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Autore: Bomb    06/07/2015    1 recensioni
Questa storia racconterà una mia personale avventura di Shinichi Kudo alla caccia dell'organizzazione degli uomini in nero. Alcuni tratti saranno somiglianti a quanto visto nell'anime/manga altri invece saranno inventati personalmente da me. Sarà in pratica un mio pensiero su come poteva essere e come potrebbe diventare questa sfida a distanza tra l'organizzazione ed il detective.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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  • Che cosa ci fanno loro qui?

Il giovane investigatore, tramutato in bambino, voleva dirigersi a casa del padre della sua amica d’infanzia però una volta giunto li, la brutta sorpresa di trovare Gin e Vodka davanti alla porta chiedendo proprio informazioni sullo stesso Shinichi.
  • Dove possiamo trovare questo ragazzo?

Gin mostra una foto raffigurante il detective liceale a Goro che sembra essere stupito dal vedere ciò e scoprire che è ricercato da quei loschi individui.
Anche la figlia Ran spunta dalle spalle del padre osservando la foto mostratagli da Gin e si porta le mani giunte davanti alla bocca, chiudendola ed evitando cosi di mostrare a quegli uomini la sua espressione sorpresa.
  • Non lo vedo da ieri. Oggi non è venuto a scuola e non si è fatto sentire.

Afferma poi la ragazza togliendosi le mani dalla bocca e cercando di tornare con una espressione decisamente più consona al momento e più seria per evitare di far insospettire i due uomini vestiti di nero. Gin sembra intenzionato a rispondere alla fanciulla, sempre con i suoi occhi di ghiaccio ma qualcosa gli impedisce di farlo: infatti il suo telefono cellulare sta squillando. Mette mano alla tasca estraendo il cellulare, anch’esso rigorosamente nero, fa partire la chiamata e posiziona l’apparecchio all’orecchio.
  • Sono Gin.

Una voce dall’altra parte del telefono che però non si riesce a comprendere bene e quindi, di conseguenza, nemmeno a capire se l’interlocutore di Gin sia un maschio oppure una donna.
  • Ah sei tu Whisky. Dimmi.

A quanto pare dall’altra parte v’è qualcuno dal nome Whisky, nome alquanto insolito come del resto lo sono anche Gin e Vodka.
Nascosto ancora dietro il muro Shinichi riflette su quanto sta sentendo e sui nomi arrivando alla conclusione che tutti e tre sono nomi di liquori e che quindi potrebbe esserci un collegamento concreto da i due uomini e questa terza persona con cui Gin parla al telefono.
  • Va bene, ho capito. Arrivo subito.

Gin chiude la conversazione e riposa il telefono nella tasca dei pantaloni per poi guardare verso il detective con sguardo freddo come il marmo.
  • Devo andare. Ritornerò.

Solo queste poche parole proferite da Gin verso il detective voltandosi ora alle spalle e tornando all’interno della sua Porche insieme a Vodka per poi partire verso una destinazione ignota.
Intanto Ran e Goro si guardano perplessi domandandosi chi fossero quei due uomini vestiti di nero e cosa mai volessero da Shinichi Kudo.

Gin all’interno della vettura afferra ancora una volta il telefono e compone un numero per poi avviare la conversazione con qualcuno misterioso.
  • Sono io. La figlia del detective Goro sa qualcosa, prendetela. La voglio viva.

Il piano malvagio di Gin dunque prosegue ancora una volta e sembra aver dato l’ordine di rapire la povera Ran per fargli confessare qualcosa riguardo Shinichi, i due sono convinti che lei sappia dove si trova e per questo motivo hanno intenzione di prenderla per interrogarla.
Nel mentre il piccolo Shinichi si desta dalla sua posizione dietro il muro e si avvicina in tutta fretta verso la casa di Goro e Ran.
I due si voltano per tornare all’interno del loro appartamento però il giovane detective prova a farsi sentire da loro chiedendogli di aspettare ad entrare. I due si voltano e vedono questo bambino correre disperatamente verso di loro, Ran si avvicina cercando di capire quale sia il problema e perché un bambino che, secondo lei, farà più o meno le elementari, se ne vada in giro tutto solo.
  • Cosa volevano da voi quegli uomini?

Shinichi arriva subito al dunque senza tergiversare troppo. Ran sembra sorpresa dalla domanda e non riesce a rispondere ricordando ciò che egli hanno chiesto in precedenza. Differente invece la situazione del padre, Goro, che si avvicina verso il bambino con aria quasi minacciosa.
  • Non sono affari per un bambino, torna a casa moccioso.
  • Ho bisogna di sapere, cosa vi hanno chiesto?
  • Beh volevano sapere..

Ran cerca di parlare per provare a spiegare come stanno le cose ma viene interrotta bruscamente dal padre.
  • Sono discorsi da grandi, fila via.

Shinishi allora comprende che è praticamente impossibile riuscire a entrare in sintonia e farsi confessare tutto da Goro e così decide di cambiare strategia rivolgendosi unicamente verso la figlia, che sembrava anche disposta a dargli qualche piccola indicazione.
  • Tu sei Ran vero? So dove si trova Shinichi.
  • Davvero? E dove?
  • Non ho molto tempo per spiegarti, vieni con me!

Il bambino afferra per il braccio destro Ran ed inizia a correre trascinando con se la fanciulla che lo segue passo passo. Il ragazzo sta provando a condurla da qualche parte dove, secondo quanto detto, si nasconde Shinichi. Goro però non sembra molto contento di questa partenza improvvisa di Ran insieme al piccoletto e prova a fermarli inutilmente.
  • Hei torna qui Ran.. e la mia cena?

Ovviamente il detective Goro non è capace di cucinare e quindi per lui è praticamente una tragedia il fatto che sua figlia se ne vada di casa senza aver preparato nulla da mangiare.
I due intanto si avviano lungo la strada che dovrebbe condurli all’abitazione di Shinichi Kudo però il piccolo detective sembra perplesso. Riflette su ciò che sta facendo, forse è stato troppo avventato nel dire alla ragazza di sapere l’esatta posizione di Shinichi però era l’unico modo per avere l’attenzione di lei.
Giungono dunque di fronte alla casa di Shinichi però il bambino prosegue entrando, nella porta aperta, della casa del suo amico Agasa. Il ragazzo spera che il professore sia in casa e che lui possa dargli una mano a togliersi dai pasticci in cui si è messo da solo.
Apparentemente non c’è nessuno in casa ed il detective sembra quasi perdere le speranze, anche Ran pare piuttosto seccata dal fatto che lui l’abbia fatta venire fin li per niente quando qualcosa attira l’attenzione di entrambi.
  • Ran.. sono qui.
  • Shinichi dove sei?

Il giovane detective sembra scioccato, la sua voce che aveva da liceale risuona nella stanza come se fosse lui stesso a parlare, ma la cosa è praticamente impossibile.
  • Non posso dirtelo. Devo andare, ho un caso difficile da risolvere. Torna pure a casa da tua padre, mi farò risentire io presto, te lo prometto.

La voce poi sparisce, si sentono dei rumori di passi di qualcuno che corre via e il piccolo detective incredulo, non riesce a capacitarsi di cosa sia effettivamente successo in questa occasione. Si guarda intorno nervosamente continuando a chiedersi chi abbia parlato e perché sta usando la sua voce e come riesca ad imitarla perfettamente.
   
 
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