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Autore: Risa Lily Angelie    06/07/2015    3 recensioni
«Non sapevo ti piacesse leggere.» esordì il Comandante, passandosi una mano tra i capelli.
Il libro cadde dalle mani di Elenie con un tonfo sordo; imbarazzata, l'elfa voltò lo sguardo nervoso su Cullen, fece un sorriso tirato e si chinò per raccoglierlo.
«Non volevo intrufolarmi...», balbettò Lavellan con aria colpevole, riferita alla sua intrusione nello studio del Comandante, «... ma l'ultima volta che sono venuta qui avevo notato questa bella libreria e così ho pensato...», lasciò cadere la frase, tenendosi il libro stretto al petto, «... vado via subito.» borbottò infine, terminando quel flusso confuso di parole.

***
[Fem!Lavellan/Cullen.]
{Temo che Cullen sia un po' OOC... Metto l'avvertimento per sicurezza. E' una breve one-shot un po' banale, che se ne sta nel mio cervellino da mesi. Ho dovuto metterla per iscritto, per la mia sanità mentale.}
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cullen, Inquisitore
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Con uno sbuffo, Cullen lasciò cadere sulla scrivania le molteplici scartoffie che aveva tra le mani; aveva il serio bisogno di una boccata d'aria.
Uscì fuori, si appoggiò con i gomiti sui bastioni della fortezza di Skyhold e rimase sovrappensiero qualche momento, mentre i ricci biondi godevano del contatto con l'aria fresca; guardò con aria quasi distratta le truppe che si allenavano e gli nacque spontaneamente un sorriso sulle labbra.
"Non siamo del tutto un caso perso" pensò sospirando.
Era distratto ma non più di tanto, infatti sentì distintamente un rumore provenire del proprio studio.
Si voltò stupito, raddrizzò la schiena e, cercando di muoversi furtivamente, aprì un poco la porta accostata: l'Inquisitore era di spalle, in punta di piedi, e stava prendendo un libro.
«Non sapevo ti piacesse leggere.» esordì il Comandante, passandosi una mano tra i capelli.
Il libro cadde dalle mani di Elenie con un tonfo sordo; imbarazzata, l'elfa voltò lo sguardo nervoso su Cullen, fece un sorriso tirato e si chinò per raccoglierlo.
«Non volevo intrufolarmi...», balbettò Lavellan con aria colpevole, riferita alla sua intrusione nello studio del Comandante, «... ma l'ultima volta che sono venuta qui avevo notato questa bella libreria e così ho pensato...», lasciò cadere la frase, tenendosi il libro stretto al petto, «... vado via subito.» borbottò infine, terminando quel flusso confuso di parole.
«Non vedo perché dovresti», ribatté il Comandante con voce leggermente tremula; goffamente si avvicinò all'elfa e le sorrise timidamente. «Che libro è?»
«Beh...» Elenie mostrò il titolo all'uomo, «... non avevo ancora avuto modo di leggerlo» bofonchiò in imbarazzo.
Il Comandante strinse gli occhi nocciola per leggere meglio; in effetti, al copertina era abbastanza rovinata e il titolo non si leggeva in modo chiaro, segno che quel libro era stato letto molte volte e passato in altrettante mani.
«L'Epopea di Kirkwall...», lesse Cullen senza incertezza; poi, però, spostò lo sguardo stupito su Elenie, «non l'avevi mai letta?»
L'elfa scosse il capo: «No», si mise un ciuffo di capelli scuri dietro l'orecchio a punta, «beh, non che non abbia mai sentito parlare di cosa è accaduto a Kirkwall, anche perché, beh...», le guance le divennero scarlatte, «... ma nel Clan non abbiamo molti libri e i pochi che c'erano erano di Deshanna ed era un'impresa farseli prestare e-», Elenie prese fiato e sorrise nervosa, «... mi sto impappinando.»
Cullen si ritrovò a sorriderle: «Deshanna?», le chiese. Gli piaceva sentirla parlare, anche se il più delle volte finiva per balbettare cose senza senso, «Ed è...?»
Lavellan annuì e sorrise più apertamente, poggiando il libro sulla scrivania: «La Guardiana del Clan», rispose, «io ero la sua Prima, la sua "apprendista", per così dire...», si fermò, inseguendo l'onda dei suoi ricordi, poi rise divertita, «... Deshanna è una donna particolare.»
«Cioè?» domandò Cullen, incuriosito.
«Beh... Ad esempio, una volta mi tenne sveglia tutta la notte, perché dovevamo entrare in... Com'è che diceva? Comunione Spirituale», Lavellan ridacchiò, «... negli ultimi tempi era diventata tremendamente ansiosa, perché, citandola, "E' solo questione di tempo prima che tu prenda il mio posto!"» disse, cercando di imitare una voce squillante e anziana. Poi incrociò lo sguardo dell'uomo, si fece coraggio e chiese: 
«Cullen, voi eravate a Kirkwall in quegli anni, vero?» Indicò il libro, facendo capire meglio cosa intendesse dire.
Il Comandante si irrigidì sulla schiena e sospirò: 
«... Già.»

***

«Da quel che ho visto, la Campionessa è molto... spigliata.»
«Puoi dirlo forte» rispose Cullen con un sorriso accennato, «... però è una persona buona. Un po' egocentrica, forse, ma i suoi anni a Kirkwall li ha trascorsi cercando di aiutare il più possibile.»
Elenie, seduta sulla scrivania del Comandante, rigirò tra le mani il libro: 
«... Era davvero così onnipotente come la descrive Varric?»
«Non la conosco così bene» rispose con sincerità il Comandante, mettendosi più comodo sulla poltrona. «... in quei tempi, Hawke era una specie di emblema, tutti avevano difficoltà a distinguere realtà e finzione.»
Ainwen annuì distrattamente, guarò la copertina del libro e sospirò:
 «... e io?» bisbigliò appena, guardandosi gli stivali.
«Cioè?»
L'Inquisitore sorrise e rivolse lo sguardo verso il Comandante: «Cosa sono io?»
Lui sorrise a sua volta e le sfiorò la guancia: «La ragione per cui dobbiamo lottare.»
Elenie arricciò il naso, si avvicinò e baciò Cullen a fior di labbra.
Almeno, lui ne era sicuro anche per lei.
   
 
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