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Autore: emmegili    05/07/2015    1 recensioni
Shailene, soprannominata Shay, corre al pronto soccorso con la madre: l'autobus che stava riportando a casa i militari tra cui suo padre ha avuto un brutto incidente. E' distrutta, suo padre è gravissimo. Cosa succederà quando, gironzolando per l'ospedale, incontrerà Ryan, un giovanissimo soldato che era un collega del padre?
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DAL TESTO:
Io guardo il soldato dagli occhi verdi che vorrebbe essere al posto di mio padre perché si sente inutile. Non so come faccia mia madre a conoscerlo e viceversa, ma non chiedo nulla.
- Comunque ha ragione la dottoressa, Prescott –intervengo senza staccare gli occhi dal suo viso –Dovresti riposare, altrimenti ci finirai veramente, al posto di mio padre.
Lui mi guarda e mi sembra di vedere l’ombra di un sorriso sul suo volto.
- Non ti preoccupare, Shailene. So badare a me stesso meglio di quanto faresti tu stessa –dice a denti stretti.
Sussulto sulla sedia. Come fa a sapere il mio nome?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hope'
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CAPITOLO 1

Il telefono squilla. Non voglio alzarmi per andare a rispondere, perciò spero con tutto il cuore che mia madre abbia il buonsenso di mettere fine a questi fastidiosi “driin” e vada a rispondere.
Spero giusto: sento la voce della mamma dire “Pronto?” e il telefono smettere di squillare.
Rimango distesa sul letto, euforica. Mio padre sta finalmente tornando dall’Afghanistan. E’ terminata la sua missione laggiù ed è sopravvissuto. Ora sta tornando a casa con i suoi colleghi. Che bello! Non avrei sopportato un altro minuto senza di lui…
Ho sempre ammirato il lavoro di mio padre. Serve il suo Paese, salva vite, aiuta le persone, le protegge. Eppure ho anche sempre temuto il suo lavoro. Ho assistito a decine di funerali militari, tutti compagni di papà, tutti morti servendo il proprio Paese. E’ una cosa che, a lungo andare, logora una persona. Come si può vivere senza avere la certezza che la persona che ami sia ancora viva? Perché è così: ora può essere viva e fra due secondi può essere già morta.
Mia madre bussa alla porta della mia stanza.
- Vieni, mamma –dico confusa, considerando che non bussa mai.
Quando si apre la porta per poco non svengo: è bianca come un lenzuolo, gli occhi vuoti mi fissano sconvolti. Trema come una foglia in autunno, si regge alla maniglia della porta per non cadere.
- Cosa c’è, mamma? –balbetto preoccupata.
Lei apre la bocca per parlare, ma non emette alcun suono.
Mi avvicino a lei e le stringo una mano. Inizio a preoccuparmi.
- Mamma?
- Tuo…tuo padre, Shay… -mormora in un filo di voce – L’autobus con cui stava tornando a casa assieme agli altri militari ha avuto un brutto incidente…sono tutti al pronto soccorso…
Mi sento mancare il pavimento sotto i piedi. Un incidente? E’ sopravvissuto all’Afghanistan ed ora rischia di morire per un incidente?
Lascio la mano di mia madre e prendo la giacca. Dobbiamo andare al pronto soccorso. Subito.

I medici vanno avanti e indietro come formiche. Più di qualche militare è grave, appeso ad un filo. C’è chi rischia un’amputazione, chi è già morto, chi ha solo qualche graffio.
Stanno operando mio padre. I dottori cercano di sollevarci il morale, ma io so che nemmeno loro sono fiduciosi. E’ in sala operatoria da tre ore. Non resisto più.
Mia madre stringe i braccioli della sedia talmente forte che le nocche le sono diventate bianche.
Io giocherello nervosa con una penna, seduta accanto a lei. E’ assolutamente inconcepibile. Mio padre rischia di morire per un incidente.
Una dottoressa ci raggiunge, tesa.
- Signora Miles? –chiede a mia madre.
Lei alza lo sguardo.
- Se non lascia affluire il sangue alle mani dovremo ricoverare anche lei. Stia tranquilla, le prometto che suo marito ce la farà. –la voce è dolce, ma sta lasciando intendere che non hanno né tempo né spazio per ricoverare un’altra persona per motivi futili.
Mia madre annuisce e si rilassa un pochino.
La dottoressa mia lancia un’occhiata comprensiva e si volta per andarsene. Incontra un ragazzo in sedia a rotelle. Indossa i pantaloni militari e una t-shirt color cachi. Le targhette di metallo risaltano sopra la maglietta. E’ giovanissimo, avrà al massimo diciannove anni. Ha i capelli biondi interrotti da un taglio ricucito ai lati della testa.
- Stia attento, Prescott. –gli intima la dottoressa.
Gli occhi verdi del soldato Prescott guizzano a quelli della dottoressa.
- Ho solo un graffio in testa, dottoressa. Ci sono altri militari che hanno bisogno delle sue cure, quindi la prego di smettere di preoccuparsi per me. Sto bene, davvero.
- Ha solo un graffio in testa che gli fa perdere l’equilibrio, Prescott. E ciò lo costringe alla sedia a rotelle. Stia calmo.
La dottoressa se ne va e il soldato Prescott si avvicina cigolante a noi.
- Signora Miles? –chiede.
Mia madre gli sorride triste.
- Mi dispiace per il capitano Miles. Sono sicuro che ce la farà. Vorrei essere io al suo posto…di me possono fare a meno, ma non del capitano.
- Oh, no, no, Ryan! –squittisce mia madre –Non devi nemmeno pensarlo!
Io guardo il soldato dagli occhi verdi che vorrebbe essere al posto di mio padre perché si sente inutile. Non so come faccia mia madre a conoscerlo e viceversa, ma non chiedo nulla.
- Comunque ha ragione la dottoressa, Prescott –intervengo senza staccare gli occhi dal suo viso –Dovresti riposare, altrimenti ci finirai veramente, al posto di mio padre.
Lui mi guarda e mi sembra di vedere l’ombra di un sorriso sul suo volto.
- Non ti preoccupare, Shailene. So badare a me stesso meglio di quanto faresti tu stessa –dice a denti stretti.
Sussulto sulla sedia. Come fa a sapere il mio nome?
Non faccio in tempo a chiederglielo, perché il soldato Prescott se ne va.

NOTA DELL'AUTRICE:
Salve a tutti! ^.^
E' la prima storia su cui mi concentro, perchè ho l'abitudine di stufarmi presto di ciò che scrivo...xD Prometto che finirò questa storia, parola di scout...xD
Comunque sia, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di questa storia!
Un bacio,
emmegili

   
 
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