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Autore: nihaltali99    05/07/2015    4 recensioni
Rekla è morta, ma la sua anima ormai corrotta non ha trovato la pace, ma meriterebbe di averla, oppure no?
Storia dedicata a Drachen e Magicadark007
Spero vi piaccia :)
Genere: Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Filla, Rekla
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rekla si alzò da terra sentendosi stranamente infinitamente leggera. Non fece affatto fatica, non sentiva dolore, non sentiva nulla, se è per questo neppure il cuore, come se avesse smesso di battere, ma non poteva essere così giusto? Lei era viva e il suo cuore Doveva battere!
Rekla cominciò a camminare senza una direzione precisa, il corpo proiettato in avanti senza un motivo apparente, camminava senza sapere perché. Poco più avanti però, lo spettacolo che l'attendeva era terrificante. Un corpo disteso in posizione scomposta, dei massi lo schiacciavano e un'infinita pozza di sangue si espandeva da lui. Rekla avanzò, chi sa per quale motivo, titubante, non le aveva mai fatto impressione un corpo, perché ora si? Si chinò sul corpo incuriosita, il cranio era sfondato e il sangue gli imbrattava il volto, ma quei tratti li avrebbe riconosciuti tra mille, gli unici che l'avessero mai amata per davvero e che lei non aveva mai notato, o meglio non aveva mai voluto notare; Filla.
< Filla! > urlò e senza accorgersene cominciò a piangere, sapeva che non c'era nulla da fare, ma ugualmente sperava che si riprendesse, che non la lasciasse. Gli occhi sbarrati fissavano il cielo, vacui, inquietanti, Rekla cercò di chiuderli, ma non ci riuscì, chi sa per quale motivo non riusciva a toccarlo. Le mani di Rekla attraversarono il viso di Filla come se fossero fatte d'aria. < Ma che diavolo... > esclamò contrariata, poi un'immensa paura le si diffuse nel petto con un'orribile consapevolezza; il suo ultimo ricordo era Dubhe trasfigurata nella bestia, che la massacrava. Ricordava il dolore e l'oscurità che pian piano l'avvolgeva, quella sensazione di totale smarrimento e infine il buio più totale, il nulla, la fine di tutto. Era morta.
Non poteva credere che fosse successo, sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, ma non riusciva ad accettare che fosse proprio in quel momento, ma soprattutto che fosse morta per mano di quell'insulsa perdente che tanto odiava.
Si girò lentamente, ora tutta la sua spavalderia e la sua crudeltà erano sparite, ormai l'unica emozione che sentiva era la paura, la paura della morte. Vide poco più in là un corpo sdraiato in posizione scomposta, una chioma lunga e riccioluta a tratti grigia e a tratti bionda, una divisa nera strappata in più punti, sangue che si diffondeva dappertutto e che abbandonava quel corpo per sempre. Era lei, era il suo corpo. Scosse la testa e si fece coraggio, doveva andare a vedere, doveva accettare la realtà, ne aveva bisogno per riacquistare la sua forza. Ad ogni passo malediceva Dubhe che aveva osato prendere la sua vita, che aveva in qualche modo sempre avuto qualcuno che l'amasse, Rekla invece no, nessuno a parte Filla l'aveva mai amata, lei lo sapeva, era tutto ciò che ci poteva essere di più detestabile in una persona e l'unica cosa per cui per lei valeva la pena vivere era il suo dio, il dio dell'odio, della morte e della vendetta. Chi avrebbe mai potuto amare una persona come lei, Filla era stato uno stupido, aveva perso tempo e sprecato la sua vita per qualcuna che non lo meritava.
Ecco che il suo odio cresceva e divampava nuovamente, finalmente era tornato, la paura non c'era più, lei era una creatura forgiata nell'odio, senza esso non esisteva.
Osservò il suo corpo, soprattutto il suo viso e il suo sguardo spento. Fece una smorfia di disgusto, non tanto per le condizioni di quel corpo, ma per l'indignazione di essere stata sconfitta fino a quel punto. La consapevolezza di aver perso e di essere morta per quello la disgustava e le bruciava nel petto. Esigeva vendetta, ma non le sarebbe stato possibile, perciò senza un motivo apparente, si mise a camminare, una strana sensazione le imponeva di camminare, nemmeno lei capiva perché, ma più camminava più Dubhe diventava un ricordo lontano, doveva solo andare avanti, per raggiungere il suo obiettivo, ma qual'era?
Senza neanche accorgersene in breve tempo arrivò a destinazione. Non sapeva dove si trovasse, ma non era importante in quel momento. Era in una foresta, era buio e pioveva, sapeva solo questo. La fitta pioggerellina le impediva di vedere, una luce poco più in là era tutto ciò che i suoi occhi potevano scorgere. Si avvicinò incuriosita. Era un piccolo fuocherello acceso, all'ingresso di una grotta. Una ragazza riposava accanto ad esso tremando ogni tanto per il freddo. Lei era il suo obiettivo, non capiva come facesse a saperlo, ma era così e basta. Cercò di svegliarla, doveva chiederle cosa stava succedendo, perché la sua anima era ancora intrappolata nel Mondo Emerso. La prese a calci stancamente e svogliatamente, la ragazza si svegliò di soprassalto, spalancò la bocca e gli occhi, erano bianchi, senza iride e senza pupilla. Rekla fece un passo indietro leggermente spaventata, ma poi riprese immediatamente il controllo. La ragazza si rilasso' e i suoi occhi divennero normali, si guardò intorno sbattendo le sue lunghe ciglia scure e si mise un ciuffo dei suoi capelli lunghi e marroni dietro le orecchie. Fissò Rekla un po' spaventata, si ricordava di lei, una volta, quando era piccola, l'aveva vista all'opera nel suo villaggio ed era stata un esperienza che avrebbe con piacere dimenticato. < Be' cos'hai da guardare!? > esclamò sgarbatamente la donna, la ragazza abbassò gli occhi scuri timidamente sussultando < Scusami > deglutì, prese coraggio e tornò a guardarla < Sicché qualcuno ha ucciso la famosa Guardia dei veleni > disse < Sei qui per questo giusto? Per passare dall'altra parte? > chiese, Rekla fece una smorfia contrariata, senza capire a cosa si riferisse < No, in realtà non so per quale motivo io sia qui, speravo potessi aiutarmi a vendicarmi > dichiarò la bionda. La ragazza fece uno strano sorrisetto irritante < Vendicarti? E come pensi di fare? Sei morta > disse, Rekla strinse i pugni e fece per strangolarla, ma la ragazza indietreggio' di colpo < Non toccarmi! O te ne andrai prima che ti abbia spiegato come funziona! > esclamò in tono agitato, Rekla avanzò comunque fregandosene e con aria minacciosa < Senti, sono appena morta per mano di una stupida perdente traditrice e perciò sono piuttosto nervosa e indignata! Quindi spiegami cosa devo fare per andarmene dal Mondo Emerso o almeno per vendicarmi, oppure levati di torno! > ringhiò con rabbia e la ragazzina si spaventò talmente tanto che perse l'equilibrio e cadde all'indietro. < Devi ascoltarmi ok!? Capisco che sei spaventata perché non sai cosa stia succedendo, ma devi lasciarmi parlare > mormorò lei terrorizzata, l'assassina la guardò con sguardo di fuoco < Io non ho mai paura! > le gridò contro < Ok, va bene, calmati ti prego! > supplicò la ragazza. Rekla trattenne la rabbia, aveva vissuto così a lungo, eppure ancora cadeva negli stessi errori < Allora parla > la intimò. La ragazza si alzò e sospirò < Mi chiamo Amara e sono una sacerdotessa di Thoolan la dea del tempo, per questo io posso vederti e toccarti nonostante tu sia morta...e anche per un altro motivo > spiegò, Rekla alzò un sopracciglio < E questo che c'entra con me? > domandò, Amara proseguì < Ogni persona quando giunge al termine della propria vita deve passare attraverso un'ancora che collega il mondo dei vivi a quello dei morti, come una sorta di ponte, se non passi rimani intrappolato nel limbo tra i due mondi, oppure la tua anima viene consumata dalle ombre, nate da ogni azione malvagia > concluse e Rekla si strinse nelle spalle guardandola con sufficienza < Perciò conducimi da questa dannata ancora! Se non posso vendicarmi di Dubhe non voglio restare un secondo di più in questo mondo > disse la donna, la ragazza annuì < Be' vedi, sono io l'ancora > Rekla rimase di stucco, non avrebbe mai potuto pensare che un oggetto tanto prezioso fosse in realtà una fragile ragazzina < So quello che pensi, ma non sono così fragile come credi e ho visto morire i più grandi eroi, come le canaglie più infide. In ogni caso quando morirò Thoolan sceglierà un'altra ancora, perché così è sempre stato > Amara finalmente tacque, poi le porse le sue mani < Sei pronta? > chiese con un leggero tremito della voce, ogni volta che qualcuno la attraversava lei percepiva il dolore che la vittima aveva patito durante la sua morte, per questo aveva paura, ma ormai era abituata, perciò manteneva un certo autocontrollo. < Ti basterà toccare le mie mani e sarai dall'altra parte > disse Amara ormai pronta, Rekla annuì, sospirò e avanzò verso di lei < Facciamolo > disse < È per questo che sei giunta da me, non per la vendetta, ma per ottenere la pace per il tuo spirito, ricordalo quando attraverserai > raccomandò l'ancora, ma l'assassina non vi prestò la giusta attenzione < Si si > disse semplicemente, poi afferrò le mani di Amara riacquistando la sua sicurezza.
Niente. Non accadeva nulla. Le due donne si guardarono sbalordite < Cos'è uno scherzo!? > esclamò infuriata Rekla e Amara prese a balbettare confusa < Io non lo so, non era mai successo prima, io non... >
Rekla sentì una strana sensazione spiacevole all'altezza del petto. Un vento gelido prese a vorticare attorno a lei < Smettila! Fammi entrare! > gridò cominciando a spaventarsi < Io...io non sto facendo nulla...sei tu che non riesci ad entrare > disse Amara agitata, provarono a stringere la presa, ma nulla, anzi il vento continuava a infuriare sopra le loro teste. Una lacrima scese lungo il viso di Amara, ormai intuiva l'orrendo destino di Rekla. Qualcosa di oscuro e viscido, ma allo stesso tempo etereo afferrò l'assassina per la caviglia trascinandola verso di se e facendola cadere a terra < Che stai facendo!? > gridò tremando < Non sono io, sono le ombre! > esclamò la ragazza, Rekla la guardò sconvolta < Non può essere... > mormorò, mentre cercava di rimanere attaccata al terreno fangoso, ma scivolava e le foglie che ricoprivano il suolo le impedivano una presa stabile. Le ombre emettevano strani versi disumani, con urli agghiaccianti che resero Rekla più spaventata di quanto non fosse mai stata. La paura, non l'aveva mai invasa in questo modo così violento, le annebbiava la mente, la rendeva incapace di restare lucida e trovare una soluzione, era sempre riuscita a cavarsela, perché con Dubhe era stato diverso? perché ora era diverso? < No! No! Vi prego no! > gridava in preda al panico < Amara! Aiutami! Ti supplico aiutami! > esclamò piangendo, ma la ragazza non poteva nulla contro la violenza delle ombre < Credevo che una donna come te avrebbe mantenuto la sua dignità fino alla fine...le ombre strappano via anche questo > mormorò tristemente Amara < È colpa delle tue azioni, ti stanno punendo, si stanno rivoltando contro di te, è ora di pagare per il sangue che hai versato, le ombre esigono un prezzo e sono sempre affamate, non vogliono concederti la pace, per loro non la meriti > disse tra le lacrime, nonostante quello che aveva fatto, Amara non poteva non provare pena per quell'atrocità che stava subendo. < Che cosa!? Non dire sciochezze! Aiutami! > supplicò Rekla, era troppo tardi, ormai apparteneva quasi del tutto alle ombre < Non posso > mormorò singhiozzando la ragazza < No! Aiutami! Cosa stai dicendo!? > provò ancora Rekla, l'altra chiuse gli occhi per non guardare lo strazio che le ombre stavano compiendo nutrendosi di quell'anima, se pur corrotta, era sempre un'anima < No! No! > gridò ancora e ancora fino a che le ombre non la inghiottirono completamente.

Amara aprì gli occhi piano piano. La foresta era tranquilla, aveva persino smesso di piovere, nulla turbava quella quiete, se non lo stridio dei grilli e le cicale, o il verso di qualche gufo. Non c'era più traccia delle ombre e dell'assassina. Era finita.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! :) in realtà non ho molto da dire, volevo solo precisare che per questa one shot mi sono ispirata alla morte di un personaggio di The Vampire Diaries perché era un personaggio che amavo particolarmente un po ' come Rekla che a causa mia ha fatto la sua stessa fine! XD
Be' insomma spero vi sia piaciuta
  
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