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Autore: AnotherAlice    05/07/2015    2 recensioni
DAL TESTO :Se ne restava seduta sulla riva del lago nero a meditare. Il sole nascosto dalle nuvole illuminava debolmente il cielo che si preparava a lasciare lo spazio alle stelle e alla luna che, purtroppo , quella sera si sarebbero nascoste alla vista della ragazza./SENTIVA. Sentiva che la testa le scoppiava. Sentiva il cuore batterle a mille e il corpo cedere alla terra cadendo sulla riva sabbiosa mescolata ai ciottoli che le rinfrescarono la guancia quando il suo viso impattò con il suolo. Sentiva il respiro farsi più affannato e una sensazione di terrore che le saliva dal petto. Sentiva le lacrime bruciarle la gola e risalire agli occhi. Sentiva il mondo intorno a lei farsi sempre più lontano e vedeva il lago annebbiarsi mentre le gocce calde le scendevano lungo le guance.
Perché ora ? - rivolse quella domanda al nulla ma dentro di lei sapeva che quella domanda era rivolta al fato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Se ne restava seduta sulla riva del lago nero a meditare. Il sole nascosto dalle nuvole illuminava debolmente il cielo che si preparava a lasciare lo spazio alle stelle e alla luna che, purtroppo , quella sera si sarebbero nascoste alla vista della ragazza. PENSAVA. Pensava a come fosse riuscita a tenere il sorriso sulle labbra tutti quegli anni, pensava a come, anche dopo la guerra, fosse riuscita ad avere la forza per continuare ad aiutare gli altri nella ricostruzione della scuola, la sepoltura dei caduti e a fornire una spalla su cui piangere per  chi non riusciva a reggere le perdite subite. Si sentiva un mostro pensando che, mentre gli altri piangevano sulla sua spalla inumidendole i vestiti ancora sporchi di sangue, lei non riuscisse neanche a versare una lacrima di quelle che sentiva essere milioni nella sua anima. Pensava a come era deprimente e monotona Hogwards  ora che i suoi due migliori amici, per ovvi motivi, avevano deciso di non seguirla nella sua decisione di concludere l’ultimo anno nella scuola.Pensava alla rottura con Ron e di come, dopotutto ciò che era successo, la loro amicizia si era fatta più solida e indistruttibile e di come questo superasse di gran lunga il loro passato rapporto di coppia. RIPENSAVA. Ripensava alle mura di quella scuola distrutte e di come un mucchio di semplici bacchette potesse aver riportato tutto indietro nel tempo; o almeno così sembrava. Ripensava alla prima volta che aveva incontrato Harry, Ron, Silente e i professori di Hogwards che l’avevano fatta finalmente sentire a casa. Ripensava alla famiglia Weasley: al signor weasley, a Molly, a Fred e George che erano irriconoscibili persino agli occhi della loro stessa madre( non ai suoi però; lei sembrava l’unica in grado di riconoscerli anche se spesso non era ecessario dato che erano due individui che condividevano la stessa anima e perciò erano pressoché inseparabili.), li ricordava tutti. Ripensava alla prima volta che aveva visto Agrid e a come le sembrava quasi spaventoso dato il suo aspetto trasandato e la sua statura da mezzo gigante, ricordava la professoressa McGranitt che un giorno le si era presentata davanti in forma felina e lei aveva quasi preso un colpo quando , trasformandosi , era arrivata a sovrastarla in altezza e l’aveva fissata con uno sguardo severo a punire il suo tentato gesto di accarezzarle la testa; si era vergognata tanto, quel giorno, che non voleva più mettere piede fuori dalla sua stanza. Ripensava a quanto Ron aveva riso vedendola con una faccia da gatto quando aveva bevuto la pozione polisucco preparata con i peli di miss’s Purr e a quanto avrebbe voluto schiantarlo sul muro del bagno con un incantesimo. Ripensava a tutte le volte che aveva rischiato di essere spiaccicata dal Platano picchiatore nel giardino della scuola e di come per un pelo riusciva a bloccarlo con un’ “immobilus “ prima che Harry e Ron facessero la stessa fine. ASCOLTAVA. Ascoltava il vento che risuonava attraverso i rami degli alberi muovendo le foglie che frusciavano creando un a melodia rilassante.Ascoltava il rumore delle piccole onde del lago create dal vento che, infrangendosi sulla riva, creavano un debole suono simile alle onde del mare.Ascoltava il canto degli uccelli che cinguettando riempivano di allegria quel posto dimenticato dall’umanità. Ascoltava il suo cuore nel disperato tentativo di captare parole di conforto per tutto ciò che aveva passato e che ancora le logorava l’anima. Ascoltava i suoni di ogni piccolo essere vivente che la circondava e tentava di inserirli nella sua testa e gioire per tutta quella vita.
CHIEDEVA. Si chiedeva come avesse potuto rimanere così impassibile davanti a tutto il dolore causato dal signore oscuro anche se dentro di lei un’altra guerra aveva preso piede; una guerra contro ciò che le impediva di piangere, di abbracciare chi piangeva e piangere con loro senza proferire parola e urlare riversando tutto il dolore all’esterno.Si chiedeva come gli studenti del primo anno non riuscissero a comprendere e a sentire tutto il dolore che ancora albergava in quelle mura antiche che avevano ospitato generazioni e generazioni di maghi e che un solo ex studente era riuscito a riempire di morte e distruzione con una bacchetta e un’esercito di Mangiamorte. Si chiedeva come, ora che girava per i corridoi di nuovo con un libro sotto il braccio come i vecchi tempi, doveva trovare puntualmente qualcuno che le chiedeva l’autografo o di vedere il marchio lasciatole da Bellatrix , trattandola alla stregua di una star qualunque e non di una ragazza  che era riuscita ad affrontare la morte in persona e a sconfiggerla con le sue sole forze. SPERAVA. Sperava che un giorno tutto sarebbe ritornato come prima, sperava di poter riabbracciare Fred, Lupin e Sirius per il quale aveva sempre avuto una cotta. Sperava che Harry e Ron sarebbero ricomparsi lì, seduti al tavolo dei Griffondoro con i loro sorrisi che ogni volta le raddrizzavano la giornata. Sperava di rivedere le porte della Sala grande aprirsi e far entrare due ciuffi rossi sorridenti muniti di fuochi d’artificio e scherzetti di ogni genere. Sperava di rivedere Silente davanti al leggio che, con la sua voce rassicurante, augurava buon pranzo e li spronava ad impegnarsi e ad aiutare gli altri. 
Sperava di riascoltare la voce bassa e roca di Piton che li minacciava di sbatterli dal preside se non avessero girato a pagina 394 e che toglieva punti alla sua casata ogni volta che gli era possibile ( spesso le sembrava pure che si divertisse a vedere i ragazzi sbuffare per la perdita di punti ).SENTIVA. Sentiva che la testa le scoppiava. Sentiva il cuore batterle a mille e il corpo cedere alla terra cadendo sulla riva sabbiosa mescolata ai ciottoli che le rinfrescarono la guancia quando il suo viso impattò con il suolo. Sentiva il respiro farsi più affannato e una sensazione di terrore che le saliva dal petto. Sentiva le lacrime bruciarle la gola e risalire agli occhi. Sentiva il mondo intorno a lei farsi sempre più lontano e vedeva il lago annebbiarsi mentre le gocce calde le scendevano lungo le guance. 
 
  • Perché ora ? - rivolse quella domanda al nulla ma dentro di lei sapeva che quella domanda era rivolta al fato. 
 
 
 
                                                                                                              …
 
 
 
PENSAVA. pensava a cosa sarebbe accaduto ora che la sua anima si era finalmente decisa a schiudersi riversando fuori il mare di lacrime che da mesi era in tempesta dentro di lei. RIPENSAVA.Ripensava all’ultima volta che aveva pianto in quel modo e piangeva ancora per non riuscire a ricordarne il motivo.ASCOLTAVA.Ascoltava il suo cuore che tentava di dirle di smetterla, che era tardi e che lei doveva aiutare e non essere aiutata. CHIEDEVA.Chiedeva al destino il perché di questa crudeltà e lo implorava di cambiare e rendere il futuro più felice.SPERAVA.Sperava di rimanere sola e di tenere quella sua crisi lontano dal mondo e solo per sé, non voleva essere aiutata, compatita ne voleva che qualcuno vedesse la grande Hermione Grenger in quello stato… debole.SENTIVA.Sentiva dei passi avvicinarsi alle sue spalle.
 
 
 
                                                                                                             …
 
 
 
 
  • Grenger! che fai, giochi a fare la morta ? perché se vuoi ti posso dare volentieri una mano.-
 
  • Vattene Malfoy, non sono dell’umore adatto a sorbirmi i tuoi giochetti.-
 
  • Suvvia Mezzosangue…- 
 
Draco non riuscì a terminare la frase che si ritrovò la bacchetta della strega puntata alla gola che premeva contro la pelle diafana che caratterizzava la sua famiglia di sanguepuro. La fissò negli occhi con il suo solito ghigno divertito che, però, svanì velocemente quando si perse negli occhi adirati della ragazza. Gli occhi erano arrossati, gonfi e socchiusi a formare due fessure, le iridi avevano assunto una colorazione quasi dorata e le pupille erano rimpicciolite donando allo sguardo un’aspetto glaciale e spaventoso.Era furiosa e non serviva sentirla urlare per capirlo. Aveva pianto e urlato; si intuiva dalla voce roca e tremante con cui aveva tentanto invano di allontanarlo. Si era spezzata. L’immagine della grande e forte Hermione Jean Grenger , che era, per chiunque, la spalla su cui piangere, si era incrinata come un vaso antico rimasto sotto terra per secoli e millenni e stava facendo acqua da tutte le parti.La punta della bacchetta era puntata sotto il suo mento e , se fosse stata la lama di un pugnale affilato, l’avrebbe sicuramente ucciso senza troppi ripensamenti e, probabilmente, senza nemmeno troppi rimorsi. 
 
  • uuh, siamo tristi Mezzosangue ?- 
 
Il giovane mago non distolse lo sguardo da quello di lei che si faceva sempre più tenebroso. Ne aveva paura ma non abbastanza da farsi sconfiggere in quella partita di “ insulta la Grenger e divertiti “ 
 
 
  • STUPEFICIUM ! -
 
La voce della ragazza uscì con rabbia scaraventando il ragazzo in mezzo alle acque fredde del lago.Hermione guardò le onde circolari create dall'impatto ritornare calme e piatte senza che il biondino risalisse in superficie. Continuò a fissare la latra di acqua per qualche secondo prima di scuotere la testa e rendersi conto che il furetto non riemergeva. 
 
 
  • Merda ! - 
 
Corse verso il punto di impatto immergendosi nelle gelide acque fino al collo. il freddo le intorpidiva i muscoli e penetrava nelle ossa come milioni di spilli affilati bloccandole i movimenti per il dolore. Non poteva muoversi. Se avesse fatto un passo avanti sarebbe annegata pure lei non sapendo nuotare ma le forze le mancavano anche per poter tornare a riva.Era bloccata. L’acqua la imprigionava in una gabbia inespugnabile indebolendola serpe di più e trascinandola verso l’interno. Il livello del liquido saliva fino a sfiorarle le labbra ormai violacee e il respiro cominciava a mancarle nel petto facendole salire il panico. Uno stridio lontano la fece trasalire. La paura invase i suoi occhi scacciando la rabbia che vi aveva albergato fino a pochi istanti prima. Sarebbe diventata parte del lago… tavano arrivando. 
 
 
  • Allora Mezzosangue, piaciuto lo scherzetto ?- 
 
Un ghigno divertito proveniva dalle sue spalle arrivandole alle orecchie come le ultime parole della morte prima dell’inizio del suo viaggio verso l’oltretomba. 
 
  • A quanto pare arrivano le amichette squamose di Potter ! non sei felice ?- 
 
Nessuna risposta. La strega continuava a dargli le spalle ignorandolo e questo non giovava di certo al suo ego smisurato.
 
  • Granger ? mi stai ascoltando ? va  bene la rimpatriata ma ti converrebbe uscire dall’acqua ora !-
 
Vedeva le scie lasciate dalle sirene che, veloci e serpentine, sfrecciavano sulla superficie dell’acqua verso la mora assaggiandola con lo sguardo.
 
  • Maledizione Hermione ! -
 
La raggiunse veloce e le avvolse un braccio attorno ai fianchi scaraventandola sulla riva e spostandosi appena in tempo per sentire le urla adirate delle creature che, fallita la caccia, se ne tornavano negli abissi.
 
Si sedette sulla sabbia ghiaiosa passandosi una mano tra i capelli bagnati e spettinandoli leggermente. la camicia aderiva al torace risaltando il suo fisico magro ma ben scolpito e le goccioline di acqua che gli colavano dalla fronte venivano intrappolate dalle ciglia scomponendosi e sembrando fresca rugiada mattutina. Si voltò si colpo ricordandosi della ragazza che giaceva inerme di fianco a lui. Le toccò una spalla scostandola e posizionandola con il viso rivolto verso l’alto. Gli occhi erano socchiusi e visibilmente stanchi e impauriti e il corpo tremava mentre il respiro scellerato lavorava per riportare ossigeno in tutto il corpo in un vano tentativo di riscaldarlo. Si alzò dirigendosi dietro ad alcuni cespugli dove, poco prima, aveva appoggiato la mantella in lana verde e nera con lo stemma della casata Serpeverde.La raccolse sbattendola nell’aria per togliere le foglie che vi si erano appiccicate sopra. Odorava leggermente da muschio ma Draco questo non riuscì a percepirlo, impegnato a pensare ad aiutare la sua peggior nemica. 
 
  • Tieni Grenger. - 
Le appoggiò la mantella addosso per poi avvolgerla e alzarla di peso dal suolo e trasportarla in braccio fino ad un’albero caduto.Si sedette adagiandola delicatamente sulle ginocchia stringendola nella coperta sbarrando gli occhi quando la muscolatura del suo collo cedette facendole cadere la testa sul suo petto.Era in shock e lui non riusciva a capacitarsi riessere seduto in riva al lago nero con la piccola lurida Mezzosangue in braccio e quasi congelata. La sedette sul tronco e l’appoggiò con la schiena contro la ruvida corteccia di un’abete dietro di lei.
 
  • Salazar Grenger ! ma che ti è preso ? volevi sul serio farti divorare da quelle cose ? - 
 
Draco la osservava tremare mentre i suoi occhi, ancora gonfi e arrossati dalle lacrime, si voltavano a guardalo. La paura aveva cancellato il colore dorato e aveva aveva riportato le iridi della ragazza al loro colore nocciola naturale. I capelli bagnati non erano più crespi ma le ricadevano a boccoli sulle spalle e sul viso sembrando incollati alla pelle pallida della giovane strega.Le labbra, che stavano tornando di un colore roseo, erano leggermente gonfie per i continui morsi che la Griffondoro si era inflitta mentre piangeva. La divisa bagnata le aderiva perfettamente al torace risaltandone ogni curva che il sanguepuro non poteva fare a meno di trovare vagamente attraenti. 
 
  • Non so nuotare.- 
 
  • come non sai nuotare !?! - 
 
Sgranò gli occhi incredulo osservandola in ogni suo singolo movimento. Lo sgrado della ragazza era puntato verso terra quasi a sperare che si aprisse e ala inghiottisse per sempre tirandola fuori da quella situazione imbarazzante. A quell’ultima situazione voltò velocemente lo sguardo piantandolo negli occhi grigi del giovane Malfoy ed estraendo il braccio da sotto il mantello alzando con l’altra mano la manica della divisa. La cicatrice arrossata dal freddo appariva in tutta la sua crudeltà sul braccio della giovane provocando in Draco una strana sensazione di rimorso che gli invase la gola. 
 
  • C’è scritto Mezzosangue non mezzopesce.- 
 
Il suo tono si fece per un momento freddo e impassibile e nei suoi occhi tornò la luce della ragazza forte e coraggiosa che aveva combattuto contro Voldemort. 
 
  • Si, lo vedo che c’è scritto il tuo nome .-
 
Un ghigno divertito apparì sulle labbra del biondo che, nonostante ci provasse non riusciva a sareste zitto per evitare di sputare veleno sulla strega. 
 
  • E’ inutile che ci provi. Sono stremata, non riuscirai ad offendermi. Non oggi perlomeno. -
 
Malfoy tornò serio. 
 
  • Che ci facevi in mezzo al lago ? -
 
Sapeva già la risposta ma  doveva esserne certo.
 
  • Ero venuta a recuperarti.Non sono un’assassina- 
 
  • Grazie.-
 
Gli era uscito di colpo, a tradimento. Gli era scivolato lungo la gola raschiandola come una parete di granito sulla pelle. Gli aveva tolto un pezzetto di quel blocco di rimorso che gli impediva il respiro e lo aveva lasciato inorridito. Aveva appena ringraziato quella piccola e sporca Mezzosangue! e l’aveva presa in braccio e …… e non le aveva staccato gli occhi di dosso da quando era arrivato sulla riva del lago. Si alzò e si diresse verso l’acqua immergendosi fino alla vita e bagnassi il viso con l’acqua fredda nel tentativo di cancellare dalla sua mente quegli  ultimi e inaccettabili pensieri.
 
                                                                                                             
 
 
                                                                                                               …
 
 
Lo osservava mentre, nel lago , si risciacquava il viso. Era cresciuto parecchio dal primo anno che l’aveva visto. Non era più il bambino dai capelli quasi bianchi che aveva trovato solo nel vagone del treno, non era più il mago che aveva cambiato radicalmente il comportamento verso di lei quando aveva scoperto che era una mezza babbana. Ora era alto. La superava di parecchi centimetri e aveva una muscolatura appena accennata sul fisico magro. La camicia che aderiva al suo torace metteva in risalto un accenno di addominali mentre il viso si era fatto più maturo e delineato. Era bello ed ora capiva il motivo per il quale il novanta percento della popolazione femminile di Hogwards  strisciava come vermi ai suoi piedi.
 
  • E’ vero che ti sei portato a letto mezza Hogwards ? - 
 
La domanda le uscì spontanea facendola arrossire di colpo. Lui si voltò asciugandosi il viso con la camicia ancora bagnata che aveva sfilato dai pantaloni neri. Hermione sbarrò gli occhi. Il suo fisico senza coperture eran ancora meglio di quanto, la camicia bianca e bagnata che aderiva al suo petto, lo faceva sembrare. abbassò il lembo di stoffa fino al petto lasciando in mostra gli addominali. 
 
  • E secondo te a cosa servirebbero questi ? -
 
Un mezzo sorriso divertito gli apparve sul viso mentre i suoi occhi grigi come il cielo indicavano il ventre magro ma delineato. 
 
  • Hehem, donnaiolo.- 
 
Tossì Hermione sorridendo e cercando di nascondere la risata inaspettata che era sorta dentro di lei, sotto il morbido mantello che la copriva.
 
  • Hehem, secchiona.- 
 
La imitò Draco con uno dei suoi mezzi sorrisi divertiti stampato sul volto.I suoi capelli biondo platino erano spettinati e umidi. Il vento li sospingeva davanti agli occhi, obbligandolo a tirarseli indietro con le dita ad ogni singola ricaduta. 
 
  • Maledetto ! è ora che mi vendichi ! - 
 
Si alzò di colpo scattando verso di lui e lasciando cadere il mantello a terra. lo raggiunse in meno di un secondo cominciando a solleticargli i fianchi senza però nessun risultato. 
 
  • Granger,sappi che non soffro il solletico- 
 
  • Oh.- 
 
La ragazza delusa puntò gli occhi verso il suolo senza pensare al suo gesto. Aveva appena tentato di fare il solletico a Draco Malfoy così, come se fossero stati amici da sempre. Aveva per un attimo spazzato via otto anni di insulti e prese in giro e lo stava trattando come avrebbe normalmente trattato Harry e Ron.In quel momento però non le importava più. Voleva, per qualche strano scherzo della sua mente, vedere quel ragazzo ridere perciò alzò lo sguardo di scatto e lo spinse per le spalle facendogli perdere l’equilibrio e facendolo cadere in acqua ritrovandosi però sopra di lui quando, sentendo il vuoto sotto la schiena l’aveva presa per il polso e l’aveva trascinata con lui in quelle fredde acque. Risero. Risero insieme mentre il giovane mago le faceva il solletico buttandola da un lato per poi sovrastarla con la sua figura. Le risate si spensero dopo qualche minuto passato a giocare nell’acqua del lago ignorando il freddo che, a causa del movimento, non riusciva a penetrare nelle ossa  dei ragazzi. I loro occhi si incatenarono per qualche secondo perdendosi nel nocciola e nel grigio. Lui la sovrastava con le mani appoggiate ai lati del corpo di lei mentre Hermione ansimava stanca appoggiata sui gomiti. 
 
 
  • Scusa, non dovevo.-
 
Draco si scostò alzandosi e dirigendosi verso il sentiero per il castello mentre Hermione si alzava e si strizzava i capelli per liberarli da tutta l’acqua possibile.Si diresse verso il tronco caduto notando che il Serpeverde aveva dimenticato il mantello. Lo afferrò correndo lungo il sentiero tentando di raggiungerlo ma di lui nessuna traccia.
 
 
                                                                                                           …
 
 
Entrò nella stanza e si lanciò sul letto prima che una furiosa Ginny Weasley le piombasse in camera urlando. Lei era l’unica che l’aveva seguita nella sua decisione di frequentare ancora la scuola ed era per questo che aveva chiesto alla McGranitt di aggiungere un posto letto nella sua stanza da prefetto. Le voleva bene, era la sua migliore amica ma tra loro l’amicizia non bastava.Si sentivano sorelle, legate da esperienze, persone, famiglie e dalle proprie anime. In quel momento però Hermione ne era spaventata. Ginny era furiosa come mai l’aveva vista, i capelli spettinati, segno che si era messa le mani nei capelli ( ultimamente lo faceva spesso quando era preoccupata ) 
 
  • Hermione Jean Grenger !-
 
oh,oh. Quando la chiamava con il suo nome per intero non era mai un buon segno.
 
 
  • Dove diavolo sei stata ? ti ho cercata dappertutto ! hai saltato le lezioni ! Hermione Grenger che salta un’intera giornata di studio , capisci anche tu che è facile preoccuparsi ! pensavo fossi malata ma in stanza non c’eri, in biblioteca non c’eri, in giardino non c’era, i sulla torre non c’eri , alla stamberga strillante non c’eri, Agrid non ti aveva visto, a McGranitt neppure Gazza ti aveva visto ! mi vuoi spiegare dove diamine ti eri nascosta ? ero preoccupata all’inverosimile ! e perché sei bagnata ? - 
 
Hermione affondò la faccia nel cuscino mentre i capelli e i vestiti inzuppavano le coperte e il materasso. 
 
  • Avevo bisogno di pensare…-
 
Sperava che l’amica si facesse da parte e non facesse altre domande anche se, come temeva, queste uscirono a raffica come un tornado, distruggendole tutte le aspettative di una serata tranquilla a pensare a quello che era successo quel pomeriggio. 
 
 
  • Va bene ma perché non mi hai avvisato ? perché non  mi hai detto che saltavi le lezioni e te ne andavi da qualche parte ? perché non mi hai detto dove andavi ? sono la tua migliore amica, dovrei saperle queste cose no ? -
 
Hermione sbuffò irritata dal doversi subire quella ramanzina. Si sentiva a casa, con un’altra mamma che tentava di tenerla sotto controllo ventiquattro ore su ventiquattro.
 
  • Ero al lago nero va bene ? e per tua informazione non ero sola… c’era Malfoy con me ! -
 
Glielo sputò amaramente come se fosse la cosa più normale del mondo lanciata dalle labbra di una ragazza irritata.
 
  • Malfoy ? che t’ha fatto quell’idiota ? perché se ha osato farti del male giuro che io….- 
 
  • Ginny ! …. mi ha salvata.-
 
  • salvata ? Malfoy ? Ti rendi conto anche tu che “Salvata” e “ Malfoy “ non sono due parole che vanno molto d’accordo… forse volevi dire “ strozzata”, sarebbe più plausibile -
 
  • forse è meglio che te lo faccio vedere.-
 
 
Si alzò dal letto sotto lo sguardo shoccato dell’amica e si asciugò con un movimento di bacchetta poi prese la mantella e calciò sotto il letto quella del giovane Serpeverde che, fortunatamente, Ginny non aveva ancora notato. 
 
                                                                           
 
                                                                                                                 …
 
 
Camminava veloce lungo il corridoio diretto alla sala comune della casata Serpeverde. Ogni suo passo riecheggiava nell’aria rimbombando sulle pareti di pietra. Era bagnato da capo a piedi ma il cuore che gli batteva a mille nel pretto quasi da sfondargli il torace, pompava il sangue così velocemente da impedirgli di sentire freddo. 
I suoi pensieri erano confusi tanto da non permettergli di pensare lucidamente e di riflettere su quello che era successo quel pomeriggio. Aveva giocato con Hermione Grenger… aveva appena giocato con la Mezzosangue che per otto anni si era divertito a deridere seguendo l’odio che nutriva nei suoi confronti e ora ? tutto d’un tratto si erano ritrovati a ridere, rotolarsi nell’acqua mentre lui le faceva il solletico costringendola ad appallottolarsi su sé stessa mentre la sua risata gli rimbombava nella testa. Si era reso amaramente conto che, in cuor suo, avrebbe ripetuto quell’esperienza senza troppe richieste ma il suo cervello si autoconvinse che l’avrebbe fatta pagare a quella lurida mezzosangue che l’aveva fatto passare per un ragazzino frivolo.
 
                                                                                                          … 
 
 
Camminavano velocemente lungo il corridoio dirette nell’ufficio della McGranitt. Si fermarono davanti al gargoyle ed Hermione sussurrò qualcosa all’orecchio di quest’ultimo senza farsi sentire dall’amica. La statua si spostò permettendo alle due ragazze di salire verso l’ufficio della preside. L’ufficio era vuoto ma era rimasto esattamente come lo aveva lasciato Silente. La professoressa aveva voluto tenere viva la sua memoria lasciando che quella stanza rimanesse sua anche dopo la sua morte. Ginny si guardava attorno osservando gli oggetti magici e i libri che si impilavano sugli scaffali impolverati. Hermione si diresse verso il pensatoio e ne osservò nostalgica le fattezze antiche; il bacile in pietra ornato di rune e il liquido informe che vi giaceva all’interno, le miriadi di bottigliette contenenti anni di ricordi di uno dei più grandi presidi di Hogwards… tutto sembrava rimasto bloccato nel tempo in quella stanza. Intoccata dal tempo, Intoccata dalla nuova preside e intaccata dalla distruzione portata dal signore oscuro.Si puntò l bacchetta alla tempia e ne estrasse il ricordo che fece scivolare dentro il liquido prima di richiamare l’attenzione di Ginny. 
 
  • Immergi il volto qui e vedrai dove sono stata.-
 
La giovane Weasley ubbidì e immerse il viso in quel liquido misterioso che le solleticò il viso per qualche secondo. Era come stare sott’acqua, se respirava si creavano le bolle e il fondo del bacile appariva sfocato. Venne risucchiata all’interno del pensatoio, o almeno così le sembrava, ritrovandosi sulla riva del lago nero. Hermione se ne stava li seduta con gli occhi chiusi e il corpo rivolto verso il centro del lago; sembrava stesse meditando quindi non si avvicinò. Sussultò quando cadde sulla sabbia ghiaiosa di colpo senza aver avvertito in nessun modo di un suo futuro malessere. Corse verso di lei cercando di alzarle la testa ma le sue mani passavano attraverso il corpo dell’amica come se fosse stata un fantasma.Ora comprendeva; si trovava in un semplice ricordo del passato di cui non faceva parte perciò era anche costretta ad osservare l’amica soffrire senza poter fare nulla. Si allontanò di qualche passo osservando la scena da lontano. Hermione piangeva e urli di dolore le uscivano dal petto riempendo l’aria di terrore accumulato. Gli occhi arrossati,gonfi e stretti in morse d’acciaio per non vedere il mondo che la circondava; il petto si alzava e si abbassava ad un ritmo disumano e il corpo tremava in preda alle convulsioni. Dopo qualche minuto si calmò restando accasciata a terra stretta a sé stessa e occupata in un pianto silenzioso che le raschiava la gola. Dei passi risuonavano nell’aria facendo scricchiolare le foglie secche che ricoprivano il terreno della foresta attorno al lago.Un ciuffo biondo comparve tra gli alberi; Malfoy. 
 
Il Serpeverde si avvicinò alla ragazza fermandosi dietro la schiena di quest’ultima che si raddrizzò sedendosi ma senza voltarsi a vedere chi fosse l’intruso.
 
  • Grenger! che fai, giochi a fare la morta ? perché se vuoi ti posso dare volentieri una mano.-
 
 
  • Vattene Malfoy, non sono dell’umore adatto a sorbirmi i tuoi giochetti.-
 
  • Suvvia Mezzosangue…- 
 
 
Hermione era scattata in piedi puntando la bacchetta alla gola del ragazzo che, nonostante la paura provocata dallo sguardo raggelante della strega che vagava libera nei suoi occhi , fece apparire il suo solito ghigno malefico sul viso sfidandola. “ Brutta mossa Malfoy” Ginny si era seduta sul tronco di albero caduto poco lontano e osservava la scena incuriosita. 
 
  • uuh, siamo tristi Mezzosangue ?- 
 
La reazione dell’amica fu rapida e crudele arrivando di sorpresa senza dare la possibilità al giovane mago di difendersi.
 
  • STUPEFICIUM!-
 
 
il mago venne scaraventato nel lago e …..
 
 
Sirene,scatti, mantelli, solletico, risate… la cosa era surreale ma in qualche modo anche terribilmente dolce agli occhi della piccola strega dai capelli rossi. Estrasse il viso dal pensatoio e lo asciugò con la mantella guardando l’amica intenta ad inserire il ricordo in una boccetta di vetro vuota. 
 
  • Herm, ma è assurdo ! c…cio…cioè , tu hai appena giocato e scherzato con Draco Lucius Malfoy ! e la cosa più strana è che eri felice ! - 
 
  • Non ricordarmelo… tutto questo è assolutamente e innegabilmente sbagliato. -
 
 
 
                                                                                                          …
 
 
Camminavano lungo i corridoi dirette alla sala comune dei Griffondoro. Hermione osservava in silenzio la boccetta che teneva stretta tra le mani e Ginny osservava i suoi piedi avanzare lanciando ogni tanto uno sguardo all’amica. Il profumo della pioggia invadeva ancora i corridoi penetrando nei polmoni e mescolandosi all’odore di antico che da secoli caratterizzava la scuola. Entrarono nella sala comune e si diressero verso la loro stanza buttandosi contemporaneamente sui rispettivi letti. 
 
  • Herm ?- 
 
La voce di Ginny risuonò nella stanza dopo interminabili minuti di silenzio. 
 
  • Herm ma … era sincero quando rideva e giocava con te…- 
 
Hermione spalancò gli occhi per poi tirare un spospiro che venne captato dall’amica che sorrise divertita.
 
  • Lo so, ma rimane comunque terribilmente sbagliato.-
 
Il silenzio calò definitivamente ed entrambe caddero tranquille tra le braccia di Morfeo.
 
 
                                                                                                           …
 
 
  • Ginny che mi metto ?-
 
Una Hermione Jean Grenger girava per la stanza in preda al panico più totale cercando aiuto nell’amica già pronta da ore.
 
  • Uff, Grenger sei un disastro! non è possibile che ogni volta che la scuola organizza un ballo tu ri faccia prendere così dal panico!-
 
La rossa si diresse verso il baule della strega e frugò all’interno tirandone fuori un vestitino estivo che non le aveva mai visto indossare. Lo appese alla maniglia della porta in modo tale che stesse ben dritto per poi agitare la bacchetta con un movimento fluido del polso. il vestito di trasformò diventando un meraviglioso abito da sera. Hermione restò incanta a guardarlo mentre l’amica glielo materializzava addosso; l’abito era bianco candido e scendeva con una gonna morbida fino ai piedi che creava delle onde ampie e morbide mentre la parte superiore, senza spalline, era caratterizzata  da uno scollo a cuore poco pronunciato e strass bianchi che contornavano il bordo superiore e formavano una cintura sulla quale la stoffa formava piccole arricciature.
 
  • Ma Ginny è stupendo ! come …-
 
  • Come ho fatto ? beh, è un piccolo trucchetto che mi ha insegnato mia madre. Tra 48 ore però tornerà alla normalità ma intanto hai il tuo vestito da favola no ? il tuo accompagnatore rimarrà stupefatto! -
 
  • no, quest’anno niente accompagnatore. Andrò da sola al ballo. -
 
Hermione sorrise al contrario della giovane Weasley che rimase attonita cercando di assimilare in fretta quell’affermazione.
 
  • Nessuno ha invitato la grande Hermione Grenger eroina del mondo magico ? ma quanto sono ignor….-
 
Non fece in tempo a finire la frase che una mano le tappò la bocca costringendola a zittirsi.
 
  • Mi hanno invitata Gin… sono stati in due a proporsi ma ho rifiutato in tronco.-
 
  • E perché mai ? Oh oh ! Mr. M si è fatto avanti ?- 
 
  • No, con lui è tornato tutto alla normalità…-
 
Abbassò lo sguardo a terra rassegnata. Quel pomeriggio sulla riva del lago era stata solo una parentesi in quell’anno. Non sarebbe mai stato l’inizio di un’amicizia, lo sapeva bene, lo aveva sempre saputo. Avevano passato gli ultimi due mesi a battibeccare per i corridoi insultandosi e schernendosi come era diventata abitudine negli ultimi otto anni sputando il proprio odio l’uno sull’altra come veleno che intaccava anima e orgoglio. 
 
 
  • beh, ora dobbiamo andare.-
 
  •  Arrivo.-
 
Si sistemò i capelli raggiungendo la compagna di stanza e il suo accompagnatore per poi dirigersi verso la sala grande.
 
                                        
 
 
                                                                                                             … 
 
Teneva Astoria a braccetto guardando gli sguardi carichi d’odio e di gelosia delle ragazze che lo scrutavano con la coda dell’occhio tentando, invano, di non farsi notare.Tra tutte le ragazze purosangue della casata gli era serbata la scelta più logica. Era la più bella tra i Serpeverde e il suo fascino risaltava di fianco al ragazzo più ambito di Hogwards. indossava un vestito verde che scendeva stretto fino a metà coscia per poi allargarsi in una gonna a sirena fino a terra. il bordo inferiore della gonna era ornata da strass mentre sotto il seno era stretta da una cintura di pelle nera costituita da lacci intrecciati in una treccia larga che si chiudevano con una fobia costituita dallo stemma dei Serpeverde argentato. I capelli biondi erano raccolti in una semplice coda che lasciava cadere due ciuffi ai lati del viso.
Le porte della sala grande si aprirono annunciando una coppia e una persona singola. Si girò ad osservare chi mai avesse avuto il coraggio di presentarsi da solo ad un ballo. Scendeva le scale guardandosi intorno probabilmente cercando qualcuno, il bianco dell’abito le donava una luce quasi innaturale e i capelli sciolti le ricadevano sulle spalle a boccoli ordinati anziché a cespuglio come erano soliti essere. Probabilmente tutto quell’ordine da parte della sua capigliatura era dovute aa qualche pozione che il giorno dopo sarebbe svanita nel nulla riportando quei boccoli al loro stato selvaggio. 
 
Trascinò Astoria con sé mentre si avvicinava alla strega che lo osservò incuriosita.Portava un paio di pantaloni neri e una camicia del medesimo colore che seguiva le curve del suo fisico e restava leggermente aperta sul collo. Era estremamente elegante pur rimanendo estremamente semplice ed estremamente tenebroso in quell’unico colore che sembrava conoscere. 
 
  • Allora Grenger nessuno ti ha invitata e ti ha lasciata morire di freddo senza prestarti la sua giacca ? - 
 
Un ghigno divertito gli era spuntato sul volto mentre osservava la ragazza emettere un sospiro silenzioso e quasi impercettibile.
 
  • E tu Furetto ? non presti qualcosa alla tua accompagnatrice per ripararla dal freddo ? oh, giusto. Non ti vedo indossare nessun abito che possa esserti utile.- 
 
L’ aveva steso. KO. Fine dell’incontro. Ma nonostante tutto il suo sorriso non svaniva dal suo volto e dai suoi occhi grigi che la osservarono con uno sguardo di sfida.
 
  • Hai ragione, ma sai … ultimamente non trovo più la mia mantella, credo di averla persa.-  
 
Strinse il braccio della sua accompagnatrice, che nel frattempo si era goduta la scena in silenzio sorridendo divertita, e si diresse verso la pista da ballo salutando Hermione con un gesto della mano lanciatole da sopra le spalle.
 
                                                                                                                 …
 
Mantella.Perchè quel nome le ricordava qualcosa ? Ordinò un’altra burrobirra che ingerì tuta d’un fiato prima di passare a qualcosa di più forte. Più ci pensava e più diventava consapevole di avere qualche legame con la mantella di Malfoy ma, per qualche assurdo motivo il ricordo non voleva risalirle alla mente. Bevve un’altro sorso di Whisky  Incendiario che le bruciò la gola dandole una sensazione di calore che le partiva dallo stomaco. La preside aveva avuto la brillante idea di far iniziare una nevicata durante il ballo tanto per entrare ancora di più nello spirito natalizio, cogliendo molti studenti impreparati. Si alzò dal bancone e si diresse verso la sala comune dei Griffondoro. Entrò nella sua stanza dirigendosi verso il suo baule da viaggio. Lo aprì liberando un leggero profumo di naftalina; sua madre la utilizzava durante le vacanze estive senza darle ascolto quando le diceva che il baule era “incantato”. Frugò all’interno e ne estrasse una felpa gigantesca di colore grigio che usava come pigiama dato che le arrivava alle ginocchia. Si tolse l’abito e infilò la felpa tirando su le maniche per riuscire a vedersi le mani.si sdraio sul materasso affondando la testa nel cuscino e tantando ancora una volta di ricordare. Alzò la testa di scatto al ricordo della sfuriata di Ginny e si sporse velocemente dal bordo del materasso alzando le coperte e ficcando la testa sotto il letto. Tornò a stendersi sul materasso tenendo tra le mani la mantella di Malfoy. Ora ricordava, si era tenuta la mantella non trovandolo sul sentiero quel giorno due mesi prima e, vedendo che il suo rapporto con lui a scuola non era cambiato rispetto agli ultimi otto anni, non aveva più pensato a ridargli la mantella dimenticandola sotto il letto dove l’aveva calciata per nasconderla alla vista di Ginny.
 
 
Guardò l’orologio, le due, tra un’ora sarebbe terminato il ballo e lei sarebbe andata a riportargli la mantella sperando che non si stesse dando da fare con quella spilungona di Astoria Greengrass. Chiuse gli occhi ponderando un piano per arrivare alla sua stanza da prefetto senza farsi vedere e le venne l’illuminazione. Si alzò di scatto sgattaiolando fuori dalla stanza e dalla sala comune immettendosi nel corridoio camminando scalza verso la sala dei Serpeverde. Il pavimento freddo le fece venire i brividi mentre, indossando solo la felpa, tentava di arrivare al suo obbiettivo percorrendo corridoi vuoti per non farsi vedere da eventuali alunni che tornavano nelle proprie camere. Le girava un po la testa ma, probabilmente, era colpa dell’alcol che poche ore prima aveva ingurgitato avidamente senza preoccuparsi delle conseguenze. Non era ubriaca ma la sua lucidità vacillava cullata dagli ultimi residui di Whisky incendiario che le circolavano nel sangue. Indossò la mantella tirando su il cappuccio e stringendola sul davanti e si diresse verso il quadro che bloccava l’entrata della sala comune dei Serpeverde. Aveva sentito la parola d’ordine da uno studente del primo anno che, poco intelligentemente, l’aveva pronunciata con un tono un po troppo alto per una parola segreta. Entrò nella stanza dopo essere stata scambiata per Pansy Parkinson ( cosa che le diede non poco fastidio ) e si diresse verso la stanza del prefetto. Fece scivolare la bacchetta fuori dalla manica della felpa che, essendole esageratamente larga,  riusciva a nasconderla magnificamente.
 
 
  • Alohomora- 
 
La serratura scattò e lei entrò velocemente richiudendosi la porta alle spalle e appoggiandosici con la schiena tirando un sospiro di sollievo. 
 
  • Granger! Mi stupisce come la Mezzosangue considerata la più brillante della scuola non sappia che i Griffondoro non possono entrare nelle stanze di altre case! -
 
  • M…Malfoy ? sei già tornato ? non sapevo ! …. comunque per tua informazione furetto da strapazzo- si riprese gelandolo con lo sguardo e lanciando sul letto la mantella del Serpeverde - ti ho riportato il mantello che pensi di “ aver perso “ , ma vedo che non ti serve più.- 
 
Hermione divampò vedendo che il ragazzo la stava osservando con la camicia a perta e il petto dalla pelle diafana in bella mostra.
 
  • Godric Malfoy !  e chiuditi quella camicia! sei in presenza di una ragazza che diamine ! - 
 
Hermione si girò di scatto per evitare di rimanere imbambolata ad osservare il ragazzo e per evitare che quest’ultimo la vedesse cambiare colore a velocità record. 
 
  • Beh non è che tu sia presa meglio Grenger! di la verità… hai capito quanto sono attraente e stavi cercando di sedurmi perché in questo caso sappi che ci sei quasi riuscita- 
 
Quell’ultima frase le fermò il cuore mentre il suo cervello non riusciva più a contenere informazioni utili svuotandosi irrimediabilmente, lasciando l’ultimo barlume di lucidità concessole dall’alcol. 
 
  • Bene, hai avuto ciò che volevi ora  torno nella mia camera-
 
Fece per aprire la pesante porta in legno che separava la stanza dalla sala comune ma dovette richiuderla subito appoggiandosici con la schiena spaventata.
 
  • Che ti prende ? -
 
  • Ci sono Zabini e ….-
 
Non fece in tempo a finire la frase che si sentì bussare alle spalle.
 
  • Draco stai bene ? -
 
Il ragazzo si diresse verso Hermione, scansando la ragazza che si spostò con le spalle al muro dietro la porta per non farsi notare. Il biondo aprì il portone rivelando i due visi confusi di Zabini e Nott  che fortunatamente non avevano visto la Griffondoro in abiti poco consoni nella sua stanza. 
 
  • Che c’è ? - 
 
Il tono del biondo era freddo ed infastidito tanto da non poter essere frutto di finzione. 
 
  • Niente ma sembrava che la tua regale persona avesse paura di uscire perciò ho chiesto-
 
Il tono di Zabini si fece provocatorio nel tentativo di risollevare il morale dell’amico evidentemente trecento metri sotto terra. Fece per entrare nella stanza ma fu bloccato dal braccio dell’inquilino che gli impedì il passaggio. 
 
  • Eddai Malfoy ! siamo i tuoi migliori amici ! cosa nascondi di tanto importante ?- i due si scambiarono uno sguardo eloquente e complice ritornando poi sull’amico e parlando all’unisono- O chi ?- 
 
 
  • Zabini non sono affari tuoi! - 
 
I due, incuriositi dalla premura con cui Draco si apprestava a tenerli fuori, si coalizzarono e spinsero il ragazzo da parte entrando nella stanza.
 
  • Zabini qui non c’è nessuno !-    
 
  • E’ vero ! dove sono le ragazze Malf…- 
 
Il moro si bloccò quando, girandosi, bloccò lo sguardo in quello della Griffondoro che tentava di farsi piccola piccola o di farsi assorbire dal muro in pietra.
 
  • Lei ? ma che….-
 
  • OBLIVION ! - 
 
Malfoy fu più veloce della frase, estraendo la bacchetta e cancellando all’istante la memoria ai ragazzi che caddero a terra svenuti. Il ragazzo si avvicinò ai due compagni di casata e ad uno dopo l’altro gli estrasse il ricordo di Hermione dalla testa frantumandolo con un Reducto prima di allontanarsi di nuovo e puntare la becchetta di nuovo contro i due ragazzi stesi sul pavimento. 
 
  • REMEMORA* ! -  
 
Si avviò verso la porta aprendola e nascondendo Hermione dietro ad essa mentre con un colpo di bacchetta sollevava i corpi dei due ragazzi e li riportava nelle loro stanze giustificando il loro stato con un “ sono ubriachi “ sputato di malavoglia in faccia a due ragazzi del terzo anno di ritorno dalla festa. Passarono alcuni minuti durante il quale il cuore della Griffondoro, ancora nascosta dietro il legno scuro della porta della stanza, sembrava, per la pura, volerle uscire dal petto mentre i polmoni trattenevano istintivamente il respiro per evitare di fare rumore. La porta si mosse facendole chiudere gli occhi e stringere la bacchetta per ogni evenienza; la porta si chiuse facendola trasalire ma quando riaprì gli occhi ciò che vide fu soltanto il Giovane mago che la guardava divertito. 
 
  • Grenger ! dopo tutto quello che hai passato non ti facevo così cagasotto.- 
 
  • Questo è diverso dal signore oscuro furetto ! qui rischio l’espulsione !-
 
  • E li rischiavi la morte …- 
 
Il ragazzo abbassò lo sguardo confuso da quell’affermazione così impensabile. 
 
  • Morire mi fa meno paura di essere buttata fuori da casa mia Malfoy- 
 
Il silenzio calò nella stanza fino a che Hermione non scosse la testa prendendo la parola.Si diresse verso il letto e vi ci distese facendosi piccola piccola in un angolo e rannicchiandosi mentre cercava di tenere a bada il suo cuore che sembrava scoppiarle nel petto.
 
 
  • Dato che non c’è modo di uscire da qui stasera tanto vale dormire.-
 
Draco la guardava mentre, rannicchiata sul bordo del letto si nascondeva nelle enormi maniche della felpa che stava utilizzando come cuscino.I capelli, che stavano tornando piano piano al loro stato ribelle e selvaggio, le ricadevano sul viso e le gambe, semi scoperte , giacevano sulle coperte verdi tremanti per il freddo di dicembre che, entrando dalla finestra socchiusa, raffreddavano la stanza facendo in modo che quei toni ,verde e argento, così freddi, si adattassero perfettamente a quel clima. Si avviò verso la finestra chiudendola per poi dirigersi verso il letto e sedersi sul lato opposto alla giovane strega. 
 
  • Malfoy, giuro che se provi ad uccidermi durante la notte non la passi liscia.- 
 
  • Ok Ok ricevuto Mezzosangue. Io dalla mia parte e tu dalla tua, non vorrai mica infettare il mio sante puro.-
 
  • Gne gne gne.-
 
Era l’unica cosa che riuscì a rispondere. Il cuore le batteva  a mille e il suo cervello non riusciva più a ragionare in modo lucido. Si spinse ancora verso il bordo del letto, rischiando di cadere, sentendo il biondo sdraiarsi sul materasso. Afferrò il bordo della felpa tirandola verso i piedi coprendo le gambe il più possibile mentre tentava di calmarsi e addormentarsi.
 
 
 
                                                                                                            …
 
 
 
La sentiva tremare, ma nonostante tutto non osava muoversi dalla sua posizione in bilico. Scosse la testa e si girò afferrandole un fianco e attirandola a se evitando per un soffio una gomitata in pieno volto. 
 
  • Sei incorreggibile Grenger. Preferisci il freddo al tuo orgoglio.-
 
  • Lasciami stupido Furetto ! Cosa diavolo ti corre per quel cervello ? non sono una delle tue ragazze che puoi trattarmi come ti pare!-
 
La ragazza si dimenava tendo di sfuggire a quell’insolita presa che sembrava non volesse sentire ragioni di allentarsi.
 
  • Calmati Grenger! non sono così sfasato da farmi una come te! non penserai che sarei disposto a sporcare il mio sangue purissimo per una Mezzosangue come te ! -
 
La strega si arrestò di colpo quando comprese che tutto quel dimenarsi la stava leggermente denudando.
 
  • Malfoy lasciami!-
 
  • Shhh, non urlare . Vuoi attirare l’attenzione di tutti i serpeverde ? - 
 
La ragazza fece per estrarre la bacchetta ma la sua mano venne fermata da quella di lui che la tirò verso il ventre della ragazza stingendola ancora di più a se.
 
  • Non  ti conviene Grenger. Ti ricordo che sei una Griffondoro nella stanza del principe delle serpi.-
 
  • Non allargarti troppo Furetto. Sono pur sempre l’eroina del mondo medico.-
 
Rise divertito da quell’affermazione mentre sfondava il viso tra quel cespuglio che ormai erano i suoi capelli. Sentì il cuore della ragazza pulsare all’impazzata attraverso la giugulare e sorrise facendola sussultare. 
 
 
 
                                                                                                         …
 
 
Era tra le braccia di Malfoy che, senza preavviso, probabilmente sentendola tremare per il freddo, l’aveva abbracciata e la stava stringendo come se fosse un peluche qualsiasi.
 
 
  • Ma non dovevo starti lontana perché altrimenti inquinavo il tuo sangue puro ?- 
 
La  voce le tremava e non riusciva a rendere il tono sprezzante che avrebbe voluto dare a quella frase. 
 
  • Infatti Mezzosangue, ma ho freddo e quindi lo faccio per un mio tornaconto personale. -
 
Il silenzio calò di nuovo. Era agitata ma si sentiva stranamente al sicura tra quella camicia nera. Sentiva il suo respiro sulla spalla che le provocava brividi gelidi lungo la schiena. Le braccia che la stringevano emanavano calore così come il corpo del ragazzo che aderiva leggermente al suo. Si voltò ritrovandosi con la fronte appoggiata al petto di lui e le mani che spingevano per allontanarsi di qualche millimetro mentre, sopra la sua testa sentiva il ghigno del ragazzo; quello stesso ghigno che le aveva sempre dato sui nervi ed anche ora la situazione non era cambiata. 
 
  • Ti sei rilassata Mezzosangue ? - 
 
Il suo tono era sarcastico ma estremamente e stranamente dolce.La ragazza sospirò tentando di elaborare una risposta convincente. 
 
  • Con te non posso mai rilassarmi Furetto. - 
 
  • Vero.- 
 
Appoggiò la testa al petto del ragazzo che le trasmise calore riscaldandola per qualche secondo. Alzò gli occhi intravedendo le labbra del Serpeverde che, semi socchiuse, risultavano stranamente invitanti tanto che la ragazza, scossa dai suoi stessi pensieri tornò a guardare la camicia cera del ragazzo che intanto l’aveva stretta ancora di più. Come aveva osato pensare che avrebbe voluto baciare Draco Malfoy ? insomma, non era un ragazzo qualunque, era Draco Malfoy ! Draco Lucius Malfoy ! non era un suo amico, era il suo peggior nemico. Era colui che per otto anni l’aveva insultata dicendo che se si fossero avvicinati la Sanguesporco quale era avrebbe di sicuro infettato il sangue puro erede della sua altissima, purissima e levissima famiglia. Draco parlò facendola rabbrividire e svegliandola dai suoi pensieri.
 
  • Dillo pure Grenger.- 
 
  • Dire cosa Malfoy ? che ti voglio schiantare una volta che sarò uscire da qui ?- 
 
  • No, di quello che stavi per dirmi.- 
 
 
Hermione scosse la testa confusa.
 
  • Non stavo per dire nulla Furetto. Hai le allucinazioni.-
 
  • Sarà ma con lo sguardo mi stavi chiedendo disperatamente di baciarti. - 
 
 
La giovane strega si irrigidì a quella lettura improvvisa del pensiero che la rese, se possibile, ancora più vulnerabile.
 
  • Tu sei malato Malfoy…ma se anche fosse cosa te ne importa a te “ o principe delle serpi “ che hai paura di sporcare il tuo sangue candido? non so se lo hai notato ma io sono solo una piccola e sporca Mezzosangue no ? -
 
Il suo tono aveva preso coraggio e una punta di veleno a quei pensieri di anni di esperienze. Il ragazzo rise tornando facendo rimbombare la sua risata nel petto dove la fronte di Hermione era ancora appoggiata. 
 
  • OK, hai vinto questo round Grenger ma mi dispiace…- 
 
  • Perché il grande Draco Malfoy dovrebbe dispiacersi per la vittoria di una Sanguesporco ?- 
 
  • Perché neanche io con te riesco mai a rilassarmi…-
 
Draco si voltò mettendola con le spalle al materasso e a poggiandole le  mani ai fianchi della testa. Le labbra diafane del ragazzo premevano su quel morbide di lei mentre gli occhi nocciola della ragazza erano spalancati per lo stupore.Il sapore dolce di lui le invase la bocca mentre la testa le si svuotava e il peso apnea accennato del corpo del sempreverde sul suola teneva incollata al materasso. Quella situazione le suonava assurda, totalmente sbagliata ma stranamente bella, tanto che dopo alcuni secondi Hermione ricambiò quel bacio casto che quel ragazzo , da cui non si sarebbe mai aspettata di ricevere nulla oltre agli insulti, le stava dando così all’improvviso. 
 
Draco si riappoggiò al letto tirando di nuovo a se la ragazza che si accoccolò timidamente al suo petto incrociando istintivamente le gambe alle sue.
 
  • Parlando per assurdo Hermione…- parlava con il sorriso sulle labbra, lo sentiva dall’intonazione delle parole che parevano, alle sue orecchie, più leggere delle solite parole intrise nel veleno che si era sempre sentita rivolgere da lui.-… e se ti depurassi il sangue ?- 
 
  • parlando realisticamente Draco…- la voce le tremava ma non riusciva a trattenere la risata che le cresceva dentro a causa di quell’affermazione.- … e se fossi tu a sporcarti ?-
 
 
FINE 
 
 
 
 
  • Buonsalve e Serabye a tutti ! E’ la mia prima ( e ultima, dato tutto quello che mi ha fatto dannare  per scriverla ) Dramione perciò siate buoni. Lasciatemi una recensione se possibile perché mi farebbe piacere sapere le vostre opinioni. Un enorme abbraccio coccoloso. AnotherAlice. 
   
 
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