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Autore: LadyGuns56    07/07/2015    2 recensioni
L’angelo indietreggiò inorridito e urlò “ Sei un mostro è giusto che ti strappino le ali”, Belial smise di ridere “ Credi ancora in Dio, misero Angelo? Non hai ancora capito, che lui è un bambino viziato intento a giocare con le sue marionette sparse in cielo ed in terra? Pur… Ah!”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belial (Cappellaio Matto), Lucifero
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I pupazzi di Dio


Un silenzio tombale, regnava in quella stanza poco illuminata .Tra le ombre , si vedeva solamente il luccichio delle catene che partivano dal soffitto e a cui vi erano legate delle ali nere come una notte senza stelle . Le ali non erano solo, un corpo inginocchiato ne era la proprietaria ; i corti capelli rossi ricadevano sul volto, il suo corpo nudo e magro era  pieno di lividi e graffi. Un cigolio la fece sussultare  , due uomini con la divisa erano entrati e si erano messi davanti al prigioniero. “Belial stai per essere giustiziata. Al calar del sole diverrai un angelo decaduto, ma Dio non ti ha abbandonata. Prima di essere giustiziata, vuoi confessare le tue  colpe a nostro Signore?” la prigioniera di nome Belial non rispose alla domanda e abbassò ancora di più il capo. L’uomo che aveva appena parlato, si inginocchiò e si avvicinò di più al volto della condannata “Sai anche se adesso ti rifiuti di confessare, Dio ti giudicherà quando sarai morta.” Belial stavolta sollevò il capo verso l’alto e cominciò a ridere: gli occhi erano spalancati e la bocca era piegata in un ghigno sinistro. L’angelo indietreggiò inorridito e urlò “ Sei un mostro è giusto che ti strappino le ali”, Belial smise di ridere “  Credi ancora in Dio, misero Angelo? Non hai ancora capito, che lui è  un bambino viziato intento a giocare con le sue marionette sparse in cielo ed in terra? Pur…  Ah!”. Belial non poté finire la sua frase, perché l’angelo che era rimasto in disparte le diede un pugno in pieno volto e con foga le urlò “ Non bestemmiare contro tuo padre Belial . Non serve a nulla quest’odio, perché tra poco morirai” non sopportando più quella vista, si massaggiò le mani ed uscì . L’altro, invece, si riavvicinò alla condannata e la guardò dritto negli occhi “Spero tanto che tu muoia tra dolori atroci creatura immonda, perché non hai diritto di vivere nel mondo di Di.. “. La bocca era ancora aperta a forma di “O”, ma da essa appariva la punta di una spada “Sta zitto ciarlatano”. Un uomo alto e vestito di nero era appena entrato nella stanza e ucciso l’angelo. Gli occhi di Belial si illuminarono di pura gioia “Lucifero!”, sentendosi chiamare per nome l’uomo sorrise “Belial mia cara, di nuovo nei guai?”. L’angelo rispose seccato dalla domanda a lei posta “mi ha scoperta quel pudico di un arcangelo futuro Raphael e mi ha denunciata subito. Perché non mi liberi, perché  perdi tempo a chiedermi cose inutili?”, Lucifero la guardò con occhi gelidi “Perché dovrei farlo? Se venissi giustiziata mi daresti un bello spettacolo. Ti strapperebbero le ali , la tua diafana pelle comincerebbe a marcire, inizieresti a nutrirti di cadaveri e pian pianino la tua mente si auto distruggerebbe . Torneresti nella di madre terra e io combatterei un po’ la mia noia .”, Belial si sporse in avanti ,facendo pressione sulle catene e con occhi pieni di malizia disse “ E poi dove troveresti una donna così impura, che ti seguirebbe dappertutto e odia Dio e gli angeli?”. Lucifero a sua volta si inginocchiò di fronte a lei  guardandola dritta negli occhi. “Anche questo è vero. Anche se ho Lilith. Mah mi hai convinto”, l’angelo si rialzò e con un fendente ruppe le catene, che legavano Belial. L’angelo imprigionato appena fu liberato ,cadde’ a terra come una marionetta rotta. Poi con lentezza si rialzò e si aggrappò al suo nuovo padrone. Lui appena si fu messa in piedi ,la baciò sulle labbra e con un sorriso gelido le porse il suo cappotto per coprirsi. Belial guardò con riconoscenza Lucifero “Grazie mio signore, sappiate che non vi tradirò mai”, l’angelo vestito di nero le rispose con voce soave  “Andiamo un po’ a scuotere la giornata di Dio” e con questo i due uscirono dalla porta della cella .
  
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