente solo. Il suo salvatore era stato ucciso e lui non era riuscito a impedirlo. Ucciso da chi? Semplice, per mano della polizia. Eh si, in casi di urgenza, gli sbirri la pistola la tirano fuori velocemente. L’ormai uomo si promise che avrebbe vendicato il suo amico, una volta per tutte. Così, nel giro di qualche mese, arrivò a un nome. Ryan James Styles. Non un poliziotto, ma bensì un aiutante, diciamo, del corpo poliziesco. Eh già, il padre del signorino Harry. Era stato lui la mano che pose fine alla vita del mio salvatore. In breve tempo posi io fine alla sua. No Harry, stai calmo, lasciami continuare. Dopo qualche anno ancora, il figlio maschio degli Styles se ne andò di casa, dico bene? Un uomo se ne va, uno appare alla porta. Conobbi la signora Styles, ottima donna. In breve ci sposammo. Non finii mai tra i sospettati della misteriosa morte di Ryan, uomo conosciuto e rinomato nel suo paese. Passiamo a un’altra storia che vi riguarda. Il nostro Liam. Payne decide di entrare nel mondo della droga, non si sa il vero motivo. Cliente importante dell’organizzazione di traffici, che finisce in mano mia dopo qualche mese di distanza dall’uccisione di Styles. Va tutto a gonfie vele, il nome di Liam rimbomba tra documenti e telefonate, quanta droga affluiva tra le nostre mani e quelle di quel giovane ragazzo. All’improvviso le cose cambiano. Liam si ribella, decide di lasciare per sempre il mondo della droga. Conferma, persino, la sua idea di denunciarci tutti. Oh no, signorino Payne, quale cattiveria. Dopo pochi giorni esce la cronaca ai notiziari della morte improvvisa del ventiduenne. Suicidio causato da overdose di medicinali. Che strano caso. Ce ne siamo semplicemente sbarazzati. Ora, una nuova minaccia. Harry Styles, non che figlio naturale di Ryan. Quasi non ci credevo quando mi annunciarono il tuo nome appena entrasti nella nostra organizzazione. Non sei molto diverso da tuo padre, vero? Gli ostacoli vanno eliminati, mi dispiace. Non c’è due senza tre, o sbaglio?”
 
Io e Harry restammo muti, sconvolti entrambi dal discorso appena finito.
Sarebbe stata questa la nostra fine? Davvero?
La paura mi avvolse nella sua morsa quando vidi Alexander avvicinarsi a me, un sorriso malizioso stampato in faccia.
 
“E ora, Styles, ti toglieremo ciò che ti è più caro. La ragazza”
 
Harry urlò qualcosa ma l’uomo che gli stava alle spalle gli mise una mano sopra la bocca.
 
“Voglio che tu veda mentre muore tutto ciò che ti era rimasto. L’unica persona che non ti aveva ancora lasciato solo”
 
Prese da un taschino una pistola argentata e me la punto alla tempia.
 
“Mi dispiace piccola. Alla fine non è colpa tua” rise.
 
Un colpo partì.
Chiusi gli occhi in attesa della fine. Immaginai il dolore lancinante e improvviso. Il proiettile che avrebbe messo fine alla mia vita, bloccandomi il battito del cuore.
Nulla.
Ero già morta? Probabile.
Aprii gli occhi, lentamente.
 
“Scappa Less, scappa!”
 
D’improvviso fui afferrata dalle mani grandi e ruvide di Harry e mi ritrovai a correre fuori dalla stanza. Era riuscito a colpire con una gomitata forte il petto della guardia, smorzandogli il respiro e facendogli perdere i sensi. Ancora legato alla sedia era piombato addosso ad Alexander, pronto a sparare. Un colpo era partito verso l’omaccione che mi teneva ferma poco prima, colpendolo alla gamba. La sedia si era rotta addosso al corpo imponente dell’aggressore. In men che non si dica mi aveva liberato e trascinato fuori da quella trappola mortale.
Sembrava tutto calcolato ma non penso proprio lo fosse. Incredibile.
Avvertimmo entrambi i passi pesanti di Alexander dietro di noi.
 
“Più veloce! Corri!”
 
Riuscimmo a raggiungere il porto, che si rivelò non molto distante dal punto in cui eravamo stati tenuti in ostaggio.
Corremmo lungo il portico, a strapiombo del mare.
Un altro sparo nel giro di poco risuonò nell’aria.
La mano di Harry mi lasciò.
Mi girai a bocca spalancata, un urlo silenzioso si liberò dal mio corpo.
Gli occhi aperti innaturalmente di Harry mi fissarono. Il tempo si bloccò improvvisamente. Non avvertivo più niente.
Il corpo del riccio cadde impietrito in acqua.
Senza pensarci due volte mi fiondai nel punto in cui era scomparso il ragazzo, tra le onde e gli spruzzi gelidi.
 
***
 
“Harry! Harry!” Cercai in tutti i modi di tenere la testa fuori dall’acqua agitando braccia e gambe.
 
“Harry!” L’acqua era gelida, le gambe mi facevano male. Tutto il corpo era un fremito.
 
Urlai di nuovo il suo nome, ma non giunse risposta. Le onde si stavano facendo più alte, sbattendo contro gli attracchi del porto. Riuscivo a distinguere poche cose, era tutto così buio.
Non ce la facevo più. Sprofondai sott’acqua ma riemersi subito. Dovevo resistere. Dovevo salvarlo.
 
“Harry!” urlai per l’ennesima volta, con voce spezzata.
 
A qualche metro di distanza da me intravidi una figura. Caccia la testa sott’acqua e nuotai con foga fino a quel punto. Lo scorgevo cercare di rimanere a galla, invano.
Mi riempii i polmoni d’aria e cominciai ad avvicinarmi sempre di più.
Lo vidi non resistere più e scomparire sott’acqua. Urlai disperata e mi fiondai verso di lui. Presi il respiro e m’immersi.
L’acqua gelata mi costringeva a socchiudere gli occhi. I capelli oscillavano attorno al mio viso, impedendomi ancora di più la vista. Distinsi una figura nera a pochi metri da me andare a fondo. Sbattei le gambe più forte che potei per raggiungerla. Il fiato mi stava finendo, il cuore mi faceva male per lo sforzo e lo stomaco era contratto, dovevo fare in fretta.
Sentii il contatto con il suo corpo, lo afferrai per un braccio, portandolo a me. Lo cinsi per la vita e cominciai a scalciare per risalire in superficie. Ce l’avevo quasi fatta, dovevo resistere.
Riemersi con la testa e presi di nuovo fiato, ma Harry era pesante, non ci riuscivo. Mi chiesi se sarebbe stato meglio non averlo mai conosciuto. Tutto questo sicuramente non sarebbe mai successo. Adesso non starei per morire. Adesso lui non starebbe per morire.
Il peso di Harry mi avrebbe portato a fondo, ma non volevo lasciarlo.
 
“Questa è la fine” pensai, finché due braccia possenti afferrarono sia me che Harry.


 

Spazio Autrice.

tadann, eccomi qui.
questo, vi avverto, sarà il penultimo capitolo della storia.
come potete notare (chi ha seguito la storia fin dall'inizio), l'ultima parte è identica alla prima parte del primo capitolo della ff, chiamasi anticipazione.
vi vedo un bel po' inattivi in questo periodo, sarà perchè pure io lo sono date le vacanze estive e i vari svaghi.
fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo.
twitter: @aspettamiharry

un bacio x

-Alessia

  
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