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Autore: Daughter_Of_The_Moon    05/07/2015    5 recensioni
Una piccola Weecest senza pretese ^^
Dal testo:
« Dean cos-» provò a dire Sam, notando quanto il volto del fratello fosse così vicino a lui, ma si interruppe, tossendo.
Dean gli accarezzò i capelli e la fronte [...]
« Shh...calmo. Va tutto bene, Sammy [..]»
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Prima dell'inizio
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DI FEBBRI E COPERTE 

Ti voglio bene, Sammy.



 

Rating: giallo chiaro.
Generi: fluff, introspetivo (non serve neanche dirlo). 

Contesto: prima della serie, quando Sam ha 14 anni e Dean 18. Non sono troppo teneri?

Note iniziali: weecest! È il mio pairing preferito, ma shh. Li adoro. È la mia prima storia su SPN, il mio debutto. E volevo iniziare con la weecest. 

Buona lettura!

 

 

Dean appoggiò nuovamente la pezza bagnata sulla fronte del fratello, controllando per la milionesima volta che la fasciatura che avvolgeva il fianco di Sam fosse ben stretta. Il ragazzo era stato ferito durante uno scontro con un lupo mannaro e la ferita non sarebbe stata grave, se Sam non avesse voluto giocare all'eroe, trascurandosi per aiutare il fratello. Così la ferita si era infettata e la febbre era cominciata a salire, fino a farlo svenire. 

Stupido idiota, pensò. 

Stupido, stupido idiota. 

Non che gli dispiacesse, prendersi cura del fratello, ma questo si ostinava a non riprendere i sensi, facendo preoccupare Dean. 

Sospirò, spostando lo sguardo dalle sue mani alla porta che si apriva, facendo entrare la figura del padre.

<> chiamò Dean. John Winchester non lo degnò di una sguardo e, senza nemmeno rispondere al figlio o chiedere come stava Sammy, si diresse verso la sua stanza d'albergo, probabilmente troppo sbronzo per parlare. Dean sospirò. Voleva bene a suo padre, e sapeva che anche lui gliene voleva, ma, a volte, desiderava ricevere un po' più d'attenzione, se non per lui per il suo fratellino. 

Con una scrollata di spalle, tornò a guardare Sam, che aveva preso a tremare. Con uno scatto si alzò dal bordo del letto e si avvicinò al fratello. Piano, quasi avesse paura di svegliarlo, prese un'altra coperta, dentro al primo cassetto del comodino, e la stese sul letto, coprendo il suo Sammy. Dean aveva rubato una coperta in più in un altra stanza, e l'aveva portata lì, in caso di emergenza. Anche se non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere. 

In quella stanzina, nonostante all'apparenza apparisse normalissima, con due letti traballanti e un pavimento scricchiolante, c'era tutto ciò che poteva servire ad un cacciatore. Bastava controllare sotto i materassi, nelle fodere dei cuscini, e nei cassetti, e si trovavano delle pistole dai proiettili di ferro e lame d'argento. C'era, ben nascosto nella sacca piena di abiti-in caso di un eventuale fuga-, stipata dentro l'armadio di legno rovinato, il diario del padre, dove c'erano annotate ogni cosa riguardo ai mostri che uccidevano di continuo, i viaggi più pericolosi e le scoperte più importanti che John aveva fatto. 

Appoggiato sul tavolino, c'era del sale, che spargevano ogni notte davanti ad ogni entrata, per evitare spiacevoli sorprese, come un fantasma in cerca di vendetta-Dean aveva avuto spesso a che fare con loro, e una volta se ne era ritrovato uno davanti al letto. Non voleva ripetere l'esperienza. 

In quella stanza, c'era di tutto, tranne che dei semplicissimi medicinali. Quando si ferivano usavano dell'ago e del filo, dentro il kit di pronto soccorso, e come disinfettante l'alcol, ma non c'era niente adatto a far abbassare la febbre. L'unica cosa che Dean poteva fare era provare a guarire l'infezione, nonostante sapesse che, se fosse peggiorata, avrebbe avuto bisogno di aiuto, di un vero medico, in grado di curare Sammy.

Un gemito fece riscuotere Dean, che, col cuore in gola, vide il minore de Winchester aprire gli occhi verdi, quasi grigi. 

<< Dean...cos- >> provò a dire Sam, notando quanto il volto del fratello fosse così vicino a lui, ma si interruppe, tossendo. 

Dean gli accarezzò i capelli e la fronte, togliendo il panno bagnato, oramai non più fresco, con cui aveva cercato di far abbassare la temperatura dell'altro, sapendo quanto quel gesto riuscisse a calmare il fratellino.

<< Shh...calmo. Va tutto bene Sammy, sei stato ferito, ma ora stai meglio >> spiegò veloce, con la voce che si incrinò sul finale. Sam non stava per niente meglio. 

Lesse sul viso del fratello una muta domanda. 

“Stai bene?” sembrava chiedere, e Dean annuì. 

<< Non pensare a me, ora riposati >> disse deciso, bloccando ogni tentativo del minore di mettersi a sedere. Sam sbuffò, ma si arrese al volere del maggiore e si sdraiò nuovamente sul letto. A Dean sfuggì un sorriso alla vista del fratello minore sveglio, infastidito e dolorante-non che amasse vederlo ferito, solo che, in quei momenti, sembrava un cucciolo. 

Sam aveva chiuso gli occhi, e un gemito soffocato-davvero quel ragazzo pensava di nasconderglielo?*- fece tornare in se Dean, che posò la sua mano ruvida sulla fronte del fratello. 

Scotta, è troppo caldo, e lo era davvero. Prese con una mano il termometro a mercurio lì accanto, sul comodino, stando ben attento a non romperlo-aveva solo quello, e a quell'ora tutte le farmacie erano chiuse- e gli misurò la temperatura. Nel frattempo, si sedette accanto al fratello, e tornò ad accarezzargli i capelli, piano. 

<< Dean...? >> 

Dean gli fece cenno di continuare. 

<< Papà è tornato? >> 

Il maggiore dei Winchester si morse il labbro inferiore, evitando il contatto visivo col fratello. Si aspettava quella domanda, ma non era mai facile dirgli la verità.

<< Si, è tornato. Ora sta riposando. Mi ha chiesto di dirti che- >>

<< Dean, non mentire >> lo richiamò Sam. Aveva capito che il maggiore stava cercando di addolcire la pillola, ma sapeva che sarebbe stato inutile. Meglio sapere le cose come stavano. 

Dean sorrise triste, poi tolse il termometro, passati i cinque minuti. 

Quaranta. Cazzo. Non andava bene. 

Sussurrata un'imprecazione, sbatté con forza l'aggeggio che aveva tra le mani sul comodino, e si alzò in piedi, diretto alla stanza del padre. Senza nemmeno bussare, spalancò la porta ed entrò. Quella che seguì, fu una discussione violenta, senza esclusioni di colpi. Sam non ricordava bene cosa i due si erano urlati precisamente, ma sapeva che erano parole pesanti, quelle.

Quando Dean torno nella stanza era scuro in volto, arrabbiato col padre.

Dean non riusciva davvero a capirlo. Il suo fratellino stava male, aveva bisogno di cure, ma al padre sembrava non importare. Okay, forse parlargli quando stava ancora bevendo del whisky non era stata una bella mossa ma, dannazione!, Sammy doveva andare ad un ospedale, o, per lo meno, prendere dei medicinali. 

Si risedette accanto al fratello, che lo guardò con una strana espressione sul volto, mista a consapevolezza e confusione. 

<< Scusami Sammy... >> sospirò Dean. Sam, per tutta risposta, si mise a sedere, non senza una certa fatica, e abbracciò il fratello. Dean si lasciò stringere, posando il suo mento sulla testa del minore, stando ben attento a non fare movimenti bruschi. 

A Sam non servì chiedere per cosa il maggiore si stesse scusando, lo conosceva fin troppo bene. 

<< Non devi scusarti, non è colpa tua >> si limitò a dire, ed il fratello sembrò apprezzare quelle sue poche parole, perché lo strinse ancora più forte. 

<< Domani ti porto all'ospedale Sammy. Te lo prometto, Sam, starai bene. Capito? >> disse Dean, scostandosi quel poco che bastava per guardarlo negli occhi. Sam mugugnò un si, stanco. Dean lo stese, capendo il bisogno di riposo dell'altro. Eppure, Sam continuò a guardarlo anche dopo essersi allontanato, come a chiedergli qualcosa. Il fratello sorrise veramente, per la prima volta in quella giornata orribile, e si avvicinò ancora a Sammy. Portò il proprio viso ad un soffio da quello dell'altro, le labbra che quasi si sfioravano. Gli bastò uno sguardo del fratello per sfiorare con le sue quelle del minore, che ricambiarono sicure ed un po' tremanti il bacio, carico di dolcezza. Quando si staccarono, leggermente ansanti, Sam accennò un sorriso, poi chiuse gli occhi e nel giro di qualche secondo crollò, lasciandosi andare alla stanchezza. 

Dean lasciò l'ennesima carezza sul volto dell'altro, poi fece un passo indietro, ed andò a sedersi sulla sedia lì vicino, tornando a vegliare sul sonno del fratello. 

Quella notte, lo sapeva, non avrebbe dormito, si sarebbe invece preso cura del suo Sammy, ed, il giorno successivo, prima che il padre si sarebbe svegliato, avrebbe preso l'Impala per portarlo all'ospedale. Poco importava che John non volesse. 

Sorrise ancora, per la seconda volta nell'arco di qualche minuto, e le sue labbra si mossero per sussurrare qualcosa al fratello, ormai nel mondo dei sogni. 

<< Ti voglio bene, Sammy. >>

 

 

 

 

Angolo di quella pazza della scrittrice:

ecco qui la weecest promessa! Sono stata brava? Una volta tanto, non pubblicò ogni morte di papa! 

...Oddei, più o meno. 

Non è venuta spensierata come volevo, ma è sempre una cosa moltodolciosa, questa bambina (Dean approved u.u). Spero solo che non faccia troppo schifo. 

Una precisazione: Sam ha quattordici anni, invece Dean ne ha diciotto. 

Ci tengo a ridire che questi due sono troppo teneri, sono fantastici e davvero dolci, da cariare i denti. E dopo questa shot credo che voi avreste bisogno di un dentista! 

E lo so che magari vi aspettavate un “Ti amo, Sammy” ma ho ritenuto più giusto un “Ti voglio bene”.

Ultima cosa: #Lovewins ! Lo so che è tardi, e che l'argomento non c'entra per niente ma volevo comunque dirlo ^^ sono felice che almeno l'America è arrivata ad una conclusione giusta *mancanza di termini*!

Okay, detto tutto, evaporo! 

 

Daughter_(perché il nick abbreviato fa segsi!)

Ps. Forse questa shot diventerà una raccolta, devo ancora decidere se pubblicare le shot e le flash da sole o tutte in un solo posto. Ci devo pensare.

CiaoCiao!                                             

   
 
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