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Autore: Lady Warrior    06/07/2015    2 recensioni
Eva è l'unica donna rimasta al mondo. è stata salvata dall'estinzione del genere umano da una scienziata. Si risveglia dopo circa un millennio dall'accaduto, e scopre grazie a una voce meccanica registrata che il suo compito è ricreare il genere umano, grazie a una grande quantità di sperma conservato in alcune boccette dentro il bunker nel quale era stata rinchiusa. Eva si comporterà di fronte al mondo come una bambina, quasi come un animale, essendo l'unico essere vivente sul pianeta, e prenderà sul serio il suo compito. Ben presto, però, scoprirà di non essere sola e allora inizierà a porsi delle domande, e capirà che anche per lei vi sono delle scelte. Deve veramente portare a compimento il suo compito? Qual è il vero scopo della sua vita?
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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             †Una nuova costruzione umana†
 
 
 
 
 
Eva si destò presto la mattina seguente. Era l’alba e i raggi dorati del sole le accarezzavano il volto. Si stiracchiò, guardando il soffitto. Anche quel giorno doveva andare da qualche parte con Dwigh: a quanto pareva egli voleva insegnarle ciò che sapeva sulla sua civiltà d’appartenenza. Eva si sedette sul letto e aprì la finestra. Osservò il panorama grigio e tetro. Davvero una volta il mondo era verde e bello? Davvero una volta fiumi solcavano la terra e piante crescevano rigogliose? Davvero l’uomo aveva distrutto tutto questo? Doveva sapere di più, Dwigh aveva ragione. E gli doveva chiedere anche molte altre cose.
Si alzò dal giaciglio e si specchiò. Trovava buffo poter vedere la sua immagine riflessa in uno specchio. Accarezzò la superficie con una mano. Non aveva mai visto il suo aspetto. Si trovava carina. Ma vedere la sua immagine riflessa le faceva pensare nuove e vecchie domande su di lei, la sua identità e il suo destino. Sospirò e si allontanò. Prese l’abito e si vestì. Doveva essere puntuale: Dwigh non aveva tempo da perdere.
Entrò silenziosamente in cucina, dove Edith stava servendo da mangiare al padrone. La Dresdan lanciò un’occhiata di fuoco a Eva. La detestava fin nel profondo, era chiaro. La ragazza si sedette accanto a Dwigh e gli sorrise.
-Come hai dormito?- le chiese lui.
-Bene. Non c’è molto silenzio, ma il letto è caldo e soffice- rispose lei, iniziando a consumare la sua colazione.
Dwigh ed Eva uscirono non appena terminato il pasto. I soldati fuori dalla casa fecero subito il saluto militare al loro generale, mentre Eva si guardava attorno, curiosa.
-Siete in tanti perché temete quegli altri alieni?- chiese Eva al suo accompagnatore, che annuì.
-Non siamo gli unici a desiderare questo pianeta. Anche gli Skellin hanno visto un ottimo investimento conquistarlo-
-Volete un nuovo pianeta su cui abitare?-
-Anche. Inizieremo a colonizzarlo, terminata questa guerriglia, e quando fra qualche millennio la terra avrà di nuovo le sue risorse originarie, le estrarremo e diverremo immensamente ricchi. Contiamo di scoprire anche i segreti più reconditi degli umani per potenziare le nostre tecnologie-
-E anche gli Skellin vogliono questo?-
-Certo-
-Beh, il mondo è grande, a quel che ho visto, e ho ragion di credere che ne ho esplorato ben poco. Forse quasi nulla. Potete dividervelo e porre fine alla guerra- osservò la ragazza. Dwigh emise una risatina sommessa.
-Dividere non è nel vocabolario della politica-
-E perché? risolvereste i conflitti! Non sarebbe bello? Niente più morti e ricchezza per tutti!-
-Vedi, Eva, i nostri governanti e la nostra specie, come la vostra un tempo tempo, non vogliono semplicemente essere ricchi. Vogliono avere tutto. E spartire il mondo con gli Skellin significherebbe non avere tutto-
-Ma avreste abbastanza per diventare forti-
-Anche gli Skellin-
-E allora?- chiese Eva, che proprio non capiva.
Dwigh sospirò.
-Ascoltami bene. Sono gli interessi e i giochi di potere a governare la società, più dei governanti. Ammettiamo di utilizzare la tua soluzione: come hai detto tu stessa anche gli Skellin si potenzierebbero e si svilupperebbero. Attualmente solo tre razze, tra cui la mia, sono talmente avanzate da essere ricche e potenti, anche se non come gli umani. Se gli Skellin diventassero più forti, o anche qualche altra razza, sorgerebbero conflitti economici e politici. I loro prodotti competerebbero con i nostri, e potremmo rischiare un collasso economico, non si sa. Gli Skellin potrebbero decidere di volere altri territori, e inizierebbero a dichiarare guerra alla mia specie o alle altre e cadremmo nel caos più totale. So che può sembrare ingiusto limitare la loro conoscenza, non aiutare le razze non sviluppate o in via d’estinzione, ma è così che funziona l’universo, e così funzionava il tuo mondo, Eva. Bisogna indebolire gli altri per rafforzare noi stessi: noi stiamo facendo il possibile perché altre specie non si evolvano per questo. Per mantenere l’egemonia e non cadere nel baratro: dietro la povertà e l’arretratezza di altre razze stanno i nostri interessi e il nostro potere. È sempre stato così dalla nascita dell’universo- spiegò Dwigh.
Eva assunse un’espressione preoccupata e schifata allo stesso tempo.
-Ma loro… gli altri soffrono, e non è giusto, Dwigh! Non può funzionare così!-
-Come credi che abbiano fatto gli umani a loro tempo? Le nazioni più forti hanno mantenuto e accresciuto il loro potere e la loro ricchezza a scapito dei paesi più poveri. E non solo le nazioni, ma anche le industrie, e le corporazioni, e anche ogni singolo individuo. Hanno accresciuto tutto ciò a scapito dei più poveri, dei più deboli e persino della natura-
-Ma è estremamente egoista. E comunque, vedi che fine ha fatto la mia specie a causa di ciò- osservò Eva.
-ti sbagli. Gli umani non hanno avuto la loro fine a causa di ciò. Certo, lo sfruttamento della terra e l’inquinamento hanno avuto un ruolo decisivo, ma vedi, Eva c’è un equilibrio che regola questo universo-
-Equilibrio? Quale equilibrio?- chiese Eva.
-Vedi, Eva, i singoli individui, le corporazioni, le industrie, le società, le nazioni e ogni razza sono come le comete. Nascono, si innalzano sul cielo, arrivano al culmine del loro viaggio, quando sono più belle, e poi iniziano la loro inesorabile discesa fino alla morte. Vedi Eva, noi come singoli individui nasciamo, cresciamo, arriviamo al culmine delle forze ad una certa età e poi invecchiamo, fino a morire. Capiterà a te e capiterà a me. Aspiriamo all’immortalità perché temiamo la morte, ma mai otterremo ciò che desideriamo. Anche le società, le nazioni seguono questo equilibrio, questa legge della vita: nascono, si sviluppano, arrivano al culmine della loro potenza sviluppando tecnologie inimmaginabili e conquistando terre a dismisura, e poi declinano, fino a scomparire. Così hanno fatto gli umani: sono nati, hanno imparato a usare il fuoco, hanno creato la ruota, si sono uniti in tribù e poi in città, infine in nazioni, hanno conquistato terre, ciascuna nazione ha avuto il suo apice, hanno sviluppato tecnologie, inventato astronavi, teletrasporti particellari, cure perfette e molti altri miracoli. Poi hanno terminato le risorse. Hanno destabilizzato l’equilibrio della terra e hanno iniziato la loro discesa verso la morte. Così è successo agli umani. Così accadrà ai Dresdan e anche agli Skellin, per quanto cerchiamo di limitare il processo. Ma dopo ogni fine c’è un nuovo inizio: dopo la fine degli umani ci siamo sviluppati noi, dopo ogni morte c’è sempre una nascita, dopo ogni crisi c’è sempre una rinascita, dopo ogni rinascita c’è sempre una crisi, come in un moto oscillatorio. E noi non potremmo mai spezzare questo equilibrio, per quanto tentiamo-
Eva rimase ad ascoltare il Dresdan a bocca aperta. Anche se non le piacevano, quelle parole la convincevano. Però lei era lì. Che spiegazione c’era a questo?
-Andiamo, adesso- le disse Dwigh, e lei lo seguì in silenzio.
Giunsero in un luogo che lasciò meravigliata la ragazza. Erano le rovine di una città, ma erano stranamente ben conservate. Poteva vedere le candide colonne di marmo di un edificio bianco, v’erano alcuni cartelli davanti a strutture. In una casa c’era una finestra aperta, e le strade erano ancora ben visibili.
Eva ne percorse una, guardandosi attorno, meravigliata.
-Era una città umana. È piccola, molto piccola, ma è stata ben conservata. Alcuni ritengono che in realtà sia una piccola porzione di una città più grande, che arriva persino dove siamo collocati noi- disse Dwigh.
Eva fece il giro della piccola città, e si fermò soltanto quando vide un edificio del tutto diroccato con alcune panche all’interno. Si avvicinò ad una di esse e vi si sedette. Erano di legno.
-Cos’è questo edificio?-
-Gli archeologi dicono che era una sorta di… tempio umano-
-Tempio?-
-Dove si adorano gli dei- spiegò Dwigh.
-Qui leggevano il mio libro?-
-Probabile-
Eva proseguì all’interno dell’edificio e vide due sbarre di legno posate per terra, una accanto all’altra.
-Guarda, Dwigh! Sul mio libro c’è una croce! Forse queste due barre la rappresentavano?-
-Può darsi-
-Che peccato, sono rotte- osservò eva, con una nota malinconica nella voce, poi gli si illuminarono gli occhi.
-Dwigh! Ho il libro qui con me! Che ne dici se mi insegni a leggere di nuovo, qui?-
-Perché proprio qui?-
-Rende l’atmosfera-
Dwigh sospirò. -Speriamo migliori. Siediti su questa panca, accanto a me-
Eva ubbidì e gli diede il libro.
-Dio disse: “Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo non l’aveva già detto? Per illuminare la terra-. E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. In realtà la luna è un pianeta, ma insomma…-
-Un pianeta? Ma fa luce!-
-è un satellite, Eva. È un pianeta che gira attorno alla terra, perciò è chiamato satellite. E sembra che sia una sorta di stella perché pare faccia luce, ma in effetti rispecchia solo quella del sole-
-E perché allora c’è scritto che è una fonte di luce?-
-Si vede non sapevano che era un satellite-
-E allora perché scriverlo?-
-Oh, Eva! È un libro di religione scritto  millenni d’anni fa, non di scienza. Se credevano in un dio, potevano benissimo credere che la luna sia una stella-
-Ma non c’è scritto che la luna è una stella- osservò Eva, riflettendo.
-io leggo così-
-No, c’è scritto che è fonte di luce. Forse sottintendevano che è un satellite. In effetti, è fonte di luce, visto che riflette i raggi del sole-
-Stai diventando intelligente! Via, continuiamo, prima si fa e meglio è. Dio le pose nel firmamento per illuminare la terra e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno. Dio disse: -Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo-. Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie-
-Che cosa sono gli uccelli? E i pesci? Come mai non li vedo?-
-Gli uccelli sono animali con le ali, c’è anche scritto, Eva. E i pesci sono esemplari che vivono nell’acqua. Non li hai mai visti perché sono tutti morti a causa dell’uomo-
-Davvero?-
-Sì. sacrificati per la brama di potere-
-Che cosa brutta…- osservò Eva.
-Continuiamo. “Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: ”siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra”. E fu sera e fu mattina: quinto giorno. Dio disse: -La Terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie-. E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Preparati, Eva. Qui sotto vedo una cosa interessante-
-Cosa?-
-Presto lo saprai-
-Io ho visto degli animali-
-Cosa?-
-Sì! e anche i fiori! Un giorno ti ci porterò!-
Dwigh la guardò, incredulo, poi scosse la testa, pensando che la ragazza avesse visto tutto ciò solo in un sogno.
-Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del ciel, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra-
-A immagine? Somiglianza? Cosa significa, Dwigh?-
-Non ne ho idea. Forse il dio degli umani aveva le loro sembianze. O forse significa che conferisce il potere di dominare agli uomini similmente a quanto fa lui-
-Dominare- sussurrò  Eva. -Quindi gli umani avevano il diritto di fare tutto ciò?-
-Forse così lo hanno giustificato- ipotizzò Dwigh.
-O forse hanno ecceduto nel loro diritto-
-Anche. E dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra” bene. Ha descritto la nascita dell’essere umano-
-Maschio e femmina. Io dovrei essere una femmina, giusto? Perché non è stato salvato un maschio?-
-Perché non avevano modo di farlo riprodurre- spiegò Dwigh.
-Giusto. Quindi, a sentire il libro, la terra ci è stata donata da Dio-
-A sentire il libro, sì. vi è stata donata. Ma è solo un libro. Propongo direttamente di guardare qualcosina sugli umani, tralasciando qualche pezzo-
-Se vuoi…- rispose Eva, leggermente contrariata. Dwigh non se lo fece ripetere due volte.
-Il Signore Dio prese l’uomo e lo portò nel giardino dell’Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, dovrai morire. Fammi indovinare: questo tipo lo mangia e così è venuta la morte E il Signore Dio disse: -Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda-. Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse dall’uomo per vedere come li avrebbe chiamati. Saltiamo qualche pezzo, questo non mi interessa. “Allora Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolto all’uomo, una donna e la condusse all’uomo […] L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi-
-Si chiamava come me!- esclamò la ragazza -Secondo me mi hanno chiamato così volontariamente? Oppure è stato un caso?-
-Non ne ho idea. Ora torniamo a casa, Eva- disse sbrigativo Dwigh.
Così lei si chiamava come la prima donna. In effetti, anche lei rappresentava la prima femmina umana dopo la scomparsa della sua razza. Era una nuova Eva, con la stessa missione, forse. Ma era prescelta a seguirla oppure poteva scegliere un’altra via?
Era immersa nei suoi pensieri, quando un boato la riportò alla realtà.
   
 
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