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Autore: Evil_Regal    05/07/2015    4 recensioni
Ho deciso di fare una serie di oneshot SwanQueen,tutte indipendenti l'una dall'altra.
Saranno per la maggior parte fluff.
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Regina era a casa,da sola. Silenzio più assoluto. Nessuno che si lamentava. Nessuno che correva,litigava o urlava. Nessuno che piangeva. Nessuno. Il niente. La pace. La quiete.
Emma aveva portato tutti fuori per una passeggiata.

Si mise sul divano con un libro,pronta a godersi la sua meritatissima pace.

Ma può Regina Mills veramente rilassarsi?
Ovviamente no.

Circa quindici minuti dopo sentì il campanello della porta. Sospirò. Ma almeno sapeva che non erano Emma con i ragazzi,dato che non si sentiva nessuno gridare o parlare o piangere o fare qualsiasi altra cosa che solo sua moglie e i suoi figli farebbero. Posò il libro sul tavolinò e andò alla porta.

Sorrise quando vide che era Camilla “Ciao Camilla!” esclamò felice.

“Salve. Sammy è in casa?” Camilla non sapeva mai se chiamarla Regina,Signora Swan-Mills o Signor Sindaco.Infatti era sempre un po’ timida quando la doveva salutare e cercava di evitare di dover dire il suo nome in tutti i modi possibili.

“Vieni entra” aprì la porta “In realtà al momento non c’è nessuno. Sono tutti usciti con Emma. Ma puoi fermarti qui ad aspettarla se ti va”

“Oh” la ragazzina fu presa alla sprovvista. Le piaceva Regina. Era sempre molto affettuosa e materna, quindi non le dispiaceva aspettare un po’ con lei. “Va bene. Grazie” sorrise e Regina ricambiò il sorriso

“Sai che puoi chiamarmi Regina,vero?” Camilla rise e la seguì in cucina dove Regina le chiese “Ti va qualcosa da mangiare? O magari vuoi aspettare che portino il gelato? Portano sempre il gelato quando escono a fare le passeggiate”

Camilla rise imbarazzata e rispose “Credo che il gelato vada bene” Regina le sorrise dolcemente e chiese ancora “Qualcosa da bere?”

“Dell’acqua?”

Regina inarcò un sopracciglio “Stai con Sammy e bevi acqua?” disse. Camilla scoppiò a ridere ed entrambe dissero “Sprite”.

Regina tirò fuori la bottiglia dal frigorifero e Camilla rise perché Sammy,sulle bottiglie di Sprite,scriveva “Toccala e sei morto”.

“A te non dirà niente” disse Regina riempendo un bicchiere fino all’orlo. Camilla lo prese e bevve un sorso. Regina rimise la bottiglia a posto e poi guardò Camilla con un sorriso appena accennato,ma molto dolce e materno.

“Camilla?” chiese Regina,ora un po’ più seria e apprensiva. Aveva la fronte aggrottata.

“Mmm?” mormorò lei,rimanendo seduta sullo sgabello.

Regina si era appoggiata al bancone e la guardava “Sai Camilla,ho sei figli…ho imparato a studiare gli sguardi e gli atteggiamenti dei ragazzi come te. E non voglio spaventarti e non pretendo che tu mi dica niente,perché infondo io non sono nessuno per te,sono solo la pazza madre della tua ragazza. Però voglio che tu sappia che qualsiasi cosa sia,qualsiasi cosa ti turbi o spaventi, non c’è bisogno che tu la nasconda. Non devi avere paura di aprirti. Che sia con Sammy o anche con me ed Emma se vuoi…Ho la sensazione che tu ti stia tenendo dentro qualcosa di importante per te e che questa cosa ti stia facendo in qualche modo soffrire. So che parlare e aprirsi può essere spaventoso,ma sappi che a prescindere da cosa sia, ci sarà sempre qualcuno ad aiutarti ad affrontarla. Qualcuno che la affronterà con te” e poi Regina vide che gli occhi di Camilla erano lucidi così le sorrise e finse di avere sete per girarsi e prenderle dell’acqua,con lo scopo,però,di darle un attimo per sé.

“Mia madre è morta quando avevo quattro anni” Regina sentì la voce fragile e soffocata di Camilla. Regina chiuse gli occhi per un secondo e poi si girò. Si appoggiò di nuovo al bancone e la guardò. Gli occhi pieni di premura,amore e dolcezza.

“Non l’ho mai detto a nessuno perché da quando è morta io e mio padre viaggiamo molto e non siamo mai rimasti tanto a lungo da dover sentire il bisogno di dirlo a qualcuno. In realtà non siamo mai rimasti tanto a lungo perché io potessi arrivare a fidarmi di qualcuno così tanto da aprirmi su questa cosa. Ma Storybrooke gli piace e credo che resteremo qui. Ma quando sono arrivata non lo sapevo e quindi mi sono comportata come se nulla fosse. Nomino i miei genitori,comprendendo anche mia madre. Parlo come se ce l’avessi una madre. La nomino. Ma in realtà lei non c’è” 

Regina sapeva che Camilla non aveva ancora finito quindi,per quanto potesse sentirsi male e per quanto avesse voglia di abbracciarla e consolarla,rimase in silenzio. Pronta ad ascoltare qualsiasi cosa avesse da dirle.

“E ora ho paura di dire la verità. Soprattutto a Sammy. Ho paura che possa credere che sono una bugiarda e arrabbiarsi con me per averle mentito su così tante cose e ho paura di cominciare a fare pena a tutti quanti. Non voglio essere la povera orfanella senza madre che mente dicendo di averne una solo perché ha paura dei giudizi delle persone. Ho paura che Sammy possa allontanarmi,perché io non ho una famiglia come la sua…come la vostra”

“E tutti voi siete stati così gentili con me sin dall’inizio e io invece non ho fatto altro che mentirvi. E mio padre non sa niente di tutto questo perché sapere una cosa del genere lo distruggerebbe. E mio padre mi vuole bene,lo so che me ne vuole, ma ci sono giorni in cui non riesce nemmeno a guardarmi…perché gliela ricordo troppo. E io cerco di comportarmi come se nulla fosse,come se non mi importasse però non è così. Pensavo di potercela fare,di poter continuare a fingere ma non posso. Perché Sammy è così gentile con me ,e anche voi. Mentre io vi ho mentito su tutto e sto così male per questo” e a quel punto Camilla era un fiume in piena. Regina capì che quello era il momento per farla smettere di parlare e semplicemente darle il sostegno di cui lei aveva bisogno. L’abbraccio materno che non aveva mai avuto. L’affetto che cercava.

Così andò dall’altra lato del bancone e la prese tra le sue braccia “Oh,Camilla” sussurrò accarezzandole i lunghi capelli rossi. Camilla pianse e non si sentì per niente imbarazzata o a disagio per aver pianto sulla spalla della madre della sua ragazza.

Quando sentì che si era Calmata,Regina le prese il viso tra le mani e le asciugò le lacrime.

“Camilla,non c’è niente per cui tu debba sentirti in colpa o scusarti. Hai fatto quello che hai fatto per proteggere te stessa. Hai fatto ciò che tutti noi avremmo fatto. Non potevi sapere che sarebbe finita così, e ti sei comportata come hai sempre fatto perché è così che ti sei sempre tutelata. Ed è stato giusto così. Ma non hai fatto nulla di male. Sammy non ti allontanerà perché le hai mentito o perché non hai una famiglia come la sua. Non lo farebbe mai. Tiene molto a te e credimi,lo so,perché la conosco e da quando sei arrivata tu,è cambiata tanto. L’hai aiutata in così tante cose,ora lascia che lei aiuti ti. Una volta che glielo avrai detto,vedrai che ti sentirai meglio”

“Come fai a sapere che non si arrabbierà?”

“Perché non è stupida, sa qual è la differenza tra una bugia detta per cattiveria e una detta per paura e per protezione. Non cambierà nulla tra di voi. Te lo posso assicurare. E voglio che tu sappia che per qualsiasi cosa,noi ci siamo. Sei della famiglia ora. Okay?”

Camilla sorrise e si asciugò le lacrime. Regina le ricambiò il sorriso “Vieni qui” sussurrò e la abbracciò di nuovo. Era felice che Camilla si era aperta con lei e che in qualche modo era riuscita ad aiutarla.

Camilla andò in bagno e si sciacquò il viso e subito dopo Regina capì che il suo meritato riposo era finito.

“SONO ARRIVATA PRIMA IO!”

“NON E’ VERO! TU SEI PARTITA PRIMA. HAI BARATO”

“Sammy,Henry ha ragione”

“Zitta tu e stai attenta a non far squagliare il gelato”

Erano tornati. E stavano nel vialetto.

“SIAMO A CASA” gridò Emma entrando dentro.
“In cucina” rispose Regina.

“MAMMA ABBIAMO PORTATO IL GELATO” Anna corse con la busta del gelato in mano. Si precipitò da Regina che la prese in braccio al volo “Si? E che gelato avete preso?” chiese,sapendo già la risposta.

“Quello che piace a te,quello che paice alla mamma,quello che piace a Henry,quello che piace a Sammy,quello che piace a Paige,quello che piace ad Amy tanto tanto tanto di quello che piace a me!” esclamò “CIAO CAMILLA” sorrise alla rossa. Camilla rise e la salutò.

“Ciao Camilla” sorrise Emma entrando in cucina. Camilla ricambiò. “I tuoi figli sono insopportabili” disse Emma mentre gli altri entravano con le più piccole. Non appena la vide Sammy si precipitò da Camilla e la tirò giù dallo sgabello.

“I miei figli?” chiese Regina mentre Emma si avvicinava “Sono tuoi quanto miei,cara”

“Li hai partoriti tu”

“Si,perché tu li hai messi là” rispose Regina e Emma la baciò. Anna era ancora in braccio a Regina “MI STATE SPIACCICANDO” protestò la piccola. Regina rise ed Emma,allora,strinse Regina ancora di più.

“MAAAMMAAAAAAA!”

“Emma smettila,si fa male” rise Regina. Emma si staccò e fece la linguaccia ad Anna,che ne fece una anche a lei.

“Okay amore,scendi,così la mamma vi prepara il gelato” mise giù Anna e salutò April che le tirava il pantalone.

“Ciao patatina!” esclamò chinandosò e dandole un bacio sulla guancia. La prese in braccio e la fece sedere sul bancone. Poi preparò i gelati per tutti quanti.

Ogni gusto ad ognuno ma un po’ di più del preferiito. Quanti vizi! Ma in realtà erano piccole cose che a Regina piaceva fare.

Preparò una coppa di gelato ad ognuno. E una più piccolina per April.

“Grazie” disse Camilla quando gliela diede. Regina sapeva che non la stava ringraziando per il gelato,così le fece un occhiolino. Poi si sedette con April in braccio per aiutarla a mangiare il gelato,mentre lei mangiava il suo.

“Amy,siediti altrimenti ti sporchi tutta e lo fai cadere anche a terra” disse ad Amy che si sedette accanto a lei. Regina le pulì il muso,il cucchiaino e la mano che erano già impasticciati con del gelato squagliato.

Emma,finito il suo gelato,andò a prendere la vaschetta e poi si sdette accanto a Regina. “Emma!” esclamò la bruna.

“Dopo una giornata con quelli,mi serve” disse. Regina rise “Mhmh” mormorò dandole un bacio sulla guancia. Emma le sorrise dolcemente e Regina prese un respiro profondo.

Più tardi quella sera,Regina stava facendo il bagno ad Amy mentre Emma stava facendo addormentare April.

Sammy entrò nel bagno “Amy,smettila. Mi stai bagnango tutta!” sentì sua madre dire ma poi sentì la sua risata e quando entrò vide che stava giocando con i capelli insaponati di Amy per intrattenerla “Sembri un unicorno” rise.

“Mamma?” disse Sammy. Aveva l’aria stanca. “Ehy” sussurrò Regina.

“Vuoi una mano?” chiese la biondina e Regina le sorrise “Grazie” accettò la sua offerta perché sapeva che era solo una scusa per parlarle di qualcosa.

Ma Sammy non disse niente. Giocò con sua sorella e chiacchierò con lei e Regina per tutto il resto del bagnetto.

“Puoi prendere l’asciugamano che sta sul letto?” chiese Regina e Sammy andò a prenderla.

La bruna avvolse Amy nell’asciugamanto e Amy sbucò da sotto il telo gridando “BU” tra le braccia della madre. Regina rise e esclamò “AH! NON TI AVEVO VISTA LI’ SOTTO”. Amy rise.

Sammy stette in silenzio tutto il tempo e Regina la osservava,ma non le diceva niente. La guardava mentre prendeva il pigiama della sorella e mentre l’aiutava a metterglielo. Ma nessuna delle  due parlò. L’unica a parlare era Amy. Che parlava e rideva da sola. Loro si limitavano a rispondere ad Amy.

“Okay amore,ora vai dalla mamma che così ti mette a letto” disse Regina e la bambina salì sulle punte per dare il bacio della buona notte a sua madre. Regina si piegò e le stampò un bacino sulle labbra piccole e carnose. La bambina poi fuggì. Era iperattiva quella sera e Regina già sapeva che sarebbe finita nel loro letto all’una di notte a parlare dei suoi cartoni preferiti mentre loro cercavano di farla addormentare. Sospirò al pensiero.

Stava mettendo tutto a posto quando all’improvviso sentì le braccia di Sammy stringerle la vita. Rimase un po’ sopresa dal gesto e quando si accorse che Sammy stava singhiozzando silenziosamente,Regina le diede un bacio sulla fronte e la strinse forte.

Lei e Camilla avevano parlato.

“Ehy?” sussurrò Regina. Sammy,senza staccare le braccia dalla vita della madre,la guardò “Tutto okay?” le chiese e lei tirò su col naso. Poi sorrise.

“Grazie” disse e Regina le diede un altro bacio “Di nulla tesoro” la abbracciò di nuovo “Di nulla” ripetè in un sussurro.

“Ti voglio bene mamma” mormorò e Regina le accarezzò i capelli “Te ne voglio anche io amore”

Regina aspettò che si calmasse e poi si sedette sul letto con lei stretta tra le braccia “Mi sento in colpa” sussurrò Sammy,appoggiata al petto della madre.

“Perché?”

“Perché avrei dovuto capire che stava male e poi aveva paura di dirmelo. Non ho fatto abbastanza perché si sentisse sicura di aprirsi con lei. Non….non sono stata abbastanza”

“Sammy” sussurrò Regina,stringendola impossibilmente a lei “Non potevi saperlo. Sei solo una ragazzina, e per quanto tu possa essere intelligente e matura,ci sono certe cose che ti sfuggono. Ed è così che deve essere. Non potevi saperlo. Ti sei fidata di ciò che ti diceva e ti mostrava…non avresti mai potuto capire che c’era qualcosa di così grande”

“Ma avrei dovuto capire che stava male”

“Come puoi capire che una persona sta male se lei nasconde tutto così bene?”

“Tu l’hai capito”

“Io l’ho capito perché sono una mamma Sammy, e le mamme notano cose che gli altri non notano,che i ragazzini come te non notano.”

“E allora avrei dovuto fare di più per farla sentire sicura di potersi aprire con me riguardo quella cosa”

“Tu hai fatto quello che dovevi fare. Non avresti potuto fare di più. E’ una cosa che si portava dentro e dietro da molto più tempo di quanto io e te messe insieme possiamo immaginare. Doveva partire da lei,non da te. Era lei a decidere che poteva non essere più spaventata.E Sammy,ci sono paure che ci tormentano e spaventano anche nei luoghi dove ci sentiamo più al sicuro. Anche con le persone che ci fanno sentire più protetti”

Sammy non rispose. Decise che le risposte della madre la soddisfacevano. E così chiuse gli occhi e rimase tra le braccia della madre per un po’.

“Regin-“ arrivò Emma ma le parole le morirono in bocca quando vide la scena. Sgranò gli occhi. Regina sorrise e le fece segno che glielo avrebbe spiegato dopo.

Emma le fece un “okay” con la mano e tornò nella camera delle bambine,dove un’Amy sfrenata la stava aspettando.

“Va meglio?” chiese Regina  e poi sentì Sammy annuire contro il suo letto.

“MAMMA MAMMA MAMMA MAMMAAA!” sentirono gridare e un attimo dopo Amy saltellava per tutta la stanza con Emma disperata dietro “NON VOGLIO ANDARE A DORMIRE” rise.

Sammy “Okay,me ne vado. Non voglio assistere a questa scena” diede la buona notte e andò in camera sua dove si mise a leggere un po’.

“Maaammaaaaa!” gridò Amy. Emma la prese in braccio e se la mise sulla spalla. I capelli di Amy penzolavano mentre lei rideva e agitava le gambe.

“Emma mettila giù. E’ troppo agitata e cade!” esclamò Regina spaventata.

“Ti pare che la faccio cadere?”

“Dove vai?”

“La porto a dormire”

“No,teniamola con noi”

“CHE COSA? IO NON CI DORMO CON QUESTO DIAVOLO!”

Regina rise e la prese dalla spalla di Emma “Amore,sembra che la mamma non dormirà con noi stanotte e che ci lascerà il lettone tutto per noi”

“SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!” esclamò la bambina lanciando le braccia in aria. Regina rise e si mise a letto insieme ad Amy.

Emma le seguì “Oh” esclamò Regina “Guarda guarda chi ha cambiato idea!”
Amy rise e le fece una pernacchia. Poi mise il broncio e incrociò le braccia al petto.

Amy la guardò e poi si avvicinò a lei. Si sedette sul suo busto e spiaccicò le manine sulle guance di Emma e poi le diede un bacino. Regina quasi scoppiò a piangere.

Emma provò a resistere a quel faccino adorabile ma non ci riuscì “Come faccio a rimanere arrabbiata con la mia polpetta?” rise abbracciando la figlia e stritolandola tra le sue braccia. Amy rise.

Regina le guardò con le lacrime agli occhi.

“Ehy,che hai?” chiese Emma sconvolta e Regina si asciugò in fretta il viso.  “Nulla. E’ stata una giornata lunga” rispose la bruna.

Amy era attenta a seguire con lo sguardo le sue madri poi decise che era stanca di non ricevere più le aattenzioni delle due madri.

“Mamma?” rimise le mani sulla faccia di Emma e la girò verso di lei.

“Che c’è scricciolo?” le chiese Emma e anche Regina la guardò,mettendole una mano sulla piccola schiena.

Amy non rispose “Amy,ma non hai neanche un po’ di sonno?” chiese Regina esausta. Amy scosse velocemente la testa. Emma gliela fermò “Smettila frullatore impazzito”. Madre e figlia risero.

Rimasero a chiacchierare con Amy fino a tarda notte e lei non si stancava mai.
Provarono a farla addormentare o stancare in qualsiasi modo,ma lei non voleva saperne e capirono che non si sarebbe mai addormentata quando comparve Anna alla porta.

“Anna,che succede?”

“Ho fatto un brutto sogno” si grattò gli occhi. Regina guardò Emma e sospirò.

“Vieni su” diede dei colpi sul materasso. Anna saltò su e si mise tra le sue madri. Amy era ancora seduta addosso ad Emma.

“Che ne dite se guardiamo dei cartoni animati così dormiamo tutti quanti?” propose Emma. Ormai lei e Regina erano esauste.

Le bambine annuirono e ad un certo punto Regina prese sonno. Ma le arrivò un colpo sul braccio che la svegliò immediatamente.

“HA PRESO SONNO”  Emma aveva un sorriso da ebete stampato in faccia che scomparve quando vide la facia della moglie “Ops,scusa ti ho svegliato” mormorò.

Regina si rese conto di dove era e di che ora era. Erano le due del mattino e lei aveva Anna attaccata addosso. Le mise un braccioa attorno alle spalle e mormorò “Buona notte Emma”

“Mi devi dire che è successo”

“Ti sembra il momento?”

“Sono curiosa”

“Emma,vai a dormire”

“Non ho sonno. Quella sanguisuga mi ha rotto così tanto le palle che ora non ho più sonno”

“Buona notte Emma”

“Okay,ti lascio dormire”

“Grazie”

“Regina?”

“Mhhhh”

“Guarda quanto è tenera!” esclamò e Regina sbuffò. Si girò e vide Amy addormentata su sua madre. Aveva la guancia paffuta spiaccicata su suo petto e aveva le braccia e le gambe che penzolavano sui lati. E la bocca aperta.

Regina sorrise “Emma,fammi dormire”

“Okay,notte”

“Buonanotte”

“Regina?”

“CHE VUOI!” gridò e poi sgranò gli occhi temendo di averla svegiata “SHHHHHH” disse Emma

“Scusa!” sussurrò

“Volevo solo dirti che ti amo”

“Va’ al diavolo!”
  
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