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Autore: Notteinfinita    05/07/2015    4 recensioni
Un professore in ritardo e il più classico dei giochi...il resto lo lascio alla vostra immaginazione, non vi resta che leggere...
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Diana Lombard, Martin Mystère, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il gioco della bottiglia

 

 

 

«Assurdo, per una volta che mi presento puntuale a lezione il professore non arriva!» mugugnò Martin, dondolandosi sui piedi posteriori della sedia.

«Bello sforzo, è l'ultima lezione del pomeriggio.» lo rimbrottò Diana.

«Appunto, sai che fatica arrivare in classe con la digestione in corso.» si giustificò il biondo.

La ragazza scosse la testa, divisa tra il divertito e l'esasperato.

«Il professore ha avuto un contrattempo, ritarderà una mezz'ora.» annunciò il bidello spalancando la porta dell'aula. «State tranquilli o dal corridoio lo sentirò.» aggiunse, prima di richiudere la porta e sparirvi dietro.

«Bene, allora approfittiamone per fare il gioco della bottiglia!» propose Matt, finendo la sua Coca-Cola e lanciando uno sguardo cupido in direzione di Jenni e Diana.

Le ragazze si guardarono l'un l'altra, titubanti.

«Dai, è una bella idea.» affermò Martin alzandosi.

«Ok.» rispose Jenni, sorridendo. «Betsy, ti unisci a noi?» chiese, rivolgendosi ad una ragazza seduta da sola in prima fila.

Matt la fulminò con lo sguardo, tutti sapevano che Betsy era pazza di lui ma che non aveva alcuna speranza, nonostante ciò fece un cenno di resa in direzione di Jenni, in fondo la fortuna avrebbe potuto girare dalla sua.

Fatto il giro della classe per verificare che nessun altro volesse partecipare, i cinque si disposero intorno ad uno dei banchi.

«Visto che sono stato io a proporre il gioco sarò io ad iniziare.» annunciò Matt afferrando la bottiglia. «Bacio!» esclamò, facendola girare.

Giro dopo giro, tutti rimanevano fermi a fissarla con attenzione. Inesorabilmente la bottiglia si fermò di fronte ad un'imbarazzatissima Betsy che sorrise scoprendo l'apparecchio e arricciando il monociglio.

Matt deglutì, sporgendosi oltre il banco, non poteva tirarsi indietro.

Chiusi gli occhi, sfiorò velocemente le labbra della ragazza e si ritrasse fulminando Jenni nel vedere la sua faccia compiaciuta mentre Betsy si risedeva col viso in fiamme.

«Ora tocca a me. Schiaffo!» disse Jenni, girando la bottiglia.

Come temeva Matt, questa si fermò su di lui mentre Martin se la rideva alla grande.

Sfregandosi le mani Jenni si avvicinò al ragazzo e lo colpì sulla guancia, leggermente.

«Sono stata buona.» sottolineò Jenni.

«Grazie.» rispose Matt, mimando un inchino.

«Io scelgo carezza.» sussurrò Diana, giunto il suo turno.

«Fifona.» la burlò Martin.

La bottiglia si fermò su Jenni e la carezza scivolò via, veloce e innocua.

«E tu che sei tanto coraggioso cosa scegli?» domandò Diana, pungente, rivolta al suo biondo amico.

«Bacio rosso.» affermò Martin, senza timore.

A questa affermazione una strana elettricità si diffuse nel cerchio.

Diede un forte slancio alla bottiglia e questa iniziò a girare apparentemente senza alcuna intenzione di fermarsi.

Quando pian piano iniziò a rallentare la tensione era ormai palpabile e, quando infine si fermò, nessuno fiatò.

Diana guardò Martin negli occhi, paralizzata.

«Beato te!» esclamò Matt, rifilando all'amico una pacca sulla spalla che lo fece barcollare e beccandosi a sua volta una gomitata nelle costole da parte di Jenni.

«Bé, ok.» disse Martin, a disagio, avvicinandosi alla sua amica.

Vedendo la sua agitazione, il ragazzo la fece girare sulla sedia e si portò alla sua altezza.

Con lentezza portò le mani al suo viso e le si avvicinò. Quando ormai pochi millimetri li separavano chiuse gli occhi, subito imitato da lei e lasciò che le loro labbra s'incontrassero.

Immediatamente sentì il cuore accelerare e le mani di Diana tremare leggermente mentre s'intrecciavano dietro il suo collo.

Con dolcezza chiese accesso alla sua bocca ed il bacio si fece più intenso e coinvolgente. Sentì Diana aggrapparsi a lui e si chiese perché un bacio tra amici lo stesse sconvolgendo così tanto. Quando si separarono lesse la stessa confusione negli occhi di lei ed ebbe la certezza che da quel giorno tra loro non sarebbe più stato lo stesso.

«Buongiorno ragazzi!» esclamò in quel preciso istante il professore, irrompendo il classe e andando dritto alla cattedra, ignaro di ciò che era appena accaduto. «Bene, riprendiamo lo studio del sistema solare.»

Martin e Diana si allontanarono di scatto per tornare ai loro posti. Il battito agitato, il passo malfermo.

Si scambiarono un ultimo sguardo prima di volgersi verso la lavagna, troppo immersi nei loro pensieri per prestare davvero ascolto alla lezione.

Mille dubbi vorticavano nelle loro menti ed una sola certezza: quello non era stato un semplice bacio tra amici.

 

 

 

Quando la campanella suonò, Diana raccolse le sue cose ed uscì immediatamente seguita da Jenni che la tampinò in silenzio fino ai dormitori.

«Allora, com'è stato baciare Martin?» le chiese appena ebbe chiuso la porta della stanza dell'amica.

«Che vuoi che ti dica, era solo un gioco.» rispose Diana, sulla difensiva, dandole le spalle e fingendo di riordinare la scrivania.

«Ma chi vuoi prendere in giro. Quando vi siete staccati sembrava vi avesse colpito una mazza da baseball!» protestò Jenni.

«Ok, bacia bene.» concesse Diana. «Ma è stato solo un gioco.» ribadì.

«Sarà...» disse la ragazza, per nulla convinta. «Comunque adesso tornate a casa per il week-end, in macchina avrai tempo di verificare se è davvero così.»

Diana lasciò cadere i libri che aveva in mano; aveva dimenticato che da lì a pochi minuti si sarebbe ritrovata per diverse ore sola in macchina con Martin visto che avevano deciso di tornare a casa insieme.

Jenni sorrise, soddisfatta, quella reazione valeva più di mille risposte.

«Vado a fare i miei bagagli.» annunciò, salutandola, anche se lei non dava segno di averla sentita.

Rimasta sola, Diana si lasciò sulla sedia della scrivania. Non aveva la più pallida idea di come affrontare le ore seguenti.

Decisa a riprendere il controllo di se stessa, finì di riordinare la scrivania, controllò di aver preso i libri che le servivano per fare i compiti e chiuse la valigia.

Un'occhiata all'orologio le confermò che aveva giusto il tempo per una doccia veloce così si fiondò in bagno sperando che la carezza dell'acqua riuscisse a calmarla.

Aveva appena finito di legarsi i capelli quando un agitato Martin bussò alla sua porta.

Sapeva che anche lei aveva sentito il feeling tra loro quando si erano baciati ma non aveva la più pallida idea di come affrontare l'argomento e, a dirla tutta, non sapeva nemmeno se era il caso di affrontarlo.

«Sono venuto ad aiutarti con i bagagli.» spiegò, appena lei gli ebbe aperto.

«Grazie ma non c'era bisogno.» rispose lei, mostrando l'esiguo bagaglio. «In fondo staremo via solo per due giorni e a casa ho lasciato molte cose.»

Con un'alzata di spalle Martin afferrò ugualmente il borsone e attese che lei avesse chiuso a chiave la camera prima di avviarsi in direzione del parcheggio.

Caricati i bagagli i due partirono in un silenzio carico di tensione.

Il bip di un messaggio ruppe la quiete.

“Allora vi siete già baciati di nuovo? J.” lesse Diana, prima di scaraventare il telefono nella borsa.

«Tutto bene?» chiese lui.

«Si, solo quella stupida di Jenni.»

Martin si guardò bene dal chiederle perché avesse appellato la loro amica in quel modo ma non gli sfuggì che il silenzio, se possibile, si era fatto più pensante.

Incapace di resistere oltre sterzò bruscamente parcheggiando la macchina in uno spiazzo sul margine della strada e guadagnandosi una sonora clacsata da parte della macchina che li seguiva.

«Ma sei matto?» urlò Diana, portandosi una mano al cuore per lo spavento.

«Dobbiamo parlare.»

«Di cosa?» chiese lei, fingendo di non capire.

«Sai di cosa. Di quello che è successo oggi in classe.»

«Non c'è nulla di cui parlare.» affermò Diana, scendendo dalla macchina.

«Non sei stupida, non fingere di esserlo.» ribatté Martin, raggiungendola fuori dall'abitacolo.

«Era un gioco, ci siamo baciato, non c'è altro da aggiungere.»

«Quindi vuoi dirmi che non hai provato nulla, che se adesso ti baciassi non sentiresti nulla.» indagò Martin, nervoso.

«No, io quello che volevo dire...» balbettò Diana, nel panico.

Prima che lei riuscisse a formulare una frase di senso compiuto, Martin le si avvicinò, costringendola ad appoggiarsi alla fiancata dell'auto.

«Non provi nulla se faccio così...» disse accarezzandole leggermente la guancia prima di portare la mano dietro la sua nuca.

«...o così...» aggiunse, sfiorandole leggermente le labbra e sentendola sussultare sotto il suo tocco.

«...o così...» continuò, intrappolandola con il braccio libero e baciandola con passione.

Per un secondo Diana ebbe la tentazione di resistergli, temendo la fine della loro amicizia, ma non ne ebbe la forza e suo malgrado si sciolse tra le sue braccia e artigliò la sua maglietta per stringersi maggiormente a lui.

Quando si staccarono Martin le sorrise, trionfante.

Diana abbassò gli occhi, imbarazzata prima di risponde al sorriso.

«Direi argomento concluso.» affermò Martin, accarezzandole le labbra con un dito.

«Forse però è meglio che a casa non facciamo capire nulla.»

«Certo, se no tua madre non mi lascerebbe dormire da te.» rispose Martin, facendole l'occhiolino, divertito nel vederla arrossire.

«Stupido!» lo apostrofò lei, dovendo però ammettere in cuor suo che, in fondo, non aveva torto.

«Andiamo?» chiese Martin.

«Solo un attimo.» rispose Diana, recuperando il cellulare dalla borsa e digitando un semplice “si” per poi inviare il messaggio all'amica.

«Cosa hai fatto?» domandò martin, curioso.

«Metto ko un'impicciona.» rispose enigmatica, prima di risalire in macchina.

Martin scosse la testa, perplesso, e riavviò il motore...questo non era il momento ma sapeva di avere dei metodi molto convincenti (ed anche molto piacevoli) per convincerla a parlare.

Sorridendo si rimise su strada, aveva come l'impressione che sarebbe stato un week-end davvero piacevole.

 

 

 

NDA: Lo so, vi starete chiedendo perché ho scritto questa ff.

Bé, ero in astinenza da pubblicazione e avevo voglia di una nuova storia su di loro...spero

potrete perdonarmi! ^___-

  
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